Spirito
Scavi a Gerusalemme: la presenza cristiana sul Monte del Tempio è attestata
Monete di epoca bizantina, scoperte di recente tra i detriti del santuario di Gerusalemme, venivano usate nelle chiese del VI secolo.
Nel gennaio 2024 sono stati scoperti due pesi che venivano usati come monete in epoca bizantina e testimoniano la presenza cristiana sul Monte del Tempio prima della conquista musulmana di Gerusalemme, e potrebbero addirittura essere un segno della presenza di una chiesa primitiva.
Questi pesi sono stati scoperti come parte di un progetto per vagliare tonnellate di detriti scavati dal Monte del Tempio dall’Autorità musulmana Waqf durante un progetto di costruzione nel 1999. Questi piccoli oggetti, uno in vetro e l’altro in ottone, pesano solo 0,6 grammi. Si tratta probabilmente di pesi imperiali ufficiali del tipo richiesto dalla legge bizantina del VI secolo nelle grandi chiese.
Questo progetto archeologico ha permesso di scoprire «numerosi reperti risalenti probabilmente all’epoca bizantina», tra cui oggetti legati al culto, che, «con questi pesi recentemente scoperti, suggeriscono la presenza di una chiesa bizantina sul Monte del Tempio», indica il quotidiano.
L’articolo, intitolato «Due notevoli pesi bizantini dal Monte del Tempio di Gerusalemme», è stato pubblicato sulla rivista Israel Numismatic Research e scritto da Haim Shaham, Zachi Devira e Gabriel Barkay, gli ultimi due alla guida del progetto di setacciamento dal Monte del Tempio.
Il Monte del Tempio era il luogo in cui si trovavano il primo e il secondo tempio biblico. Questo luogo, considerato dai musulmani il terzo santuario dell’Islam dopo La Mecca e Medina, ospita la Cupola della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa.
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La presenza cristiana sul Monte del Tempio è stata minimizzata
La presenza cristiana al Monte del Tempio è stata spesso minimizzata dalle autorità. Lo spoglio ha permesso di «rinvenire un gran numero di piastrelle pavimentali decorate di epoca bizantina, evocative di edifici monumentali, pezzi di tramezzi, elementi architettonici delle primissime chiese, e un buon numero di mosaici di epoca bizantina, un segnalano una cura particolare per il rivestimento del pavimento», spiega Shaham, dottorando in archeologia presso l’Università di Bar-Ilan.
I pesi scoperti sarebbero associati ad una chiesa. «Tutto questo materiale bizantino ci mostra che qualcosa accadde, ma fino a dieci anni fa era opinione comune che durante il periodo bizantino il Monte del Tempio fosse stato abbandonato. Ma in realtà sono successe molte cose in epoca bizantina e, da quello che abbiamo scoperto, potrebbe esserci stata una chiesa».
La presenza di una chiesa pre-musulmana non è provata, ma «bisogna valutare la probabilità di quella che è la spiegazione più semplice della presenza di questi pesi. E ciò che è più semplice è spesso la migliore spiegazione», spiega Shaham. Dei pesi simili sono stati ritrovati in una chiesa bizantina, a Sussita, sull’altopiano del Golan. «L’idea di pesi ufficiali all’interno di una chiesa bizantina era già stata stabiliti in Oriente», aggiunge.
Il peso in vetro è decorato da «un busto imperiale aureolato, che sovrasta un monogramma a forma di croce fiancheggiato da due busti più piccoli», e misura 17 mm di diametro e 2 mm di spessore. Reca un monogramma con la scritta «Euthalios», evidentemente «un alto funzionario bizantino sotto la cui autorità furono realizzati i pesi. Questi pesi furono probabilmente prodotti da un’officina ufficiale centrale a Costantinopoli, tra il 550 e il 650 d.C.»
Il secondo peso, in lega di ottone, di forma quadrata, misura 13 mm di lato e 1,6 mm di spessore. È rivestito con un delicato intarsio d’argento con le lettere greche kappa e delta, che gli archeologi interpretano per indicare il peso, 4 cheratina o carati. Questo tipo di peso quadrato è tipico del V e VI secolo d.C.
Secondo gli autori, le dimensioni ridotte e il peso esatto dei due manufatti li rendono reperti estremamente rari.
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Una storia manipolata?
Fu nel 638 d.C. che il nuovo impero islamico conquistò Gerusalemme dai bizantini cristiani, noto anche come Impero Romano d’Oriente. I documenti musulmani dell’epoca sottolineano che il Monte del Tempio veniva utilizzato come discarica prima che lì iniziassero a costruire la Cupola della Roccia.
«È su questa base che gli storici hanno ipotizzato che il Monte del Tempio fosse una discarica», ma questo potrebbe essere un caso in cui la storia è stata riscritta dai vincitori, spiega Shaham.
Un’altra spiegazione per la presenza di questi manufatti, dice, è l’esistenza di un edificio bizantino sul Monte del Tempio, distrutto dall’impero persiano sasanide, il cui breve controllo su Gerusalemme, tra il 614 e il 630 d.C., portò il caos nella città.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato
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Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»
Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.
Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.
L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».
«Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..
Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.
Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.
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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».
«Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.
Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.
I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.
Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).
La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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