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La figlia in provetta di Obama cambia nome
Malia Obama, figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha abbandonato il cognome del padre per il suo debutto a Hollywood. Malia Ann ha tranquillamente annunciato il suo nom de plume quando il suo primo cortometraggio, The Heart, è stato recentemente presentato in anteprima al Sundance Film Festival, prestigiosa rassegna di cinema indipendente ideata da Robert Redford a Park City, in Utah.
Il cambio di nome della figlia maggiore di Obama è stato rivelato in un video «Meet the Artist» di intervista con il regista, pubblicato dagli organizzatori del festival il mese scorso, e da allora è stato oggetto di gossip sui tabloid. Nel video, la piccola Obama ha descritto il suo film come «una piccola storia strana, una specie di favola, su un uomo in lutto per la morte di sua madre», ma non ha fatto menzione dell’abbandono del suo cognome riconosciuto a livello mondiale.
La venticinquenne ha tentato per la prima volta di entrare nel mondo dello spettacolo nel 2017, quando aveva svolto uno stage con il magnate del cinema e molestatore sessuale Harvey Weinstein, onnipotente figura nella produzione di film di qualità nonché massima figura di fiancheggiatore hollywoodiano del Partito Democratico USA e dei suoi più alti papaveri, da Hillary Clinton in giù.
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Dopo essersi laureata all’Università di Harvard nel 2021, ha lavorato come sceneggiatore nella serie televisiva di Amazon Prime Video Swarm. Sui social media vari utenti hanno sostenuto con insistenza che la sua ascesa nel settore è stata il risultato del nome di suo padre.
Anche Barack Obama e l’ex First Lady Michelle Obama si sono dedicati all’intrattenimento dopo aver lasciato la Casa Bianca. La loro società, Higher Ground Productions, ha prodotto serie e documentari per Netflix e podcast per Spotify. L’ex presidente ha vinto un Emmy Award nel 2022 per la narrazione «eccezionale» in una serie sui parchi nazionali degli Stati Uniti.
L’ex presidente non ha ritirato il premio di persona, né ha assistito alla première sul tappeto rosso di sua figlia al Sundance.
Come riportato da Renovatio 21, Obama e la moglie hanno prodotto un kolossal para-apocalittico, Il mondo dietro di te, che immagine un attacco cibernetico che scatena il caos negli USA – una storia, con tanto di star di primo piano come Julia Roberts, che potrebbe lasciar trasparire la sua natura di predictive programming, ossia l’intento di preparare la popolazione agli sviluppi di un’agenda prefissata.
Sebbene il New York Times abbia definito The Heart un «debutto ben girato e scarno», ha ricevuto recensioni per lo più negative su Letterboxd, una piattaforma di social media per appassionati di cinema e critici da poltrona. «Onorare l’eredità di suo padre lanciando una bomba gigante [cioè, in gergo, «fare flop», ndr] e non ricevere alcuna critica per questo», ha scritto un critico aspro, riferendosi agli innumeri attacchi con droni del personaggio di origini kenyoto-havaiane durante la sua presidenza.
Accusare la piccola Obama di star intraprendendo una carriera preparata in laboratorio sarebbe in giusto, anche se in linea con la sua esistenza: secondo le rivelazioni della stessa madre, le due figlie Malia e Sasha sono state prodotte con la fecondazione in vitro, con la riproduzione artificiale. Si è trattato, con probabilità, delle prime first daughters uscite dalla provetta.
La rivelazione, contenuta nel libro di Michelle Becoming Mrs. Obama (2018) non si sposa benissimo con le voci, ritornate a galla con particolare insistenza, sull’omosessualità del marito ex presidente, documentata da testimoni sedicenti ex amanti, cugini africani e pure da lettere ad ex fidanzate.
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Come noto, una volgare teoria della cospirazione diffusa non solo in rete sostiene che Michelle Obama sia un uomo, tanto che molti la chiamano «Big Mike».
Con Biden agli sgoccioli della sua candidabilità per questioni di demenza senile, il nome di Michelle Obama come nomination per la corsa presidenziale di quest’anno è ancora nella rosa non-detta del Partito Democratico USA.
Qualora venisse eletta, la famiglia otterrebbe un nuovo record: l’attrice Joan Rivers nel 2014 disse che con Obama gli USA avevano già avuto un primo presidente gay, con Michelle – definita sempre dal vetusto volto hollywoodiano «una trans» – si darebbe quindi il primo presidente americano transgender, con buona pace delle donne, scavalcate – qui come in ogni altro sport – ancora una volta da transessuali rampanti.
The Big Mike Obama Collection
1. “When Mike, uh, when Michelle”
2. “Michael and I”
3. “Michelle is transgender” – Joan Rivers (RIP)
4. Big Swinging Mike (x3)
5. AI Facial Recognition = MALE
6. “All this for a damn flag” pic.twitter.com/mGmkJNZ74a— Twin Tower City (@TwinTowerCity) February 19, 2024
Un consiglio alla giovane Obama, regista in erba (e in provetta): se raccontasse la storia della sua famiglia, tra nonna e bisnonni di cui si sospetta l’appartenenza alla CIA e le avventure chicaghesi del padre (quel direttore del coro della chiesa che frequentava trovato morto crivellato di colpi…), l’accusa del possibile uso di crack del genitore 1 e i cuochi che muoiono annegati nella reggia sull’oceano, forse i suoi film potrebbero divenire davvero interessanti.
Anche se il genere va inquadrato bene: fantascienza, thriller, horror.
Il materiale è proprio tanto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Tre donatori di sperma della stessa famiglia hanno generato 600 bambini. Incesto involontario difficilmente evitabile
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Tre uomini della stessa famiglia in Quebec hanno generato più di 600 figli offrendo sperma gratuitamente su Internet. Un documentario di Noovo Info, un organo di stampa del Quebec, afferma che hanno pubblicato annunci su Facebook – «un “universo parallelo” online di donazione gratuita di sperma non regolato da Health Canada».
Noovo Info inizialmente ha indagato sulle segnalazioni secondo cui una coppia di uomini della stessa famiglia donavano sperma. Ma mentre i giornalisti scavavano più a fondo, hanno scoperto che tre uomini erano coinvolti e che insieme avevano generato almeno 600 figli.
Nel documentario, intitolato «Père 100 enfants» [«padre di cento figli», ndr], i giornalisti hanno parlato con donne single e lesbiche che sono rimaste inorridite nell’apprendere che i loro figli avevano dozzine di fratellastri.
Due dei donatori di sperma sono portatori di una rara malattia genetica ereditaria del fegato che potrebbe essere trasmessa alla prole.
Il direttore della sanità pubblica del Quebec, dottor Luc Boileau, è rimasto sorpreso dalla notizia. «Sulla scena canadese, nessuno se lo aspettava», ha detto. «Questa è una situazione nuova». Vuole porre dei limiti al numero di figli che gli uomini possono generare.
Il ministro della Sanità del Quebec Christian Dubé era preoccupato per l’incesto involontario. «Penso che sia particolarmente preoccupante per i genitori che hanno utilizzato il servizio di procreazione sapere: “Il mio bambino o la mia bambina potrebbero essere in contatto con uno degli altri bambini?”», ha detto. «Questo è ciò che preoccupa in termini di salute pubblica». Ha promesso di trovare soluzioni e di porre fine al selvaggio West della donazione di sperma.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Bioetica
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