Bioetica
Il Tempio Satanico afferma che l’aborto fa parte della loro religione. Cosa potrebbe pensarne il governo italiano?

Il gruppo noto come Satanic Temple sta continuando i tentativi di revocare il divieto di aborto negli stati pro-vita intentando azioni legali sostenendo che l’aborto è parte della loro religione.
Il Tempio Satanico (noto anche con l’acronimo TST), è un’organizzazione no-profit con sede a Salem, Massachusetts, nota per le sue iniziative di grande visibilità.
Il Tempio Satanico ora ha intentato cause legali negli Stato del Missouri, Indiana, Texas e Idaho, ma finora esse non hanno avuto successo. Ciò non ha impedito all’organizzazione, che ha fatto notizia, di cercare nuove cause legali sulla libertà religiosa per fermare il divieto di aborto, secondo il suo sito web.
Il gruppo non evita le polemiche. Recentemente ha fatto notizia per aver allestito per Natale, nel Campidoglio dell’Iowa un altarino satanico con una testa di capra montata sopra vesti rosso sangue – una rappresentazione del demonio-Bafometto che ha condiviso lo spazio con un’esposizione natalizia finché non è stata decapitata da un veterano dell’esercito USA, ora accusato di crimine d’odio.
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Il Tempio Satanico ha creato un rituale di aborto che, a suo avviso, esenterà le donne dalle leggi dei loro Stati, riporta Epoch Times. Il rituale, insieme alla nuova clinica per aborti della TST nel Nuovo Messico, è stato presentato con entusiasmo sulla rivista Cosmopolitan di novembre.
La clinica del Tempio Satanico è stata chiamata Samuel Alito’s Mom’s Satanic Abortion Clinic, una presa per i fondelli del giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha scritto l’opinione della maggioranza nel caso Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization che ha ribaltato la controversa sentenza Roe v. Wade che più di cinquanta anni fa aveva dato il via all’era dell’aborto libero in America, e ai conseguenti milioni di bambini assassinati nel grembo materno, un vero genocidio spacciato come «diritto della donna»..
Il rituale dell’aborto del Satanic Temple prevede la recitazione di due principi del gruppo e rafforza l’idea di «autonomia corporea» cara alle femministe e al goscismo generico, anche se ne sono totalmente dimenticati al momento dell’obbligo vaccinale mRNA. Del resto, ricordiamo en passant, agli incontri del Tempio Satanico si entra solo se plurivaccinati, mascherinati e greenpassati: è ci mancherebbe che non fosse così.
Il sito web del TST afferma che esso si basa su diversi argomenti legali: negare ai membri l’accesso all’aborto viola il loro diritto religioso di partecipare a un rituale di aborto satanico; che costringere qualcuno a portare in grembo un figlio non desiderato equivale a confiscare l’utero di una donna senza compenso; e che la gravidanza forzata è simile alla servitù, in violazione del 13° Emendamento, che abolisce la schiavitù.
Nel caso dell’Indiana, il gruppo sostiene che le restrizioni sull’aborto criminalizzano gli aborti derivanti dal sesso protetto e creano una classe di persone discriminate perché viene loro negato l’aborto.
«Il rituale satanico dell’aborto è un rituale di distruzione che funge da rito protettivo», afferma il sito web del gruppo satanista. «Il suo scopo è quello di eliminare le nozioni di colpa, vergogna e disagio mentale che una paziente potrebbe provare a causa della scelta di sottoporsi a un aborto legale e sicuro dal punto di vista medico».
Un’idea non dissimile a quella che, in ambito femminista, veniva praticata anche dalle attiviste nostrane prima della legge 194/78.
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Nel libro Aborto, facciamolo da noi (Napoleone editore, 1975), si racconta che durante gli aborti clandestini e illegali, alla donna le femministe fornivano uno specchio con il quale ella deve assistere all’operazione di aborto; alla figlicida non era poi risparmiato lo scempio della visione dei resti della sua discendenza squartatale in grembo.
Sono infatti citati, tra i «materiali annessi», «UNO SPECCHIO, permette alla donna che abortisce di vedere la propria vagina e il collo dell’utero; ciò è estremamente importante perché la donna può conoscere la sua anatomia interna e liberarsi dal complesso di dover pensare ai suoi organi come a qualcosa di misterioso e in fondo di sporco; in questo modo può anche capire e seguire meglio l’intervento» e quindi «UN PASSINO (colino) grande in metallo; serve per esaminare ciò che si è aspirato nel boccale versando in esso il contenuto e facendovi scorrere sopra dell’acqua: il sangue coagulato cola via e rimangono solo residui di membrana, di placenta e di embrione» (p.80).
Poi «si versa il contenuto del boccale in un colino (passino) e vi si fa scorrere sopra dell’acqua per eliminare i coaguli di sangue, si rimesta bene con le mani per cercare eventuali pezzetti di cartilagine che si distinguono dalla membrana e dalla placenta per essere duri al tatto e lucidi. (…) Si versano poi membrane e placenta nel boccale pieno di acqua e lo si fa vedere alla donna» (pp.81-86)
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Erano previste quindi riunioni dove «le donne socializzano le loro esperienze, discutono insieme, prendono coscienza, cambiano atteggiamento nei confronti dell’aborto, non più vissuto come angoscioso problema «privato», e si crea molto spesso tra tutte, chi lo “esegue” e chi lo “subisce” una solidarietà e una collaborazione tra donne» (p.96).
Insomma, una pratica con una sua determinata ritualità.
L’autrice del testo, Eugenia Roccella, un passato tra i radicali, PDL e il partito scissionista biodegradabile NCD, rieletta in Parlamento per Fratelli d’Italia nel 2022, ora è diventata, in quota network democristiano cooptato dal nuovo potere, ministro della Famiglia per il governo di Giorgia Meloni.
La posizione abortista della Meloni, che viene da un partito che a suo tempo avversò l’aborto di Stato nel 1978, è stata notificata al pubblico in più occasioni, anche per interposta persona, e in maniera solenne nel suo discorso alle Camere allo start del suo governo: è il momento che su Renovatio 21 abbiamo chiamato «inchino a Moloch».
Moloch, Satana: di quello si parla.
L’aborto in Italia è divenuto e resta un «diritto» senza bisogno di Tempio Satanico. Forse perché abbiamo un Tempio di Moloch installato nel governo?
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Bioetica
Morte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità

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Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche

I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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Bioetica
Aborto, il governo spagnuolo chiede la lista degli obiettori di coscienza

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