Connettiti con Renovato 21

Terrorismo

L’ISIS uccide 14 soldati siriani a Palmira

Pubblicato

il

I militanti dell’Isis hanno attaccato martedì un autobus militare nel deserto siriano, uccidendo almeno 14 soldati dell’esercito siriano, ha riferito l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), un’organizzazione ritenuta anti-Assad.

 

«Almeno 14 membri delle forze del regime sono stati uccisi» e molti altri feriti «in un sanguinoso attacco contro un autobus militare» nel deserto vicino all’antica città di Palmira, ha detto il SOHR.

 

L’ISIS ha effettuato pochi attacchi negli ultimi mesi, ma recentemente ha intensificato le sue attività. Secondo l’osservatorio britannico, lo Stato Islamico la scorsa settimana avrebbe anche ucciso nove soldati dell’esercito siriano e combattenti alleati in un attacco a postazioni militari nel deserto siriano orientale.

 

L’attentato va letto nel contesto delle presenti tensioni nell’area, che coinvolgono la cosiddetta «Asse della Resistenza» sciita di cui fa parte l’Iran con la Siria e lo yemen degli Houthi.

 

L’ISIS ha di fatto rivendicato il sanguinoso attentato sulla tomba del generale Soleimani in Iran che ha causato una strage da più di cento vittime.

Sostieni Renovatio 21

Un giorno prima dell’attacco alla tomba di Soleimani, Israele ha assassinato il massimo leader di Hamas, Saleh al-Arouri, nel sobborgo Dahiyeh di Beirut. Il 5 gennaio, gli Stati Uniti hanno preso di mira Mushtaq Talib al-Saidi, leader di Harakat al-Nujaba, che fa parte della Resistenza islamica in Iraq e delle Unità di mobilitazione popolare (PMU). L’8 gennaio, Israele ha assassinato uno dei massimi comandanti di Hezbollah, Wissam al-Tawil, nel sud del Libano.

 

L’ISIS aveva effettuato un grave attacco in Iran nel giugno 2017, prendendo di mira sia il Parlamento iraniano che il mausoleo dell’Ayatollah Khomeini, uccidendo 16 persone. Miliziani di Daesh avevano aperto il fuoco sui visitatori di un importante luogo sacro sciita nella città di Shiraz, uccidendo almeno 15 persone e ferendone dozzine.

 

Lo scorso mese la polizia turca e le squadre antiterrorismo hanno arrestato 304 persone sospettate di legami con l’ISIS.

 

L’anno scorso, le forze di sicurezza turche hanno arrestato un comandante dell’ISIS, nome in codice Abu Zeyd, descritto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come «uno degli alti dirigenti dell’organizzazione terroristica dello Stato Islamico». Nel giugno 2021 l’Interpol aveva arrestato nella località turca di Bolu Arkan Taha Ahmad, ufficiale ISIS che aveva diretto il massacro nel campo Speicher (l’accademia militare di Tikrit, in Iraq).

 

Il rapporto tra la Turchia e l’ISIS e l’estremismo islamico internazionale è tuttavia controverso.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa emerse che miliziani ISIS fuggivano in Europa e America con passaporti falsi confezionati a Istanbul. L’anno precedente era stata sostenuto che la Turchia avesse inviato 4 mila mercenari siriani ISIS in Nagorno-Karabakh per combattere i cristiani armeni. Un’accusa simile era stata mossa per l’Afghanistan, con la Turchia che avrebbe inviato jihadisti siriani di Idleb verso Kabul.

 

Attentati ISIS nella capitale afghana sono avvenuti anche lo scorso anno, colpendo l’ambasciata russa e un hotel cinese.

 

Erdogan ha tuttavia giocato la sua campagna elettorale recente anche sull’eliminazione di un ulteriore califfo ISIS ucciso in Siria. Gli USA avevano comunicato di aver ammazzato un alto comandante di Daesh in Africa con un raid in Somalia un anno fa.

 

Nel frattempo, è emerso che più di un quarto di tutte le «spose dell’ISIS» ritornate in Svezia dal campo di Al-Hol in Siria ora lavorano con i bambini piccoli nel settore educativo svedese. Tra i rifugiati in Olanda si è scoperto invece che viveva un sospetto capo del gruppo islamista.

Aiuta Renovatio 21

L’ISIS sta continuando le attività anche in Africa, con orrende persecuzioni in Mozambico nelle quali uccide le «schiave sessuali» cristiane se hanno l’AIDS o non si convertono all’Islam. Attentati ISIS si sono registrati di recente anche in Pakistan con decine di morti. Attività ISIS sono state segnalate anche nell’area curda della Siria.

 

Mentre mostrine dello Stato Islamico sono state fotografate tra i combattenti ucraini, si riportano le lodi del ministero degli Esteri iraniano verso il candidato presidenziale americano Robert F. Kenned junior, il quale in un discorso ha suggerito che gli USA hanno «creato l’ISIS».

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente siriano Bashar al Assad, in visita a Mosca, aveva rivelato che proprio nella base di siriana Al Tanf gli USA addestrerebbero terroristi.

 

«Abbiamo incontri diretti con gruppi terroristici vicino all’area di Al-Tanf e, naturalmente, sappiamo da questi incontri e dai detenuti da dove provenivano. Al-Tanf rappresenta un intero campo terroristico e non ha altri obiettivi. Cosa ne guadagnano gli Stati Uniti uscire dalla loro presenza in questa zona nel cuore del deserto? Senza dubbio hanno campi per terroristi che ospitano decine di migliaia con le loro famiglie», aveva detto Assad dalla capitale russa.

 

«Ne siamo sicuri, le prove ci sono effettivamente», aveva aggiunto Assad, dicendo di ritenere che gli Stati Uniti possano trasportare i terroristi dalla Siria all’Ucraina nel tentativo di affrontare la Russia. «Riguardo a questo, non abbiamo prove, ma ci sarebbe da aspettarselo. Gli Stati Uniti ridistribuiscono i terroristi da un luogo all’altro, oltre al fatto che i terroristi si muovono da soli».

 

«In Siria ci sono quei terroristi che chiamano “terroristi islamici”, quelli che si nascondono dietro la religione. Non c’è una guerra di religione in Ucraina, ma loro [i terroristi] ci sono, a giudicare dai video che circolano su internet», aveva concluso il presidente siriano.

 

L’Intelligence russa due anni fa era arrivata a conclusioni non dissimili, accusando gli Stati Uniti di addestrare militanti dell’ISIS in Siria per la guerra in Ucraina.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 Immagine di __andrew via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic

Continua a leggere

Terrorismo

L’FBI pubblica le immagini del presunto assassino di Charlie Kirk

Pubblicato

il

Da

L’FBI ha rilasciato un nuovo video del sospettato nell’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, che ritrae l’individuo armato mentre si getta dal tetto della Utah Valley University prima di dileguarsi in un’area boschiva.   L’incidente si è verificato poco dopo le 12:20 (ora locale del Mountain Time) di mercoledì, quando il sospettato ha esploso un unico colpo di fucile dal tetto di un edificio del campus, ferendo Kirk al collo mentre quest’ultimo stava parlando a un gruppo di studenti.   Le immagini appena pubblicate mostrano la figura che corre sul tetto e balza giù dall’edificio, abbandonando impronte di mani, tracce presumibilmente contenenti DNA e un’impronta di suola, come indicato dall’FBI. Il sospettato appare quindi mentre attraversa un prato adiacente a un parcheggio e svanisce tra gli alberi circostanti.     Immagini fisse dalle telecamere di sorveglianze che ritraevano il sospetto attentatore erano già state diffuse dagli uffici FBI di Salt Lake City.  

Sostieni Renovatio 21

Secondo fonti delle forze dell’ordine riportate da ABC News, in quell’area boschiva è stato rinvenuto un fucile Mauser ad alta potenza con meccanismo a otturatore girevole-scorrevole, unitamente a munizioni recanti slogan come «transgender» e «antifascista».   Il governatore dello Utah Spencer Cox ha invitato la popolazione a collaborare attivamente nella ricerca del fuggitivo, evidenziando che all’FBI sono già pervenute oltre 7.000 segnalazioni, il numero più elevato dall’attentato alla maratona di Boston del 2013.   «In questo momento non possiamo svolgere il nostro compito senza il sostegno del pubblico», ha dichiarato Cox durante una conferenza stampa giovedì. Il governatore ha inoltre reso noto che lo Utah «perseguirà la pena di morte» nei confronti del sospettato una volta che verrà catturato.   L’ufficio dell’FBI di Salt Lake City prosegue nella diffusione delle foto della persona di interesse e mette in palio fino a 100.000 dollari per informazioni che conducano all’arresto del fuggitivo. Le evidenze raccolte finora comprendono impronte di scarpe, un’impronta dell’avambraccio e un’impronta palmare rinvenuta sul tetto da cui è partito il colpo.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine da Twitter
Continua a leggere

Terrorismo

Assassinato Charlie Kirk. L’America piomba nella violenza politica

Pubblicato

il

Da

 

Charlie Kirk, prominente sostenitore del presidente Donald Trump e direttore esecutivo di Turning Point USA, è deceduto dopo essere stato ferito da un colpo di arma da fuoco durante un discorso alla Utah Valley University, secondo quanto annunciato dal presidente degli Stati Uniti.

 

L’attivista e influencer di 31 anni è stato raggiunto da un proiettile al collo mentre rispondeva alle domande di un pubblico riunito nel cortile dell’università. Secondo un portavoce dell’università, il colpo sarebbe stato sparato da un edificio situato a circa 200 metri dal luogo in cui Kirk si trovava, dopo che aveva parlato per circa 20 minuti, scrive il New York Times.

 

Diversi video dell’agghiacciante omicidio politico sono circolati in rete. Molti, che mostravano fiotti di sangue uscire dal collo del ragazzo, sono ora spariti da X.

 

«Il grande, e persino leggendario, Charlie Kirk è morto. Nessuno ha capito o posseduto il cuore dei giovani negli Stati Uniti d’America meglio di Charlie. Era amato e ammirato da TUTTI, soprattutto da me, e ora non è più con noi», ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social, porgendo le condoglianze alla moglie di Kirk, Erika, e alla famiglia.

 

Riconosciuto per il suo ruolo chiave nella recente vittoria presidenziale di Donald Trump, Kirk ha galvanizzato i giovani elettori, soprattutto maschi, attraverso un’intensa attività di mobilitazione nei campus universitari, dibattiti virali sui social media e un instancabile impegno di sensibilizzazione. Durante il primo mandato di Trump, ha instaurato un rapporto stretto con l’ex presidente e la sua famiglia, diventando una figura di spicco nel definire la politica giovanile conservatrice negli Stati Uniti.

 

Sposato e padre di due figli piccoli, Kirk era considerato un esponente del christian nationalism che promuoveva valori tradizionali contro le istanze progressiste, mentre i detrattori della sinistra lo vedevano come una figura divisiva nelle guerre culturali americane.

 

Di fatto, il Kirk è stato ucciso mentre rispondeva una domanda sulla correlazione tra transessualismo e stragi massive. Video mostrano che anche all’evento all’università dello Utah vi erano oppositori che sventolavano la bandiera omotransessualista.

 

Sostieni Renovatio 21

Kirk si trovava nello stand della sua iniziativa Prove me wrong, un banchetto da cui sfida al dibattito gli studenti di sinistra per poi creare video da mandare sui social. Il chiosco era transennato ed apparentemente molto presidiato da guardie del corpo.

 

Kirk aveva sostenuto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump prima delle elezioni del 2016 e del voto del 2024.

 

Il governatore dello Utah Spencer Cox ha dichiarato ai media: «Voglio essere molto chiaro, questo è un assassinio politico». «Voglio ricordarvi che qui nello stato dello Utah abbiamo ancora la pena di morte».

 

Un portavoce dell’università ha dichiarato che «un singolo colpo è stato sparato dalla cima di un edificio vicino, a circa 200 metri dal luogo dell’evento», circa 20 minuti dopo l’inizio dell’evento. «La polizia sta ancora indagando. Il campus rimarrà chiuso per il resto della giornata».

 

«Kirk ha iniziato la sua ascesa alla ribalta quando nel 2012 ha co-fondato Turning Point USA, un’organizzazione che si descrive come un «movimento studentesco nazionale dedicato a identificare, organizzare e responsabilizzare i giovani affinché promuovano i principi del libero mercato e del governo limitato».

 

All’ora in cui scriviamo la polizia brancola nel buio. L’FBI ha smentito le dichiarazioni precedenti che indicavano l’arresto di un sospettato in relazione all’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, comunicando mercoledì sera che la persona, inizialmente definita «soggetto di interesse», è stata rilasciata dopo un interrogatorio.

 

«Il soggetto in custodia è stato rilasciato dopo un interrogatorio da parte delle forze dell’ordine. La nostra indagine prosegue e continueremo a diffondere informazioni nell’interesse della trasparenza», ha scritto il direttore del Bureau Kash Patel in un tweet.

 

Aiuta Renovatio 21

Mercoledì mattina, il Patel aveva annunciato che un «soggetto» era in custodia, scatenando la diffusa notizia che l’uomo armato era stato catturato. Anche il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha affermato che «non ci sono informazioni che ci portino a credere che ci sia una seconda persona coinvolta», sebbene il commissario per la sicurezza pubblica dello Utah, Beau Mason, abbia insistito sul fatto che l’indagine rimanesse aperta.

 

Le dichiarazioni contrastanti hanno alimentato la confusione circa il fatto che le forze dell’ordine stiano ancora inseguendo un sospettato attivo. Le autorità non hanno ancora fornito una descrizione o l’identità dell’uomo armato.

 

Il presidente Donald Trump ha dichiarato l’intenzione di perseguire non solo l’assassino dell’attivista conservatore Charlie Kirk, ma anche coloro che, a suo avviso, finanziano e fomentano la violenza politica della «sinistra radicale» negli Stati Uniti.

 

In un video pubblicato mercoledì sera su Truth Social, Trump ha definito Kirk, 31 anni, un «patriota» e un «martire della verità e della libertà», lodandolo per aver ispirato i giovani americani attraverso dibattiti nei campus universitari di tutto il Paese.

 

«Charlie era il meglio dell’America, e il mostro che lo ha attaccato stava attaccando tutto il nostro Paese», ha detto Trump. «Un assassino ha cercato di metterlo a tacere con un proiettile, ma ha fallito, perché insieme faremo in modo che la sua voce, il suo messaggio e la sua eredità vivano per innumerevoli generazioni a venire».

 


Sostieni Renovatio 21

Il presidente ha collegato l’omicidio di Kirk a quelli che ha definito anni di demonizzazione dei conservatori da parte della sinistra, avvertendo che «la violenza e l’omicidio sono la tragica conseguenza della demonizzazione di coloro con cui non si è d’accordo, giorno dopo giorno, anno dopo anno».

 

«Per anni, la sinistra radicale ha paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori assassini di massa e criminali del mondo. Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel nostro Paese. E deve finire subito», ha dichiarato Trump.

 

Trump ha quindi  promesso di usare tutto il peso della sua amministrazione per indagare non solo sui colpevoli, ma anche «sulle organizzazioni che li finanziano e li sostengono, così come su coloro che perseguono i nostri giudici, le forze dell’ordine e chiunque altro porti ordine nel nostro Paese».

 

Trump ha citato altri incidenti attribuiti all’estremismo di sinistra, tra cui il tentato omicidio nei suoi confronti avvenuto nel 2024 a Butler, in Pennsylvania, la sparatoria del leader della maggioranza alla Camera Steve Scalise nel 2017, gli attacchi agli agenti dell’ICE e il recente omicidio di un dirigente sanitario a New York.

 

«Questo è un momento buio per l’America», ha detto Trump, esortando all’unità attorno «ai valori americani per i quali Charlie Kirk visse e morì: i valori della libertà di parola, della cittadinanza, dello stato di diritto, della devozione patriottica e dell’amore per Dio».

 

Di fatto, gli Stati Uniti sembrano piombati in una stagione di violenza politica.

 

I commenti in rete sono polarizzati, tra utenti di sinistra che gioiscono oscenamente (magari sghignazzando sul fatto che Kirk si batteva per la libera circolazione della armi prevista dal 2° Emendamento della Costituzione USA) e chi accusa i progressisti di essere divenuti sostenitori di una vera e propria politica di odio e morte.

 

Elon Musk ha accusato la sinistra radicale di alimentare un clima che incoraggia la violenza contro i conservatori, definendola il «partito dell’omicidio». «La sinistra è il partito dell’omicidio», ha scritto Musk in un post su X, riecheggiando le affermazioni più ampie degli alleati repubblicani che sostengono che la retorica democratica e le narrazioni dei media hanno da tempo alimentato l’ostilità verso le figure conservatrici. Elon aveva detto le stesse cose ancora un’anno fa.

 

Musk ha anche condiviso un altro post in cui affermava che «i media mainstream di sinistra, così come personaggi come Gavin Newsom che sostengono che Trump intenda diventare un dittatore, hanno creato un clima di isteria contro le figure di destra che potrebbe radicalizzare un numero qualsiasi di persone instabili spingendole a impegnarsi nella violenza politica».

 

La crescente «cultura dell’assassinio» tra gli americani di sinistra è stata evidenziata in un sondaggio di aprile del Network Contagion Research Institute (NCRI), che ha rilevato che il 48% degli intervistati «di centro-sinistra» ha affermato che sarebbe «in qualche modo giustificato» assassinare il presidente Trump. Circa il 55% ha affermato lo stesso di Musk. All’inizio di quest’anno, attivisti radicali hanno preso di mira i proprietari di Tesla, accusando il miliardario di favorire il «fascismo» e chiedendo il boicottaggio delle sue aziende.

 

A questo punto, molti hanno cominciato a fare nomi di una possibile «purga» in arrivo. Il noto commentatore politico Mike Cernovich ha scritto che la punizione andrebbe assegnata «non solo alla “sinistra”, ma anche chi la finanzia. Come Soros, Bill Gates e Reid Hoffman. Un baby boomer impostore radicalizzato dall’agitprop non è certo il responsabile di oggi per chi è intelligente».

Iscriviti al canale Telegram

Trump aveva proposto settimane fa di usare la legge RICO, utilizzata per debellare le mafie, contro i finanziatori della sinistra radicale come Soros e suo figlio. Nelle stesse ore la Fondazione Gates aveva tagliato i ponti con Arabella, una ONG considerata vicina alla sinistra rivoltosa. Bill Gates è quindi apparso a fianco di Trump ad una cena alla Casa Bianca con i grandi della tecnologia.

 

Reid Hoffman è il fondatore di Linkedin, già nella cosiddetta «Paypal Mafia», cioè il gruppo di ragazzi divenuti milionari vendendo PayPal ad eBay – quindi di fatto un tempo socio e collaboratore di Peter Thiel e dello stesso Musk.

 

Hoffman, che ha avuto estensivi rapporti con Jeffrey Epstein, ha finanziato cause contro Trump.

 

È presto per commentare sui possibili mandanti. Sarà possibile capire quale macchinazione vi è dietro solo quando verrà preso davvero il primo sospettato, che potrebbe essere il vero attentatore o un Lee Harvey Oswald qualsiasi. In America, vi è una parola precisa per il capro espiatorio poco intelligente di queste situazioni, «patsy».

 

Chi sarà il patsy? Potrebbe, certamente, essere come si aspettano tutti un’attivista di sinistra – epperò con un bel tiro: colpo dritto alla gola da almeno 100 iarde, cioè 90 metri. Se la sua colorazione sarà fortemente pro-pal, sapremo cosa potrebbe esserci sotto.

 

Al contempo, potrebbe saltare fuori che l’assassino viene invece da destra,  magari è un groyper, il modo in cui si chiamano i seguaci del giovane attivista Nick Fuentes. Il Fuentes, che si dichiara razzista (ma vi sono parecchie personalità tra i neri che lo seguono e lo sostengono) era avversario di Kirk, definito come un gatekeeper che preveniva i conservatori dal realizzare l’influsso degli ebrei sulla società americana e sulla geopolitica mondiale. In diverse occasioni Fuentes ha canzonato Kirk, il quale ha sempre rifiutato un dibattito con il giovane antisemita, nonostante la crescente popolarità di quest’ultimo.

 

Se uscisse che l’assassino è un groyper, un incel, partirebbe una purga a destra di vaste dimensioni.

 

Kirk era un profondo sostenitore di Israele, al punto che con la sua organizzazione Turning Point USA vi mandava studenti per i classici tour dati ai cristiani evangelici americani allo scopo di sedimentare il  loro filosionismo.

 

Tuttavia all’indomani della strage del rave del 7 ottobre 2023 si chiese come fosse possibile che i terroristi di Hamas fossero penetrati oltre un confine che lui stesso aveva visto varie volte presidiato da militari di leva israeliani 18enni ogni dieci metri. Varie voci si levarono quindi contro Kirk accusandolo di antisemitismo. Il ragazzo quindi tornò all’ovile, al punto da sostenere Israele ancora oggi.

 

Kirk aveva inoltre recepito l’ordine da parte di Trump di non parlare più del caso Esptein. Anche quello, secondo più di qualcuno, sarebbe legato allo Stato di Israele.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic 

 

 

Continua a leggere

Terrorismo

Hamas afferma che la sua leadership è sopravvissuta all’attacco israeliano al Qatar

Pubblicato

il

Da

Il gruppo militante palestinese Hamas ha affermato che l’attacco israeliano al suo complesso nella capitale del Qatar Doha avvenuto martedì è stato in gran parte infruttuoso e che i suoi membri più importanti sono sopravvissuti.   Tuttavia, l’attacco ha ucciso il figlio di Khalil al-Hayya, capo dell’ufficio politico del gruppo, e un suo collaboratore di alto rango, secondo Suhail al-Hindi, un membro di spicco di Hamas. Tre guardie del corpo del leader del gruppo risultano ancora disperse dopo gli attacchi, ha dichiarato ad Al Jazeera.   «Il sangue dei leader del movimento è come il sangue di qualsiasi bambino palestinese», ha affermato al-Hindi.

Sostieni Renovatio 21

L’«atroce» attacco israeliano è stato un «tentativo di uccidere coloro che stavano discutendo di porre fine alla guerra a Gaza», ha aggiunto, corroborando precedenti resoconti secondo cui la leadership del gruppo era stata colpita mentre si riuniva per discutere le ultime proposte degli Stati Uniti sulla risoluzione del conflitto con Israele.   Secondo quanto riportato dai media israeliani, nell’attacco sono stati coinvolti circa 15 aerei, che hanno sparato più di dieci proiettili ad alta precisione contro il complesso di Hamas. Israele ha insistito sul fatto che l’attacco è stato un’azione unilaterale e che nessun’altra parte è stata coinvolta nell’attacco «ai vertici dell’organizzazione terroristica di Hamas». Il Qatar ha parlato invece di «terrorismo di Stato» da parte israeliana.   Diversi resoconti dei media israeliani, tuttavia, hanno suggerito che lo Stato Giudaico avesse informato Washington dell’imminente azione prima dell’attacco. Inoltre, il canale israeliano Channel 12 ha riferito, citando un funzionario anonimo, che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dato il via libera all’attacco.   La Casa Bianca ha descritto l’attacco israeliano come un incidente «sfortunato», con la portavoce Karoline Leavitt che ha affermato che l’attacco al cuore del Qatar, uno «stretto alleato» degli Stati Uniti, «non promuove gli obiettivi di Israele o dell’America».   Il Qatar, che è stato definito un «importante alleato non NATO» degli Stati Uniti, ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas». Il Ministero degli Esteri del Paese ha negato di essere stato a conoscenza dell’attacco in precedenza, affermando di non aver ricevuto alcuna notifica né da Israele né dagli Stati Uniti.   Più tardi, nel corso della giornata, il ministero degli Interni del Qatar ha dichiarato che almeno un agente di sicurezza è stato ucciso e altri sono rimasti feriti mentre intervenivano sul luogo dell’attacco.   Il Qatar aveva avviato rapporti commerciali non ufficiali con Israele nel 1996, diventando il secondo paese della penisola arabica a farlo dopo l’Oman, in concomitanza con il trattato di pace tra Israele e Giordania. Questi rapporti commerciali sono proseguiti fino al 2009, quando il Qatar ha sospeso i legami economici con Israele a seguito dell’operazione Piombo Fuso.   A seguito del conflitto tra Israele e Gaza del 2008-2009, il Qatar AVEVA organizzato una riunione d’emergenza con stati arabi e Iran per affrontare la crisi. Hamas, che controllava Gaza, rappresentava i palestinesi, a differenza dell’Autorità Nazionale Palestinese guidata da Fatah in Cisgiordania, indebolendo il presidente Mahmoud Abbas. I leader di Hamas, Khaled Meshaal, il presidente siriano Bashar al-Assad e quello iraniano Ahmadinejad avevano allora chiesto agli Stati arabi di interrompere ogni rapporto con Israele.   Nel 2013, secondo un giornale libanese, il Qatar avrebbe agevolato un’operazione israeliana per trasferire 60 ebrei yemeniti in Israele, permettendo loro di transitare da Doha. Il 30 aprile 2013, il primo ministro qatariota, sceicco Hamad bin Jassim al-Thani, ha proposto che gli accordi di pace con i palestinesi potessero includere scambi territoriali invece di rispettare i confini del 1967, un’idea accolta positivamente dal ministro della giustizia israeliano Tzipi Livni, che l’ha definita una mossa strategica per favorire compromessi e rafforzare il sostegno pubblico alla pace.   Tuttavia, dopo l’Operazione Margine Protettivo (cioè il conflitto a Gaza nel 2014), Israele ha criticato il Qatar per il suo supporto diplomatico e finanziario ad Hamas, accusandolo di sponsorizzare il terrorismo. Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman aveva chiesto l’espulsione dei giornalisti di Al Jazeera, di proprietà qatariota.   Nel 2015, l’ambasciatore del Qatar a Gaza ha cercato l’approvazione di Israele per importare materiali da costruzione a Gaza, dopo il rifiuto dell’Egitto di aprire il valico di Rafah, suscitando le critiche dell’Autorità Nazionale Palestinese e di Fatah, che temevano un’usurpazione del ruolo di mediatori da parte del Qatar.

Aiuta Renovatio 21

Nel giugno 2015, il Qatar aveva ospitato colloqui a Doha tra Israele e Hamas per discutere un possibile cessate il fuoco di cinque anni. Durante la crisi diplomatica del Qatar del 2017, Israele ha sostenuto il blocco guidato dall’Arabia Saudita contro il Qatar e ha espulso Al Jazeera da Israele. Durante la guerra di Gaza del 2023, il Qatar ha mediato tra Hamas e Israele, ottenendo un cessate il fuoco e uno scambio di oltre 100 ostaggi israeliani con 240 prigionieri palestinesi   Nell’aprile 2024, Essa Al-Nassr, generale qatariota e membro dell’Assemblea consultiva, ha dichiarato che non ci sarebbe stata pace con Israele, accusandolo di tradimenti e omicidi, definendo gli attacchi del 7 ottobre 2023 un «preludio» alla distruzione di Israele.   Le frizioni tra Israele e Qatar sono pienamente visibile con il continuo assassinio di giornalista di Al Jazeera negli ultimi mesi.   Voci in rete, prive di verifica possibile, sostengono che il vertice di Hamas sarebbe stato salvato grazie ad una soffiata proveniente dal MIT, il servizio segreto turco.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine da Twitter  
Continua a leggere

Più popolari