Internet
Il vostro Wi-Fi può vedervi
Il vostro Wi-Fi domestico potrebbe consentire a qualcuno – autorità, malintenzionati, etc. – di individuarvi all’interno della vostra abitazione e comprendere cosa state facendo con precisione superiore rispetto alle telecamere termiche.
Si tratta di un argomento della privacy mai del tutto discusso: la cosa è grave, visto che il Wi-Fi è presente praticamente in ogni casa e la sua presenza è considerata una necessità domestica primaria al pari della luce elettrica o dell’acqua calda.
Come spiega il sito Bombthrower, il WiFi è costituito da onde elettromagnetiche nelle gamme 2,4 e 5 GHz. È la stessa cosa della luce visibile, solo che può penetrare nei muri grazie alla sua lunghezza d’onda molto più lunga. Proprio come la luce – e l’ecolocalizzazione dei radar e dei pipistrelli –, anche queste onde si riflettono su varie superfici e, se ricostruite correttamente, possono essere utilizzate per creare un’immagine.
Lo sviluppo di tale tecnologia di rilevazione via Wi-Fi risale almeno al luglio 2005, quando i ricercatori hanno affermato in un simposio della prestigiosa rivista di ingegneria IEEE di aver creato un sistema radar per immagini a impulsi brevi ad alta risoluzione e banda ultralarga operante intorno ai 10 GHz. Erano già allora ovvie le esplicite applicazioni in ambito militare e di polizia: agli operatori veniva fornita una «cognizione della situazione potenziata».
Alcuni anni dopo, nel 2008, i ricercatori dell’Università della California Santa Barbara hanno creato un approccio iniziale per l’imaging con Wi-Fi che hanno presentato all’ACC 2009, evento sempre di IEEE. Un anno dopo lo stesso team dimostrava la fattibilità di questo approccio.
Percependo il potenziale di questa nuova tecnologia di sorveglianza, altri ricercatori iniziarono ad ampliarla. Inizialmente i progressi sono stati lenti ma, nel 2017, due ricercatori tedeschi hanno dimostrato la capacità di eseguire imaging Wi-Fi utilizzando tecniche prese in prestito dal campo dell’olografia.
Secondo Philipp Holl, studente universitario e autore principale dello studio che ha lavorato con Friedemann Reinhard dell’Università Tecnica di Monaco per sviluppare il nuovo metodo, «gli ultimi due anni hanno visto un’esplosione di metodi per l’imaging Wi-Fi passivo».
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A quel tempo, riferisce Bombthrower, la tecnologia riusciva a distinguere solo le forme approssimative delle cose. «Se c’è una tazza di caffè su un tavolo, potresti vedere che c’è qualcosa, ma non potresti vedere la forma», dice Holl, «ma potresti distinguere la forma di una persona o di un cane su un divano. In realtà qualsiasi oggetto di dimensioni superiori a 4 centimetri».
Nel 2018 il team dell’UC Santa Barbara ha pubblicato un articolo intitolato «Et Tu Alexa?» esaminando le potenziali minacce di questa tecnologia emergente tra cui il rischio per la privacy derivante dalla diffusione diffusa di dispositivi wireless, che potrebbero essere utilizzati per tracciare con precisione la posizione fisica, il movimento e altre proprietà fisiologiche del cittadino senza il suo consenso.
Nello studio, tuttavia, venivano proposte anche alcune contromisure per difendersi da tali attacchi per ridurre la quantità e la qualità dei segnali Wi-Fi catturati dall’aggressore, come il geo-fencing e il rate-limiting. Tali metodi, tuttavia, non sono altrettanto efficaci con i dispositivi IoT – cioè gli elettrodomestici di nuova generazione, connessi alla rete, a causa della frequenza con cui effettuano le trasmissioni.
Fino a quel punto era necessario utilizzare frequenze più alte del WiFi commerciale (2,4 e 5 GHz) per ottenere risoluzioni di immagine decenti. Tutto è cambiato nel febbraio 2019, quando un team della Michigan State University ha pubblicato un articolo su IEEE Access in cui descriveva come erano in grado di utilizzare segnali a 5,5 GHz, che corrispondono al protocollo WiFi 802.11n/ac, per creare un’immagine 2-D di due sfere riflettenti e un bersaglio riflettente a forma di X, concludendo che «sono possibili immagini 2D complete catturando i segnali WiFi presenti in ambienti tipici».
Al MobiCom 2020, i ricercatori dell’Università di Buffalo hanno presentato la loro tecnologia WiPose, pubblicizzata come “la prima struttura di costruzione di pose umane in 3D che utilizza dispositivi WiFi commerciali”. Questo sistema utilizza la tecnologia di imaging 2D precedentemente discussa per costruire un avatar 3D degli umani da esso catturati. Il sistema utilizza un modello di deep learning che codifica la conoscenza preliminare degli scheletri umani nel processo di costruzione del modello 3D.
Nel 2019, l’ex appaltatore della DARPA Ray Liu ha lanciato il suo primo prodotto commerciale nel campo del rilevamento WiFi. Presentato come un modo per «rendere il mondo più sicuro, più sano e più intelligente», gli usi originali militari e delle forze dell’ordine menzionati quando questa tecnologia è nata nel 2005 sono stati messi da parte. L’azienda afferma che la tecnologia è così precisa da poter rilevare il vostro respiro utilizzando nient’altro che segnali Wi-Fi standard.
In un blog aziendale del 2021, Liu discute dello sviluppo di IEEE 802.11bf, un nuovo protocollo WiFi, che mira a standardizzare l’imaging WiFi su tutti i dispositivi, rendendo così più semplice per aziende come la sua sfruttare le reti wireless compatibili. Liu è stato eletto presidente dell’IEEE per il 2022 e il nuovo standard continua a essere sviluppato fino ad oggi.
Sono stati apportati ulteriori perfezionamenti alla tecnologia di imaging stessa. Alla fine del 2021 un altro documento è stato presentato all’IEEE che delinea come i ricercatori sono stati in grado di ottenere risultati di imaging ad alta risoluzione con segnali WiFi commerciali utilizzando il beamforming sul protocollo 802.11n/ac.
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Il perfetto sistema di imaging Wi-Fi, sostiene Bombthrower, potrebbe essere stato appena presentato al mondo nel dicembre 2022, quando i ricercatori della Carnegie Mellon University hanno sposato la più recente tecnologia di rilevamento Wi-Fi con un motore di stima della forma umana noto come DensePose.
DensePose è una tecnologia sviluppata da Meta/Facebook a partire dal 2018. Mira a «mappare tutti i pixel umani di un’immagine RGB sulla superficie 3D di un corpo umano». I ricercatori hanno modificato DensePose in modo che, invece di acquisire un’immagine RGB, fosse compatibile con le immagini prodotte dalle tecnologie di rilevamento WiFi all’avanguardia.
Il sistema risultante «è in grado di rilevare la posa degli esseri umani in una stanza basandosi esclusivamente sui segnali WiFi che passano attraverso l’ambiente».
Si tratta, insomma, di trasformare la vostra connessione internet in una telecamera di sorveglianza attiva 24 ore al giorno all’interno della vostra abitazione.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate è stata è emerso come i ricercatori stessero elaborando algoritmi di machine learning per vedere attraverso i muri grazia al Wi-Fi.
La privacy diventa ogni giorno di più un lontano ricordo. Considerando l’attuale panorama dei dispositivi domestici cosiddetti «intelligenti», quasi tutti i nostri elettrodomestici, le auto e le case sono progettati per semplificarci la vita e automatizzare le attività che svolgiamo quotidianamente – tuttavia raccolgono nel processo informazioni su di noi e comunicano tali informazioni a qualcuno, con effetti talvolta devastanti.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno era emerso come un robot aspirapolvere scattasse foto alle persone in bagno, foto che in almeno un caso erano poi finite in rete.
Problemi di privacy ancora più consistenti, se possibile, sono provocati dal fatto che, ad insaputa dei pazienti, foto mediche private potrebbero essere
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Internet
Giovane maggiorata di Onlyfans afferma di essere stata pagata per fare «propaganda politica totale» per Biden
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«Penso che volessero solo che una ragazza di colore d’avanguardia lo dicesse alla gente – quando hanno nominato Ketanji Brown Jackson, hanno detto, “puoi dire come persona di colore, che ti senti rappresentata?”», ha aggiunto la popputa ragazzina dell’internetto, apparentemente realizzando gli intenti razzisti della situazione. Notando che l’amministrazione aveva impiegato una società di media di terze parti per contattarla, Khalidi ha detto di non averlo fatto perché non si sentiva rappresentata. «Ed è una donna bianca che mi ha mandato un’e-mail e mi sta dando questa sceneggiatura. E io dico, no, mi piacerà parlare delle novità a riguardo. Ma non permetterò che una persona bianca mi dica di dire: “Sai, è così che mi sento come persona di colore”». A quanto sembra, il complesso neorazzista è installato anche nella mente della tettonica ragazzetta che lo lamenta. «Il fatto che gli assistenti di Biden sappiano anche chi è Farha Khalidi la dice lunga di per sé» nota Modernity News. Come riportato da Renovatio 21, l’alleanza combinata tra Biden e influencer – per lo più trans, fluidi, o giù di lì – di TikTok e social vari ha già prodotto esiti allucinanti e fortemente lesivi per la reputazione della Casa Bianca: pensiamo alle clip con influencer LGBTQ che, dal palazzo presidenziale, invitavano alla vaccinazione. In alcuni casi, si è scoperto che dietro i gruppi di produttori di contenuti filo-Biden vi erano i finanziamenti di Giorgio Soros.An OnlyFans influencer claims that the Biden Administration wanted to pay her to spread ‘political propaganda,’ asking her to say that as a ‘person of color’ she ‘felt reflected.’ She says they wanted her to hide the fact it was a paid for ad. Full report: https://t.co/jWdDfDhmNc pic.twitter.com/8C85ms3UHY
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 30, 2024
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Intelligenza Artificiale
Top ricercatori di Intelligenza Artificiale lasciano Facebook
Il social media di Mark Zuckerberg sta perdendo i suoi massimi leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Lo riporta Fortune, che scrive come l’azienda abbia visto almeno tre importanti leader dell’IA lasciare nel solo mese di marzo.
Si tratterebbe di Devi Parikh, ex direttore senior dell’intelligenza artificiale generativa di Meta, Abhishek Das, ex capo del team Fundamental AI Research (FAIR) di Meta, ed Erik Meijer, ex direttore dell’ingegneria di Meta.
Ogni dirigente ha dato l’addio ai propri colleghi alla fine del mese scorso annunciandolo su X. Sembra che non ci siano rancori, in quanto la Parikh ha detto che «le sarebbe mancato Meta», mentre il Das ha scritto nel suo addio che la squadra FAIR di Meta rimane «davvero forte. Faccio il tifo per loro!».
Tuttavia, nessuno di questi tre ricercatori è stato così disponibile come Meijer, che ha dichiarato in un post su X molto schiettamente che mentre è «più ottimista che mai nei confronti di Meta con la maggiore attenzione dell’azienda all’intelligenza artificiale», crede che continuare a lavorare per tale azienda potrebbe limitarsi a qualcuno che non vuole necessariamente costruire il proprio modello linguistico di grandi dimensioni (LLM).
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«Data l’incredibile pressione competitiva sul campo», ha scritto Meijer, «non c’è davvero alcun vantaggio nell’essere all’interno di una grande azienda se si vuole costruire cose interessanti sopra i LLM».
Considerando che il CEO di Meta ha scritto personalmente e-mail di reclutamento per lo staff di Intelligenza Artificiale presso il suo concorrente Google, perdere tre dei migliori scienziati di intelligenza artificiale in un periodo così breve non è rassicurante per la crescita dell’azienda, scrive Futurism.
Da un lato, data la quantità di venture capital investito nelle startup di intelligenza artificiale, non sorprende vedere alcuni direttori rischiare di lasciare le grandi aziende in una fase importante e delicata per quanto riguarda questo nuovo sviluppo dell’AI.
Tuttavia, alcuni esperti affermano che questi licenziamenti volontari riflettono i modelli dei precedenti cambiamenti tecnologici. «Ogni volta che c’è una nuova piattaforma o livello dello stack tecnologico, c’è l’opportunità per le startup di creare app sopra di essa», ha dichiarato a Fortune Arvind Narayanan, professore di informatica a Princeton. «Lo abbiamo visto con il PC, il web, gli app store mobili e ora lo stiamo vedendo con l’Intelligenza Artificiale generativa».
Secondo il Narayanano, questo è un ciclo previsto nella Silicon Valley. E anche se Meijer ha detto a Fortune che la partenza simultanea dei tre dirigenti è probabilmente dovuta al ciclo di revisione annuale dell’azienda, si potrebbe trattare di un colpo duro per Meta, soprattutto perché la corsa all’Intelligenza Artificiale della Silicon Valley continua a surriscaldarsi ed è sempre più competitiva.
Secondo un articolo di sette mesi fa del Wall Street Journal, Meta – società padrona, oltre che di Facebook, di Instagram e Whatsapp – starebbe sviluppando segretamente un potente modello di Intelligenza artificiale progettato per competere con GPT-4 di OpenAI.
Come riportato da Renovatio 21, per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.
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Internet
La Florida vieta i social media ai minori di 14 anni
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