Politica
Governo PD-M5S: una storia già scritta (a Strasburgo)

Bagnai narra un dettaglio veramente interessante a spiegazione di quanto successo a Strasburgo con l’elezione della Von der Leyen con i voti del M5S
«Proveranno a stare un po’ insieme, componendo con sempre maggiore difficoltà le loro contraddizioni interne – il cocktail fra cultura del sospetto grillina e la cultura politica piddina è altamente instabile, prevedo sedute esilaranti – e gestendo con la consueta subalternità quelle esterne»
«Il padrone gli ha promesso una ciotola di pappa, ma… arriverà!?»
«La nostra strategia era stata quella di dichiarare apertura alla von der Leyen affinché i socialisti, presi dal riflesso pavloviano “Salveenee phasheesta”, non la votassero. Ha funzionato! Ben 75 europarlamentari di maggioranza non hanno votato la von der Leyen, che quindi è passata per soli nove voti. Il Movimento 5 Stelle ha 14 europarlamentari»
«La “sinistra”, di cui qui abbiamo tanto parlato, è un morto che cammina. Il mondo, non l’Italia, non la Lega, non Salvini, non Bagnai: il mondo è diventato conservatore»
«La Storia è con noi. Agli altri resterà la vergogna di aver tradito, per convenienza personale, posizioni ideali, che forse non sono mai state tali»
«Berciare contro la casta poteva essere un modo efficiente per entrare a farne parte»
Politica
Trump contro Greta prigioniera israeliana: «è solo una piantagrane, ha bisogno di vedere un dottore»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha schernito l’attivista Greta Thunberg per il suo secondo tentativo fallito di raggiungere Gaza a bordo di una flottiglia di aiuti umanitari, che ha portato alla sua detenzione e successiva espulsione da parte delle autorità israeliane.
La Thunberg si era unita a oltre 400 attivisti nel tentativo di raggiungere l’enclave sotto assedio, ma è stata fermata dalla marina israeliana venerdì. Più di 130 di loro sono stati deportati in Turchia durante il fine settimana, mentre la giovane ambientalista faceva parte di un gruppo espulso in Grecia e Slovacchia lunedì.
Interrogato sull’attivista svedese, Trump ha risposto: «È una piantagrane… Non è più interessata all’ambiente, ora è interessata a questo… Ha bisogno di vedere un medico. Ha un problema di gestione della rabbia», ha dichiarato il presidente della superpotenza atomica ai giornalisti nello Studio Ovale lunedì.
Sabato, altri attivisti e avvocati hanno sostenuto che Thunberg e altri sono stati sottoposti a «torture» e «trattamenti duri» in una prigione nel deserto israeliano dopo il loro arresto. Lo Stato Ebraico ha rigettato le accuse, mentre il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha dichiarato di essere «orgoglioso» delle dure condizioni di detenzione degli attivisti.
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La Thunberg e Trump si sono scontrati online per anni, spesso utilizzando le parole dell’uno contro l’altro come controargomentazioni.
Nel 2019, il presidente degli Stati Uniti aveva deriso l’attivista per il suo «problema di gestione della rabbia» dopo che era stata nominata Persona dell’anno dal Time. Thunberg aveva risposto aggiornando la sua biografia su Twitter (ora X) con dicendo che si tratta di un’adolescente che «lavora sul suo problema di gestione della rabbia».
So ridiculous. Greta must work on her Anger Management problem, then go to a good old fashioned movie with a friend! Chill Greta, Chill! https://t.co/M8ZtS8okzE
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 12, 2019
Renovatio 21 ricorda inoltre l’episodio di quando, ad una Assemblea Generale del 2019 (la volta che ringhiò «How dare you…»), in una sala del Palazzo di vetro un’attonita Greta Thunberga fu messa da parte per far passare Donald Trump e la sua scorta.
I will never forget the look on Greta Thunberg’s face after Trump passed near her in 2019. pic.twitter.com/aj5HFRyBoZ
— Defiant L’s (@DefiantLs) October 24, 2024
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il primo ministro francese si dimette poche ore dopo aver proposto un nuovo governo

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Politica
Il Parlamento britannico taglia la sicurezza di Farage

Le autorità parlamentari britanniche hanno significativamente tagliato i fondi governativi per la sicurezza di Nigel Farage, leader del partito di opposizione di destra Reform UK, secondo quanto dichiarato dal responsabile politico del partito.
Zia Yusuf ha accusato il primo ministro britannico Keir Starmer di aver messo deliberatamente a rischio la sicurezza del suo rivale politico.
Intervenendo mercoledì a Times Radio, Yusuf ha rivelato che «due settimane fa, le autorità hanno ridotto del 75% il personale di sicurezza di Nigel», senza fornire spiegazioni per tale decisione. Il rappresentante di Reform UK ha aggiunto che «i donatori sono intervenuti per garantire che Nigel sia adeguatamente protetto».
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Tuttavia, «se dovesse accadere qualcosa a Nigel, riterremo Keir Starmer l’unico responsabile», ha sottolineato Yusuf, che ha inoltre accusato il primo ministro di incitare alla violenza contro «l’uomo che i bookmaker indicano come favorito per diventare il prossimo primo ministro».
Lo stesso Farage ha ammesso di temere per la propria incolumità e per quella degli altri membri del partito dopo le recenti dichiarazioni di Starmer.
Martedì, durante la conferenza del Partito Laburista, il primo ministro ha definito Farage un «mercante di elisir» che non ama il Regno Unito a causa dei suoi piani «razzisti» per limitare l’immigrazione. Starmer ha dichiarato che il Regno Unito deve «affrontare questa battaglia armato non solo di parole e condanne, ma di fatti», descrivendo Reform UK come il «nemico del rinnovamento nazionale» e la «più grande minaccia che dobbiamo affrontare».
Giovedì, il Telegraph ha riferito che il parlamentare conservatore Sir David Davis ha chiesto al ministro degli Interni Shabana Mahmood di «rivalutare la decisione al più presto».
«Mi sembra che il signor Farage sia un bersaglio particolarmente noto, probabilmente più a rischio di molti ministri del governo», avrebbe scritto il parlamentare in una lettera.
Un sondaggio IPSOS del mese scorso ha rivelato che la popolarità di Starmer ha raggiunto il minimo storico, con il 79% dei britannici che disapprova il suo operato.
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Un sondaggio del think tank More in Common, condotto nello stesso periodo, ha suggerito che, se si tenessero elezioni domani, Farage potrebbe diventare primo ministro con 373 seggi parlamentari. Al contrario, il Partito Laburista subirebbe la peggiore sconfitta elettorale dal 1931, ottenendo meno di 100 seggi alla Camera dei Comuni, secondo il sondaggio.
A inizio anno, alle elezioni locali, Reform UK ha segnato una decisa avanzata.
Come riportato da Renovatio 21, Farage un mese fa ha annunciato un piano di «detenzione e deportazione» di massa per gli immigrati irregolari in Gran Bretagna.
Come riportato da Renovatio 21, Farage, che ricordiamo ha subito il fenomeno della debancarizzazione, negli scorsi mesi aveva dichiarato che l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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