Intelligence
Il direttore della CIA afferma di non vedere prove dell’intenzione della Russia di usare armi nucleari in Ucraina
Il direttore della CIA William Burns, in un discorso tenuto al politecnico americano Georgia Tech questa settimana, ha affermato che la minaccia per cui la Russia potrebbe utilizzare armi nucleari tattiche o a basso rendimento in Ucraina non può essere presa alla leggera, ma la CIA non ha visto molte prove pratiche a sostegno di tale preoccupazione.
Il capo della principale agenzia di spie USA ha parlato della di quelle che a suo dire sarebbero la «potenziale disperazione» e le battute d’arresto inflitte al presidente russo Vladimir Putin: questa è l’interpretazione che l’uomo CIA dà dal ritiro dei carrarmati di Mosca da Kiev, una storia che abbiamo sentito tante volte in tutta la stampa occidentale – come l’idea che Putin programmasse una guerra lampo – e che ora possiamo ipotizzare da dove sia venuta.
«Nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleari tattiche o armi nucleari a basso intensità», ha detto il Burns.
Nonostante le «posizioni retoriche» del Cremlino sul mettere in allerta il suo arsenale nucleare, che è il più grande del mondo, «non abbiamo visto molte prove pratiche del tipo di schieramenti o disposizioni militari che rafforzerebbero questa preoccupazione».
Si tratta del primo discorso pubblico del Burns come direttore della CIA, che tradisce «una lealtà all’ordine mondiale unipolare espresso come un impegno per la libertà, la democrazia e la verità contro la Russia e la Cina autoritarie» scrive EIR.
Burns ha rispettato a parole il principio che l’Intelligence non dovrebbe mai essere politicizzata, ma poi ha proceduto a dimostrare quanto l’Intelligence statunitense politicizzata sia per quanto riguarda la Russia.
Putin «è fermamente convinto che l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, abbiano approfittato della debolezza storica della Russia negli anni ’90», ha affermato Burns, senza menzionare la documentazione negli atti pubblici, dimostrando che, in effetti, la NATO e gli Stati Uniti hanno mentito a Mosca nei primi anni ’90 sui loro piani di espansione.
«Né Putin né molti di coloro che lo circondano potrebbero immaginare la Russia come una grande potenza senza un’Ucraina deferente, un’Ucraina le cui scelte esterne erano controllate dal Cremlino», ha proseguito, riecheggiando in pienezza la dottrina Brzezinski.
«Ho imparato nel corso degli anni a non sottovalutare mai la determinazione incessante di Putin, soprattutto nei confronti dell’Ucraina».
Burns ha osservato che, come indicato dal presidente Biden, si è recato a Mosca «per trasmettere direttamente a Putin e a molti dei suoi più stretti consiglieri la profondità della nostra preoccupazione per la sua pianificazione della guerra e le conseguenze per la Russia del tentativo di eseguire quel piano. Mi ha turbato quello che ho sentito».
Il vertice della CIA quindi non riconosce che la Russia avesse problemi di sicurezza propri, per quanto riguarda la spinta della NATO contro i confini della Russia e le sue relazioni con l’Ucraina.
Le osservazioni di Burns sulla Russia erano totalmente in sintonia con la narrativa geopolitica dell’amministrazione Biden di una Russia aggressiva che conduce una guerra brutale in Ucraina e di un coraggioso presidente ucraino Zelens’kyj che combatte in difesa della sovranità ucraina e delle democrazia in generale.
Rimane da dire una cosa: ad una spia non bisogna credere mai.
Soprattutto alla CIA, che più che un’agenzia spionistica è definita da alcuni come una società iniziatica.
Come ricorda Robert Kennedy jr., che sostiene che esiste una guerra occulta tra la CIA e la sua famiglia che ha ucciso suo padre RFK sr. e suo zio JFK, la CIA è implicata nella fitta sequenza di simulazioni pandemiche, sponsorizzate da Bill Gates ed altri potentati economici noti, che negli ultimi 20 anni si sono susseguite per poi sfociare, nel 2020, nel grande lockdown mondiale, che ha seguito, spanna per spanna, quanto ipotizzato in simulazioni come Event 201, Lockstep, Dark Winter, Clade X…
Il lavoro della CIA, dice Kennedy jr., è fare colpi di Stato: perché, improvvisamente, si sono interessati di sanità?
Renovatio 21 ricorda che la CIA fornisce brief giornalieri sulla «disinformazione» sui vaccini a un ente privato, la Pfizer: lo ha dichiarato il suo CEO Albert Bourla, il quale ha aggiunto che anche l’FBI fa lo stesso.
Perché mai la CIA dovrebbe riferire alla Pfizer?
Il lavoro della CIA è distorcere, manipolare, mentire. Non crediamole nemmeno quando dice la verità. Nemmeno davanti alla prospettiva dell’olocausto nucleare.
Per il quale, siamo certi, hanno giù fatto le loro simulazione e hanno le loro contromisure.
Intelligence
L’Intelligence USA dice che Putin non ha ordinato la morte di Navalnij
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovich Putin non sarebbe dietro il decesso del personaggio politico russo Aleksej Navalnij, sostengono fonti dell’Intelligence statunitense sentite dal Wall Street Journal.
Il 27 aprile il WSJ ha pubblicato un articolo intitolato «Putin non ha ordinato direttamente la morte di Alexej Navalny a febbraio, secondo le agenzie di spionaggio statunitensi».
Il quotidiano economico neoeboraceno è lo stesso che aveva recentemente scritto, in base alle «valutazioni dell’Intelligence», che i negoziati Russia-Ucraina del marzo 2022 con la mediazione turca potrebbero indicare una base per avviare ora tali negoziati per porre fine al conflitto.
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La pubblicazione di questi articoli, in controcorrente rispetto a quanto ci si si aspetterebbe, avviene mentre il Congresso USA sta stanziando 60-70 miliardi di dollari in nuovi aiuti all’Ucraina, un’ulteriore elargizione finanziario-militare che probabilmente, oramai lo credono in molti anche a Wasghintone, non cambierà in alcun modo la situazione militare.
Lo scoop del 27 aprile rivela che «Putin probabilmente non ha ordinato che Navalny fosse ucciso nel notoriamente brutale campo di prigionia, hanno detto persone che hanno familiarità con la questione».
Il pezzo contiene altresì quantità di precisazioni e denunce della scoperta da parte degli «alleati» russi del Navalnij; e non si pretende di mettere in discussione la «responsabilità ultima di Putin per la morte di Navalny» – teniamo a mente che molte delle nuove sanzioni statunitensi ora in vigore si basavano sull’immediata dichiarazione del presidente Joe Biden in tal senso.
Tuttavia la valutazione dell’Intelligence riportata include che la morte di Navalnij ha bloccato la possibilità di uno scambio di prigionieri che la Russia, con l’incoraggiamento del presidente Putin, stava perseguendo con gli Stati Uniti.
Va considerato che il Wall Street Journal è parte integrante della questione, in quanto il suo inviato speciale Evan Gershkovich, 34 anni, è stato arrestato dal Servizio di sicurezza federale russo con l’accusa di spionaggio nel marzo 2023: si tratta della prima volta, dai tempi della Guerra Fredda, che un giornalista di una testata americano viene imprigionato con l’accusa di essere una spia.
Il Gershkovich, figlio di immigrati sovietici ebrei stabilitisi a Nuova York a fine anni Settanta, è stato preso a Ecaterimburgo mentre raccoglieva informazioni sulla filiera industriale militare russa, e si occupava del gruppo Wagner.
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Il giornalista Tucker Carlson ha dedicato tutta l’ultima parte della sua intervista a Vladimir Putin chiedendo la liberazione del giovane collega. Va ricordato che alcuni sono arrivati a dire che l’intervista del Carlson al presidente russo, al momento solo annunziata, avrebbe scatenato l’assassinio di Navalnij da parte di nemici della Russia.
È stato speculato che l’arresto del Gershokovich con l’accusa di spionaggio sia il preludio ad una richiesta di scambio con prigionieri russi di alto livello nelle carceri degli Occidentali.
Come riportato da Renovatio 21, Navalnij, lungi da quanto pensano i sinceri-democratici he avversano Putin in Occidente leggendo le gazzette dell’establishment, aveva posizioni di nazionalismo etnico che sfociavano nella xenofobia.
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Immagine di Evgeny Feldman via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International.
Cina
Pechino, la Germania e lo scontro sulle spie
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Intelligence
I politici americani temono che le agenzie di Intelligence mettano nei loro computer pedopornografia
I membri del Congresso votano costantemente a favore dei programmi di sorveglianza di massa perché sono «terrorizzati» dal fatto che le agenzie di Intelligence possano inserire «kiddie porn» («pornografia infantile») sui loro computer se parlano apertamente, ha affermato il giornalista americano Tucker Carlson.
Carlson è apparso sul podcast di Joe Rogan venerdì, poche ore prima che il Senato degli Stati Uniti votasse per rinnovare la Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) del 1978. Apparentemente creata per consentire alle agenzie di intelligence come l’FBI e la CIA di sorvegliare le comunicazioni degli stranieri, la Sezione 702 consente a queste agenzie di accedere ai dati «indirettamente» raccolti da milioni di cittadini americani senza mandato.
Secondo Carlson, diversi politici eletti statunitensi si sono effettivamente opposti a questo rinnovamento, ma non lo hanno ammesso pubblicamente.
«Le persone non lo dicono perché sono preoccupate di essere punite», ha detto Carlson a Rogan. «Sono preoccupati che qualcuno metta porno infantile sul loro computer. I membri del Congresso sono terrorizzati dalle agenzie di intelligence. Non lo sto indovinando. Me lo hanno detto, comprese le persone del comitato [di Intelligence], comprese le persone che gestiscono il comitato di intelligence.
«Hanno paura delle agenzie» di sicurezza, ha affermato Tucker, aggiungendo che «questo non è compatibile con la democrazia».
«Si sta svolgendo davanti a tutti, e a nessuno importa e nessuno fa nulla al riguardo», ha continuato Carlson. «Penso che il motivo sia perché sono minacciati. E se guardi i presidenti dei comitati che hanno permesso che queste cose accadessero anno dopo anno… li conosco. E hanno tutte le cose da nascondere. Lo so per certo».
Tucker Carlson just dropped a bombshell on Joe Rogan. His claim: politicians are afraid to do what is right in Congress because intel agencies will frame them for heinous acts. Wow.pic.twitter.com/zkPjVWBdNd
— Christian Garcia (@CricsConCarne) April 20, 2024
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A parte la presunta minaccia della pedopornografia piantata di nascosto, Carlson ha affermato che è «molto comune» che i legislatori abbiano «un problema con l’alcol o una strana vita sessuale», che le agenzie potrebbero facilmente denunciare se questi politici si rifiutassero di eseguire i loro ordini.
Carlson non è il primo conservatore influente a sostenere che i rappresentanti eletti vengono ricattati. Già a dicembre, il deputato del Tennessee Tim Burchett, repubblicano, aveva suggerito che i suoi colleghi si opponevano a una mozione per rendere pubblici i nomi dei clienti del famigerato pedofilo Jeffrey Epstein perché sarebbero stati implicati in crimini sessuali.
Forze senza nome a Washington usano «il vecchio vaso di miele» – modo di dire inglese per definire una trappola a sfondo sessale – per ricattare i politici e costringerli a «votare per cose folli», disse all’epoca al conduttore conservatore del podcast Benny Johnson.
Un anno prima, un video nudo del deputato Madison Cawthorn era trapelato un mese dopo che aveva affermato di essere stato invitato a orge alimentate dalla droga da membri più anziani del Congresso. Washington, disse all’epoca, è piena di «perversioni sessuali». Il Cawthorn, che si era opposto al sostegno all’Ucraina chiamando Zelens’kyj «gangster», non fu riconfermato a Washington. Riguardo alla vita privata di un sostenitore zelota di Kiev, il senatore Lindsey Graham – noto per aver chiesto (e ottenuto) l’abbassamento dell’età della leva per gli ucraini e pure l’assassinio diretto del presidente russo Vladimir Putin – sono state numerose speculazioni.
A fine 2023, in un’ampia intervista incentrata sullo stato deplorevole dell’attuale leadership americana, il generale Michael Flynn ha suggerito che i membri del Congresso vengono ricattati dai globalisti affinché eseguano i loro ordini perché sono stati «compromessi dal dormire con i bambini».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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