Vaccini
Immunità di gregge: una motivazione errata per l’obbligo vaccinale

Renovatio 21 pubblica la traduzione di questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
L’immunità di gregge è un concetto in gran parte teorico, ma per decenni ha fornito una delle basi fondamentali per l’obbligo vaccinale negli Stati Uniti. Le istituzioni sanitarie pubbliche hanno preso in prestito il concetto di immunità di gregge dalle osservazioni fatte in epoca prevaccinale dei focolai di malattie naturali. Poi, senza alcuna apparente scienza di supporto, i funzionari hanno applicato il concetto alla vaccinazione, usandolo non solo per giustificare la vaccinazione di massa, ma anche per colpire chiunque si opponga agli obblighi vaccinali sempre più onerosi della nazione.
60 anni di politiche di vaccinazione obbligatoria non hanno conseguito l’immunità di gregge per nessuna malattia infantile.
A quanto pare, la prepotente insistenza sull’immunità di gregge a volte funziona: una revisione di 29 studi ha dimostrato che «la disponibilità ad immunizzare i bambini a beneficio della comunità» è stata una «ragione motivante» per circa un terzo dei genitori.
C’è un problema con l’utilizzo dell’immunità di gregge come fattore motivante, ma la teoria dell’immunità di gregge si basa su numerose ipotesi errate che, nel mondo reale, non giustificano e non possono giustificare politiche di vaccinazione obbligatoria.
In un’analisi del 2014 pubblicata nella Oregon Law Review, i giuristi della New York University (NYU) Mary Holland e Chase E. Zachary (che ha anche un dottorato in chimica conferito a Princeton), gli autori mostrano che 60 anni di politiche di vaccinazione obbligatoria «non hanno permesso di raggiungere l’immunità di gregge per nessuna malattia infantile». È tempo, suggeriscono, di mettere da parte la coercizione a favore di una scelta volontaria.
Falsa logica e conseguenze preoccupanti
Uno dei principali argomenti addotti da Holland e Zachary è che l’immunità di gregge non è ottenibile con i vaccini moderni. In parte perché i presupposti su cui si basa l’immunità di gregge sono in gran parte «irrilevanti nel mondo reale».
Queste supposizioni includono l’errata idea che tutti i membri della popolazione sono ugualmente suscettibili alle malattie infettive e che tutte le persone si comportano in modo identico nella diffusione delle malattie. In realtà, molti fattori diversi modellano i fattori di rischio e suscettibilità alle malattie, tra cui età e sesso, razza/etnia e circostanze di vita, tra cui lo stress.
Anche se gli studiosi della NYU non ne fanno menzione, anche uno stile di vita sano e un sistema immunitario naturalmente resiliente contano, dando agli individui un «vantaggio» nell’incontro con gli agenti patogeni. Al contrario, l’immunità artificiale ottenuta dai vaccini – somministrata ai bambini prima ancora che il loro sistema immunitario abbia avuto la possibilità di svilupparsi – non di rado porta a successive disfunzioni immunitarie e malattie croniche.
Mentre l’epatite B è una malattia per la quale solo una piccola parte della popolazione statunitense (per lo più adulti) è a rischio, la vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B è rivolta a neonati e scolari a basso rischio, ‘selezionati per comodità
La logica errata che ignora le differenze individuali e di popolazione e pretende che non ci sia distinzione tra immunità naturale e immunità indotta da vaccino ha dato luogo a molte politiche vaccinali preoccupanti, secondo Holland e Zachary.
Questo è particolarmente vero per i bambini, che sono «prevalentemente» gli obiettivi delle politiche di vaccinazione obbligatoria. La vaccinazione contro l’epatite B offre un esempio di scollamento tra rischio e politica. Mentre l’epatite B è una malattia per la quale solo una piccola parte della popolazione statunitense (per lo più adulti) è a rischio, la vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B è rivolta a neonati e scolari a basso rischio, «selezionati per comodità».
Gli autori richiamano inoltre l’attenzione sull’ipotesi problematica della «perfetta efficacia del vaccino» che è alla base dell’immunità di gregge, osservando ancora una volta che questa ipotesi ha «un’incidenza limitata nelle condizioni del mondo reale».
Questo perché i vaccini spesso non funzionano nel modo previsto. Ad esempio, il fenomeno del «fallimento primario del vaccino» si verifica in almeno dal 2% al 10% degli individui sani vaccinati; questi individui sono «non reattivi» ad un dato vaccino, il che significa che non riescono a sviluppare «sufficienti risposte anticorpali protettive» dopo il vaccino iniziale o un richiamo.
La rassegna dei giuristi discute una serie di altri problemi che rendono i concetti teorici dell’efficacia del vaccino e dell’immunità di gregge altamente imperfetti nella pratica e, di fatto, irraggiungibili. Questi includono:
- Fallimento secondario del vaccino, definito come immunità indotta dal vaccino in declino che non offre più protezione.
- Mutazione del virus contro il quale si sta vaccinando, con la mutazione plausibilmente innescata dal vaccino stesso (i ricercatori alludono anche al problema della «mancata corrispondenza del genotipo»tra il ceppo vaccinale e il virus wild-type).
- Diffusione virale che permette ai soggetti vaccinati asintomatici di trasmettere il ceppo vaccinale della malattia.
- Importazione di malattie dovuta ai viaggi
– Recenti epidemie in popolazioni vaccinate che, dicono Holland e Zachary, «gli scienziati semplicemente non possono spiegare».
Le varie forme di fallimento del vaccino non solo rendono impossibile ottenere l’immunità di gregge, ma alimentano anche l’insorgenza di «malattie a prevenzione vaccinale» in popolazioni altamente o addirittura completamente vaccinate
Focolai in popolazioni altamente vaccinate
Gli autori della NYU notano che il modello di immunità di gregge «sottovaluta del tutto i possibili benefici di contrarre e superare naturalmente la malattia, ottenendo così un’immunità di lunga durata».
Nel periodo prevaccinale, i bambini prendevano di routine il morbillo, che anche i più entusiasti sostenitori del vaccino hanno riconosciuto come «infezione autolimitante di breve durata, moderata gravità e bassa mortalità». Questi individui, una volta guariti, hanno conservato con sicurezza la loro immunità naturale fino all’età adulta senza preoccuparsi mai più del morbillo.
La vaccinazione, tuttavia, ha «cambiato il quadro della trasmissione della malattia», rendendo «la malattia prevenibile più rara…..[ma] aumentando anche la gravità prevista di ogni caso».
Poiché la vaccinazione infantile ha spinto l’età media dell’infezione nei gruppi di età avanzata, gli adolescenti e gli adulti sono stati esposti a rischi nuovi e storicamente senza precedenti. Uno studio suggerisce che l’immunità vaccinale decaduta ha portato a esiti negativi che sono 4,5 volte peggiori per il morbillo, 2,2 volte peggiori per la varicella e 5,8 volte peggiori per la rosolia, rispetto al periodo prevaccinale.
Le varie forme di fallimento vaccinale non solo rendono impossibile ottenere l’immunità di gregge, ma alimentano anche l’insorgenza di «malattie prevenibili con i vaccini» in popolazioni altamente o addirittura completamente vaccinate. Ci sono numerosi esempi di ciò nella letteratura pubblicata.
Un esempio citato da Holland e Zachary è stato un focolaio di morbillo del 1985 in una scuola superiore del Texas dove il 99% degli studenti era stato vaccinato e il 96% aveva anticorpi rilevabili contro il morbillo; gli autori del rapporto riconoscono che «un focolaio del genere avrebbe dovuto essere praticamente impossibile».
Studi più recenti in tutto il mondo descrivono i focolai di parotite e pertosse nelle popolazioni delle scuole medie e superiori altamente o completamente vaccinate, tra cui Belgio (2004), Corea (2006), Stati Uniti (2007) e Ontario (2015).
I ricercatori dell’Ontario hanno affermato perplessi: «alla luce dell’elevata efficacia del vaccino MMR [morbillo-parotite-rosolia, ndr] contro la parotite, la ragione di questi focolai non è chiara».
Gli attuali programmi di vaccinazione stanno danneggiando i cittadini su molti altri fronti, incluso il fatto di dare poca importanza alla scelta individuale e all’integrità corporea e privando i genitori della ‘facoltà di agire nel migliore interesse dei propri figli’.
Soluzioni reali
Sorprendentemente (o forse no), la soluzione proposta dalla maggior parte dei ricercatori che riconoscono varie forme di fallimento del vaccino è… più vaccinazione. Tuttavia, le raccomandazioni per più dosi e più richiami ignorano la natura «illusoria» dell’immunità di gregge.
Come dimostrano scrupolosamente Holland e Zachary, obblighi irragionevoli e «tecnologia vaccinale imperfetta» implicano che «l’immunità di gregge non esiste e non è raggiungibile». Anche una vaccinazione al cento per cento «non può indurre in modo affidabile l’immunità di gregge». Pertanto, essa è una «giustificazione debole» per l’imposizione di tutti i vaccini per tutti i bambini.
Gli autori sottolineano anche che gli attuali programmi di vaccinazione stanno danneggiando i cittadini su molti altri fronti, incluso il fatto di dare poca importanza alla scelta individuale e all’integrità corporea e privando i genitori della «facoltà di agire nel migliore interesse dei propri figli».
Holland e Zachary sostengono che la salute pubblica sarebbe meglio garantita da politiche che «tengano conto di tutti i costi economici e dei rischi sanitari della vaccinazione», rispettino l’autonomia individuale e forniscano a chi utilizza i vaccini informazioni complete, riconoscendo che «il consenso preventivo, libero e informato è il segno distintivo della moderna medicina etica».
© 23 gennaio 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Autismo
Trump condivide un video sulla correlazione tra vaccini e autismo

Lunedì il presidente Donald Trump ha pubblicato un video sul suo account social in cui promuove la teoria secondo cui i vaccini causano l’autismo.
Il video, vecchio di decenni, mostra in parte David Geier, che il Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha incaricato questa primavera di indagare sui legami tra vaccini e autismo, insieme a suo padre, il dottor Mark Geier, un dottore la cui licenza medica è stata sospesa in seguito alle accuse di mettere in pericolo i bambini autistici. David Geier è stato accusato nel 2012 di aver esercitato la professione medica senza abilitazione insieme al padre nel Maryland. È stato nominato nel governo federale da Robert F. Kennedy Jr., il ministro della Salute, per lavorare a uno studio sulle cause dell’autismo, la cui pubblicazione è prevista per questo mese.
Il video si concentra sul timerosal, un conservante a base di mercurio che è stato eliminato da quasi tutti i vaccini infantili all’inizio degli anni 2000. Il filmato viene da un vecchio documentario sui vaccini, circolante su YouTube con il titolo A Shot in the Dark, che parlava estensivamente dell’uso del mercurio nei vaccini.
Il filmato, sgranato, probabilmente «rubati» da qualche altro utente che lo aveva editato dal film, reca le scritte sopra e sotto le immagini: «Sono TUTTI veleno. Ognuno di essi».
Oh. My. God.
President Trump calls out the VACCINE TERRORISTS…pic.twitter.com/dJLDTn9xbX
— Liz Churchill (@liz_churchill10) September 8, 2025
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Il post di Trump arriva pochi giorni dopo che Kennedy è stato messo sotto torchio dai senatori, tra cui diversi repubblicani, sulla sua posizione sui vaccini.
La notizia arriva anche prima di una riunione del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione prevista per la fine del mese, durante la quale si prevede che il comitato voterà per aggiornare le raccomandazioni sui vaccini contro il COVID-19, nonché su altre vaccinazioni.
Kennedy ha promesso di pubblicare un rapporto sulle cause dell’autismo entro la fine del mese, dichiarando a Trump, durante una riunione del gabinetto di agosto, che i suoi sforzi erano sulla buona strada.
Come noto, poco ore prima Trump aveva ricevuto alla Casa Bianca, assieme ad altri CEO di grandi aziende tecnologiche, Bill Gates, che, con a fianco un’occhiuta Melania, ha ribadito pubblicamente il suo impegno per i vaccini. Nel 2016 alcuni avevano speculato che Barron Trump, l’ultimogenito del presidente nato da Melania, fosse vittima di un danno da vaccino.
Poor Melania, they made her sit right next to disgusting Bill Gates as he talks about vaccines and gene editing…
Melania did not look pleased.. pic.twitter.com/J87raKn242
— Ray Bogan (@RayyBogan) September 5, 2025
Melania Trump is being accused of being rude and disrespectful to Bill Gates
People are upset by the look she gave him pic.twitter.com/5FCndtH5a6
— Terrence K. Williams (@w_terrence) September 5, 2025
L’apertura all’idea che i vaccini causino l’autismo era stata vista in Trump persino nei dibattiti delle primarie repubblicane 2015.
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Come riportato da Renovatio 21, in settimana è emerso che sarebbe pronto un rapporto del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) commissionato da Robert F. Kennedy Jr. che indica che l’uso dei vaccini e del Tylenol – farmaco americano contenente paracetamolo – durante la gravidanza è uno dei fattori che contribuiscono all’epidemia di autismo negli Stati Uniti.
In precedenza Kennedy era stato attaccato duramente per aver affermato la scorsa primavera che «i geni non provocano l’autismo». Più tardi avrebbe detto che la scoperta delle cause profonde dell’autismo sarebbe imminente.
Come riportato da Renovatio 21, pubbliche dichiarazioni convinte del presidente Trump lo mostrano allineato con la missione di trovare il potenziale collegamento tra autismo e vaccini.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Vaccini
La Florida verso l’eliminazione di tutti gli obblighi vaccinali pediatrici

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Autismo
La sanità di Kennedy alza il tiro: autismo collegato al vaccino MPR e all’uso di paracetamolo durante la gravidanza

Un rapporto del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) commissionato da Robert F. Kennedy Jr. indica che l’uso del Tylenol – farmaco americano contenente paracetamolo – durante la gravidanza è uno dei fattori che contribuiscono all’epidemia di autismo negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dai media.
Fonti vicine alla questione hanno affermato al Wall Street Journal che bassi livelli di folato e l’uso del farmaco a base di paracetamolo saranno menzionati nel prossimo rapporto sull’autismo dell’HHS tra i potenziali fattori causali dell’autismo.
Kennedy, segretario dell’HHS (la Sanità pubblica USA), ha dichiarato la scorsa settimana alla trasmissione TV Fox and Friends che la sua agenzia stava per rivelare le cause dell’autismo e formulare di conseguenza raccomandazioni normative governative. Le sue osservazioni suggeriscono che l’uso del Tylenol da parte delle madri e la carenza di folati saranno tra i molteplici fattori citati nel rapporto dell’HHS.
«Non esiste una causa unica, ce ne sono molte, molte: c’è un insieme di cause», ha affermato Kennedy. «Stiamo ora raccogliendo prove sufficienti per richiedere un intervento normativo su alcune di queste, o raccomandazioni».
🚨 JUST IN: Robert F. Kennedy Jr. says the Trump administration is about to reveal the true causes of AUTISM and take REGULATORY ACTION on them. FINALLY.
“This is a crisis, there is not a single cause, there are many, aggregation of causes. We are now developing sufficient… pic.twitter.com/C5EOgjCEey
— Eric Daugherty (@EricLDaugh) August 28, 2025
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RFK jr. ha sottolineato l’impennata documentata dei tassi di autismo, passati da meno di uno su 10.000 nel 1970 a un caso ogni 31 americani, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Anche se l’autismo è sovradiagnosticato, una parte significativa di questi bambini presenta gravi disabilità, il che indica un reale e notevole aumento del disturbo.
«La maggior parte dei casi ora è grave», ha affermato Kennedy ad aprile, discutendo i risultati di un sondaggio sull’autismo condotto dal CDC e spiegando che «il 25% dei bambini a cui viene diagnosticato l’autismo non è verbale, non ha familiarità con il bagno» e presenta altri comportamenti disfunzionali tipici dell’autismo grave, come il sbattere le mani.
Durante un’audizione al Senato tenutasi giovedì, Kennedy ha anche sottolineato il legame tra il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) e l’autismo.
«Nel 2002, il CDC ha condotto uno studio interno sui bambini della contea di Fulton, in Georgia, e ha esaminato i bambini che avevano ricevuto il vaccino MPR in tempo, confrontandoli con quelli che lo avevano ricevuto più tardi. I dati di quello studio hanno mostrato che i ragazzi di colore che avevano ricevuto il vaccino in tempo avevano una probabilità del 260% maggiore di ricevere una diagnosi di autismo rispetto ai bambini che avevano aspettato», ha spiegato Kennedy.
«Il capo scienziato, il dottor William Thompson, scienziato senior per la sicurezza dei vaccini presso il CDC, ha ricevuto l’ordine dal suo capo, Frank DeStefano, che è a capo della divisione per la sicurezza delle vaccinazioni, di entrare in una stanza con altri quattro coautori per distruggere quei dati», ha affermato Kennedy.
Questa storia è stata divulgata dal Thompson, divenuto «gola profonda» del CDC e uno dei coautori che hanno intenzionalmente omesso i dati dello studio del 2004 che mostravano il collegamento tra vaccino MPR e autismo nei bambini neri.
Sebbene una definizione di autismo in continua evoluzione e ampliamento possa contribuire ad aumentare le diagnosi, Kennedy ritiene che le «tossine ambientali» abbiano contribuito a una vera e propria epidemia di autismo.
«Esamineremo i vaccini, ma esamineremo tutto. Tutto è in gioco: il nostro sistema alimentare, la nostra acqua, la nostra aria, i diversi modi di essere genitori, tutti i tipi di cambiamenti che potrebbero aver scatenato questa epidemia», aveva precedentemente dichiarato il capo dell’HHS a Fox News.
«È un’epidemia», ha insistito Kennedy. «Le epidemie non sono causate dai geni. I geni possono fornire vulnerabilità, ma è necessaria una tossina ambientale».
«Sappiamo che è una tossina ambientale a causare questo cataclisma», ha detto Kennedy, «e la identificheremo».
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In precedenza Kennedy era stato attaccato duramente per aver affermato la scorsa primavera che «i geni non provocano l’autismo». Più tardi avrebbe detto che la scoperta delle cause profonde dell’autismo sarebbe imminente.
Come riportato da Renovatio 21, pubbliche dichiarazioni convinte del presidente Trump lo mostrano allineato con la missione di trovare il potenziale collegamento tra autismo e vaccini.
A novembre dell’anno scorso, dopo la vittoria elettorale di Trump e l’annuncio della nomina di Kennedy alla Sanità USA, le azioni dei produttori di vaccini erano crollate.
Renovatio 21 ancora nel 2019 pubblicava la serie di articoli di Kennedy su vaccini, autismo e altre malattie croniche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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