Epidemie
Volevano entrarci davvero in casa con i poliziotti. Roba da non credere.
Stefano Folli su Repubblica aveva scritto che era stato il Presidente Mattarella ad intervenire quando «per alcune ore il Paese ha avuto la sensazione che il governo stesse aggirando gli articoli della Costituzione che garantiscono libertà di riunione e di domicilio».
Ricorderete il ministro Speranza da Fazio, a dire che avrebbero fatto i controlli nelle case per evitare «le feste», aggiungendo anche che si sarebbero avvalsi delle «segnalazioni». Un incubo forse peggiore di quello della DDR sotto la Stasi, che almeno non pubblicizzava delazioni e violazioni come virtù.
«Chi è intervenuto dietro le quinte “per impedire questo scempio” e indurre Conte a dire infine una parola chiara?»
La penna di Repubblica è sicuro della sua versione. «Chi è intervenuto dietro le quinte “per impedire questo scempio” e indurre Conte a dire infine una parola chiara?» si chiede.
«Il presidente della Repubblica» è la risposta. Il Mattarella in versione provvidenziale, « ovviamente con il suo stile discreto, alieno da ogni pubblicità».
Perché, va ricordato, che si faceva sul serio, altro che la retromarcia innestata da ministri e premier nei giorni seguenti. «Si capisce quindi che non si è trattato di un’incomprensione lessicale. Per molte ore lo “scempio” è apparso possibile: vale a dire il controllo di polizia negli appartamenti, magari su segnalazione anonime».
«Si capisce quindi che non si è trattato di un’incomprensione lessicale. Per molte ore lo “scempio” è apparso possibile: vale a dire il controllo di polizia negli appartamenti, magari su segnalazione anonime»
Il pezzo è rimbalzato su Dagospia. Non avevamo nessun motivo per non credere a questa ricostruzione, già di per sé disperante. Poi però è arrivato il pezzo del Riformista, la strana testata alternativa a Il Foglio resuscitata dal comunista milanista (si può!) Piero Sansonetti, ora interamente votata ad un nobile compito, l’attuazione di un garantismo kamikaze che non ha eguali in Italia.
E così, veniamo a conoscenza di un retroscena ancora più allucinante.
La morale della storia è che «è stata la polizia e il ministero delle polizie a evitare che l’Italia diventasse uno stato di polizia dove uomini in divisa possono entrare a qualunque ora nelle abitazioni private per verificare il numero di quanti siedono intorno ad un tavolo o davanti a una tv per vedere una partita della Champions». In pratica, l’instaurazione in Italia di uno Stato di Polizia è stato sventato dalla stessa Polizia, un paradosso da mal di testa logico e storico.
«È stata la polizia e il ministero delle polizie a evitare che l’Italia diventasse uno stato di polizia dove uomini in divisa possono entrare a qualunque ora nelle abitazioni private»
Lunedì scorso, dopo le 18, «Conte è di ritorno dalla Puglia. Ha fretta di tornare perché gli giunge notizia che i ministri Speranza e Franceschini vogliono fare sul serio. Vogliono veramente inserire nel DPCM, che è un atto amministrativo e non una legge primaria, una forma di controllo dei party privati, in casa e non solo».
«Il premier vacilla, sa di andare incontro ad un casus belli. Ed ecco che coinvolge il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per avere un parere che chiarisca perché questa forma di controllo non è possibile. Di più: anticostituzionale. Da notare che fino a quel momento Lamorgese, ministro dell’Interno tecnico di un governo politico, non è mai stata coinvolta in nessuna delle riunioni preparatorie del DPCM fin lì convocate».
«Il prefetto Lamorgese, già seccata e non da quel giorno per questa “dimenticanza”, coinvolge a sua volta per un parere tecnico il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Che produce nel giro di un’oretta un appunto che spazza via ogni dubbio per “questioni di ordine giuridico” e altre di natura pratica».
«Quest’ultime così sintetizzabili: le forze dell’ordine, tutte, hanno già abbastanza da fare nel contrasto dei reati, la gestione dei flussi migratori e ora anche delle norme di contenimento anti-COVID, che non possono essere coinvolte in controlli che “potrebbero nascere da meccanismi delatori, rivalità e dissidi di vicinato”».
Il Riformista butta lì anche il titolo dell’appunto giuridico consegnato dal capo della Polizia Gabrielli: «Ipotesi riguardanti gli assembramenti destinati a svolgersi nei luoghi di privato domicilio». Il documento esiste davvero, e quindi anche il progetto di mandare la polizia fi dentro alle case della gente.
«Le eccezioni all’articolo 14 della Carta sono possibili “solo nei casi e nei modi stabiliti dalla legge e nel rispetto delle garanzie”. La restrizione del diritto, ovvero le perquisizioni di privati sono possibili solo se trovano fondamento in fonti primarie (leggi e non DPCM) e autorizzate dalla magistratura»
«Si fa riferimento – si legge nell’appunto – all’ipotesi emersa in queste ore di inserire nel DPCM previsioni volte a consentire al personale delle forze di polizia di accedere ai luoghi privati e di privato domicilio al fine di verificare l’eventuale esistenza di raduni o assembramenti di persone oltre il limite consentito. Al riguardo si fa presente che la soluzione prospettata non sembra agevolmente praticabile alla luce dell’articolo 14 della Costituzione che riconosce l’inviolabilità del privato domicilio»
L’appunto di Gabrielli cita varie leggi, sentenze della Corte Costituzionale. «Le eccezioni all’articolo 14 della Carta sono possibili “solo nei casi e nei modi stabiliti dalla legge e nel rispetto delle garanzie”. La restrizione del diritto, ovvero le perquisizioni di privati sono possibili solo se trovano fondamento in fonti primarie (leggi e non DPCM) e autorizzate dalla magistratura».
«Di certo, per andare a vedere che succede presso privati, non possono essere usate le norme esistenti, quelle che autorizzano le perquisizioni per la ricerca di armi, esplosivi e latitanti». Per cui, scrive il Direttore generale della Pubblica Sicurezza, per eseguire i controlli anti-party domestici «il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte».
Per eseguire i controlli anti-party domestici «il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte»
Infine, una citazione della Costituzione della Germania di Weimar, dove un articolo, il 48, stabiliva che il Presidente poteva «prendere le misure necessarie al ristabilimento dell’ordine e della sicurezza pubblica», senza definire i limiti di questo potere e senza chiarire cosa cosa si intendesse con «necessità». Sappiamo come andò a finire: arrivò Adolf Hitler.
Vi sarebbe moltissimo da dire sul quadro mostruoso che intravediamo dopo questo piccolo incidente.
Innanzitutto, è incontrovertibile il fatto che al potere vi siano persone che non conoscono pudore, né rispetto per il popolo, né effettiva capacità di aderire al reale. Sono scollati dalla realtà, totalmente: possono imporre un totalitarismo mai visto con uno schiocco di dita, e lo annunciano pure in un talk show leggerino, così, come fosse un commento ficcante con cui farsi belli in TV.
Sono scollati dalla realtà, totalmente: possono imporre un totalitarismo mai visto con uno schiocco di dita, e lo annunciano pure in un talk show leggerino, così, come fosse un commento ficcante con cui farsi belli in TV
Della cifra totalitaria del M5S sappiamo da anni; l’idea di Casaleggio riguardo alla trasparenza totale era chiara sin dai suoi libri, e vi ricorderete le discussioni infrapartitiche in streaming, durate più o meno due settimane, poi porte chiuse a tutti. Ma qui, l’ideologia assurda dell’anti-privacy salita con le possibilità della cibernetica, non rilevano, perché i 5 Stelle, come vede chiunque, non stanno toccando palla, né la toccheranno più, né interessa qualcosa: l’impegno profuso è accaparrarsi poltrone e prebende finché dura.
Questa è tutta una questione interna al PD (cioè, PD-LEU), dove si includono, stando alla ricostruzione, non solo le componenti ex-comuniste, ma pure – Franceschini!? – quelle DC. Un’élite che disprezza il popolo al punto da volerlo torchiare in casa sua, con evidenza, del popolo non ha alcun timore, e difficilmente ne può sentire il mandato. Un’élite che si spinge dove neppure Stalin poteva arrivare in tranquillità, non teme nemmeno per un secondo di violare l’unica cosa sacra rimasta agli italiani: la casa.
È un attacco allo Stato di diritto senza precedenti. È la privazione delle libertà fondamentali ora totalmente slatentizzata, umiliata impudicamente. Non solo ti tengo a casa: ma ti vengo anche a controllare entrandovi
È un attacco allo Stato di diritto senza precedenti. È la privazione delle libertà fondamentali ora totalmente slatentizzata, umiliata impudicamente. Non solo ti tengo a casa: ma ti vengo anche a controllare entrandovi.
Chi combatte la battaglia contro la Cultura della Morte tuttavia non si stupisce più di tanto: la violazione dell’intimità è già ad un livello superiore, quello biologico, cellulare. L’obbligo vaccinale che altro è se non l’irruzione dello Stato si dentro al tuo corpo?
E a livello famigliare: che altro è l’insegnamento del gender se non l’invasione dello Stato moderno nell’educazione dei tuoi figli?
Chi combatte la battaglia contro la Cultura della Morte tuttavia non si stupisce più di tanto: la violazione dell’intimità è già ad un livello superiore, quello biologico, cellulare. L’obbligo vaccinale che altro è se non l’irruzione dello Stato si dentro al tuo corpo?
E ancora, a livello personale: che altro è la legge sull’omostransfobia se non l’arrivo di un apparato statale punitivo sin dentro al foro interiore del cittadino?
Ogni libertà è perduta, ogni diritto è carta straccia – perché ogni sovranità è perduta. Cioè, ogni possibilità di rivendicare libertà e diritti, visto che siamo impotenti, al punto da farci rinchiudere per mesi in casa. Siamo stati piegati, non abbiamo fatto un plissé nonostante la follia devastante che ci hanno gettato addosso. Ora non lamentiamoci se, oltre alla mano, si prendono anche il braccio.
Siamo dinanzi ad una svolta epocale. Il principio dell’Habeas Corpus, che informa tutto il diritto occidentale, è crollato. Nessun rispetto è più dovuto al prigioniero, nessuna dignità è assegnata all’umano.
Il principio dell’Habeas Corpus, che informa tutto il diritto occidentale, è crollato. Nessun rispetto è più dovuto al prigioniero, nessuna dignità è assegnata all’umano
Alla Necrocultura che informa lo Stato moderno e i suoi sgherri ebeti, di fatto, non interessano né i vostri corpi né la vostra dignità. Anzi: il loro compito è quello di distruggerli. I vostri e quelli dei vostri figli.
Siamo arrivati al momento in cui un’élite malvagia ha deciso che l’Essere deve contrarsi, l’umanità deve collassare e ridursi. Per questo state affrontando il tentativo di annientamento del vostro essere e di quello dei vostri cari.
La battaglia sarà lunghissima. Abbiamo davanti, sul serio, le Forze del Male. Spero lo abbiate capito.
Alla Necrocultura che informa lo Stato moderno e i suoi sgherri ebeti, di fatto, non interessano né i vostri corpi né la vostra dignità. Anzi: il loro compito è quello di distruggerli. I vostri e quelli dei vostri figli
Roberto Dal Bosco
Epidemie
Epidemia di morbillo riaccende il dibattito sul vaccino MPR
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
I funzionari sanitari della Carolina del Sud hanno lanciato l’allarme questa settimana: un’epidemia di morbillo, che colpisce principalmente i bambini, sta «accelerando». Hanno attribuito l’aumento dei casi alla crescente esitazione vaccinale. Alcuni organi di informazione hanno puntato il dito contro la politica sanitaria federale, e in particolare contro il segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. – un collegamento che alcuni medici e scienziati hanno respinto.
Questa settimana, i funzionari sanitari della Carolina del Sud hanno lanciato l’allarme: un’epidemia di morbillo, che colpisce soprattutto i bambini, sta “accelerando”. Hanno attribuito l’aumento dei casi alla crescente esitazione nei confronti dei vaccini.
Alcuni organi di informazione hanno puntato il dito contro la politica sanitaria federale, e in particolare contro il Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr., un collegamento che alcuni esperti hanno respinto.
Emily G. Hilliard, addetta stampa del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS), ha dichiarato a The Defender che sono stati segnalati 120 casi nella Carolina del Sud, «principalmente in una comunità sotto-vaccinata, di cui 43 segnalati dal 5 dicembre».
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Il Washington Post ha citato la dottoressa Linda Bell, epidemiologa del Dipartimento della Salute Pubblica della Carolina del Sud (DPH), la quale ha affermato che dei 111 casi di morbillo segnalati mercoledì, 105 persone non erano vaccinate e tre erano parzialmente vaccinate.
Il DPH ha riferito che 254 persone sono in quarantena e 16 in isolamento.
Mercoledì, durante una conferenza stampa, Bell ha affermato che «accelerazione è il termine più appropriato» per riferirsi alla traiettoria dell’attuale epidemia. Ha aggiunto che lo Stato ha una copertura vaccinale MPR (morbillo-parotite-rosolia) «inferiore alle aspettative».
Hilliard ha affermato che l’aumento dei casi recenti nella Carolina del Sud «è dovuto alle esposizioni avvenute durante grandi raduni religiosi tra comunità sotto-vaccinate e nelle scuole, tra cui una scuola internazionale a Greenville, nella Carolina del Sud». Ha aggiunto che si prevedono altri casi nella prossima settimana.
Secondo il DPH, 16 casi sono stati causati dall’esposizione alla chiesa Way of Truth di Inman, mentre 43 studenti della scuola media di Inman sono in quarantena.
I dati del DPH mostrano che la maggior parte dei casi è stata identificata nei bambini, compresi 75 casi in bambini di età compresa tra 5 e 17 anni e 20 casi in bambini di età inferiore ai 5 anni.
Bell ha affermato che l’impennata dei casi in tutto lo Stato è stata causata dai viaggi durante il fine settimana del Ringraziamento e dalla mancanza di vaccinazioni.
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Il vaccino MPR responsabile di lesioni «catastrofiche»
I dati del DPH mostrano che la copertura vaccinale contro il morbillo, la parotite, il morbillo e la rosolia tra gli scolari della Carolina del Sud è diminuita da circa il 96% nel 2020 al 93,5% quest’anno.
Secondo NBC News, la vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia e morbillo nella contea di Spartanburg, una delle aree più colpite dall’ultima epidemia, è stata del 90% per l’anno scolastico 2024-25.
Nella conferenza stampa di mercoledì, Bell ha attribuito «l’elevata copertura vaccinale» all’eliminazione della trasmissione in corso nel Paese. Ha esortato il pubblico a «considerare l’efficacia del vaccino e la possibilità che questa malattia scompaia sostanzialmente». Ha affermato che l’epidemia potrebbe concludersi se più persone si vaccinassero.
Il Post ha riferito che anche un «piccolo calo delle vaccinazioni può aumentare significativamente la probabilità di un’epidemia», citando i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che indicano che una dose del vaccino MPR è efficace al 93% contro il morbillo e la serie di due dosi è efficace al 97%.
Hilliard ha affermato: «Il modo migliore per proteggersi dal morbillo è la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia (MPR). Il CDC incoraggia le persone a consultare un medico per sapere qual è la vaccinazione più adatta a loro».
Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD), concorda sul fatto che il vaccino MPR sia il modo migliore per prevenire il morbillo, ma si chiede se sia necessario prevenirlo in primo luogo.
«Prima dell’introduzione del vaccino, la mortalità per morbillo era di 2 casi su 10.000», ha affermato Hooker. «Non credo che sia necessario evitare di contrarre il morbillo, a differenza del rischio correlato al vaccino».
Polly Tommey, conduttrice del programma «Good Morning CHD» su CHD.TV, ha intervistato genitori i cui figli sono rimasti feriti o sono morti a causa di una reazione avversa al vaccino MPR. «La devastazione causata da questo particolare vaccino è catastrofica», ha affermato.
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«Abbiamo visto così tanti bambini e adulti che hanno ricevuto diversi vaccini MPR e hanno comunque avuto il morbillo», ha detto Tommey. «Non solo il vaccino non funziona quasi per niente, ma può anche uccidere dei bambini. Lo so perché ho intervistato i genitori… Tanti danni cerebrali, problemi intestinali che hanno cambiato la vita, per citarne alcuni».
Tommey ha aggiunto che, sebbene il morbillo «non sia molto divertente», i suoi sintomi non durano a lungo e che «con le cure adeguate e il riposo, i bambini si riprendono molto rapidamente».
La dottoressa Michelle Perro, pediatra, ha affermato che l’infezione da morbillo può fornire un’immunità naturale che dura tutta la vita.
«È ampiamente dimostrato che l’infezione naturale da morbillo produce un’immunità duratura e permanente, una caratteristica riconosciuta nell’epidemiologia classica delle malattie infettive. Sebbene nessuno raccomandi di ricercare l’infezione, è inesatto affermare che l’immunità dall’infezione sia debole o transitoria», ha affermato Perro.
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che il vaccino MPR contiene il virus vivo del morbillo, in particolare il genotipo A, che viene allevato in cellule di pollo ed è considerato poco adatto a proliferare negli esseri umani.
«In teoria, questo dà al nostro sistema immunitario il tempo di imparare a combatterlo, insieme agli altri ceppi selvaggi del morbillo», ha affermato. Ma la teoria «non sempre si traduce in pratica, e i virus del morbillo originati dal vaccino possono persistere e infettare altri».
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Gli esperti mettono in discussione la narrativa «spaventosa» dei media tradizionali sul morbillo
Il Post ha riportato che il peggioramento della crisi del morbillo in Carolina del Sud è la prova che gli Stati Uniti stanno «vacillando per la recrudescenza di una malattia prevenibile e altamente contagiosa». L’organizzazione giornalistica ha citato le epidemie di morbillo di quest’anno nel West Texas e in altre regioni, che sarebbero costate la vita a tre persone non vaccinate, come prova del prezzo da pagare per l’esitazione vaccinale.
Ma Hooker ha affermato che «la narrativa “spaventosa” nei media tradizionali è alimentata dall’evidente impennata del 2025 e dalle false notizie sui tre decessi erroneamente attribuiti al morbillo».
«Sappiamo che le due ragazze decedute nel West Texas sono morte a causa di una polmonite batterica curata in modo improprio. E nel terzo caso, un adulto del New Mexico, l’individuo ha negato ogni trattamento medico ed è stato diagnosticato con il morbillo solo tramite RT-PCR durante l’autopsia», ha detto Hooker.
Jablonowski ha affermato che le due ragazze del Texas «non sono morte di morbillo, ma a causa degli ospedali, delle infezioni contratte in ospedale e della fatale parzialità degli operatori sanitari».
Secondo la CNN, in Texas non sono stati segnalati nuovi casi di morbillo da agosto. Il CDC ha registrato 1.912 casi di morbillo negli Stati Uniti quest’anno.
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«Nessun vaccino garantisce un’immunità del 100%»
Perro ha affermato che, sebbene l’attuale epidemia venga attribuita ai non vaccinati, tali epidemie «hanno storicamente coinvolto sia persone vaccinate che non vaccinate».
«Nessun vaccino garantisce un’immunità al 100%, e in letteratura è stato documentato un fallimento secondario del vaccino, ovvero la perdita dell’immunità anni dopo la vaccinazione. I casi di recrudescenza sono generalmente più lievi, ma si verificano, e comprendere questi modelli è essenziale per un quadro epidemiologico completo», ha affermato Perro.
Hooker ha citato preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino MPR, osservando che nel 1999 la Merck «ha iniziato ad aumentare segretamente il contenuto di virus nel vaccino MPR a livelli che potrebbero eclissare quelli che erano stati adeguatamente testati sulla sicurezza».
Ciò ha coinciso con un «drammatico aumento delle segnalazioni di decessi e anafilassi dovuti al vaccino» inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il sistema governativo statunitense.
Il National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 prevede una copertura di responsabilità per i produttori di vaccini inclusi nel programma di immunizzazione infantile del CDC. Di conseguenza, i produttori hanno meno incentivi a produrre vaccini sicuri, ha affermato Perro.
«Negli ultimi quarant’anni i produttori avrebbero potuto puntare su formulazioni più pulite, come prodotti senza alluminio, stabilizzanti migliorati o sistemi di distribuzione alternativi, ma senza responsabilità e supervisione normativa, l’incentivo semplicemente non c’era», ha affermato Perro.
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È «assurdo» dare la colpa a RFK Jr. per le epidemie di morbillo
I resoconti dei media hanno anche suggerito che le politiche di Kennedy come segretario dell’HHS abbiano contribuito all’«esitazione vaccinale» e all’aumento della diffusione del morbillo.
Secondo il Post, «un aumento della disinformazione sui vaccini che, a volte, si è propagata sui social media e tra alcuni funzionari pubblici, tra cui il presidente Donald Trump e il suo candidato per il segretario alla Salute, Robert F. Kennedy Jr.» ha contribuito alle epidemie.
Ma Perro ha affermato che i dati del CDC mostrano che i casi di morbillo negli Stati Uniti «sono in aumento da diversi anni, da 59 casi nel 2023 a 285 nel 2024, e ora sono oltre 1.900 i casi segnalati nel 2025 in 43 giurisdizioni». Ha affermato che queste tendenze «sono antecedenti all’attuale leadership dell’HHS».
«L’idea che una sola figura politica abbia ‘causato’ tutto questo non è supportata dai dati a lungo termine», ha affermato Perro.
Secondo Hilliard, i 1.912 casi di morbillo segnalati finora quest’anno negli Stati Uniti sono significativamente inferiori al numero di casi segnalati in Canada (5.298) e Messico (5.089). Entrambi i paesi hanno una popolazione sostanzialmente inferiore a quella degli Stati Uniti.
Tommey ha affermato che è «assurdo» incolpare Kennedy per le epidemie di quest’anno. «I genitori non vaccinano perché vedono la carneficina totale di chi di noi si è vaccinato. L’hanno vissuta o vista in prima persona… Una volta che sai, sai: ecco perché i tassi di vaccinazione sono in calo», ha affermato.
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 11 dicembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Epidemie
Gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump non celebreranno più la Giornata mondiale contro l’AIDS
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Epidemie
Solo 1 tedesco su 7 con test PCR positivo aveva l’infezione da COVID
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Gli autori di un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria che ha identificato un tasso di falsi positivi dell’86% per i test PCR per il COVID-19 hanno affermato che i loro risultati suggeriscono un «significativo sovrastima» delle infezioni da COVID-19 durante la pandemia. Entro la fine del 2021, il 92% dei tedeschi aveva già contratto un’infezione naturale, indicando un’immunità pressoché universale nella popolazione.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, solo circa 1 test PCR positivo su 7 in Germania durante la pandemia di COVID-19 ha indicato un’effettiva infezione da coronavirus che ha innescato una risposta anticorpale.
Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD), ha definito «sbalorditivi» i risultati dello studio, che hanno evidenziato un tasso di falsi positivi dell’86%.
Lo studio ha inoltre rilevato che alla fine di dicembre 2020, quando sono stati distribuiti i vaccini contro il COVID-19 , circa il 25% dei tedeschi aveva già contratto l’infezione spontaneamente. Entro la fine del 2021, la percentuale è salita al 92%, indicando un’immunità pressoché universale nella popolazione.
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I test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni da COVID
Lo studio condotto da tre ricercatori tedeschi, pubblicato il mese scorso su Frontiers in Epidemiology, ha utilizzato due modelli matematici per analizzare quanto i risultati dei test PCR fossero allineati con i risultati degli esami del sangue per la ricerca degli anticorpi SARS-CoV-2.
I risultati si basano sui dati ottenuti da laboratori accreditati in Germania che hanno gestito circa il 90% dei test PCR nel Paese da marzo 2020 all’inizio del 2023 e che hanno anche eseguito test del sangue per la ricerca di anticorpi (IgG) fino a maggio 2021.
I ricercatori, Michael Günther, Ph.D., Robert Rockenfeller, Ph.D., e Harald Walach, Ph.D., hanno affermato che i loro modelli hanno allineato i dati dei test PCR che rilevano «piccole porzioni di materiale genetico virale nel naso o nella gola» e i test sugli anticorpi che mostrano se il sistema immunitario di una persona «ha risposto a un’infezione reale settimane o mesi prima».
Hanno detto al Defender:
«Quando abbiamo confrontato il numero di positivi alla PCR con i risultati successivi degli anticorpi, solo circa 1 persona su 7 positiva alla PCR ha mostrato il tipo di risposta immunitaria che indica una vera infezione. Con ipotesi conservative, la percentuale potrebbe essere più vicina a 1 su 10».
La loro analisi ha anche mostrato che entro la fine del 2021, «quasi tutti» in Germania erano stati «contagiati, vaccinati o entrambi».
Secondo il modello matematico dello studio, il dato di 1 su 7 relativo al test PCR è «quasi perfettamente» in linea con un tasso di immunità dell’intera popolazione a fine anno del 92%.
I ricercatori hanno spiegato che i test sugli anticorpi «ci dicono che una persona è stata infettata in un momento qualsiasi dell’ultimo anno circa», mentre un risultato positivo al test PCR può indicare un’infezione, o «una breve esposizione senza infezione, frammenti virali residui o un rilevamento a livelli molto bassi che non portano mai alla malattia».
Hanno affermato che il loro studio ha dimostrato che solo circa il 14% dei test PCR positivi corrispondeva a infezioni reali che avevano attivato gli anticorpi IgG, il che suggerisce che i test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni.
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I test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi»
I critici delle politiche ufficiali sul COVID-19 hanno spesso citato la dipendenza dai test PCR e le incongruenze nelle soglie virali utilizzate per generare un risultato «positivo» del test.
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che i test PCR sono uno strumento inaffidabile per rilevare e tracciare le epidemie di malattie infettive. Ha citato un incidente del 2006 al Dartmouth-Hitchcock Medical Center, dove una presunta epidemia di pertosse ha portato a 134 risultati positivi ai test.
«Sono state distribuite oltre 1.300 prescrizioni di antibiotici e 4.500 persone sono state vaccinate profilatticamente», nonostante non ci fossero «casi confermati in laboratorio». L’ uso improprio dei test PCR ha portato le autorità sanitarie a dichiarare falsamente un’epidemia, ha affermato.
Un test PCR «non è un test diagnostico per una popolazione», ha affermato Jablonowski. «È meglio usarlo come test di conferma, essenzialmente per rispondere alla domanda “Quale virus ti ha infettato?” e non “Sei infetto?”».
I ricercatori tedeschi hanno affermato che i loro risultati non indicano che la tecnologia PCR sia «imperfetta come metodo di laboratorio». Tuttavia, lo studio dimostra che il modo in cui i test PCR sono stati utilizzati per i test di massa durante la pandemia «non ha indicato in modo affidabile quante persone siano state effettivamente infettate».
Hanno affermato che i test PCR rilevano in modo affidabile frammenti di DNA virale, anche in «quantità estremamente piccole» che «non rappresentano alcun rischio di infezione», ma non sono in grado di stabilire se il virus si sta replicando nell’organismo.
I risultati positivi non dovrebbero essere utilizzati «come indicatori di infezione», perché i test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi», hanno concluso i ricercatori.
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I test PCR di massa hanno causato «danni sociali, economici e personali non necessari»
L’affidamento dei governi ai risultati dei test PCR per monitorare i livelli di infezione da COVID-19 ha portato a restrizioni legate alla pandemia che hanno contribuito a «danni sociali, economici e personali non necessari», hanno affermato i ricercatori.
I governi hanno utilizzato i risultati dei test PCR per giustificare rigide restrizioni, nonostante le agenzie sanitarie pubbliche avessero accesso a dati di test sugli anticorpi di qualità superiore.
«Erano disponibili informazioni migliori di quelle comunicate pubblicamente», hanno affermato i ricercatori. Ciò ha sollevato «seri interrogativi sulla trasparenza e sul fatto che le politiche fossero basate sui dati più informativi disponibili».
Jablonowski ha affermato che nei primi giorni della pandemia, i test PCR hanno probabilmente fornito un quadro più accurato della diffusione dell’infezione, poiché i kit per i test erano scarsi e venivano quindi utilizzati su coloro che avevano maggiori probabilità di essere infettati.
Ma man mano che i test diventavano più facilmente disponibili, «venivano utilizzati su persone asintomatiche e obbligatori per i ricoveri ospedalieri, i viaggi aerei, i datori di lavoro e molte altre attività ad accesso controllato», ha affermato Jablonowski.
Gli autori dello studio tedesco hanno affermato che un approccio più scientificamente valido avrebbe incluso dati più accurati sui test PCR che mostravano i risultati in proporzione al numero di test eseguiti, un monitoraggio di routine dei livelli di anticorpi nella popolazione e una «comunicazione trasparente… che indicasse chiaramente cosa la PCR può e non può misurare».
«Questo insieme di pratiche… dovrebbe guidare le future politiche di sanità pubblica», hanno affermato i ricercatori.
Documenti del governo tedesco trapelati lo scorso anno suggerivano che la risposta ufficiale del Paese alla pandemia di COVID-19 si basava su obiettivi politici e che le contromisure e le restrizioni raccomandate dalla Germania spesso contraddicevano le prove scientifiche.
Durante un’intervista del 2022 al podcast «RFK Jr. The Defender Podcast» di Robert F. Kennedy Jr., il matematico Norman Fenton, Ph.D., ha affermato che i funzionari governativi di tutto il mondo hanno manipolato i dati dei test PCR per esagerare l’entità della pandemia.
Jablonowski ha affermato che «l’isteria dei test PCR obbligatori ha preparato la mentalità della popolazione alle vaccinazioni obbligatorie che sarebbero arrivate. I test non avevano nulla a che fare con la salute della popolazione, ma solo con il controllo della popolazione».
I test PCR per il COVID-19 sono molto meno diffusi oggi rispetto al picco della pandemia. Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che il loro studio «è importante oggi perché l’errore strutturale che rivela – trattare i positivi alla PCR come infezioni – non è stato corretto».
«Dato che ci troviamo di fronte a nuovi agenti patogeni, come l’influenza aviaria , affidarci solo alla PCR rischia di ripetere gli stessi errori», hanno affermato i ricercatori.
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Risposta «polarizzata», poiché i risultati «mettono in discussione le ipotesi che hanno plasmato la politica pandemica»
I ricercatori hanno affermato di aver incontrato «notevoli difficoltà» nel pubblicare il loro articolo. Tra queste, il rifiuto da parte di altre sei riviste, di cui solo due hanno inviato il manoscritto per la revisione paritaria.
Queste riviste hanno cercato di «proteggere la narrativa prevalente, piuttosto che affrontare il nocciolo della nostra analisi», hanno affermato i ricercatori.
I ricercatori hanno affermato che due dei tre revisori originali di Frontiers in Epidemiology «si sono ritirati dai loro incarichi». Ciò ha costretto la redazione a reclutare un quarto revisore, ritardando la pubblicazione dell’articolo.
La risposta all’articolo è stata «polarizzata», hanno affermato. «Alcuni lettori hanno accolto con favore il confronto quantitativo dei dati PCR e IgG, ritenendolo in ritardo, mentre altri hanno messo in dubbio le implicazioni dello studio o hanno tentato di liquidarlo senza approfondire la metodologia di base».
Ciò non sorprende, «dato che i risultati mettono in discussione i presupposti che hanno plasmato la politica pandemica», hanno affermato.
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 26 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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