Persecuzioni
Vescovi cinesi: arresti, controlli e nuovi «illegittimi»
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Anche tra i 67 riconosciuti ufficialmente dalle autorità di Pechino una decina sono sottoposti a stretta sorveglianza, 13 i «sotterranei» tenuti sotto custodia o ristretti nel loro ministero. Ma nel clima confuso di oggi ci sono anche una quindicina di sacerdoti cinesi che si sono autoproclamati vescovi, sfidando sia le autorità civili sia le autorità ecclesiastiche.
Nella giornata di preghiera alla Madonna Ausiliatrice venerata a Sheshan – il santuario di Shanghai – per la Chiesa in Cina, papa Francesco ieri ha rivolto un pensiero speciale a «coloro che soffrono, pastori e fedeli», invitando a innalzare la propria invocazione a Dio «perché la Buona Novella di Cristo crocifisso e risorto possa essere annunciata nella sua pienezza, bellezza e libertà» in Cina.
Riflettendo su queste parole c’è da pensare che in questa giornata di preghiera gli occhi della Madonna siano stati particolarmente attratti dalla situazione dei vescovi in Cina, che, dal punto di vista umano, appare abbastanza preoccupante.
Sono attualmente 67 i vescovi ufficiali: un numero ridotto se si considera che un terzo delle diocesi restano tuttora vacanti nonostante l’Accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica popolare firmato nel 2018 e rinnovato per la seconda volta nell’ottobre scorso.
Anche tra i vescovi riconosciuti come tali anche dalla Repubblica Popolare Cinese risulta che almeno una decina siano sorvegliati o manipolati dalle autorità civili. Ci sono poi altri 13 vescovi non ufficiali (appartenenti dunque alle comunità sotterranee, comunemente definite clandestine) che sono tenuti sotto custodia e le cui attività sono molto ristrette.
Altri quattro vescovi non ufficiali sono poi in situazioni speciali ancora più precarie: tra questi mons. Giacomo Su Zhimin, il vescovo di Baoding di cui da parecchi anni non si hanno notizie al punto che alcuni affermano che sia deceduto in prigione.
Al conto vanno infine aggiunti altri 8 vescovi definiti «irregolari»: questi possono svolgere il loro ministero da semplici sacerdoti (anche se uno, centenario, probabilmente è deceduto).
Ad alimentare la confusione e le sofferenze ci sono però anche alcune altre situazioni di tipo diverso. Per esempio recentemente tramite Wechat è circolato, anche a Hong Kong, un video che riprende sette sacerdoti in un ambiente privato, uno con mitra e pastorale, un secondo con paramenti per la Messa e tutti con veste talare, stola e zucchetto episcopale in testa: si dichiarano vescovi ma sono a tutti gli effetti «vescovi illegittimi».
L’iniziativa sembra essere stata presa da Paolo Wang Huiyao di Zhouzhi e da Zhang Tongli legato alla diocesi di Shanghai, che sono scomunicati. Mentre l’ordinazione episcopale di Zhang Tongli non è mai stata riconosciuta dalla Santa Sede perché ottenuta con frode, il rev. Wang Huiyao apparteneva al numero dei «vescovi irregolari», che potevano operare solo come sacerdoti.
Il loro esercizio di atti episcopali ha richiesto l’intervento della Santa Sede, che li ha dimessi dallo stato clericale nel 2021. Sembra, però, che abbiano continuato ad operare come vescovi, con decisione autonoma e come sfida sia alle autorità civili sia a quelle ecclesiastiche. Alcuni pensano che il video sia la registrazione di un’ordinazione episcopale recente. Ma di fatto fin dal 2021 si erano sparse dicerie e foto di ordinazioni episcopali private da parte dei suddetti Zhang Tongli e di Wang Huiyao, tanto da richiedere l’intervento della Santa Sede.
Oltre a questa iniziativa, precedentemente si era registrata anche quella di Dong Guanhua, di Zhengding che nel 2016 aveva dichiarato di essere stato ordinato vescovo nel 2005 e che, da parte sua, ha ordinato altri nuovi vescovi. Il suo vescovo lo ha sospeso a divinis, sospensione confermata dalla Santa Sede.
Recentemente alcuni altri sacerdoti si sono proclamati vescovi, per cui si è compilata una lista di una quindicina di nomi di «vescovi illegittimi»: questo fenomeno è favorito dalla situazione generale di confusione e di ambiguità nella Chiesa. Le autorità civili ne sono preoccupate, perché un simile fenomeno è registrato anche nell’ambito delle altre confessioni religiose.
Voglia la Madonna, Ausiliatrice dei cristiani, rivolgere il Suo sguardo compassionevole su una tale situazione e rafforzi la fiducia in Gesù dei sacerdoti e dei fedeli cinesi.
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di Mohammad Tauheed via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)
Immagine di Christopher via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Persecuzioni
Pakistan, conversioni forzate: tentato avvelenamento di un cristiano di 13 anni
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Saim era uscito di casa per andare a tagliarsi i capelli, quando una guardia di sicurezza, che aveva notato addosso al ragazzo una collana con la croce, ha iniziato a chiedergli di recitare preghiere islamiche. Il giovane, dopo essersi rifiutato, è stato costretto a ingerire una sostanza nociva.
In Pakistan si è verificato l’ennesimo tentativo di conversione forzata nei confronti di un ragazzo cristiano di 13 anni, costretto a ingerire una sostanza tossica dopo essersi rifiutato di abbracciare l’Islam.
L’episodio è avvenuto nella città di Lahore il 13 aprile: Saim era uscito di casa per andare a tagliarsi i capelli, ma è stato fermato da una guardia di sicurezza musulmana che aveva notato che il ragazzo aveva al collo una croce.
La guardia, di nome Qadar Khan, ha strappato la collana e costretto Saim a recitare una preghiera islamica, ma il ragazzo si è rifiutato, dicendo di essere cristiano. L’uomo ha quindi costretto Saim a ingerire una sostanza tossica nel tentativo di avvelenarlo.
Sono stati i genitori del giovane a trovare il corpo del figlio senza conoscenza dopo diverse ore che Saim mancava da casa. Il padre, Liyaqat Randhava, si è rivolto alla polizia ma ha raccontato di aver ricevuto un trattamento iniquo.
Gli agenti hanno registrato la denuncia solo dopo diverse insistenze e una copia del documento non è stata rilasciata alla famiglia di Saim, che ha detto inoltre che diverse parti del racconto non sono state incluse nella denuncia (chiamata anche primo rapporto informativo o FIR).
Joseph Johnson, presidente di Voice for Justice, ha espresso profonda preoccupazione per i crescenti episodi di conversioni religiose forzate in Pakistan e ha condannato quanto successo a Saim, aggiungendo che la polizia sta mostrando estrema negligenza nel caso. «Evitando di includere i dettagli cruciali nel FIR, la polizia ha sottoposto Saim e la sua famiglia a ulteriori abusi», ha affermato Johnson, chiedendo l’intervento del governo per un’indagine.
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Guilhem Vellut via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Persecuzioni
La Pasqua è stata soppressa nella Repubblica Democratica del Congo
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Persecuzioni
Cristiana palestinese arrestata e bendata senza mandato né capi di imputazione
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Layan Nasir, 23enne originaria di Birzeit, sottoposta al provvedimento di «detenzione amministrativa». Bendata e ammanettata nella notte da una pattuglia di militari senza mandato di arresto né capi di imputazione a suo carico. Leader luterano di Betlemme: Israele gode di «impunità» e si arroga il «diritto di distruggere la vita di milioni di persone».
«Non vi è alcuna motivazione, né vi sono altre ragioni se non il fatto che viviamo sotto un’occupazione coloniale e colonizzatrice che ha goduto per troppo tempo di impunità e si sente in diritto di distruggere la vita di milioni di persone». È quanto sottolinea ad AsiaNews il reverendo Munther Isaac, pastore della Chiesa Evangelica Luterana di Betlemme, commentando «la detenzione amministrativa» disposto da Israele a carico della giovane cristiana palestinese Layan Nasir, arrestata la scorsa settimana.
«Un provvedimento – prosegue il leader cristiano – che è applicato a carico di altri 4mila palestinesi circa. Un termine che gli israeliani usano per giustificare la detenzione di persone che non hanno alcuna accusa a loro carico».
La notte del 6 aprile scorso a Birzeit, cittadina palestinese, una pattuglia composta da una quindicina di soldati israeliani armati si è presentata alla porta di casa della famiglia Nasir in cerca della figlia 23enne, senza alcun mandato di arresto o accusa a suo carico.
Come raccontato dalla famiglia a The Guardian, che ha denunciato la vicenda, la madre Lulu Aranki e il padre Sami – coppia mista di cristiani, cattolici e anglicani – vengono bloccati con le pistole puntate al volto. Dopo una perquisizione durata diversi minuti, i militari prelevano Layan, non prima di averla bendata e ammanettata, disponendo a suo carico – unica cristiana ad oggi – il provvedimento di detenzione amministrativa.
«La detenzione di Layan – afferma il reverendo Isaac – ci ricorda la nostra vita di cristiani sotto l’occupazione israeliana. I cristiani palestinesi non sono solo parte integrante del popolo palestinese, ma hanno sofferto proprio come il resto della popolazione».
A carico della ragazza non vi sono accuse o capo di imputazione, ma è stata fermata in via «preventiva» e alla famiglia non è stato notificato alcun provvedimento. La sua vicenda, che rischiava di passare sotto silenzio come molte analoghe a carico dei palestinesi, ha avuto ampia eco grazie a un messaggio pubblicato su X (ex Twitter) dal primate anglicano Justin Welby, che ha manifestato profonda preoccupazione e lanciato un appello per la liberazione.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«Dovremmo esercitare tutte le pressioni possibili – afferma il pastore luterano – non solo per liberare lei, ma tutto il nostro popolo dalle carceri dell’occupazione, per porre fine all’occupazione stessa e per ottenere e garantire giustizia per tutti».
Il reverendo Munther Isaac è pastore della Evangelical Lutheran Christmas Church a Betlemme e della Lutheran Church a Beit Sahour. Egli è anche un accademico del Bethlehem Bible College e direttore della celebre conferenza «Christ at the Checkpoint» quest’anno in programma dal 21 al 26 maggio, giunta alla settima edizione e incentrata sul tema «Do Justice, Love Mercy: Christian Witness in Contexts of Oppression».
In riferimento alla situazione dei cristiani in Palestina la definisce «critica: siamo al punto più basso dal 1948» ma al tempo stesso «non perdiamo la speranza e, soprattutto, crediamo nella giustizia della nostra causa».
«Vediamo – prosegue – come le nostre terre vengono rubate e il nostro popolo attaccato». Israele «gode di impunità e l’Occidente sembra non preoccuparsi molto di noi» aggiunge, ma «sappiamo che la nostra causa è giusta. Continueremo a esistere e a diffondere il nostro messaggio – conclude – non solo perché è un dovere come palestinesi, ma anche perché è un dovere come cristiani».
La detenzione amministrativa applicata da Israele permette di fermare un sospetto per lunghi periodi, anche senza accuse precise o processo. Tale misura, un tempo applicata solo verso militanti palestinesi, ora vale anche per gli israeliani sebbene i critici si mostrino scettici sulle modalità di applicazione. Questo strumento, fonte di polemiche e proteste per violazione dei diritti umani, viene solitamente usato quando le autorità dispongono di informazioni che collegano un sospetto a un crimine, ma non hanno prove sufficienti per sostenere le accuse in un tribunale.
Le detenzioni possono essere rinnovate in modo unilaterale da un tribunale militare ogni sei mesi e i prigionieri rimanere in carcere anni. Mentre alcuni palestinesi sono detenuti senza accuse note, i motivi più comuni vanno dagli appelli alla violenza online alle (presunte) attività terroristiche.
Layan è una delle migliaia di palestinesi in stato di detenzione senza accuse, fra i quali almeno 85 sono donne, ma è la sola di religione cristiana. Critici, attivisti e ONG pro-diritti umani sottolineano che la norma è parte del sistema di apartheid applicato dallo Stato ebraico nei confronti dei palestinesi.
«Israele – afferma il movimento Btselem – usa abitualmente la detenzione amministrativa. Nel corso degli anni, ha messo migliaia di palestinesi dietro le sbarre per periodi che vanno da diversi mesi a diversi anni, senza accusarli, senza dire loro di cosa sono accusati e senza rivelare le presunte prove a loro o ai loro avvocati».
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine da AsiaNews
-
Pensiero2 settimane fa
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
-
Cervello1 settimana fa
«La proteina spike è un’arma biologica contro il cervello». Il COVID come guerra alla mente umana, riprogrammata in «modalità zombie»
-
Salute2 settimane fa
I malori della 15ª settimana 2024
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccini contro l’influenza aviaria «pronti per la produzione di massa». Un altro virus fuggito da un laboratorio Gain of Function?
-
Salute5 giorni fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero6 giorni fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Animali2 settimane fa
«Cicala-geddon»: in arrivo trilioni di cicale zombie ipersessuali e forse «trans» infettate da funghi-malattie veneree
-
Spirito2 settimane fa
Sinodo 2024, grandi manovre in favore dell’ordinazione delle donne