Spirito
Vaticano, la presenza delle donne in costante progressione
L’8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna, Radio Vaticana e Vatican News trasmettono statistiche sulla presenza delle donne in Vaticano, in occasione del decennale del pontificato di Francesco. E il 10 marzo è stata presentata a Roma l’opera collettiva Più leadership femminile per un mondo migliore, Vita e Pensiero, di cui il papa ha firmato la prefazione.
Dalla sua elezione, fa notare Vatican News, «papa Francesco ha aumentato notevolmente la presenza, la visibilità e l’influenza delle donne in Vaticano».
Pertanto, il 1° aprile Francesco ha nominato suor Helen Alford, OP, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. La suora britannica, 58 anni, è stata finora decano della facoltà di scienze sociali della Pontificia università San Tommaso d’Aquino-Angelicum di Roma. Alla guida di Villa Pia succede all’economista italiano Stefano Zamagni.
Sono attualmente 1.165 dipendenti, contro gli 846 all’inizio del pontificato di Francesco nel 2013, ovvero il 19,2% contro il 23,4% di oggi. Queste cifre includono la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano.
L’aumento del numero delle donne occupate è ancora più marcato se si considera esclusivamente la Santa Sede, cioè la Curia romana. La percentuale di donne è passata dal 19,3 al 26,1% dal 2013. In altre parole, un dipendente su quattro della Santa Sede è oggi una donna, ovvero 812 donne su 3.114 dipendenti.
Segretari e sottosegretari sono rispettivamente il secondo e il terzo livello di gestione nella maggior parte degli organi della Curia. Fanno parte del gruppo dirigente presso il prefetto, e sono nominati dal papa. Attualmente, cinque donne ricoprono la carica di Sottosegretario. E suor Alessandra Smerilli quello di segretaria nel Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, il più alto incarico mai affidato a una donna in Vaticano dal 2021.
Nel 2021 il papa ha nominato la biblista Nuria Calduch-Benages, suora spagnola, segretaria della Pontificia Commissione biblica al Dicastero per la dottrina della fede. Nel 2022 la teologa Emilce Cuda è stata nominata segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina presso il Dicastero per i Vescovi.
Storicamente, la nomina di donne esperte alle alte cariche della Curia iniziò con Paolo VI. Sotto il suo pontificato, l’australiana Rosemarie Goldie ha servito nel Pontificio Consiglio per i Laici dal 1967 al 1976, come una delle due vicesegretarie. Nel 2004, Giovanni Paolo II ha nominato una donna sottosegretaria: suor Enrica Rosanna, alla Congregazione per la Vita Consacrata.
All’interno dello Stato della Città del Vaticano, dove la quota delle donne è rimasta stabile (19%), Francesco ha nominato due donne ai vertici: Barbara Jatta, dal 2016 direttrice dei Musei Vaticani, e suor Raffaella Petrini Segretario generale del Governatorato dal 2022.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine di Milton Martínez / Secretaría de Cultura CDMX via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Spirito
Vescovo tedesco afferma che «non dobbiamo evangelizzare» il mondo poiché si può essere «felici» senza Dio
Il vescovo tedesco Franz-Josef Overbeck ha affermato che «non dobbiamo evangelizzare il mondo intero» e che le persone sono «felici e contente» senza Dio. Lo riporta LifeSiteNews.
In un sermone nella solennità di Maria, Madre di Dio, nella cattedrale di Essen, Overbeck ha detto che «non dobbiamo evangelizzare il mondo intero e conquistarlo a una certa forma di vita ecclesiale».
«Dio troverà il modo di condurre sulla buona strada coloro che non possono o non vogliono credere in Lui», ha affermato il vescovo. «Comprendere e vivere la nostra comune vita cristiana ed ecclesiale in modo tale che il Vangelo sia un invito per le persone, ma non una costrizione o una pressione, è ciò che possiamo fare per garantire che in futuro continueranno ad esserci luoghi del cristianesimo accessibili a tutti».
Overbeck ha citato studi che pretendono di dimostrare che molte persone affermano di non aver bisogno di Dio o della religione e nonostante ciò «sono felici e contente e spesso conducono una vita appagante e non sono affatto persone egoiste».
Il filosofo cattolico Sebastian Ostritsch ha commentato in un articolo per il giornale tedesco Die Tagespost che, anche se fosse vero che le persone sono felici e contente senza Dio, i cristiani dovrebbero preoccuparsi principalmente della salvezza eterna del prossimo e non di una contentezza superficiale.
«Tutto il resto sarebbe egoistico, persino privo di amore, perché vedrebbe nell’altro solo un essere ordinario limitato a questo mondo», ha scritto l’Ostritsch.
Come noto, monsignor Overbeck è uno dei paladini del cosiddetto Cammino sinodale tedesco. Cappellano militare della Bundeswher, l’esercito germanico, il vescovo aveva domandato due anni fa una «strategia di uscita» dall’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa il vescovo aveva affermato che le donne «predicano» nella sua diocesi nonostante il freno vaticano alle «diaconesse».
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Immagine di ACBahn via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0); immagine tagliata
Spirito
Il Vaticano affronta la strategia dell’ambiguità
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Occulto
Gli esorcisti lanciano l’allarme
L’Associazione Internazionale Esorcisti, associazione fondata nel 1994 e riconosciuta nel 2014 come associazione privata di fedeli di diritto pontificio, ha come scopo principale il servizio ai sacerdoti che esercitano il ministero di esorcisti nella Chiesa cattolica. Riunisce più di 900 esorcisti e 130 ausiliari.
Il 6 gennaio 2025, l’Associazione ha pubblicato un documento per offrire «alcune osservazioni su alcune pratiche pastorali errate» che distorcono o ignorano le istruzioni della Chiesa e gli elementi di prudenza che devono circondare l’esercizio del delicato ministero di esorcista.
L’aumento della domanda
Nel testo si nota l’aumento delle richieste da parte di persone «convinte di essere vittime di un’azione straordinaria del demonio, in una delle sue varie forme». Ma talvolta l’intervento di terzi incompetenti e privi di discernimento interrompe il regolare esame del caso. Ecco perché gli esorcisti forniscono dieci chiarimenti «per far luce su alcune situazioni riprovevoli».
1. Attenzione all’improvvisazione e al sensazionalismo
Alcuni sacerdoti, consacrati e laici, mettono in atto mezzi arbitrari, non autorizzati dalla competente autorità ecclesiastica. Ancora più gravemente, dissuadono i fedeli dal rivolgersi all’esorcista ufficiale della loro diocesi, suggerendo loro di rivolgersi ad altri esorcisti «più potenti» o sostenendo l’idea di una presenza demoniaca che loro identificano erroneamente.
2. Ossessione per la presenza del demone
Alcuni «focalizzano la loro attenzione esclusivamente sulla presenza e l’azione del demone». Trascurano la fede, la preghiera, la vita sacramentale e la pratica della carità, che sono sempre state presentate come le armi migliori contro il diavolo. Pensano che la liberazione dipenda solo dalla ripetizione compulsiva di preghiere e benedizioni.
3. Negligenza nel discernimento
Alcuni sacerdoti, «talvolta purtroppo anche alcuni esorcisti, trascurando il serio e rigoroso discernimento prescritto dai Praenotanda del Rito degli esorcismi, utilizzano criteri estranei alla fede cattolica, facendo proprie concezioni di origine esoterica o new age. Questo approccio è inaccettabile e contrario alla fede e alla dottrina della Chiesa», nota il documento.
4. Pratiche superstiziose e uso improprio delle cose sacre
Il documento attacca chi usa «metodi superstiziosi», chiedendo foto o vestiti per riconoscere possibili malefici, toccando i fedeli per «diagnosticare la presenza di entità maligne», o suggerendo un uso improprio delle res sacrae (acqua, sale, olio santo, ecc.). Ciò mantiene «mentalità e pratiche superstiziose».
5. Coinvolgimento di persone inappropriate
Alcuni sacerdoti collaborano con persone considerate «sensibili», indirizzando a loro i fedeli sofferenti, invece di indirizzarli all’esorcista ufficiale. Talvolta è l’esorcista diocesano a delegare a questi personaggi il compito di discernere una reale azione demoniaca, e addirittura a lasciarsi guidare da loro per «liberare» le persone sofferenti dal maligno.
Un simile comportamento è evidentemente contrario alla missione dell’esorcista, il cui compito è quello di operare il discernimento e di utilizzare i mezzi forniti dalla Chiesa per combattere il demonio.
6. Disprezzo per le scienze mediche e psicologiche
Nel discernimento, l’esorcista, oltre ai criteri tradizionali utilizzati per identificare i casi di azione demoniaca straordinaria, può ricorrere al consiglio di esorcisti esperti e, in certi casi, alla consulenza di esperti in campo medico e psichiatrico. Possono aiutare a comprendere l’origine di disturbi che non sono necessariamente di origine preternaturale. Rifiutarsi di farlo espone i fedeli a rischi inutili, perfino a pericoli gravi.
7. Dichiarazioni dannose
Il testo rileva inoltre che «voler ad ogni costo identificare un’azione demoniaca straordinaria come causa scatenante di una situazione di sofferenza di cui si ignora l’origine, senza un serio discernimento, non solo è vano, ma può anche condurre a un danno». Soprattutto se si tratta effettivamente di malattie che non verranno curate.
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8. La questione delle maledizioni
Le maledizioni, «purtroppo più diffuse nella società odierna di quanto pensiamo», non sono la causa di tutti i mali e le disgrazie che possono verificarsi nella vita di una persona. Questo comportamento non solo rischia di innescare la ricerca dei presunti coinvolti, ma genera anche sospetto, perfino odio, spesso in modo gratuito.
Bisogna piuttosto offrire l’aiuto della preghiera e ricordare il potere della grazia divina in tutte le prove, e il fatto che Dio è il padrone di tutto ciò che accade, che lo abbia voluto o permesso. Infine, bisogna far proprie queste prove per configurarsi al Cristo sofferente.
9. Guarire l’albero genealogico
Alcuni sacerdoti e perfino alcuni esorcisti «praticano la guarigione intergenerazionale come una condizione sine qua non, senza la quale non è possibile ottenere alcuna guarigione o liberazione» senza rendersi conto del danno che ciò arreca alla fede e delle conseguenze per le persone. Queste pratiche non hanno alcun fondamento. Si tratta di una brutta copia di ciò che fanno i mormoni.
10. Estirpare la paura
L’esorcista deve essere un agente di pace che viene da Cristo. Bisogna lottare contro la paura che il diavolo usa per ridurre l’uomo alla sua mercé. Un sacerdote che ha paura del diavolo non potrà esercitare il ministero dell’esorcismo senza esporsi a gravi pericoli, soprattutto se combatte questa paura con pratiche più o meno superstiziose.
Il documento si conclude con considerazioni generali sulla società e sul modo in cui percepisce oggi la funzione dell’esorcista, soprattutto attraverso i film, e sulla necessità di una vita cristiana solida, migliore fondamento per tenere lontano il diavolo da sé.
Queste osservazioni sono interessanti e mostrano come oggi il ministero dell’esorcismo possa essere deviato o pervertito.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Francisco Goya (1746-1828), San Francesco Borgia aiuta un impenitente morente (1788), Cattedrale di Valenzia.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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