Epidemie
Vaccino COVID, i componenti della tecnologia mRNA «possono causare gravi eventi avversi in uno o più dei nostri test clinici», afferma un produttore
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Renovatio 21 offre la traduzione di questo pezzo di CHD per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
I vaccini mRNA in fase di test contro il coronavirus, incluso quello di Moderna, ricorrono a un «sistema di trasporto» basato su nanoparticelle contenenti una sostanza chimica denominata glicole polietilenico (PEG).
In sintesi:
- I vaccini mRNA in fase di test contro il coronavirus, incluso quello di Moderna, ricorrono a un «sistema di trasporto» basato su nanoparticelle contenenti una sostanza chimica denominata glicole polietilenico (PEG).
- L’uso di PEG in farmaci e vaccini è sempre più controverso a causa della documentata incidenza di reazioni immunitarie negative legate al PEG, tra cui anafilassi potenzialmente letali.
- Quasi sette americani su dieci potrebbero già essere sensibilizzati alla PEG, che potrebbe ridurre l’efficacia dei vaccini e aumentare gli effetti collaterali.
Quasi sette americani su dieci potrebbero già essere sensibilizzati alla PEG, che potrebbe ridurre l’efficacia dei vaccini e aumentare gli effetti collaterali
- Se un vaccino mRNA contro il COVID contenente PEG ottiene l’approvazione della FDA, l’aumentata esposizione al PEG sarebbe senza precedenti e potenzialmente disastrosa.
- I documenti e le pubblicazioni di Moderna indicano che la compagnia è ben conscia dei rischi alla sicurezza associati al PEG e ad altri aspetti della tecnologia mRNA, ma è più concentrata sul profitto.
Molti candidati statunitensi – Moderna, Pfizer/BioNTech e Arcturus Therapeutics – stanno impiegando la tecnologia a RNA messaggero, o mRNA, mai approvata prima, in quanto si tratta di un approccio sperimentale progettato per trasformare le cellule del corpo in fabbriche di proteine virali
Una dozzina di vaccini contro il COVID sono in fase di test, capifila di un gruppo che conta circa 170 candidati. Molti candidati statunitensi – Moderna, Pfizer/BioNTech e Arcturus Therapeutics – stanno impiegando la tecnologia a RNA messaggero, o mRNA, mai approvata prima, in quanto si tratta di un approccio sperimentale progettato per trasformare le cellule del corpo in fabbriche di proteine virali.
Una sfida tecnologica è quella di far arrivare l’RNA intatto nelle cellule – evitando che si rompa prima dell’arrivo a destinazione. In altre parole, i vaccini mRNA non possono operare senza un meccanismo di rilascio integrato che consente al mRNA di spingersi nel citoplasma cellulare.
La soluzione è un «sistema di trasporto» che utilizza nanoparticelle lipidiche (LNP). Queste particelle incapsulano il costrutto di mRNA per proteggerlo dalla degradazione e promuovere l’assimilazione da parte della cellula; inoltre, stimola il sistema immunitario (proprietà che gli scienziati vaccinali definiscono «proprietà adiuvante» delle LNP).
Le formulazioni LNP dei tre vaccini contro il COVID sono anche PEGilati, cioè le nanoparticelle del vaccino sono rivestite con un polimero sintetico, non degradabile e altamente controverso chiamato glicole polietilenico (PEG).
Nel prospetto aziendale che supporta il lancio sul mercato di Moderna del 2018 (una prima offerta pubblica che ha stabilito un record per l’industria biotecnologica), l’azienda è stata onesta sui numerosi rischi del suo approccio tecnico.
Nello specifico, moderna ammette il potenziale delle sue LNP – e PEG – di provocare «effetti collaterali sistemici»
Nello specifico, moderna ammette il potenziale delle sue LNP – e PEG – di provocare «effetti collaterali sistemici», soprattutto considerando la letteratura scientifica di simili effetti collaterali per altri LNP. Nei commenti solitamente ignorati dal pubblico, Moderna ha affermato (pag. 33) che:
«Non possono esserci garanzie sul fatto che i nostri LNP non avranno effetti indesiderati. I nostri LNP potrebbero con tribuire, completamente o in parte, a uno p più dei seguenti: reazioni immunitarie, reazioni all’infusione, reazioni ai complementi, reazioni all’opsonizzazione, reazioni anticorpali … o reazioni al PEG di alcuni lipidi o ad altri PEG legati al LNP. Alcuni aspetti dei nostri farmaci sperimentali possono indurre reazioni immunitarie sia dal mRNA sia dai lipidi, così come reazioni avverse a carico del fegato o degradazione del mRNA o del LNP, ciascuna delle quali potrebbe causare gravi eventi avversi in uno o più dei nostri test clinici». [corsivo e link aggiunti]
Lungi dall’esprimere preoccupazioni sul benessere dei partecipanti ai test clinici, questa sezione del prospetto conclude che ciascuno di questi problemi «può materialmente danneggiare il business [dell’azienda], le condizioni finanziarie, i potenziali clienti».
Lungi dall’esprimere preoccupazioni sul benessere dei partecipanti ai test clinici, questa sezione del prospetto conclude che ciascuno di questi problemi «può materialmente danneggiare il business [dell’azienda], le condizioni finanziarie, i potenziali clienti».
Il PEG «invisibile»
Il PEG è ampiamente utilizzato in farmaci, prodotti per la cura personale, lubrificanti, gel (come quello per le ecografie), additivi alimentari e non solo.
Ad esempio, il PEG è un noto ingrediente del controverso lassativo della Bayer, MiraLAX, utilizzato per la costipazione e per preparare i pazienti alla colonscopia. Molti genitori di bambini cronicamente costipati hanno accusato MiraLAX di aver provocato gravi sintomi neuropsichiatrici, tra cui sbalzi d’umore, rabbia, fobie e paranoie.
Le industrie biofarmaceutiche e vaccinali apprezzano il PEG per la sua capacità di dotare le nanoparticelle dell’invisibilità, cioè permette alle particelle di passare inosservato dal sistema immunitario e aggirare le difese immunitarie del corpo.
Il PEG è un noto ingrediente del controverso lassativo della Bayer, MiraLAX, utilizzato per la costipazione e per preparare i pazienti alla colonscopia. Molti genitori di bambini cronicamente costipati hanno accusato MiraLAX di aver provocato gravi sintomi neuropsichiatrici, tra cui sbalzi d’umore, rabbia, fobie e paranoie
Recentemente, comunque, il PEG è stato attentamente esaminato. I ricercatori che sostenevano che il polimero fosse per lo più «inerte» ora stanno mettendo in discussione la biocompatibilità e avvertono sulla capacità delle particelle PEGilate di accelerare la crescita dei tumori e risposte immunitarie avverse che includono la «probabilmente sottodiagnosticata» e potenzialmente letale anafilassi (chiamata anche ipersensibilità).
Queste risposte indesiderate hanno, a volte, bloccato le sperimentazioni.
Inoltre, casi-studio evidenziano reazioni incrociate tra PEG e polisorbati (tensioattivi/emulsionanti presenti in molti prodotti, tra cui certi vaccini), e significa che gli individui possono sperimentare una pericolosa ipersensibilità verso entrambi.
Come risultato, alcuni scienziati ritengono che sia tempo di sviluppare alternative per sostituire il PEG. Ricercatori statunitensi e olandesi hanno dichiarato nel 2013:
«Le crescenti prove che documentano gli effetti dannosi del PEG nei farmaci rende imperativo che gli scienziati di questo campo interrompano la loro dipendenza dal PEG».
«Le crescenti prove che documentano gli effetti dannosi del PEG nei farmaci rende imperativo che gli scienziati di questo campo interrompano la loro dipendenza dal PEG».
Le preoccupazioni delle compagnie farmaceutiche sono incentrate su altri problemi: le risposte immunitarie al PEG possono veramente ridurre l’efficacia di farmaci che lo contengono.
Molti lavoratori dell’industria farmaceutica devono essersi preoccupati quando uno studio del 2016 su Analytical Chemistry ha riportato livelli visibili e talvolta alti di anticorpi anti-PEG (tra cui anticorpi di prima difesa IgM e anticorpi della fase successiva IgG) in circa il 72% del campione umano contemporaneo, e nel 56% del campione storico dagli anni Settanta agli anni Novanta.
I ricercatori hanno confessato che i risultati sono stati assolutamente inaspettati. Hanno anche confermato che la sensibilizzazione al PEG può essere indotta tramite l’esposizione a farmaci PEGilati o può essere preesistente in individui mai trattati con farmaci PEGilati ma «più probabilmente … esposti a PEG in altri modi».
I ricercatori hanno confessato che i risultati sono stati assolutamente inaspettati. Hanno anche confermato che la sensibilizzazione al PEG può essere indotta tramite l’esposizione a farmaci PEGilati o può essere preesistente in individui mai trattati con farmaci PEGilati ma «più probabilmente … esposti a PEG in altri modi».
PEG e vaccini COVID-19
La crescente esposizione a prodotti contenenti PEG rende «normale desumere» che gli anticorpi anti-PEG continueranno ad essere diffusi e «inevitabili». Ad ogni modo, se uno dei vaccini COVID-19 a base di mRNA PEGilato ottiene l’approvazione della FDA, l’aumento dell’esposizione al PEG sarà senza precedenti – e potenzialmente disastroso.
Sfortunatamente, mentre quattro medici su cinque prescrivono già farmaci PEGilati, solo uno su cinque è consapevole delle potenziali risposte immunitarie degli anticorpi anti-PEG e solo un terzo sa che i farmaci che prescrive lo contiene.
Un ricercatore della Vanderbilt University concorda che ci sia una diffusa mancanza di riconoscimento che l’ipersensibilità al PEG è possibile, e ve ne è molta meno sul fatto che si manifesti regolarmente.
Se uno dei vaccini COVID-19 a base di mRNA PEGilato ottiene l’approvazione della FDA, l’aumento dell’esposizione al PEG sarà senza precedenti – e potenzialmente disastroso
In più, mentre potrebbe essere importante esaminare i livelli degli anticorpi anti-PEG nei pazienti «prima di somministrare farmaci contenenti PEG» – tra cui i vaccini – tali esami sono disponibili solo per la ricerca, non per il pubblico.
I vaccini mRNA non sono gli unici contro il COVID-19 che vengono prodotti utilizzando il PEG.
I ricercatori tedeschi del Max Planck Institute hanno sviluppato un processo ad «alta resa» per la produzione del vaccino anti-COVID purificando le particelle virali. In questo procedimento si aggiunge PEG a un liquido contenente il virus e si filtra il liquido attraverso una serie di membrane: «L’elevato contenuto di PEG fa sì che il virus si attacchi alla superficie di cellulosa» mentre le impurità «fluiscono attraverso le membrane».
Prima del COVID-19, i ricercatori elogiavano il PEG in quanto additivo economico utile per risolvere i problemi di conservazione dei vaccini, soprattutto quelli che utilizzano adenovirus geneticamente modificati. Tre dei vaccini COVID-19 in fase di sperimentazione (Johnson&Johnson, Oxford e CanSino) sono vaccini con vettori adenovirali.
Prima del COVID-19, i ricercatori elogiavano il PEG in quanto additivo economico utile per risolvere i problemi di conservazione dei vaccini, soprattutto quelli che utilizzano adenovirus geneticamente modificati; hanno notato che circa l’80% del costo dei vaccini «è legato a problemi della catena del freddo (ossia, mantenere freddi i vaccini)» e che il PEG può aumentare l’emivita dei vaccini da sette giorni a oltre trenta a temperatura ambiente.
Tre dei vaccini COVID-19 in fase di sperimentazione (Johnson&Johnson, Oxford e CanSino) sono vaccini con vettori adenovirali.
In calo e sporchi
Come illustrato dal prospetto di Moderna, gli scienziati sono pienamente consapevoli dei problemi di sicurezza legati al PEG.
Per quanto concerne l’efficacia, uno studio della metà del 2019 condotto da autori che «sono o sono stati impiegati di Moderna, Inc. e hanno ricevuto denaro e quote societarie di Moderna, Inc.» ammette che gli anticorpi anti-PEG «presentano sfide significative ai farmaci contenenti PEG e richiedono strategie per contrastare [i loro] effetti».
Come illustrato dal prospetto di Moderna, gli scienziati sono pienamente consapevoli dei problemi di sicurezza legati al PEG.
Ciononostante, con le «incredibilmente alte» intorno allo sviluppo per il vaccino anti-COVID, le riserve di Moderna sul PEG e la sua tecnologia LNP non hanno bloccato le dispute (pur senza successo) sul brevetto LNP dei concorrenti né hanno mascherato gli effetti collaterali dei test clinici iniziali.
Nel suo prospetto, Moderna ammette solo che «inaccettabili rischi per la salute o effetti collaterali avversi» possono rendere difficile reclutare o mantenere i partecipanti alle sperimentazioni e che «un rapporto rischi/benefici sfavorevole potrebbe «precludere l’accettazione del mercato» se il prodotto verrà commercializzato.
Le percentuali sono ancora più alte per gli individui che per il governo e le compagnie farmaceutiche saranno i primi a ricevere il vaccino.
Gli sviluppatori del vaccino anti-COVID non hanno svelato se sono in corso accertamenti per verificare gli anticorpi anti-PEG nei partecipanti né se stanno agendo per mitigare i potenziali rischi letali delle reazioni di ipersensibilità
Gli sviluppatori del vaccino anti-COVID non hanno svelato se sono in corso accertamenti per verificare gli anticorpi anti-PEG nei partecipanti né se stanno agendo per mitigare i potenziali rischi letali delle reazioni di ipersensibilità.
Se almeno tre quarti della popolazione degli Stati Uniti ha anticorpi anti-PEG, allora non sono certo domande banali.
Il Team di Children’s Health Defense
© 6 agosto 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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Epidemie
Il senatore Rand Paul chiede i documenti dell’intelligence statunitense sulle origini di Fauci, Baric e COVID
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I documenti pubblicati da Paul includevano interazioni che suggerivano che il SARS-CoV-2 fosse emerso a causa di una fuga di notizie dall’Istituto di virologia cinese di Wuhan, nonostante i virologi coinvolti nelle comunicazioni affermassero pubblicamente che il virus aveva un’origine naturale. Baric era già stato messo sotto accusa per il suo sostegno alla controversa ricerca sul guadagno di funzione e per una rischiosa proposta di ricerca presentata insieme alla dottoressa Zhengli Shi, ricercatrice del laboratorio di Wuhan, ampiamente definita la «Bat Lady» per la sua ricerca sul coronavirus che coinvolge i pipistrelli. Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha dichiarato a The Defender: «la richiesta di Paul che le agenzie di intelligence consegnino tutte le informazioni sui loro rapporti con Baric sarà di grande importanza se avrà successo, perché potrebbe aiutare a valutare il grado di complicità del governo statunitense nella catastrofe del COVID».🚨 I’ve sent a letter to ODNI after uncovering new records showing U.S. intel was in contact with coronavirus researcher Ralph Baric as early as 2015. pic.twitter.com/GxuQ5ZDPt8
— Senator Rand Paul (@SenRandPaul) October 30, 2025
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I virologi hanno discusso privatamente la teoria della fuga di laboratorio, ma hanno utilizzato i fondi dei contribuenti per confutarla
Secondo la lettera di Paul, nel settembre 2015, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) e la CIA contattarono Baric per discutere di un «possibile progetto» relativo all’«evoluzione del coronavirus e al possibile adattamento umano». Un comunicato stampa dell’ufficio di Paul della scorsa settimana affermava che meno di due mesi dopo, Baric e Shi avevano pubblicato i risultati dei loro «esperimenti congiunti sul coronavirus» sulla rivista Nature Medicine con il titolo «Un gruppo di coronavirus di pipistrello circolanti simile alla SARS mostra il potenziale per l’emergenza umana». Il comunicato stampa afferma che la ricerca è stata finanziata con fondi pubblici provenienti dal programma USAID PREDICT e sovvenzioni dei National Institutes of Health (NIH). Si afferma inoltre che la comunità scientifica riconosce ampiamente che il lavoro prevede esperimenti di guadagno di funzione. Nel 2018, Baric e Shi hanno collaborato alla stesura della proposta DEFUSE, che «cercava finanziamenti per un progetto che includeva piani per inserire un sito di scissione della furina in un coronavirus, sorprendentemente simile a quello che sarebbe poi emerso come SARS-CoV-2 che ha causato il COVID-19». Sebbene la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) abbia respinto la proposta di Baric e Shi, «due anni dopo, all’inizio del 2020, il COVID-19 si è diffuso da Wuhan, la stessa località menzionata nella proposta DEFUSE». «Quando il virus ha iniziato a circolare a livello globale, la stessa cerchia di scienziati che aveva proposto rischiosi esperimenti di guadagno di funzione ha improvvisamente iniziato a consigliare il governo degli Stati Uniti su come reagire», si legge nel comunicato stampa. Nel 2015, il colonnello Daniel J. Wattendorf, allora responsabile del programma per la DARPA, tenne una presentazione alla terza conferenza internazionale sulla salute dell’mRNA in Germania sullo sviluppo di vaccini a mRNA che avrebbero «ridotto i tempi di risposta alle epidemie». Parlò di vaccini basati su DNA e RNA e della tecnologia di trasferimento genico. Wattendorf è ora direttore delle soluzioni tecnologiche innovative nella divisione Salute globale della Fondazione Gates. In un recente post su X, Paul ha fatto riferimento a un’e-mail del gennaio 2020 in cui un individuo non identificato, chiamato «lo Sponsor», chiedeva a Baric di tenere una presentazione sulla “situazione attuale del Coronavirus” durante una riunione del «Gruppo B» la settimana successiva. Secondo la lettera di Paul, il Gruppo B «sembra essere un riferimento al Gruppo di esperti in scienze biologiche dell’ODNI». Il 29 gennaio 2020, Baric rispose inviando via e-mail una copia di una presentazione PowerPoint, che includeva una diapositiva intitolata «Origini». Il Free Beacon ha ottenuto una copia della presentazione da un informatore e l’ha pubblicata oggi. La presentazione includeva una diapositiva che «discuteva la possibilità di un rilascio accidentale» dal laboratorio di Wuhan, «un’ipotesi che è stata poi pubblicamente respinta, etichettata come teoria del complotto e diffamata dal dottor Fauci e dalla sua cerchia ristretta», si legge nel comunicato stampa. Secondo The Free Beacon, un mese dopo Baric tenne una presentazione quasi identica al Congressional Biomedical Research Caucus, ma senza alcun contenuto che suggerisse che il COVID-19 potesse essere trapelato dal laboratorio di Wuhan.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Le agenzie di Intelligence «hanno continuato a ostacolare» le indagini sulle origini del COVID
Nella lettera di Paul si chiede a Gabbard di divulgare le comunicazioni dell’intelligence statunitense con Fauci, l’ex direttore del NIH Francis Collins e l’ ex principale collaboratore di Fauci David Morens, che è sotto inchiesta del Congresso per aver utilizzato la sua e-mail personale per discutere di argomenti come le origini del COVID-19, nel tentativo di eludere le norme federali sulla conservazione dei dati. Nella lettera si chiedono anche comunicazioni che coinvolgano Peter Daszak, Ph.D., ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione, e Jeremy Farrar e molti altri virologi di spicco. All’inizio del 2020, Fauci, Collins, Farrar, Daszak e molti altri virologi citati nella lettera di Paul hanno collaborato alla pubblicazione di «L’origine prossimale del SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020 ed è diventato uno degli articoli scientifici più citati dell’anno, nonostante alcuni coautori dubitassero in privato che il COVID-19 fosse un’infezione naturale. L’11 febbraio 2020, Fauci incontrò Baric, secondo una copia del suo programma. Farrar divenne in seguito capo scientifico dell’OMS e ora ricopre il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie. L’ amministrazione Trump sta attualmente indagando per stabilire se gli autori e gli editori di «Proximal Origin» abbiano permesso a Fauci e ad altri di influenzare le conclusioni dell’articolo in cambio di finanziamenti federali. A gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, l’ex presidente Joe Biden ha graziato preventivamente Fauci, proteggendolo da procedimenti penali federali per «qualsiasi reato» relativo ai suoi doveri ufficiali, inclusa la sua direzione del National Institute of Allergy and Infectious Disease presso l’NIH. La grazia è retroattiva al 1° gennaio 2014. Secondo Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, Ph.D. e critico della ricerca sul guadagno di funzione, quella data è fondamentale per Fauci e il COVID-19. Ha affermato che il 2014 «è la data di inizio del finanziamento NIH AI110964, il finanziamento NIH che ha finanziato la ricerca di Wuhan che ha causato il COVID e che Fauci ha approvato per il finanziamento continuato nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, in violazione di una moratoria [sulla ricerca sul guadagno di funzione] nel 2014-2017». Ebright ha aggiunto: «Fauci era consapevole dei rischi e sapeva che le politiche del governo statunitense in vigore dal 2014 al 2019 gli impedivano di correre rischi, ma Fauci, anteponendo il suo ego agli interessi di 7,9 miliardi di cittadini di tutto il mondo, ha scelto di correre i rischi e di violare le politiche». A settembre, i documenti pubblicati da Paul nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19 hanno dimostrato che Fauci nel 2020 aveva ordinato ai colleghi di cancellare le email relative al COVID-19, potenzialmente in violazione della legge federale. Paul ha chiesto a Fauci di testimoniare davanti al Congresso entro la fine dell’anno. Nella lettera di Paul a Gabbard si chiede inoltre di includere tutte le email inviate tra gennaio 2012 e il mese scorso da qualsiasi dipendente dell’ODNI che discuta delle origini del COVID-19, di Shi e del Wuhan Institute of Virology, della DARPA e della proposta DEFUSE, del programma PREDICT dell’USAID e dei laboratori biologici nazionali ed esteri «che ricevono finanziamenti o supporto dal governo degli Stati Uniti». Paul ha anche richiesto email riguardanti l’ODNI e l’EcoHealth Alliance. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti governativi statunitensi per l’EcoHealth Alliance.Aiuta Renovatio 21
Armi biologiche
La polizia americana uccide scimmie fuggite dal laboratorio
La polizia dello stato americano del Mississippi ha localizzato e abbattuto diverse scimmie da laboratorio fuggite martedì da un camion ribaltato.
Un gruppo di primati da ricerca in libertà nel Mississippi è stato rintracciato e soppresso dopo che il veicolo che li trasportava si è capovolto martedì. Gli animali sono stati eliminati perché l’autista aveva erroneamente comunicato alla polizia che erano infetti da patologie come il COVID e costituivano un rischio per l’uomo.
Il Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Jasper ha reso noto su Facebook che l’incidente si è verificato martedì mattina lungo l’Interstate 59 vicino a Heidelberg, a circa 160 km da Jackson. Il mezzo trasportava macachi rhesus destinati al National Biomedical Research Center della Tulane University di New Orleans.
Il dipartimento ha riferito che l’autista aveva dichiarato agli agenti che gli animali erano «pericolosi e rappresentavano una minaccia per l’uomo», portatori di malattie tra cui epatite C, herpes e Covid, e che richiedevano l’uso di dispositivi di protezione individuale. In base a tali informazioni, le forze dell’ordine hanno affermato di aver adottato «misure appropriate». I funzionari hanno poi confermato che la maggior parte delle scimmie era stata «distrutta».
🚨🇺🇸 BREAKING: “AGGRESSIVE” LAB MONKEYS ESCAPE OVERTURNED TRUCK IN MISSISSIPPI
Tulane University transport truck crashes on I-59, releasing six 40-pound rhesus monkeys.
Five have been euthanized, one still loose in the woods near Heidelberg.
Sheriff Randy Johnson warns… pic.twitter.com/tqOuOEGuiU
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) October 28, 2025
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La Tulane University ha tuttavia precisato che le scimmie non erano di sua proprietà diretta e «non erano infettive». In un comunicato, l’ateneo ha spiegato che i primati appartenevano a un altro soggetto e non erano stati esposti ad alcun agente patogeno. «Stiamo collaborando attivamente con le autorità locali e stiamo inviando un’équipe di specialisti nella cura degli animali per prestare assistenza», ha dichiarato l’università.
L’ufficio dello sceriffo ha riferito che, dopo essere riusciti a entrare nel camion capovolto e a effettuare un conteggio accurato, risultavano in fuga tre scimmie. In seguito ha comunicato che tutte le scimmie evase, eccetto una, erano state abbattute.
Un video girato sul posto mostra casse di legno contrassegnate dalla dicitura «animali vivi» sparse sul bordo della strada, con scimmie che si muovono tra l’erba alta. Lo sceriffo ha reso noto di aver contattato un’azienda specializzata nello smaltimento di carcasse per rimuovere i resti dall’area.
Il macaco rhesus, specie ampiamente impiegata nella ricerca biomedica, pesa generalmente 5-7 kg e misura circa 50 cm di lunghezza. La New England Primate Conservancy li definisce «curiosi» e «molto intelligenti», sottolineando che la specie è altamente adattabile alla convivenza con l’uomo.
Lo scenario della scimmia che scappa dal laboratorio è stata descritto con dovizia di particolari nel film Virus Letale (1995), con Dustino Hoffman, dove appare assolutamente chiara la natura militare della scienza vaccinale e virologica: il famigerato dual use, per cui ciò un virus può essere usato come arma e il vaccino, quindi, come vantaggio definitivo nella guerra biologica – ammesso che il siero funzioni.
La questione dei primati di laboratorio che scappano con virus mortali come l’Ebola è stata esplorata nei romanzi dello scrittore statunitense Richard Preston, definito come il «Tom Clancy della guerra biologica». Il Prestone ha descritto nel libro divulgativo The Hot Zone (1994), poi divenuto serie TV nel 2019, e sui cui la pellicola con l’Hoffman era in qualche modo ispirato.
La sezione del libro chiamata «The Monkey House» narra la scoperta del virus di Reston in scimmie importate a Reston, nello Stato della Virginia, e le misure adottate dall’Esercito USA e dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie. La vicenda prende avvio con l’arrivo alla struttura di una partita di 100 scimmie selvatiche. Quattro settimane dopo, 29 di esse sono morte. Il veterinario Dan Dalgard esamina i cadaveri e invia i campioni al virologo Peter Jahrling, dell’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito. Sotto il microscopio, Jahrling osserva un virus filamentoso che fa sospettare un’infezione da agente simile al virus di Marburg. Un successivo esame del sangue rivela che si tratta del virus Ebola Zaire. Di fronte a tale evidenza, l’Istituto decide di abbattere tutte le scimmie presenti nella stessa stanza di quelle infette.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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