Cina
Trump blocca l’accordo sulle armi con Taiwano
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di non approvare un pacchetto di armi destinato a Taiwan. Lo riporta il Washington Post, che cita cinque fonti informate.
Il giornale ha collegato questa scelta ai tentativi di Trump di negoziare un accordo commerciale con Pechino e al possibile incontro con il presidente cinese Xi Jinping, previsto a margine del vertice APEC in Corea del Sud il prossimo mese.
Il pacchetto di armi, valutato oltre 400 milioni di dollari, è stato descritto come «più letale» rispetto alle forniture precedenti. Secondo il WaPo, il team di Trump ritiene che Taiwan dovrebbe procurarsi autonomamente le proprie armi, in linea con l’approccio «transazionale» del presidente in politica estera. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato al giornale che la decisione non è ancora definitiva.
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Pechino, che considera Taiwan parte integrante del suo territorio, si oppone fermamente a qualsiasi assistenza militare straniera a Taipei. Xi ha ribadito che la Cina punta a una riunificazione pacifica, ma non esclude l’uso della forza.
A dicembre, il ministero degli Esteri della Repubblica Popolare ha ammonito Taipei, avvertendo che «cercare l’indipendenza appoggiandosi agli Stati Uniti o con mezzi militari è una via verso l’autodistruzione».
Il ministero della Difesa di Formosa ha scelto di non commentare il rapporto, ma ha sottolineato che «Taiwan e Stati Uniti mantengono una stretta cooperazione in materia di sicurezza, con tutti i programmi di scambio che procedono regolarmente per rafforzare un sistema di difesa completo».
Negli ultimi anni, Washington ha autorizzato diverse vendite di armi a Taiwan, inclusa la fornitura di sistemi missilistici di difesa aerea NASAMS.
Ancora lo scorso dicembre il presidente della Cina comunista Xi Jinpingo ha dichiarato ancora una volta che la riunificazione con l’isola di Taiwano è un processo inarrestabile.
Come riportato da Renovatio 21, anche nel discorso di fine anno 2023 lo Xi aveva dichiarato che la riunificazione con Taipei è «inevitabile». Un anno fa, tuttavia, Xi non aveva fatto menzione della forza militare. Il mese prima, il governo cinese aveva epperò chiarito che una dichiarazione di indipendenza da parte di Taipei «significa guerra».
Sinora, lo status quo nella questione tra Pechino e Taipei è stato assicurato dal cosiddetto «scudo dei microchip» di cui gode Taiwan, ossia la deterrenza di questa produzione industriale rispetto agli appetiti cinesi, che ancora non hanno capito come replicare le capacità tecnologiche di Taipei.
La Cina, tuttavia, sta da tempo accelerando per arrivare all’autonomia tecnologica sui semiconduttori, così da dissolvere una volta per tutte lo scudo dei microchip taiwanese. La collaborazione tra Taiwan e UE riguardo ai microchip, nonostante la volontà espressa da Bruxelles, non è mai davvero decollata.
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Come riportato da Renovatio 21, il colosso del microchip TSMC ha dichiarato l’anno scorso che la produzione dei microchip si arresterebbe in caso di invasione cinese di Formosa.
I microchip taiwanesi sono un argomento centrale nella attuale tensione tra Washington e Pechino, che qualcuno sta definendo come una vera guerra economica mossa dall’amministrazione Biden contro il Dragone, che riprendono politiche della precedente amministrazione Trump.
Come riportato da Renovatio 21, durante il suo discorso per la celebrazione del centenario del Partito Comunista Cinese nel 2021 lo Xi, mostrandosi in un’inconfondibile camicia à la Mao, parlò della riunificazione con Taipei come fase di un «rinnovamento nazionale» e della prontezza della Cina a «schiacciare la testa» di chi proverà ad intimidirla.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
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Cina
Trump: non permetterò a Nvidia di vendere chip avanzati alla Cina
Il presidente Trump ha dichiarato che impedirà alla Cina di acquistare i chip Blackwell avanzati di Nvidia, sostenendo che potrebbero conferire al principale rivale americano un «uguale vantaggio» nella corsa al dominio dell’intelligenza artificiale.
«No, non lo faremo», ha detto Trump durante un’intervista al programma di giornalismo di inchiesta 60 Minutes della CBS trasmessa domenica. «Non permetteremo a nessuno di averli, tranne agli Stati Uniti.»
Il Presidente ha poi affermato che gli Stati Uniti stanno attualmente vincendo la corsa all’intelligenza artificiale e che fornire alla Cina i chip Blackwell – i più avanzati di Nvidia fino ad oggi – garantirebbe loro un «uguale vantaggio».
«In questo momento stiamo vincendo perché stiamo producendo elettricità come mai prima d’ora», ha dichiarato il presidente.
Parlando domenica ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente Trump ha ribadito la sua posizione, descrivendo i chip Blackwell come «10 anni avanti rispetto a tutti gli altri chip».
«No, non diamo quel chip ad altre persone», ha aggiunto.
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I commenti di Trump sono giunti due giorni dopo che il CEO di Nvidia, Jensen Huang, aveva espresso la speranza che la sua azienda potesse vendere i chip alla Cina in futuro, pur non avendo al momento tale intenzione.
«Lo spero, ma questa è una decisione che spetta al presidente Trump», ha detto lo Huang ai giornalisti al vertice dei CEO dell’APEC a Gyeongju, in Corea del Sud.
Gli Stati Uniti hanno imposto controlli sull’esportazione dei chip più avanzati di Nvidia verso la Cina, nel tentativo di frenare i progressi tecnologici di Pechino, in particolare per quanto riguarda le attrezzature militari.
La scorsa settimana i legislatori hanno espresso sostegno alla posizione del Presidente, sostenendo che la vendita di tecnologia avanzata di intelligenza artificiale alla Cina rappresenta una minaccia diretta agli interessi nazionali.
«In un momento in cui i chip più avanzati sono disponibili in quantità limitata, la crescita della nostra economia e il sostegno all’ingegnosità americana dovrebbero avere la precedenza sulla facilitazione della modernizzazione militare del PCC e sulle violazioni dei diritti umani», ha affermato in una nota il deputato Raja Krishnamoorthi, presidente della Commissione speciale della Camera sul PCC.
Nella sua intervista con la CBS, Trump ha anche dichiarato che gli Stati Uniti stanno accelerando le misure per ridurre e, in ultima analisi, eliminare la dipendenza dai minerali di terre rare e dai magneti cinesi, utilizzati da Pechino come strumento di pressione nella guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti.
«Entro un anno, un anno e mezzo, avremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno», ha affermato Trump.
Gli Stati Uniti stanno diversificando la propria catena di approvvigionamento attraverso nuove attività di estrazione e raffinazione nel Sud-est asiatico e in Australia.
La Cina ha iniziato a usare il suo controllo sull’estrazione e la produzione di terre rare come arma durante una disputa commerciale con il Giappone nel 2010. La mossa provocò un diffuso allarme nel settore manifatturiero.
Nel suo secondo mandato, il presidente Trump ha fatto del recupero del controllo sulle risorse strategiche una priorità assoluta. Ha introdotto misure per accelerare i permessi per la produzione nazionale e ha promesso centinaia di milioni di dollari per sostenere i produttori statunitensi.
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Come riportato da Renovatio 21, Nvidiala scorsa settimana ha toccato la capitalizzazione record di 5 trilioni di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, Nvidia nel giugno 2024 era diventata la seconda azienda più capitalizzata al mondo, con il titolo di NVIDIA in Borsa a dare performance davvero invidiabili: il prezzo delle azioni era salito del 47% nei primi mesi del 2024.
Nell’ambito delle tensioni con la Repubblica Popolare Cinese su Taiwan, il governo degli Stati Uniti aveva detto a NVIDIA di interrompere immediatamente la spedizione di alcuni dei suoi chip di Intelligenza Artificiale di fascia alta in Cina.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato NVIDIA ha annunziato un piano per la produzione di «robot umanoidi» basati sull’Intelligenza Artificiale.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Flickr
Cina
Trump dice che l’incontro con Xi prepara una «pace duratura»
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