Bizzarria
Stato USA prende in considerazione una legge contro la polizia che trattiene cadaveri per «collezioni personali»
Negli Stati Uniti la legge ha cercato di rispondere ad una domanda che non tutti si sono posti: quando un caso di omicidio si blocca e rimane «congelato» nel tempo, cosa succede al corpo della vittima? Un rapporto di un tenente della polizia di Pascagoula ha dichiarato al Mississippi Free Press l’orribile risposta.
Per decenni, i resti umani inviati a un laboratorio criminale fuori dallo stato non sono stati restituiti al Mississippi, ma molti sono stati trattenuti per scopi educativi e addirittura per le «collezioni personali» di poliziotti, coroner e medici legali che li hanno gestiti.
Secondo il tenente Darren Versiga, la cui indagine iniziata nel 2012 ha iniziato a far luce su questa macabra pratica, nulla di tutto ciò era illegale, anche se la nuova legislazione potrebbe presto cambiare la situazione.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
«Non c’era nessuno che imponesse una regola. Non c’era nessuna legge messa in atto per fermare tutto questo», ha detto il Versiga al MFP. «Ho pensato che questo è un problema più grande di quanto si pensasse», ha dichiarato. «Abbiamo bisogno di una legge che impedisca che ciò accada di nuovo».
L’ufficiale di pubblica sicurezza ha inoltre detto che il «vaso di Pandora» è stato aperto dopo aver iniziato a indagare sulla morte di una ventiquattrenne, il cui corpo fu trovato in un cimitero di Pascagoula nel 1982.
Sospettando un collegamento con il serial killer Samuel Little – che avrebbe confessato l’omicidio anni dopo – Versiga chiamò il laboratorio criminale dell’Oklahoma dove erano stati inviati i resti della vittima e a quel tempo il Mississippi non aveva un proprio medico legale statale.
Fu allora che un dipendente del laboratorio criminale rivelò che c’erano diversi resti umani provenienti dal Mississippi che non erano mai stati rimandati indietro. «Ho pensato, perché dovrebbero averli per tutti questi anni?», ha aggiunto Versiga.
I cadaveri finirono nel limbo perché non potevano essere identificati con certezza. Non tutti gli incidenti, secondo Versiga, erano intenzionali. In altri casi, però, ha affermato che i funzionari si sono rifiutati apertamente di restituire i resti o hanno ammesso di averli consegnati a terzi.
Secondo la testata giornalistica locale, una nuova legge introdotta nel senato del Mississippi, in parte stimolata dal lavoro di Versiga, richiederebbe alle forze dell’ordine di inserire informazioni su una persona scomparsa o non identificata nel Sistema nazionale delle persone scomparse e non identificate (NAMUS). Inoltre i funzionari dovrebbero condurre test del DNA su resti umani non identificati.
Il tenente ritiene che il disegno di legge avrebbe potuto impedire la maldestra sepoltura di un 37enne residente a Jackson che è stato ucciso l’anno scorso da un poliziotto fuori servizio che lo ha colpito con la sua auto di pattuglia.
La scomparsa dell’uomo era stata denunciata da sua madre prima della sua morte. Ma i funzionari del dipartimento di polizia di Jackson non hanno informato la famiglia che era stato ucciso, nonostante un’indagine indipendente avesse successivamente scoperto che aveva con sé un documento d’identità. Senza nessuno che reclamasse i resti, fu sepolto all’insaputa della famiglia.
«Ciò non sarebbe mai dovuto accadere al giorno d’oggi», ha chiosato il Versiga a MFP. Allo stato attuale, il disegno di legge è stato approvato al Senato dello stato, ma richiede un voto alla Camera, scrive Futurism.
Come riportato da Renovatio 21, gli USA sono stati teatro di recente di un altro osceno caso di traffico di pezzi di corpi defunti che ha riguardato addirittura il prestigioso ateneo di Harvard.
Sostieni Renovatio 21
Lo scandalo del traffico di parti di cadavere nella storica università statunitense (16 premi Nobel all’attivo) ha permesso di far emergere un network di traffici perversi – un vero e proprio mercato, con domanda e offerta – di cui non si riusciva ad immaginare l’esistenza.
In quella vicenda, finita davanti al giudice, un membro di una rete di individui piuttosto particolari si è dichiarato colpevole di aver procurato e venduto parti del corpo, alcune provenienti dall’obitorio della Harvard Medical School.
Una delle persone accusate gestiva a Nord di Boston un negozio chiamato Kat’s Creepy Creations, dove la specializzazione era specializzata il riciclare bambole in pupazzi horror, intrisi di sangue e deformati. Secondo la polizia, ha acquistato volti sezionati per 600 dollari che intendeva far conciare in pelle. Non è chiaro se le parti del cadavere siano state utilizzate, ma si potrebbe presumere che abbia conservato e venduto resti umani nel negozio.
Non si tratta del primo caso di orrori e cadaveri delle università.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa un grande scandalo colpì l’Università di Paris-Descartes: il più grande centro di anatomia europeo presso la scuola di medicina dell’Università di Paris-Descartes fu chiuso a causa di gravi carenze nello stato di conservazione dei cadaveri, locali fatiscenti e sospetti che i corpi venissero mercificati.
Come riportato da Renovatio 21, secondo varie testimonianze, in Nigeria è possibile acquistare resti umani al mercato, al fine di utilizzarli per fini esoterici.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Bizzarria
Ballerini su ghiaccio cinesi indagati per un missile pelouche
🌐🇨🇳Message sent? – How else to explain the actions of Chinese athletes.
Chinese figure skaters showed a toy ballistic missile DF-61, their actions will be investigated . Chinese figure skaters showed a plush toy in the shape of an intercontinental ballistic missile — the… pic.twitter.com/Iu5AL1QUEz — 🌐geopolitics in the picture (@geogeolite) October 28, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Bizzarria
Trump trolla tutti con un video AI in cui bombarda di escrementi i manifestanti «No Kings»
Il presidente statunitense Donald Trump ha ridicolizzato le proteste «No Kings», diffondendo su Truth Social vari video generati dall’intelligenza artificiale, tra cui uno in cui rovescia sulla folla quella che appare come una massa di escrementi.
Sabato gli Stati Uniti sono stati teatro di un’ondata di dimostrazioni contro l’amministrazione Trump, con grandi raduni organizzati in oltre 2.500 luoghi in tutto il territorio nazionale.
I partecipanti accusano il presidente di abuso di potere e di erosione della democrazia, criticando inoltre la sua politica repressiva verso gli immigrati irregolari e l’impiego di truppe nelle città con la motivazione di contrastare la criminalità diffusa.
In risposta, Trump ha postato sui social media clip create con l’IA, inclusi filmati inizialmente caricati da Xerias, un account X pro-Trump noto per produrre meme digitali.
Una delle sequenze mostra Trump ai comandi di un jet da combattimento battezzato «King Trump», che scarica enormi masse di materia fecale su una folla di manifestanti – con in sottofondo la canzone di Kenny Loggins Danger Zone, irrimediabilmente associata alla celeberrima pellicola aeronautica Top Gun (1986), che la utilizza ben tre volte nella storia con protagonista il Tom Cruise.
Il video AI rilanciato dal presidente include anche un’immagine condivisa durante la protesta di New York dall’influencer progressista Harry Sisson, che nel video finisce sommerso, come tutta la serqua di manifestanti «No Kinghi» da una poderosa quantità di materia escrementizia.
President Trump just posted this on Truth Social today in response to the No Kings protests. 😅
He’s dropping crap on the protestors from a fighter jet. pic.twitter.com/7uBornAOBE
— Laura Loomer (@LauraLoomer) October 19, 2025
Aiuta Renovatio 21
Il Sisson, idolo tiktoker progressista, l’ha presa male. Domenica mattina, Sisson ha replicato su X al video che lo ritraeva: «un giornalista può domandare a Trump il motivo per cui ha postato un filmato generato dall’IA in cui mi fa cadere la cacca addosso da un caccia?».
Il ragazzo ha quindi proceduto ad insultare Trump dicendo che nella realtà l’aereo non sarebbe potuto decollare a causa del «fat ass» («culo grasso») del presidente. Per fare ciò, il Sissone rimanda in onda per intero l’irresistibile video, di fatto ampliandone la portata.
That plane wouldn’t have made it off the ground with your fatass in the pilot’s seat. https://t.co/9qPts2otJQ
— Harry Sisson (@harryjsisson) October 19, 2025
In un’altra clip, originariamente diffusa dal vicepresidente JD Vance e condivisa da Trump, il presidente indossa una corona e un mantello, estrae una spada e si erge trionfante sugli avversari democrat.
JD Vance melted the blue sky servers today with a King Trump meme 😆 absolute banger🔥 pic.twitter.com/eG4EP3wNh7
— Dirty Civilian WV (@Dirty_Civilian) October 18, 2025
Sostieni Renovatio 21
Il montaggio condiviso dal Vance termina con figure di spicco del Partito Democratico, come l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dell’opposizione al Senato Chuck Schumer, in ginocchio ai suoi piedi. Si tratta qui di un’allusione esplicita a una sessione fotografica del 2020 in onore di George Floyd.
I contenuti di Trump hanno suscitato risposte polarizzate: i suoi sostenitori li hanno rilanciati con entusiasmo, mentre detrattori come il senatore democratico Brian Schatz li hanno aspramente censurati. «Perché il Presidente dovrebbe diffondere online un’immagine in cui scarica feci sulle città americane?», ha twittato Schatz su X.
I progressisti americani non hanno ancora capito veramente che per la prima volta alla Casa Bianca c’è un presidente troll, e di capacità di trollaggio eccelse, o meglio quello che l’antropologia dell’internetto oggi definisce uno shitposter. Parola assai adeguata anche al caso presente.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
Bizzarria
Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»
The living Israeli hostages held in Gaza have been freed under the first phase of Donald Trump’s peace plan, alongside a Palestinian prisoner release. The deal may become a signature achievement of Trump’s second term, and it could mark a strategic turning point for the Middle… pic.twitter.com/0bZDABIDGj
— TIME (@TIME) October 13, 2025
Aiuta Renovatio 21
Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio. È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.Mika Brzezinski from MSNBC’s “Morning Joe” was once visibly fond of Donald Trump, even playfully running her fingers through his hair. Later on she compared him to Hitler. And now, after seven years of estrangement, apparently he’s no longer Hitler… pic.twitter.com/b9tepBUuSy
— MAGA Resource (@MAGAResource) November 18, 2024
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Pensiero1 settimana faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Sanità2 settimane faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura1 settimana fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Oligarcato1 settimana faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
-



Salute2 settimane faI malori della 42ª settimana 2025
-



Pensiero2 giorni faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
-



Politica1 settimana faI vaccini, l’euro, l’OMS e le proteste pro-Palestina. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi
-



Bioetica2 settimane faMorte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità













