Spirito
Sinodo, mons. Overbeck rifiuta la tradizione apostolica
Mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen (Germania), è uno dei paladini del Cammino sinodale tedesco. Partecipando al Sinodo sulla sinodalità, è scontento della piega che stanno prendendo le cose, che evidentemente non vanno abbastanza veloci per i suoi gusti. Sperava senza dubbio che il Sinodo ratificasse tutte le deviazioni dal Cammino sinodale.
Il Cammino sinodale tedesco
Durante la conferenza stampa di sabato 21 ottobre, il vescovo di Essen si è espresso a favore del Cammino sinodale, un processo che è in corso da più di 4 anni. “Il motivo per cui abbiamo iniziato questo percorso sono i numerosi casi di abusi nella nostra patria”, ha spiegato il direttore di Adveniat, l’agenzia tedesca che finanzia numerosi progetti di aiuto in America Latina.
Ma il processo tedesco è anche «un cammino di penitenza e di rinnovamento» il cui obiettivo è chiedersi «quali sono i cambiamenti necessari e urgenti per rinnovare la vita ecclesiale». Per il vescovo, questo processo ha permesso di scoprire «un nuovo modo di stare insieme, una sinodalità viva nella Chiesa in Germania, che è diversa da quella che si fa qui a Roma».
Ricordiamo che nel corso di 4 Assemblee sinodali, i partecipanti – ecclesiastici al pari dei laici – hanno votato a favore dell’ordinazione delle donne, della benedizione delle coppie omosessuali e della modifica dell’insegnamento della Chiesa sugli atti omosessuali, senza dimenticare la modifica della struttura della Chiesa.
Segni di tempi superiori alla teologia, al magistero e alla tradizione
Mons. Overbeck ha poi affermato che «se la teologia, il magistero o la tradizione e i segni dei tempi persistono in contraddizione» e sono «inconciliabili, non convinceranno nessuno e non potranno nemmeno dare una guida ai cattolici». Pertanto, i «segni dei tempi» sono il riferimento per la Chiesa, al di sopra della Rivelazione, del magistero e della tradizione.
Abbiamo capito bene? Il vescovo ha poi assicurato di porre sempre «Gesù Cristo al centro della nostra fede e della nostra ricerca comune, senza soffermarsi su usi e costumi che non hanno priorità nella gerarchia della verità». Questo sembra chiaro.
Sostieni Renovatio 21
Mettere fine alla tradizione apostolica
Alla domanda su cosa intendesse per «tradizione», mons. Overbeck ha spiegato che si tratta «soprattutto della tradizione apostolica. (…) In secondo luogo, tutte le tradizioni che abbiamo nella Chiesa sono diverse, come cristiani e cattolici. Siamo cattolici e abbiamo la nostra tradizione. Ad esempio nella liturgia, ma è una tradizione particolare. C’è anche l’aspetto dei concili nelle diverse Chiese in Germania», ha detto.
Completamente colta alla sprovvista, una giornalista ha voluto sapere cosa intendesse: «Vuole dire che dovremmo mettere da parte la Tradizione Apostolica?», e per due volte ha risposto «sì», voleva dire proprio questo.
Apertura al diaconato per le donne
Interrogato sul Sinodo della sinodalità e sulla questione del diaconato femminile, mons. Overbeck ha avuto innanzitutto questa sorprendente risposta: “siamo in questo mondo, e non dimentichiamo che in Germania ci sono il 30% di protestanti, circa la metà dei pastori sono donne, non uomini”. Allora… dobbiamo fare come i protestanti?
Quanto al Sinodo, ha detto che negli incontri a cui ha partecipato «è stato sottolineato che forse era giunto il momento che le donne fossero diaconi permanenti. L’importante è che si tratti di una vocazione e non solo di un cosiddetto ‘diritto’ perché le donne ora devono entrare nel campo del ministero sacramentale nella Chiesa».
Sui preti sposati
In Germania, ha spiegato, la situazione è «molto grave» e si è rammaricato che non ci siano più seminaristi. Egli ha sottolineato che è vescovo di Essen da 14 anni e che durante questo periodo «sono morti quasi 300 sacerdoti e io ne ho ordinati 15».
Ha poi insistito sulla necessità di avere preti e diaconi per «salvare la vita sacramentale della Chiesa». Mons. Overbeck ha detto di avere «un’idea di come possiamo fare un passo avanti, perché siamo di fronte alle domande di una nuova tappa del terzo millennio. Le risposte mi sono molto chiare, e sono diverse da quelle del secondo millennio».
A sostegno della sua tesi ha fatto riferimento alle «Chiese orientali e ortodosse» presenti al Sinodo, «e vediamo che anche il sacerdozio dei preti sposati è normale». E ha concluso: «forse ad un certo punto dovremmo dare un’altra risposta».
Dobbiamo rispondere al vescovo di Essen, che da un lato i protestanti in Germania, i cui pastori sono sposati, hanno un problema di reclutamento importante almeno quanto quello della Chiesa. E dall’altro anche le Chiese orientali hanno questo problema.
Se mons. Overbeck vede la soluzione nel matrimonio dei preti è per puro pregiudizio. Ciò non porterà da nessuna parte se non a una crisi ancora più profonda.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Mark Meid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Spirito
Papa Leone incontra le vittime di abuso poco dopo aver lodato don Milani
Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
«Persecuzione feroce e genocida contro i cattolici» e «vile e cortigiana complicità». Mons. Viganò contro Parolin sulle persecuzioni in Nigeria
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha pubblicato su X una dura accusa alle parole del cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin che sembrano sminuire la persecuzione anticristiana che sta insanguinando da anni la Nigeria.
«Conosco bene e porto quotidianamente nel cuore la situazione di sofferenza e di persecuzione dei Cattolici nigeriani, essendo vissuto in Nigeria per sei anni, dal 1992 al 1998, come Nunzio Apostolico» scrive Viganò ricordando la sua esperienza diplomatica.
«Le parole vergognose del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin sul presunto “conflitto sociale” in Nigeria mistificano la realtà di una persecuzione feroce e genocida contro i Cattolici, martirizzati mentre Roma vaneggia di sinodalità e inclusività».
«Mentre la Gerarchia si schiera apertamente in favore dell’islamizzazione dell’Europa cristiana e osa definire “diritto umano” la libertà religiosa del Vaticano II, migliaia di fedeli continuano a testimoniare eroicamente il Vangelo di Cristo, e il loro sangue grida vendetta al Cielo» tuona il prelato lombardo.
Conosco bene e porto quotidianamente nel cuore la situazione di sofferenza e di persecuzione dei Cattolici nigeriani, essendo vissuto in Nigeria per sei anni, dal 1992 al 1998, come Nunzio Apostolico.
Le parole vergognose del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin sul… pic.twitter.com/fBeMP085CE
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 22, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«No, Eminenza: i Cattolici nigeriani sono uccisi in odio alla Fede che essi professano, da parte di mussulmani e in obbedienza al Corano. Quegli stessi mussulmani che stanno trasformando le vostre chiese in moschee, con la vostra vile e cortigiana complicità, e che presto rovesceranno i governi per imporre la sharia agli “infedeli”» continua l’arcivescovo.
«La responsabilità della chiesa bergogliana e post-bergogliana in questo crimine contro Dio e contro l’uomo rimarrà a perenne esecrazione del tradimento dei Pastori».
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse.
Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.
Come riportato da Renovatio 21, rapporto pubblicato quest’estate dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha evidenziato numerosi attacchi sponsorizzati dallo Stato contro i cristiani in Nigeria.
La situazione è deteriorata al punto che il rapporto 2025 della Lista Rossa di Global Christian Relief (GCR) ha indicato la Nigeria come uno dei luoghi più pericolosi per i cristiani. Nella primavera del 2023, la Società Internazionale per le Libertà Civili e lo Stato di Diritto ha riferito che oltre 50.000 persone sono state uccise nel Paese per la loro fede cristiana dal 2009.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Nel suo rapporto del 2025, l’USCIRF ha esortato il governo statunitense a designare la Nigeria come «paese di particolare preoccupazione», esprimendo delusione per la lentezza, e a volte apparente riluttanza, del governo nigeriano nel rispondere a questa violenza, creando un clima di impunità per gli aggressori.
Come riportato da Renovatio 21, gli ultras della nazionale romena, a quanto pare più cristiani di Parolin, durante una recente partita di qualificazione ai mondiali a Bucarest hanno esposto un grande striscione con la scritta «DIFENDETE I CRISTIANI NIGERIANI».
‘Defend Nigerian Christians’
Fans of the Romanian national football team unfurled a banner before their Worlld Cup Qualifier pic.twitter.com/asTnmvuV1l
— Catholic Arena (@CatholicArena) October 15, 2025
Spirito
Una donna a presiedere il declino definitivo dell’anglicanesimo
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero4 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Cancro2 settimane faProteine spike da vaccino COVID trovate nelle cellule tumorali di una donna
-



Vaccini2 settimane fa«Scienza spazzatura» dietro le affermazioni secondo cui i vaccini anti-COVID hanno salvato milioni di persone
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Salute2 settimane faI malori della 41ª settimana 2025
-



Sanità6 giorni faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Autismo1 settimana faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?














