Spirito
Sacerdote cattolico sulla teologia del vaccino: «non si può applicare la causa a doppio effetto alla vaccinazione»

Renovatio 21 pubblica su gentile concessione di Don Curzio Nitoglia questo articolo apparso sul suo sito e su EFFEDIEFFE con il titolo «La tesi dell’azione con l’effetto doppio è applicabile al vaccino anticovid?». Dopo il documento sulla liceità dei vaccini – in particolare quelli COVID – ottenuti con cellule da feto abortito del distretto americano della FSSPX, Renovatio 21 aveva pubblicato la scorsa domenica il suo commento.
La coscienza medica
Gli scienziati, non infeudati alle ditte farmaceutiche, insegnano e dimostrano, dopo ricerche di laboratorio, che nei vaccini ci sono anche le cellule di feti abortiti espressamente con aborto procurato (e non accidentalmente per aborto spontaneo) per la confezione del siero vaccinale. Inoltre la loro efficacia è assai dubbia e i pericoli di gravi effetti collaterali sono ammessi da molti ricercatori. Dunque la questione dei vaccini presenta almeno tre problemi di coscienza, di cui il primo è un macigno.
Gli scienziati, non infeudati alle ditte farmaceutiche, insegnano e dimostrano, dopo ricerche di laboratorio, che nei vaccini ci sono anche le cellule di feti abortiti espressamente con aborto procurato (e non accidentalmente per aborto spontaneo) per la confezione del siero vaccinale
Vi sono centinaia di pubblicazioni scientifiche su questo tema e rimando il lettore a esse, che sono state compendiate in Renovatio 21 del 22 novembre 2020.
Per quanto riguarda il vaccino per il COVID-19 i ricercatori insegnano inoltre che esso contiene dei micro organismi i quali possono modificare il comportamento dell’uomo, rendendolo teleguidato come fosse un robot, per cui si pone pure quest’altro problema etico, quello dell’intelligenza artificiale.
La teologia morale
Recentemente, è stato pubblicato uno studio negli USA, che per risolvere la questione se sia lecito o no farsi vaccinare, applica la dottrina che si studia in teologia morale a) sull’azione con doppio effetto e b) sulla cooperazione solo materiale al peccato formale altrui.
In breve si sostiene che non è lecito fabbricare vaccini con feti abortiti espressamente per la confezione dei sieri vaccinali, ma si afferma che è lecito farsi vaccinare con essi perché sarebbe cooperazione solo materiale (farsi vaccinare) al peccato formale altrui (far abortire le donne per produrre vaccini con i feti abortiti).
La teologia morale (cfr. S. Th., I-II, qq. 18-20) insegna che un atto volontario indiretto o in causa è moralmente cattivo, se l’agente prevede almeno confusamente l’effetto cattivo dell’atto buono o indifferente
Azione con doppio effetto
Il problema a) della causa con due effetti e b) della cooperazione materiale al peccato formale altrui è il seguente:
è lecito a) porre un’azione, dalla quale si prevedono seguire due effetti: uno buono o almeno indifferente e l’altro cattivo e quindi b) cooperare solo materialmente all’eventuale peccato fatto da altri?
La teologia morale (cfr. S. Th., I-II, qq. 18-20) insegna che un atto volontario indiretto o in causa è moralmente cattivo, se l’agente prevede almeno confusamente l’effetto cattivo dell’atto buono o indifferente (ad esempio, se bevo prevedo che mi ubriacherò e che bestemmierò, ora nonostante ciò bevo egualmente e bestemmio anche se stordito senza avere piena avvertenza e deliberato consenso nell’atto di bestemmiare. Ebbene la bestemmia è stata voluta in causa o indirettamente e quindi ho peccato gravemente).
Tuttavia, eccezionalmente, i moralisti aggiungono che ciò può essere lecito, solo purché si verifichino quattro condizioni:
1°) l’atto deve essere buono in sé, se è cattivo è proibito come peccaminoso;
2°) il soggetto operante deve mirare all’effetto buono e non a quello cattivo, ossia deve avere un’intenzione moralmente buona e l’effetto cattivo non deve essere voluto o previsto direttamente, ma solo permesso indirettamente;
3°) i due effetti non debbono essere collegati tra di loro in modo che l’effetto buono (fine) nasca da quello cattivo (mezzo), poiché non si può fare il male per ottenere il bene, il fine buono non giustifica i mezzi cattivi;
4°) vi deve essere una ragione grave, giusta e proporzionata per permettere e non volere l’effetto cattivo.
La cooperazione formale, diretta o positiva al peccato altrui è sempre illecita in sé; la cooperazione materiale, indiretta e negativa può essere lecita a determinate condizioni
Cooperazione materiale al peccato formale altrui
La cooperazione formale, diretta o positiva al peccato altrui è sempre illecita in sé; la cooperazione materiale, indiretta e negativa può essere lecita a determinate condizioni. Infatti essa non è un’azione in senso stretto, ma un comportamento negativo (silenzio, tolleranza) di fronte al peccato altrui, il non agire non stabilisce alcuna causalità e non comporta alcuna colpa nel male che altri compiono. Essa tuttavia è un’omissione, dunque se vi è un dovere di agire e di parlare allora l’omissione diventa peccato. Essa è lecita solo se si verificano le regole del volontario indiretto o in causa o sulla permissione di effetti cattivi in un atto moralmente buono.
Il volontario indiretto o in causa sussiste quando una cosa non è voluta in sé, ma si permette solo che avvenga; tuttavia se si vuole qualcosa come mezzo al fine (ad esempio l’aborto del feto per curare la madre o per fabbricare un vaccino) l’azione non è lecita. Nel caso in cui l’effetto del volontario in causa sia cattivo, esso viene imputato all’agente, se egli lo ha previsto almeno in confuso (per esempio, Noè che non conosceva gli effetti del vino, non fu colpevole della sua ubriacatura) e se si abbia avuto il potere di ometter la causa (se mi bloccano con la forza e mi fanno bere con la violenza una bottiglia di grappa non sono colpevole dell’ubriacatura).
I moralisti spiegano che nella cooperazione materiale l’azione non è diretta al peccato altrui, ma l’azione del cooperante (farsi vaccinare) è sfruttata dal peccatore (fabbricare vaccini con feti abortiti) a insaputa del cooperante, come pura azione fisica senza alcun consenso morale (per esempio, vendo un coltello a Tizio che con esso ucciderà Caio, senza che io lo avessi previsto; mi faccio vaccinare senza sapere che il vaccino contiene feti abortiti).
Se si vuole qualcosa come mezzo al fine (ad esempio l’aborto del feto per curare la madre o per fabbricare un vaccino) l’azione non è lecita
Diverso è il caso della cooperazione formale, ma solo implicita, ossia che non è voluta interiormente, ma la si presta fisicamente ed esteriormente anche se l’atto è intrinsecamente cattivo (per esempio l’infermiere che collabora fisicamente col medico a un aborto, anche se non lo approva moralmente e interiormente, pecca; chi sacrifica esteriormente agli idoli, anche se interiormente aborrisce l’idolatria, pecca). Infatti non è mai permesso commettere qualcosa che è peccaminoso in sé, anche se interiormente si dissente.
La divina Rivelazione (II Libro dei Maccabei, VI, 18, ss.) narra il magnifico e attualissimo esempio datoci dal novantenne scriba Eleazaro, versatissimo nelle sacre Scritture, il quale preferì morire piuttosto che fingere soltanto di mangiare la carne di porco: infatti quando i Siriaci gli aprirono la bocca per forzarlo a mangiare carne suina, resisté; siccome i Giudei presenti, che lo amavano, gli dettero della carne pura dicendogli di fingere di mangiare carne suina, egli rispose che non poteva fingere facendo credere di essere diventato pagano e preferì essere martirizzato… ma «dove sono i fratelli Maccabei?» si chiedeva addolorato monsignor Lefebvre dopo la giornata pan-ecumenista di Assisi nell’aprile del 1986.
La cooperazione materiale al peccato formale altrui potrebbe essere lecita, ma essa va ricondotta al volontario indiretto e all’effetto cattivo proveniente da un atto buono. In pratica si deve considerare, se si verificano, tutte e quattro le condizioni che abbiamo visto sopra, poiché solo in questo caso è lecito cooperare materialmente al peccato formale altrui.
Non è mai permesso commettere qualcosa che è peccaminoso in sé, anche se interiormente si dissente
Per esempio se affitto una casa a un medico, di cui so che vi praticherà l’aborto, non posso farlo, ma debbo evitare l’effetto cattivo che deriva dall’affittare la mia casa, che sarà utilizzata per la pratica abortiva.
Inoltre se l’atto presenta solo effetti cattivi, è sempre illecito. Ora molti scienziati ritengono che il vaccino anti-COVID-19 non abbia nessun elemento positivo, ma ne presenti molti, se non tutti, gravemente pericolosi per la salute.
Soluzione del problema
Ora, se si applicano i suddetti principi morali al caso del vaccino anti-COVID-19 ne risulta che un atto volontario indiretto o in causa è moralmente cattivo, se l’agente prevede almeno confusamente l’effetto cattivo dell’atto buono o indifferente; tuttavia esso può essere lecito, solo purché si verifichino quattro condizioni:
1°) l’atto deve essere buono in sé, se è cattivo è proibito come peccaminoso: inoculare un liquido fatto con feti abortiti esplicitamente per confezionare il vaccino è un atto cattivo
1°) l’atto deve essere buono in sé, se è cattivo è proibito come peccaminoso;
2°) il soggetto operante deve mirare all’effetto buono e non a quello cattivo, ossia deve avere un’intenzione moralmente buona e l’effetto cattivo non deve essere voluto o previsto direttamente ma solo permesso indirettamente;
3°) i due effetti non debbono essere collegati tra di loro in modo che l’effetto buono nasca da quello cattivo, poiché non si può fare il male per ottenere il bene, il fine buono non giustifica i mezzi cattivi;
2°) I due effetti non debbono essere collegati tra di loro in modo che l’effetto buono nasca da quello cattivo, poiché non si può fare il male per ottenere il bene, il fine buono non giustifica i mezzi cattivi; ora senza feti abortiti (mezzo) non si ottiene il vaccino e la prevenzione dal COVID-19 (fine)
4°) vi deve essere una ragione grave, giusta e sufficientemente proporzionata per permettere l’effetto cattivo.
Ora, vediamo una a una le quattro condizioni, nel caso del vaccino, tranne la seconda che non è strettamente rilevante per la moralità dell’atto di vaccinazione:
1°) l’atto deve essere buono in sé, se è cattivo è proibito come peccaminoso: inoculare un liquido fatto con feti abortiti esplicitamente per confezionare il vaccino è un atto cattivo. Questa prima condizione, da sola, rende l’atto della vaccinazione immorale e illecito. Inoltre il vaccino anti-COVID-19 è stato concepito nell’ottica del Transumanesimo, che si propone di creare l’uomo con l’intelligenza artificiale al posto di Dio: «Eritis sicut Dii» (Gen. III, 5). Infine gli effetti collaterali dei vaccini sono molto pericolosi per la salute.
2°) I due effetti non debbono essere collegati tra di loro in modo che l’effetto buono nasca da quello cattivo, poiché non si può fare il male per ottenere il bene, il fine buono non giustifica i mezzi cattivi; ora senza feti abortiti (mezzo) non si ottiene il vaccino e la prevenzione dal COVID-19 (fine). Quindi l’effetto presunto buono (prevenzione del COVID) viene direttamente da quello cattivo (liquido fatto con feti abortiti). Anche questa condizione, da sola, rende l’atto moralmente cattivo.
3°) Vi deve essere una ragione grave, giusta e sufficientemente proporzionata per permettere l’effetto cattivo (prevenire un virus non è una ragione per permettere l’aborto, il vaccino non è una medicina curativa o salvavita, ma dovrebbe essere pura prevenzione di un’influenza)
3°) Vi deve essere una ragione grave, giusta e sufficientemente proporzionata per permettere l’effetto cattivo (prevenire un virus non è una ragione per permettere l’aborto, il vaccino non è una medicina curativa o salvavita, ma dovrebbe essere pura prevenzione di un’influenza).
Quindi, non si può applicare la causa a doppio effetto alla vaccinazione.
Don Curzio Nitoglia
Immagine: Vetrata di San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Cattedrale di Saint-Rombouts, Mechelen (Belgio) di Eddy van 3000 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Spirito
Lettera aperta di un Congregazione tradizionalista: «ripudiare la Chiesa sinodale»

I Figli del Santissimo Redentore, una congregazione cattolica tradizionalista con sede a Papa Stronsay in Scozia, hanno pubblicato una lettera aperta «ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli» in seguito al loro Capitolo generale. Lo riporta LifeSite.
La comunità, spesso chiamata «Redentoristi Transalpini», è stata fondata da padre Michael Mary Sim nel 1987 sotto gli auspici dell’arcivescovo Marcel Lefebvre e della Fraternità San Pio X, su incoraggiamento del Cardinale Édouard Gagnon. Si è riconciliata con il Vaticano nel 2012 e opera negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda.
Nel luglio 2024, il vescovo Michael Gielen ha ordinato ai Redentoristi di lasciare la diocesi di Christchurch entro 24 ore. La comunità ha negato le accuse di Gielen e intraprese azioni canoniche contro l’avviso di sfratto.
La lettera aperta non indica se intendono ora riprendere a collaborare con la Fraternità Sacerdotale San Pio X o intraprendere un’altra strada. La dichiarazione e la sua introduzione sono riportate di seguito.
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Lettera aperta ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli
Cara anima cattolica,
Abbiamo appena concluso il nostro Capitolo Generale, in cui abbiamo preso in esame la nostra Congregazione e la sua vocazione nella Chiesa e nella Diocesi di Christchurch, Nuova Zelanda, dove il Vescovo ne aveva decretato l’espulsione.
La lettera allegata esprime le convinzioni della nostra Congregazione.
Questo non è un compito che accettiamo alla leggera. Abbiamo considerato la gamma di possibili punizioni che la gerarchia potrebbe usare contro di noi – tutte mentalmente terrificanti, in realtà, ma rafforzate dalla consapevolezza che la gerarchia ha infranto la catena di comando, rendendola umana e spiritualmente nulla. Ma quando è in gioco l’onore di Nostro Signore, il silenzio diventa una forma di tradimento.
Intraprendiamo quindi quest’opera con cuore tremante ma con ferma convinzione, desiderando solo difendere il Santo Nome di Gesù Cristo e la purezza della Sua Sposa, la Chiesa.
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CONGREGAZIONE DEI FIGLI DEL SANTISSIMO REDENTORE
REDENTORISTI TRANSALPINI
Lettera aperta ai vescovi cattolici, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli del Capitolo generale della Congregazione dei Figli del Santissimo Redentore che si tiene a Papa Stronsay, Scozia, Santa Teresa di Gesù Bambino, 3 ottobre – San Gerardo Maiella 16 ottobre 2025
Cari fedeli,
Viva Gesù nostro amore e Maria nostra speranza!
È con il cuore pesante e con grande tristezza che vi scriviamo. Ciò che ci unisce è il nostro grande amore per la nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica e Sposa di Gesù Cristo, per la quale i martiri hanno versato il loro sangue e i santi hanno dato la loro vita. È questo amore che ci spinge a esprimere una verità difficile, seppur essenziale. (Lc 12, 4-9)
Proprio come voi, anche noi abbiamo nutrito una grande speranza per molti anni. Credevamo che fosse possibile vivere come figli fedeli della Tradizione all’interno delle strutture della Chiesa moderna. Credevamo che le antiche e meravigliose tradizioni della nostra fede, in particolare la Messa latina di sempre, ci sarebbero state legittimamente restituite. Questo ci ha dato speranza, soprattutto durante il periodo di Benedetto XVI. Ci aspettavamo con fiducia di poter praticare liberamente la fede dei nostri Padri nella Chiesa. Non sapevamo quanto ci sbagliassimo!
Dopo anni di prove ed esperienze siamo giunti alla triste conclusione che la fede cattolica tradizionale, la fede di tutti i tempi e dei santi, è incompatibile con la nuova Chiesa moderna, frutto del Concilio Vaticano II. Semplicemente non possono coesistere in un unico corpo.
Poiché nutriamo e onoriamo profondamente la Messa latina tradizionale e non possiamo rinunciare alla Santa Messa dei secoli e dei santi, questa nuova Chiesa non ci vuole. A causa della nostra fedeltà, siamo stati considerati ostinati, difficili e ribelli; siamo stati incastrati e calunniati in un’acrimonia senza fine.
Questa lettera si rivolge a tutti coloro che avvertono che qualcosa non va nella Chiesa o che pensano che la nuova Chiesa e la Fede immutabile possano coesistere pacificamente. Ahimè! Permetteteci di affermare la triste verità: la nostra esperienza dimostra chiaramente che ciò è impossibile. Sicuramente questa nuova Chiesa sconvolgerebbe tutti i santi Papi che hanno ripetutamente dichiarato che l’indifferentismo religioso è un male gravissimo, assolutamente incompatibile con la fede cattolica.
Vi diciamo che non saremo complici del silenzio in questa continua distruzione della Chiesa. Dobbiamo parlare prima o poi, e quale momento migliore di questo? Dopo 17 anni come comunità all’interno delle strutture della Chiesa, siamo stati continuamente isolati e vessati. Soprattutto in questi ultimi anni il Vescovo di Christchurch ci ha ridotto a spazzatura o feccia della terra.
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Con i suoi numerosi Decreti e il ricorso a Roma ha cercato di espellere i nostri monaci dalla diocesi. Vuole che quindici vocazioni locali siano esiliate per sempre dalle loro famiglie e dalla loro patria. Vi diciamo ora che un dovere superiore lo proibisce. Finché ci sarà una sola anima che ci chiede il Santo Sacrificio della Messa, i Sacramenti o l’aiuto spirituale, con la grazia di Dio non la abbandoneremo. Il Buon Pastore ci esorta a dare la vita per le Sue pecore e a tenere a bada il lupo affamato. È nostro dovere nella carità, nella teologia e nel Diritto Canonico.
Perché? Perché la catena di comando è stata spezzata. L’autorità nella Chiesa è ministeriale (servire Nostro Signore), non assoluta (fare ciò che vuole): ci vincola perché è essa stessa vincolata a Cristo, al deposito della Fede, al Magistero costante. Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (ST, IIa IIæ, q. 104, a. 5)
Questi ecclesiastici disobbediscono a Dio. E poi, avendo spezzato la catena del comando di Dio, tentano di invocare l’obbedienza religiosa per questioni che impoveriscono la Chiesa, e aboliscono la Santa Messa. Tolle Missam, Tolle Ecclesiam – Togliete la Messa, distruggete la Chiesa (Lutero). No! Dobbiamo obbedire a Dio prima che all’Uomo.
E perciò, aderendo con tutte le nostre forze alla nostra profonda comunione con la nostra Santa Madre Chiesa, il nostro dovere davanti al Signore Gesù Cristo e verso le anime esige che:
- Ripudiamo Amoris Laetitia che permette la Santa Comunione alle coppie che vivono nel peccato.
- Ripudiamo la persecuzione della Messa e dei cattolici da parte di Traditionis Custodes
- Ripudiamo Fiducia Supplicans che permette la benedizione delle coppie dello stesso sesso
- Ripudiamo «Il Documento sulla Fratellanza Umana» che afferma che Dio vuole tutte le religioni
- Ripudiamo la falsa teologia delle «Chiese sorelle» e della «comunione parziale»
- Ripudiamo i falsi pastori che hanno trionfalmente portato in processione l’idolo della Pachamama in San Pietro.
- Ripudiamo Francesco che si è scusato per l’eroico cattolico che ha gettato quell’idolo nel Tevere.
- Ripudiamo il flagello dell’indifferenza religiosa in Nuova Zelanda e in tutta la Chiesa.
- Ripudiamo gli atti dei vescovi neozelandesi di chiusura delle chiese e di negazione dei sacramenti in una codarda sottomissione all’oppressione del COVID-19.
- Ripudiamo il vescovo di Christchurch che ha ricevuto le sue ceneri il Mercoledì delle Ceneri dal vescovo anglicano di Christchurch.
- Ripudiamo la corruzione dei bambini e lo scandalo dato agli innocenti attraverso programmi catechetici malvagi.
- Ripudiamo l’insegnamento di Francesco secondo cui tutte le religioni sono lingue diverse e la domanda: «il mio Dio è più importante del tuo?».
- Ripudiamo il silenzio di quei vescovi che non si sono pronunciati contro quel tradimento della Fede.
- Ripudiamo la Chiesa sinodale come distinta dalla Chiesa cattolica divinamente costituita.
- Ripudiamo la continua distruzione e umiliazione della nostra Santa Madre Chiesa.
- Ripudiamo coloro che attaccano o minano la Chiesa nei suoi dogmi, nella sua morale, nei suoi sacramenti o nella sua disciplina con un nuovo culto dell’uomo.
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A tutti coloro che leggono questo: per quanto tempo durerà tutta questa assurdità? Qualunque cosa ci costi, con l’Apostolo dobbiamo dire: Anatema!
«Ma anche se noi stessi o un angelo del Cielo venisse ad annunziarvi [un Vangelo] diverso da quello che vi abbiamo annunziato noi, sia egli anàtema». (Gal 1, 8-9)
Non tacete! Difendete la fede dei nostri Padri!
«Anche se tutte le genti obbedissero al re Antioco, e tutti s’allontanassero dalla legge de’ padri loro per fare secondo il comando di lui; io ed i miei figli ed i miei fratelli obbediremo alla legge dei padri nostri». (1 Maccabei 2, 19-20)
«Al contrario, è scritto (At 5, 29): Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Ora, talvolta le cose comandate da un superiore sono contro Dio. Pertanto, non si deve obbedire ai superiori in ogni cosa». — San Tommaso d’Aquino (ST, IIa IIæ, q. 104, a. 5)
Expecta Dominum, Viriliter Age et Confortetur cor tuum. Spera nel Signore: mostrati uomo e si conforti il tuo cuore, e confida nel Signore! (Sal, 26,14)
Gaude, Maria Virgo… Rallegrati, o Vergine Maria; tu sola hai schiacciato tutte le eresie nel mondo intero.
Firme:
Padre Michael Mary. F.SS.R.
Padre Anthony Mary, F.SS.R.
Fratel Nicodemo Maria, F.SS.R.
Fratel Paul Mary, F.SS.R.
Fratel Dominic Mary, F.SS.R.
Padre Magdala Maria, F.SS.R.
Padre Martin Mary, F.SS.R.
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Fr. Alfonso Maria, F.SS.R.
Padre Seelos Maria, F.SS.R.
Padre Celestino Maria, F.SS.R.
Fratel Raffaele Maria, F.SS.R.
Fratel Maksymilian Maria, F.SS.R.
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Fratel Damaso Maria, F.SS.R.
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Spirito
Cerimonia di riparazione nella Basilica di San Pietro

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Quando ci saranno riparazioni per la profanazione del «pellegrinaggio» LGBT?
Tuttavia, è impossibile non notare la profonda differenza di trattamento tra questa profanazione e quella commessa durante il «pellegrinaggio» LGBT, sempre alla Basilica di San Pietro, che ha interessato il Giubileo e la Porta Santa. Oggettivamente parlando – e senza minimizzare la gravità dell’atto appena discusso – la seconda profanazione è molto più grave. Essa è:- dal numero di attori coinvolti,
- dalla vetrina offerta ad un’organizzazione apertamente contraria alla morale cattolica,
- con l’autorizzazione data dai capi del giubileo, che non potevano ignorare che tali eccessi si sarebbero verificati,
- dall’incoraggiamento espresso da un vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana,
- e infine dalla precedente accoglienza del gruppo nella chiesa del Gesù.
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Spirito
In Messico la Chiesa celebra 500 anni di evangelizzazione

Per celebrare il 500° anniversario della sua fondazione, la diocesi di Tlaxcala ha organizzato 500 Ore Sante dal 12 settembre al 3 ottobre 2025 nelle sue diverse parrocchie. Si tratta di un’occasione per rivisitare l’evangelizzazione di questo Paese centroamericano avvenuta mezzo millennio fa, un fatto trascurato dalla maggior parte dei media europei, salvo considerarlo un presunto misfatto della colonizzazione spagnola.
Dal 12 settembre al 3 ottobre 2025, le 93 parrocchie dei sette decanati che compongono la diocesi di Tlaxcala si sono alternate nel rendere grazie a Dio per l’arrivo dei missionari nella loro terra 500 anni fa e nel prepararsi spiritualmente alla celebrazione giubilare che culminerà con una messa solenne il 12 ottobre 2025.
La storia della diocesi di Tlaxcala è strettamente legata all’evangelizzazione del Messico. Fondata nel 1525, rappresenta uno dei primi bastioni del cattolicesimo nel Nuovo Mondo. Sebbene la sua sede sia stata successivamente trasferita a Puebla, Tlaxcala conserva una grande importanza storica, rafforzata dalla sua restaurazione ufficiale nel 1959, per decisione di Papa Giovanni XXIII.
Questa celebrazione mette in luce non solo il vigore della fede cattolica in questo Paese centroamericano, ma anche il suo ruolo nel plasmare l’identità culturale messicana. Circa l’83% della popolazione messicana si identifica ancora come cattolica, sebbene questa percentuale sia in leggero calo, soprattutto a causa dell’ascesa dei cosiddetti protestanti «evangelici», che hanno sapientemente colmato il vuoto creatosi nel catechismo, nella morale e nella liturgia a partire dal periodo post-conciliare.
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Queste 500 ore sante rappresentano anche un approccio che si inserisce nel contesto del rinnovamento eucaristico ispirato da iniziative come il National Eucharistic Revival nei vicini Stati Uniti, con l’obiettivo di rafforzare la devozione eucaristica di fronte al declino della fede nella presenza reale di Cristo.
L’evangelizzazione del Messico, iniziata con l’arrivo dei missionari spagnoli all’inizio del XVI secolo e che ha permesso l’ascesa di una regione minata da un paganesimo sanguinario, è oggi messa in discussione dall’ideologia decolonizzante, che denuncia un intervento brutale, segnato dalla distruzione delle culture indigene e dall’imposizione di nuove strutture sociali e religiose: una visione che ignora il carattere sanguinario del culto azteco.
Nel 2025, la celebrazione dei 500 anni di evangelizzazione si svolge in un contesto politico teso. I rapporti tra la Chiesa cattolica e il governo messicano sono stati segnati da attriti per molti anni, in particolare sotto l’amministrazione di Andrés Manuel López Obrador, noto come «AMLO» (2018-2024), che ha scelto pastori evangelici come suoi interlocutori, mantenendo una distanza dalla gerarchia cattolica.
Le prospettive non sono migliorate con l’arrivo della presidente Claudia Sheinbaum nel 2024: beneficiando di una schiacciante maggioranza al Congresso, la nuova donna forte del Paese può portare avanti le sue riforme progressiste senza timore di alcuna opposizione.
Inoltre, con l’avvicinarsi del 500° anniversario dell’evangelizzazione del Messico, Claudia Sheinbaum ha ripetutamente chiesto alla Chiesa e alla Spagna di scusarsi per le presunte «atrocità» della conquista spagnola, ricordando che Cortés fece giustiziare Cuauhtémoc, l’ultimo imperatore azteco, nel 1525. Una considerazione anacronistica per un pagano sanguinario.
Nonostante ciò, la Chiesa cattolica messicana continua a svolgere un ruolo attivo nella società: nel 2025, mentre il Messico è scosso da un’ondata di violenza, che include l’assassinio di alti funzionari, la Chiesa raddoppia i suoi sforzi per promuovere la pace, l’unità e la giustizia sociale. Resta da sperare che le 500 ore di adorazione eucaristica ispirino un rinnovamento morale in tutti – persone e pastori – nella terra di Nostra Signora di Guadalupe.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Juan Carlos Fonseca Mata via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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