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Spazio

Quali Paesi dominano lo spazio?

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La corsa allo spazio non si è mai conclusa.

 

Anzi: essa si è appena complicata assai, grazie all’inizio dell’astronautica privata stile SpaceX di Elon Musk.

 

Un’infografica dal sito Visual Capitalist mostra come proprio l’arrivo nello spazio di società private abbia consentito agli USA di rimanere il Paese più attivo in questo ambito.

 

Il grafico che utilizza i dati da Our World in Data, suddivide la quantità di oggetti lanciati nello spazio per Paese nel tempo.

 

 


 

Gli oggetti lanciati nello spazio sono satelliti, veicoli con equipaggio, sonde, equipaggiamento di volo della stazione spaziale

 

Alla fine del 2021 c’erano circa 4.852 satelliti operativi in orbita, 2.944 appartenenti agli Stati Uniti. Di questi, 2516 sono di carattere commerciale, 230 sono militari, 168 sono segnalati come «governativi», 30 sarebbero invece i satelliti civili.  Un enorme numero di satelliti invece non è più operativa. Secondo la NASA, vi sarebbero oltre 27 mila pezzi di spazzatura spaziale in orbita.

 

In totale, circa 86 paesi hanno tentato una sorta di ingresso nello spazio. Tuttavia, a partire dal 2022, solo 11 paesi hanno la possibilità di inviare oggetti nello spazio utilizzando i propri veicoli di lancio e solo tre, Stati Uniti, Russia e Cina, hanno mai lanciato nel cosmo esseri umani.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo spazio è già oggetto di mire geostrategiche: la NATO ha pubblicato lo scorso gennaio il suo primo documento di geopolitica militare dello spazio – NATO’s Overarching Space Policy – in cui si dichiara che l’Alleanza può estendersi anche nella dimensione cosmica.

 

La Federazione Russa ha risposto tramite la portavoce degli Esteri Maria Zakharova, che ha dichiarato che il documento NATO è «unilaterale ed incendiario».

 

Non è sbagliato, a questo punto, ricordare che l’Italia fu il terzo Paese al mondo a raggiungere lo spazio con il lancio del satellite San Marco 1 il 15 dicembre 1954.

 

«Il San Marco 1 partì dal poligono americano di Wallops Island in Virginia, con un vettore Scout (Sv-137). Collocato su un’orbita ellittica (205 km al perigeo, 820 km all’apoge) era una sfera di 66 centimetri per 115 chilogrammi, in grado di misurare la densità dell’alta atmosfera in modo continuo e con una precisione mai raggiunta prima, attraverso uno strumento scientifico di bordo chiamato Bilancia Broglio, dal nome del suo ideatore il prof. Luigi Broglio»  scrive il sito dell’UGIS, l’unione dei giornalisti scientifici italiani.

 

«Il satellite venne realizzato nel Centro ricerche aerospaziali dell’Università di Roma e fu il frutto della competenza tecnica accademica associata alla lungimiranza dell’Aeronautica Militare Italiana, due istituzioni che trovarono la loro sintesi nella figura di Luigi Broglio, ufficiale dell’aeronautica e professore universitario, pioniere delle attività spaziali italiane».

 

«l’Italia diventava così il terzo Paese al mondo a mettere in orbita un satellite artificiale, entrando da protagonista nella storia della conquista dello spazio»,

 

Oggi, invece, c’è Luigi Di Maio.

 

 

 

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Spazio

Il Pentagono accusa la Russia di aver lanciato in orbita un’arma spaziale

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La Russia ha messo in orbita un satellite che è probabilmente in grado di attaccare i veicoli spaziali statunitensi, ha affermato il segretario stampa del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder.

 

Il satellite è stato lanciato da Mosca il 16 maggio, ha detto il maggiore Ryder ai giornalisti durante una conferenza stampa lo scorso martedì.

 

Secondo le valutazioni del Pentagono, il velivolo in questione è «probabilmente un’arma antispaziale presumibilmente in grado di attaccare altri satelliti in orbita terrestre bassa», ha affermato. Le sue caratteristiche ricordano quelle dei «carichi antispazio» schierati dalla Russia tra il 2019 e il 2022, ha affermato il portavoce.

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Le armi antisatellite – chiamate in gergo ASAT – sono un tema caldo nella geopolitica dello spazio (detta di alcuni «astropolitica») di questi anni.

 

«La Russia ha schierato questa nuova arma antispaziale nella stessa orbita di un satellite del governo americano», ha insistito il Ryder, aggiungendo che il Pentagono monitorerà il veicolo spaziale.

 

Gli Stati Uniti hanno «la responsabilità di essere pronti a proteggere e difendere (…) il dominio spaziale e garantire un sostegno continuo e ininterrotto alla forza congiunta e combinata», ha spiegato il maggiore generale statunitense, asserendo che Washington «continuerà a bilanciare la necessità di proteggere i nostri interessi nello spazio con il nostro desiderio di preservare un ambiente spaziale stabile e sostenibile».

 

Il viceministro degli Esteri russo Sergej Ryabkov ha respinto le affermazioni del Pentagono definendole disinformazione. «Non penso che dovremmo rispondere a ogni falsità proveniente da Washington», ha detto ai giornalisti.

 

Il programma spaziale russo si sta sviluppando «senza intoppi» e comprende «lanci di veicoli spaziali per vari scopi, compresi quelli che risolvono i problemi del rafforzamento delle nostre capacità di difesa», ha detto il diplomatico.

 

Tuttavia, ha ribadito che Mosca «si oppone costantemente allo schieramento di armi d’attacco nell’orbita terrestre bassa».

 

«Gli americani possono dire quello che vogliono, ma la politica della Russia non cambierà», ha sottolineato Ryabkov.

 

Se gli Stati Uniti avessero davvero voluto garantire la sicurezza nello spazio, «avrebbero riconsiderato il loro approccio distruttivo» e avrebbero accettato la proposta della Russia “di sviluppare un trattato sulla prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio», ha detto.

 

Lunedì il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha respinto un progetto di risoluzione russo sulla prevenzione della corsa agli armamenti e sulla garanzia della sicurezza nello spazio. Gli Stati Uniti sono stati tra le sette nazioni che hanno votato contro la proposta.

 

Mosca ha confermato che un veicolo di lancio Soyuz-2.1b è decollato il 17 maggio dal cosmodromo di Plesetsk nella regione di Arkhangelsk «nell’interesse del ministero della Difesa russo». Non sono stati rilasciati ulteriori dettagli sul satellite trasportato dal razzo.

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Come riportato da Renovatio 21, tensione tra Russia e USA per le armi ASAT nello spazio orbitale si era sviluppata ancora negli scorsi anni.

 

La Russia starebbe inoltre approntando armi ASAT basate su laser.

 

Nel 2023 Putin aveva annunciato che il settore della difesa russo stava lavorando su armi all’avanguardia basate su «nuovi principi fisici». Come nel campo dei missili ipersonici, in cui la Russia ha ottenuto un vantaggio grazie a solide basi di ricerca che risalgono almeno agli anni ’70, anche la moderna ricerca russa sulle armi laser risale a studi fondamentali condotti da brillanti scienziati del XX secolo. Uno dei nuovi sistemi, chiamato Peresvet – un laser basato a terra e quindi non un’arma orbitale – è stato progettato per accecare i satelliti spia nemici nelle aree in cui si trovano i nostri missili balistici mobili. Un altro, chiamato Zadira, sarebbe già stato testato sul teatro di guerra ucraino.

 

A febbraio era emerso che l’Intelligence statunitense riteneva che la Russia stesse sviluppando un’arma anti-satellite con potenza nucleare. I russi hanno risposto all’illazione accusando l’amministrazione americana di mentire per aumentare i fondi militari nel budget federale.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso anno il generale B. Chance Saltzman, capo delle operazioni spaziali per la US Space Force ha dichiarato che la Russia starebbe usando armi spaziali nel conflitto in Ucraina.

 

A inizio 2022, a poche settimane dallo scoppio della guerra ucraina, la NATO aveva pubblicato un documento ufficiale – NATO’s overarching Space Policy («Politica spaziale globale NATO») che introduce la dottrina spaziale del Patto Atlantico: le minacce spaziali devono essere incluse nell’articolo 5, la celeberrima clausola di mutua difesa della NATO che impegna a dare una risposta collettiva nel caso un singolo Paese venga attaccato. In precedenza, la NATO aveva già avviato un centro spaziale, parte del comando aereo di Ramstein, in Germania.

 

La Russia aveva risposto duramente definendo il documento «unilaterale ed incendiario». «Possiamo vedere dove si sta effettivamente dirigendo il mondo spaziale occidentale. Si sta dirigendo verso la guerra», aveva detto al canale televisivo Rossiya 24 in un’intervista l’allora direttore dell’agenzia russa spaziale Roskosmos Dmitrij Rogozin la scorsa estate.

 

Una guerra spaziale, va ricordato, potrebbe impedire all’umanità l’accesso allo spazio per secoli o millenni, a causa dei detriti e della conseguente sindrome di Kessler. Tuttavia, pare che gli eserciti si stiano davvero preparando alla guerra orbitale.

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Spazio

Tempesta geomagnetica sull’Alta Italia, il cielo diventa viola fluo. Aspettando il nuovo evento Carrington

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L’aurora boreale è stata visibile ieri sera anche in Nord Italia, producendo panorami inediti, incredibili.   Dalla parte settentrionale dell’Europa fino all’Italia centrale, dagli Stati Uniti alla Tasmania, una meravigliosa aurora boreale e australe è stata osservata in luoghi insoliti in tutto il mondo, causata da una tempesta solare di eccezionale intensità, la quale non si verificava da almeno vent’anni.   Il fenomeno, dicono, continuerà a manifestarsi durante il fine settimana.  

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Si è trattato di una tempesta geomagnetica eccezionale che ha colpito la Terra ieri e che continua ancora oggi sta causando problemi alle reti elettriche e ha interrotto per diverse ore i segnali per la navigazione satellitare, ha reso noto il NOAA, l’Agenzia degli Stati Uniti per l’Atmosfera e gli Oceani.   Il NOAA avverte in particolare della possibilità di problemi diffusi di controllo della tensione elettrica e del rischio che i satelliti per la navigazione satellitare possano incontrare difficoltà di tracciamento e orientamento, causando il degrado o l’inutilizzabilità dei sistemi GPS per diverse ore.   Le comunicazioni radio ad alta frequenza sono segnalate come sporadiche o interrotte. Al momento, non sono disponibili indicazioni più dettagliate, ma i segni più evidenti della tempesta geomagnetica sono state le aurore, visibili anche a latitudini molto basse.   Le aurore sono i segni più chiari dell’interazione tra il campo magnetico terrestre e il flusso di particelle proveniente dal Sole, soprattutto durante il periodo di massima attività del suo ciclo.   Secondo quanto riportato non era prevista un’onda geomagnetica così intensa, tuttavia ieri ha raggiunto il livello C5, cioè il picco massimo nella scala che valuta questi eventi.   L’intensità della tempesta geomagnetica avvenuta ieri è, secondo scienziati sentiti dall’agenzia ANSA, confrontabile alla tempesta di Halloween del 2003.   La tempesta stata generata da gigantesche eruzioni che avvengono nella parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona, e sono note come CME, acronico di «espulsioni di massa coronale». Sarebbero in arrivo ulteriori, e non è chiaro quali siano le conseguenze.   Nel Nord America, il fenomeno è stato osservato anche negli Stati meridionali degli USA, come l’Alabama e la California. In Europa, oltre ai Paesi nordici abituati al fenomeno, come la Slovacchia, la Svizzera, la Spagna e la Polonia, l’aurora è stata visibile anche in Italia, soprattutto nelle zone alpine, sull’Appennino e fino alle regioni dell’Abruzzo e dell’Umbria.   Come riportato da Renovatio 21, cinque mesi fa venne lanciato un allarme su un enorme «buco» individuato sul Sole che secondo gli scienziati avrebbe causato una tempesta geomagnetica e invierà flussi di vento solare ad alta velocità sulla Terra.    

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Le CME sono massicce esplosioni di plasma solare e campi magnetici che si innalzano sopra la corona solare o vengono rilasciati nello spazio. Anche se questa particolare CME non è diretta direttamente verso la Terra, i suoi effetti periferici potrebbero comunque amplificare l’impatto del vento solare in arrivo.   Come riportato da Renovatio 21, le tempeste solari sono in grado di distruggere internet. L’esito di una tempesta solare abbastanza forte potrebbe infatti mandare offline una parte importante dell’umanità per settimane o addirittura mesi.   Elon Musk ha dichiarato che il sistema di satelliti Starlink, che fornisce internet a tutto il mondo, è in questo momento «sotto stress» per via della tempesta solare.  

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In realtà, una tempesta geomagnetica di ampie proporzioni potrebbe non solo rendere inutilizzabile la rete, ma qualsiasi dispositivo elettrico sulla Terra.   Quando i campi magnetici si muovono nelle vicinanze di un conduttore come un filo, nel conduttore viene prodotta una corrente geomagneticamente indotta. Ciò avviene su larga scala durante le tempeste geomagnetiche su tutte le lunghe linee di trasmissione.   Le lunghe linee di trasmissione (molti chilometri di lunghezza) sono quindi soggette a danni per questo effetto. In particolare, sarebbero coinvolti principalmente operatori in Cina, Nord America e Australia, soprattutto nelle moderne linee ad alta tensione e bassa resistenza. La rete europea è costituita principalmente da circuiti di trasmissione più brevi, meno vulnerabili ai danni.   Un caso simile, tuttavia, è già stato registrato. Il cosiddetto «evento di Carrington» fu la tempesta geomagnetica più intensa mai registrata nella storia, con un picco compreso tra l’1 e il 2 settembre 1859. Creò forti manifestazioni aurorali che furono segnalate a livello globale e causò scintille e persino incendi in diverse stazioni telegrafiche. La tempesta geomagnetica fu molto probabilmente il risultato di un’espulsione di massa coronale proveniente dal Sole in collisione con la magnetosfera terrestre.   È stato suggerito che una tempesta geomagnetica della portata di quella solare del 1859 oggi causerebbe miliardi o addirittura trilioni di dollari di danni ai satelliti, alle reti elettriche e alle comunicazioni radio e potrebbe causare blackout elettrici su vasta scala che potrebbero non essere risolti. riparato per settimane, mesi o addirittura anni.   Tali improvvisi blackout elettrici possono minacciare la produzione alimentare.   In pratica, la civiltà umana è alla mercé del Sole. E non pare volersi preparare per uscire da questa prospettiva.

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    Immagine screenshot da Twitter    
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Civiltà

Musk parla di civiltà multiplanetaria e di vita aliena. Il direttore del programma spaziale russo gli dà ragione

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Lunedì, parlando ad una conferenza del Milken Institute a Los Angeles, Elon Musk ha ipotizzato che le sonde spaziali potrebbero eventualmente trovare resti di antiche civiltà nello spazio. Potrebbe esserci qualcosa di vero in tali opinioni del capo di SpaceX, ha detto il direttore generale di Roskosmos, Yurij Borisov.

 

«Musk è un’autorità in questo campo, probabilmente bisogna credergli», ha detto Borisov all’agenzia russa TASS martedì, quando gli è stato chiesto dei commenti dell’imprenditore tecnologico.

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Roslosmos ha avuto un’amichevole rivalità con SpaceX negli ultimi anni, quando la NASA ha iniziato a delegare la maggior parte dei progetti spaziali americani alla società privata di Musk.

 

«Vogliamo assicurarci che il programma Apollo non sia il punto più alto dell’esplorazione spaziale umana», ha affermato Musk lunedì all’evento del Milken Institute.

 

Spiegando la sua argomentazione di lunga data sulla necessità che l’umanità diventi una «civiltà multiplanetaria», Musk ha sostenuto che qualsiasi specie che non riesce a farlo, fondamentalmente aspetta solo di essere spazzata via.

 

«Vogliamo superare il filtro Fermi dell’essere una civiltà su un unico pianeta», ha aggiunto Musk. «Se inviamo sonde laggiù potremmo trovare i resti di civiltà aliene morte da tempo».

 

Tuttavia, Musk ha respinto l’idea che gli alieni potrebbero visitare la terra o vivere tra gli umani come visto nei film hollywoodiani.

 

«Non ho visto alcuna traccia di alieni», sul nostro pianeta, ha detto Musk, aggiungendo che il sistema Starlink di SpaceX ha circa 6.000 satelliti, «e nemmeno una volta abbiamo dovuto manovrare attorno a un UFO». Questa assenza di visitatori alieni suggerisce in realtà che «la civiltà è precaria e rara», ha aggiunto.

 

Musk ha spesso parlato dei suoi piani per colonizzare Marte entro il 2050, costruendo una flotta di 1.000 astronavi nel prossimo decennio.

 

Borisov ha assunto la direzione di Roscosmos nel luglio 2022, dopo aver precedentemente ricoperto il ruolo di vice primo ministro per le industrie della difesa e dello spazio. Mentre Musk ha fatto del raggiungimento di Marte la sua ossessione (contestata da Bill Gates, con cui si è spesso scontrato), Borisov ha guidato gli sforzi di Roscosmos per sviluppare razzi più pesanti e costruire una stazione spaziale russa che sostituirebbe la vecchia ISS.

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In altre interviste l’imprenditore di origine sudafricana aveva suggerito che le civiltà morte che potremmo trovare nell’esplorazione spaziale potrebbero essere implose a causa di sistemi di intrattenimento continui che divorziano l’individuo dalla realtà, come la realtà virtuale, di cui è campione la società del rivale Mark Zuckerberg.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Musk ha parlato spesse volte della fragilità della civiltà e dei rischi che corre in continuazione. In particolare, sembra preoccupato fortemente dall’implosione demografica, scagliandosi in modo impressionante contro il denatalismo, una tendenza totalmente contraria a quella della corrente, con la società mondiale che ancora vive del mito, artificiale ed antiumano, della sovrappopolazione.

 

L’anno scorso, collegato ad un incontro in Arabia Saudita, aveva dichiarato che un «governo unico mondiale» costituisce un «rischio di civiltà» consistente.

 

Da anni Musk sostiene che un altro rischio per la civiltà è costituito dall’Intelligenza Artificiale, che ha descritto dieci anni fa come «l’evocazione di un demone». Dopo aver fondato OpenAI come società senza fine di lucro e averla vista trasformarsi, una volta allontanatosene, in una società a scopo di lucro (ora finanziata con diecine di miliardi dalla Microsoft di Bill Gates, che ora alimenta, pure in modo inquietante, i suoi prodotti con l’IA), Musk ha fatto causa all’azienda di ChatGPT citando «profondi rischi per la società e l’umanità».

 

Come riportato da Renovatio 21, le dichiarazioni di Borisov sugli alieni si differenziano da quelle del predecessore alla Roskosmos Demetrio Rogozin, il quale due anni fa aveva avuto a dichiarare che la vita su altri pianeti esiste sicuramente e probabilmente include forme di vita più sviluppate e avanzate di quelle sulla Terra, arrivando a non escludere che la Terra sia già sotto osservazione extraterrestre e che gli attuali livelli della tecnologia umana e della comprensione della scienza potrebbero semplicemente non essere abbastanza avanzati allo stadio attuale per rendersene conto.

 

«Non siamo gli unici che possono studiare i microbi, ma possiamo essere studiati come i microbi», aveva scherzato Rogozin. Scherzato non si sa fino a che punto.

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