Psicofarmaci
Gli psicofarmaci dietro agli omicidi di massa?
Nonostante i pluriomicidi generalmente impugnano pistole, un’altra caratteristica comune è che spesso nel loro sangue hanno psicofarmaci. Tuttavia la differenza è che non sono le pistole ad avere l’effetto collaterale della «ideazione omicida».
Se sviluppate problemi digestivi dopo un cambiamento nell’alimentazione, cercate la causa tra i cibi che avete sempre mangiato o tra i nuovi che avete introdotto? Mentre in questo caso la risposta è ovvia, questa ragionevolezza è spiacevolmente diversa quando si analizza il nuovo fenomeno delle continue sparatorie di massa: molti incolpano i vecchi “cibi” – le pistole in questo caso – e ignorano la nuova alimentazione, la cui introduzione coincide con il problema.
E parte di ciò che è nuovo è l’utilizzo diffuso degli psicofarmaci.
Un esempio significativo: l’aggressore di Parkland, Florida, (non useremo il suo nome aiutandolo così a raggiungere la fama che desiderava), che durante San Valentino, ha ucciso 17 persone, era in terapia per problemi emotivi, ha riferito la zia. Anche questa è storia nota.
Come ha detto David Kupelian di WND.com, del resto lo schema è sempre lo stesso: mentre la notizia su un «colpevole» impazza, un parente confida ad un giornale che il «giovane problematico» che ha commesso la strage era sotto psicofarmaci – cioè quei farmaci potenti, poco comprensibili, che alterano la mente con terribili effetti collaterali tra cui l’«ideazione suicida» e l’«ideazione omicida».
Lo schema è sempre lo stesso: mentre la notizia su un «colpevole» impazza, un parente confida ad un giornale che il «giovane problematico» che ha commesso la strage era sotto psicofarmaci – cioè quei farmaci potenti, poco comprensibili, che alterano la mente con terribili effetti collaterali tra cui l’«ideazione suicida» e l’«ideazione omicida»
Eppure, lamenta Kupelian, i media hanno scarso interesse ad indagare questo problema. I politici idem.
A differenza delle armi, le droghe legali non sono un argomento interessante che può essere utilizzato per spaventare la gente e ottenere voti. Oltretutto, come riportato l’anno scorso dal Guardian, «le aziende farmaceutiche spendono molto più di qualsiasi altra industria per influenzare i politici», avendo versato «quasi $ 2,5 miliardi alle lobby ed al finanziamento dei membri del Congresso negli ultimi dieci anni». Fateci caso: ciò in paragone rende i contributi alla lobby delle armi microscopici.
Ma che dire del contributo della farmaceutica a queste stragi?
Certamente correlazione non significa causalità, ma può fornire indizi rispetto a dove stia la causa- e la correlazione tra i pluriomicidi e l’uso di psicofarmaci esiste senza ombra di dubbio.
Consideriamo il caso di Newtown, Connecticut, il sicario Adam Lanza (forniamoi nomi degli autori dei reati più vecchi), che nel 2013 uccise 26 persone alla scuola elementare Sandy Hook.
Anche lui, secondo l’amica di famiglia Louise Tambascio, era in terapia. Questo è tutto ciò che abbiamo sentito a riguardo, tuttavia; come sottolinea Kupelian, «a livello giornalistico c’erano poca curiosità ed interesse».
Ma dovrebbero esserci. Come rende noto anche Kupelian: «Dato di fatto: un numero inquietante di autori di sparatorie nelle scuole e di similari omicidi di massa nella nostra era moderna erano sotto – o appena usciti da – uso di psicofarmaci».
Dato di fatto: un numero inquietante di autori di sparatorie nelle scuole e di similari omicidi di massa nella nostra era moderna erano sotto – o appena usciti da – uso di psicofarmaci
Poi riporta alcuni esempi :
• Il pluriomicida Columbine Eric Harris stava assumendo Luvox – come Prozac, Paxil, Zoloft, Effexor e molti altri, un tipo di antidepressivo moderno e ampiamente prescritto chiamato inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, o SSRI. Nel 1999 insieme al compagno di scuola Dylan Klebold, Harris sparò e uccise 13 persone e ne ferì 24 nell’ennesimo scatto d’ira. Il produttore del Luvox, la Solvay Pharmaceuticals ammette che durante gli studi clinici controllati a breve termine, il 4% dei bambini e dei giovani che assumevano Luvox – 1 su 25 – sviluppava mania, un pericoloso disturbo mentale incline alla violenza caratterizzato da estrema frenesia e allucinazione.
• Il venticinquenne Patrick Purdy ha ucciso 5 bambini e ne ha feriti 30 in una sparatoria nel cortile di una scuola a Stockton, in California, nel 1989. Stava assumendo amitriptilina, un antidepressivo, così come la torazina, farmaco antipsicotico.
• Kip Kinkel, 15 anni, nel 1998 ha ucciso i suoi genitori ed il giorno dopo è andato nella sua scuola, Thurston High a Springfield, Oregon, e ha aperto il fuoco sui suoi compagni di classe, uccidendone due e ferendone altri 22. Gli era stato prescritto sia il Prozac che il Ritalin.
Leo Hohmann di WND aggiunge all’elenco quanto ha riferito nel 2015:
• Aaron Ray Ybarra, 26 anni, di Mountlake Terrace, a Washington, secondo quanto riportato, nel giugno del 2014 ha aperto il fuoco con un fucile alla Seattle Pacific University, uccidendo uno studente e ferendone altri due. Ad Ybarra «era stato prescritto Prozac e Risperdal per aiutarlo con i suoi problemi».
• Jose Reyes, lo studente di seconda media del Nevada che nell’ottobre 2013 «è andato su tutte le furie nella sua scuola, in quel momento stava prendendo un antidepressivo [Prozac]…»
• Il 16 settembre 2013, l’assalitore della Navy Yard, Aaron Alexis ha riempito di proiettili gli impiegati e in una mensa, uccidendo 13 persone, incluso se stesso. Ad Alexis era stato prescritto [un antidepressivo generico] Trazodone dal medico degli Affari dei Veterani.
• Nel 1988, la 31enne Laurie Dann fece una carneficina in un’aula di secondo grado a Winnetka, Illinois, uccidendo un bambino e ferendone sei. Aveva preso l’antidepressivo Anafranil e anche il litio, usato da tempo per curare la mania.
• A Paducah, nel Kentucky, alla fine del 1997, il quattordicenne Michael Carneal, figlio di un importante avvocato, si recò a Heath High School e iniziò a sparare agli studenti in un incontro di preghiera nella hall della scuola, uccidendone tre e lasciandone un altro paralizzato. Si dice che Carneal assumesse Ritalin.
La verità è che, poiché la mente umana è complessa e non del tutto compresa, assumere farmaci che alterano la mente è una proposta rischiosa. Anche le case farmaceutiche riconoscono questo, anche se non proprio pubblicamente
• Nel 2005 il sedicenne Jeff Weise, residente nella riserva indiana del Lago Rosso del Minnesota, sparò e uccise nove persone e ne ferì altre cinque prima di uccidersi. Weise stava prendendo il Prozac.
• Il 47enne Joseph T. Wesbecker, nel 1989, giusto un mese dopo aver iniziato ad assumere il Prozac, ha ucciso 20 lavoratori alla Standard Gravure Corp. a Louisville, Kentucky, uccidendone nove. Eli Lilly, azienda produttrice del Prozac in seguito si è accordata con i sopravvissuti che fecero causa.
E ci sono molti, molti altri esempi.
Naturalmente, anche rispetto alla correlazione, siamo di fronte al problema dell’uovo e della gallina: è più probabile che una persona che prende psicofarmaci rende possa impazzire e commettere terribili omicidi, o è quella gente pazza che è candidata a commettere terribili omicidi ed è più probabile che le vengano prescritti farmaci psichiatrici?
In realtà, molto probabilmente entrambe le cose.
La verità è che, poiché la mente umana è complessa e non del tutto compresa, assumere farmaci che alterano la mente è una proposta rischiosa.
Anche le case farmaceutiche riconoscono questo, anche se non proprio pubblicamente, intendiamoci.
Come scrive Kupelian dopo aver messo in relazione il caso di Andrea Yates, che nel 2001 annegò i suoi cinque figli mentre era in cura con l’antidepressivo Effexor:
Nel novembre 2005, più di quattro anni dopo che Yates annegò i suoi figli, il produttore di Effexor, la Wyeth Pharmaceuticals, silenziosamente aggiunse «ideazione omicida» all’elenco dei «rari eventi avversi».
Nel novembre 2005, più di quattro anni dopo che Yates annegò i suoi figli, il produttore di Effexor, la Wyeth Pharmaceuticals, silenziosamente aggiunse «ideazione omicida» all’elenco dei «rari eventi avversi».
La Medical Accountability Network, un’organizzazione non-profit privata focalizzata su questioni di etica medica, criticò pubblicamente la Wyeth, affermando che il rischio di «ideazione omicida» dell’Effexor non era stato correttamente diffuso e che l’azienda mancò di mandare lettere ai medici o di distribuire etichette di avvertimento che annunciavano cambiamento.
E cosa significa esattamente «rari» nella frase «eventi avversi rari»?
La Food and Drug Administration (FDA) la identifica come reazione avvenuta meno di 1 su 1.000. Ma dato che negli Stati Uniti sono state compilate nello stesso anno 19,2 milioni di prescrizioni per Effexor, statisticamente questo significa che migliaia di americani potrebbero sperimentare «istinti omicidi» – pensieri omicidi – come conseguenza dell’assunzione di farmaci antidepressivi anche solo di questa marca.
Tra l’altro Effexor è il farmaco più venduto dalla Wyeth, che recentemente in un anno ha portato oltre $ 3 miliardi di vendite, rappresentando quasi un quinto dei ricavi annuali dell’azienda.
Per evitare la cattiva pubblicità che ciò comporterebbe, le aziende farmaceutiche spendono centinaia di milioni di dollari per accantonare richieste di risarcimento extragiudiziali e spesso li nascondono con accordi di riservatezza.
Quindi, dopo aver menzionato il caso del dodicenne Christopher Pittman, assassino dei suoi nonni, Kupelian denuncia che «le note reazioni avverse al farmaco» Paxil – secondo l’etichetta approvata dalla FDA – includono tra gli altri «mania», «insonnia», «ansia», «agitazione», «confusione», «amnesia», «depressione», «reazione paranoica», «psicosi», «ostilità», «delirio», «allucinazioni», «pensiero anormale», «depersonalizzazione» e «mancanza di emozioni».
Infatti, come ha scritto nel 2009 WCGH, «Uno studio mostra che un quarto di tutti i bambini che assumono psicofarmaci come Paxil e Zoloft diventano pericolosamente violenti e/o con tendenze suicide».
Certo, se questi farmaci rappresentano una tale minaccia, dovrebbe esserci un flusso di cause legali di alto profilo, giusto? Sbagliato.
Per evitare la cattiva pubblicità che ciò comporterebbe, le aziende farmaceutiche spendono centinaia di milioni di dollari per accantonare richieste di risarcimento extragiudiziali e spesso li nascondono con accordi di riservatezza.
Sigmund Freud, come noto, ha creduto che la cocaina, legale durante la sua gioventù, fosse la miglior cura che ci fosse mai stata per la depressione. Un tempo l’eroina prodotta dalla Bayer veniva pubblicizzata come rimedio per tutti i tipi di disturbi.
Detto questo, è improbabile che gli psicofarmaci siano i soli responsabili degli omicidi di massa, poiché molto è cambiato negli ultimi decenni.
Abbiamo assistito ad un declino della fede e all’aumento del relativismo e del nichilismo morale, che realizzano l’idea che il bene e il male sono semplici «prospettive».
Il divertimento è diventato sempre più decadente e irragionevolmente violento (si noti che l’ascesa di Internet è quasi coincisa con l’inizio di ripetute sparatorie di massa).
La famiglia ha continuato a disintegrarsi e gli americani oggi, immersi nell’elettronica, sono spesso più legati alle cose che alle persone.
Infine la fama che porta commettere un massacro può essere allettante per le persone sole e disturbate, generando così i crimini degli imitatori
Questo per citare solo alcuni fattori, ma con evidenza si tratta di un problema sistemico.
Nondimeno, aggiungere farmaci che alterano la mente a questa equazione non porta a nulla di buono, e questo mi riporta alla mia storia.
Conoscevo un uomo di buon carattere che era il simbolo della calma, che aveva qualche problema e alla quale era stato prescritto un antidepressivo da uno psichiatra (che non lo aveva mai trattato prima). Bene, ha mandato giù una pillola – l’unica da sempre. Nel suo caso, è bastato. Quindici minuti più tardi, è andato su tutte le furie e non è mai più stato lo stesso. Instabilità mentale, irrazionalità e alcuni episodi violenti – in una parola, pazzia – avrebbero segnato il resto della sua vita.
Oggi, con un americano su sei sotto psicofarmaci, forse dovremmo tenere a mente che solo perché un farmaco è legale non significa che questo non ti porterà dalla parte opposta della sanità mentale
Sigmund Freud, come noto, ha creduto che la cocaina, legale durante la sua gioventù, fosse la miglior cura che ci fosse mai stata per la depressione.
Un tempo l’eroina prodotta dalla Bayer veniva pubblicizzata come rimedio per tutti i tipi di disturbi.
Oggi, con un americano su sei sotto psicofarmaci, forse dovremmo tenere a mente che solo perché un farmaco è legale non significa che questo non ti porterà dalla parte opposta della sanità mentale.
Fonte: The New American
Psicofarmaci
PFAS pure nel Prozac e nelle statine per il colesterolo alto
A gennaio è divenuta operativa la normativa dello Stato americano del Minnesota sulle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS), una famiglia di composti sintetici impiegati per conferire resistenza al calore, al grasso, all’olio e all’acqua nei manufatti di consumo. Lo riporta Undark.
Tale legislazione, tra le più rigorose negli Stati Uniti, ha posto al bando queste sostanze in undici settori merceologici, dalle pentole agli imbottiti tessili.
Dal luglio 2026, inoltre, le autorità statali imporranno ai produttori di dichiarare la presenza di PFAS nei propri articoli, mentre dal 2032 vieterebbero la commercializzazione di qualsiasi bene contenente tali elementi aggiunti deliberatamente, salvo limitate deroghe.
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L’obiettivo, stando all’Agenzia per il controllo dell’inquinamento del Minnesota (MPCA), è tutelare «la salute pubblica, l’ecosistema e le finanze dei contribuenti» mediante la contrazione dell’impiego di PFAS.
Una coalizione di imprese farmaceutiche e distributrici di dispositivi medici, il PFAS Pharmaceutical Working Group (PPWG), ha tuttavia contestato la misura, argomentando che le restrizioni estese dello Stato gravano sulle attività produttive e di imballaggio del settore.
Taluni farmaci, come Prozac e Lipitor (una statina per il colesterolo alto), potrebbero rientrare nelle definizioni di PFAS. Sebbene i dispositivi e i medicinali regolati dalla Food and Drug Administration (FDA) siano esentati dal divieto di vendita, le società dovranno nondimeno rivelare dettagli esaustivi su ciascun articolo, inclusi quantità e finalità di ogni composto PFAS utilizzato.
«La portata inedita della legge del Minnesota, applicabile a ogni prodotto immesso sul suo mercato, impone di fatto un divieto nazionale sui PFAS e un obbligo di notifica svincolato dal profilo di rischio, con tempistiche irrealizzabili e norme in contrasto con la legislazione federale», ha scritto il consorzio – che raggruppa colossi come Merck, Pfizer e Roche – in una missiva indirizzata al Dipartimento di Giustizia statunitense.
Inoltre, ha proseguito il PPWG, la frammentazione normativa tra Stati genera un «puzzle regolatorio» per le imprese, che devono conformarsi alla norma più stringente.
La legislazione federale dovrebbe prevalere sui precetti statali, ha concluso il gruppo. Il parere, reso pubblico a settembre, rispondeva all’invito dell’amministrazione Trump a individuare le leggi locali più gravose.
Gli ambientalisti, tuttavia, dubitano che tale frammentazione – o la legge del Minnesota, che non esclude i PFAS nei prodotti sanitari regolati dalla FDA – configuri un onere rilevante per le imprese.
L’approccio olistico del Minnesota e del Maine, che integra obblighi di disclosure, costituisce «una strategia concreta, lineare e sensata a fronte di una sfida immane», ha osservato Anna Reade, direttrice della campagna anti-PFAS al Natural Resources Defense Council (NRDC), organizzazione ambientalista globale. «Viene dipinta come un divieto totale e draconiano su tutti i beni con PFAS, ma la realtà è ben diversa».
La reazione potrebbe celare non solo profili di compliance, ma pure una manovra per eludere regolamentazioni statali più pervasive sui PFAS, ha ipotizzato Albert Lin, docente di diritto ambientale all’Università della California, Davis. «L’industria potrebbe mirare a scongiurare una regolazione statale più ampia sui PFAS».
Queste sostanze, soprannominate «chimiche eterne» per la loro persistenza ambientale (fino a 1.000 anni o oltre), sono sempre più correlate a patologie quali carcinomi, ritardi evolutivi e disfunzioni endocrine.
Attualmente, 30 Stati americani hanno varato politiche sui PFAS, secondo il database di Safer States, coalizione per la salute ambientale negli USA. Il Colorado, ad esempio, proscrive la vendita e la diffusione di carburanti petroliferi e taluni tessuti con PFAS intenzionali.
Stati come Minnesota e Maine, però, hanno innovato ulteriormente, bandendo un’ampia gamma di articoli con PFAS aggiunti e imponendo la segnalazione quando l’uso è ineludibile.
Per le farmaceutiche, tuttavia, l’accumulo di norme «varia per estensione, definizioni, esenzioni e scadenze», lamenta il PPWG nel suo commento.
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Ad agosto, un magistrato ha sospeso le regole di notifica del Minnesota, ritenendole «prive di razionalità» rispetto agli obiettivi della MPCA e eccedenti i poteri dell’ente.
Il giudice ha invitato l’agenzia a emendare e riproporre le norme.
L’MPCA ha eluso commenti sul parere del PPWG, rimandando a una nota in cui si precisa che la rimozione e lo smaltimento dei PFAS dalle acque reflue del Minnesota costerebbe 11-25 miliardi di dollari in vent’anni: perciò, lo Stato privilegia la prevenzione tramite disclosure e fase-out degli usi non essenziali.
Per i promotori, la regolamentazione statale supplisce a un vuoto cruciale nel tracciamento dei PFAS, consentendo a consumatori e autorità di pinpointare fonti di rischio e curando una riduzione attiva dell’esposizione,.
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Psicofarmaci
12enne si suicida tre settimane dopo aver iniziato ad assumere Prozac. La madre: la colpa è di social e antidepressivi
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Le prescrizioni di antidepressivi aumentano vertiginosamente per le ragazze adolescenti
La Citizens Commission on Human Rights, un organismo di controllo del settore della salute mentale, ha lanciato l’allarme questo mese: i medici stanno prescrivendo antidepressivi alle ragazze adolescenti a un ritmo allarmante, creando una «crisi di salute pubblica» alimentata da «conflitti di interesse tra psichiatria e industria farmaceutica». Secondo uno studio del 2024 pubblicato su Pediatrics, tra il 2020 e il 2022 il numero di ragazze statunitensi di età compresa tra 12 e 17 anni a cui sono stati prescritti antidepressivi è aumentato di circa il 130%. Nel 2004 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha emesso un avviso nel riquadro nero, obbligando le aziende farmaceutiche ad avvisare il pubblico di un aumento del rischio di suicidio nei bambini e negli adolescenti associato all’uso di SSRI. La FDA ha esaminato 24 studi clinici che hanno coinvolto oltre 4.400 giovani pazienti trattati con SSRI. I pazienti trattati con SSRI hanno presentato un rischio di suicidio doppio (4%) durante i primi mesi di trattamento, rispetto al rischio del 2% riportato nei pazienti trattati con placebo. «Per non usare mezzi termini, questo significa che è più probabile che si tenti il suicidio se si assumono questi farmaci rispetto a se si assume un placebo: si tratta di una scoperta schiacciante sull’efficacia e la sicurezza di questi farmaci», ha affermato il dottor Josef Witt-Doerring, psichiatra specializzato nell’identificazione e nel trattamento delle reazioni avverse ai farmaci in ambito psichiatrico ed ex responsabile medico della FDA.Iscriviti al canale Telegram ![]()
«Tutto quello che continuavo a sentirmi dire era che era il farmaco più sicuro in circolazione»
Charay ha affermato che lo psichiatra di Londra non l’ha mai informata dell’avvertimento quando ha raccomandato il Prozac a sua figlia. «Ho ancora la confezione», ha detto. «Non c’era nessun avvertimento sul rischio di ideazione suicidaria. Non c’era nessun avviso sul riquadro nero, niente di tutto ciò. … Tutto quello che continuavo a sentirmi dire era che era il farmaco più sicuro in circolazione». Charay ha esitato a prescrivere a London 10 milligrammi (mg) di SSRI perché sua figlia aveva provato con 5 mg nell’ottobre 2023, ma aveva smesso di usarli perché London le aveva detto che non le piaceva come la faceva sentire. London è stato portato al centro di salute mentale pediatrico Pine Rest di Grand Rapids nell’ottobre 2023 e di nuovo nel luglio 2024. Lo psichiatra del Pine Rest disse a Charay che London non aveva dato al farmaco abbastanza tempo per fare effetto. «Per circa un anno e mezzo le ho dato delle vitamine per cercare di evitare i farmaci, ma noi come società siamo portati a credere che siano gli psichiatri e i medici a saperlo meglio», ha detto Charay. Charay ha acconsentito a far assumere a London il Prozac dopo che lo psichiatra aveva lasciato intendere che avrebbe tenuto London al Pine Rest più a lungo se lei non avesse permesso che London assumesse farmaci. Il 10 luglio 2024, London ha iniziato ad assumere il Prozac prescrittole dal suo psichiatra, consultando al contempo uno psicologo e assumendo vitamine per sostenere la sua salute mentale. Charay ha raccontato che lo psichiatra le aveva detto che la prescrizione era per 10 mg di Prozac, ma in seguito ha scoperto che era per 20 mg. Tre settimane dopo, London ha ingerito la serie di pillole. Solo 18 ore prima dell’overdose, London ha inviato messaggi di testo angosciati al suo consulente, implorando aiuto. Il consulente non ha contattato mai la famiglia di London in merito ai messaggi né ha effettuato un controllo del suo stato di salute, ha detto Charay. Charay di solito teneva chiuso a chiave l’armadietto dei medicinali della famiglia, ma a quanto pare London lo scassinò e nascose quattro flaconi di pillole nello zaino. Nella tarda serata del 31 luglio 2024, London iniziò a lamentarsi di mal di stomaco. Alla fine London ammise di aver preso un sacco di pillole. Secondo Charay, sua figlia ha iniziato a urlare: «mi dispiace. Non volevo farlo sul serio». Charay disse a London che dovevano correre al pronto soccorso per una lavanda gastrica. Durante il tragitto verso l’auto, London ha vomitato il 70-80% delle pillole, ha raccontato Charay. Hanno raggiunto il Memorial Healthcare di Owosso, nel Michigan, in meno di 10 minuti. Erano circa le 22.00. Il personale «si muoveva così lentamente», ha detto Charay. «Hanno avuto persino l’audacia di chiederci di sederci in sala d’attesa». Un membro dello staff ha chiamato il Centro Antiveleni e gli è stato detto di aspettarsi una chiamata con le raccomandazioni di un tossicologo. Quando London è morta ore dopo, il Centro Antiveleni non aveva ancora richiamato, ha detto Charay.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Il personale del pronto soccorso si rifiuta di fare la lavanda gastrica a London o di somministrarle carbone attivo
Charay ha implorato il personale di effettuare una lavanda gastrica a London, ma loro hanno rifiutato, dicendo che era «vecchio stile», ha detto. Hanno anche respinto le ripetute richieste di Charay di somministrare a London carbone attivo, che può aiutare a neutralizzare gli avvelenamenti. In seguito, Charay ha appreso che l’ospedale aveva licenziato tutto il personale del pronto soccorso, tranne il medico che supervisionava le cure di London. Il medico era stato trasferito in un altro ospedale. Alle 23:05 è arrivata un’ambulanza per trasportare London all’ospedale di Lansing. Tuttavia, nessuno ha caricato London sull’ambulanza, sebbene Charay avesse firmato i documenti di trasferimento entro le 23:18. Charay ha dichiarato: «Continuavamo a chiedere loro perché non la caricassero sull’ambulanza e il personale continuava a dire che la stavano preparando per il trasporto. Quindi per noi non aveva senso. Non stavano facendo nulla». Alle 00:30, London ha iniziato ad avere convulsioni. I medici le hanno somministrato l’Ativan, che inizialmente arrestò le convulsioni. Quando le convulsioni sono continuate, le somministrarono il Keppra, un anticonvulsivante, e un’iniezione di Versed, un rilassante. Secondo la sua cartella clinica, il personale medico ha intubato London a causa delle convulsioni e delle preoccupazioni relative a un «trasferimento non sicuro». A Londra vennero somministrati altri farmaci, tra cui Fentanyl, Propofol e Levophed. Charay ha chiesto al medico se i farmaci avrebbero «fatto danni» al cuore di London. Il medico ha risposto di no. Circa 10 secondi dopo, London è andata in arresto cardiaco. Inizialmente il personale ha ripristinato il battito cardiaco di London, ma in seguito la donna ha avuto diversi episodi di crisi e non è stato possibile rianimarla. I medici ne dichiararono la morte alle 2:39 del mattino del 1° agosto 2024, indicando sul certificato di morte «effetti tossici del bupropione» come causa del decesso.Sostieni Renovatio 21
Una causa legale sostiene che i prodotti dei social media «intrinsecamente pericolosi» hanno causato morti
Charay si è unito a una causa per conto di London e di altri adolescenti, sostenendo che le aziende di social media sapevano che i loro prodotti erano «difettosi e/o intrinsecamente pericolosi», ma li hanno comunque commercializzati per bambini e adolescenti. Tra i querelanti figurano i genitori sopravvissuti di altri due adolescenti, morti suicidi dopo un uso eccessivo dei social media. Sostengono che le aziende abbiano causato morti ingiuste attraverso un «intenzionale disprezzo per la vita umana». Nel caso di London, tra gli imputati figurano TikTok, Snap, la società madre di Snapchat, e Google, la società madre di YouTube. Gli attori hanno chiesto un processo con giuria e hanno intentato causa per numerosi danni, tra cui spese mediche e funerarie, mancati guadagni e spese legali. Secondo la denuncia depositata il 28 maggio 2025 presso la Corte superiore della California, contea di Los Angeles, le aziende hanno progettato «prodotti difettosi che hanno causato gravi lesioni agli utenti» e non hanno fornito «adeguate avvertenze sui rischi per la salute gravi e ragionevolmente prevedibili derivanti dall’uso del prodotto». London «è sempre stata una bambina dolce e felice» fino all’età di 8 anni, quando ha iniziato a utilizzare i social media nel 2020, durante la pandemia di COVID-19. Nella causa si leggeva anche: «Come conseguenza prevedibile dei progetti di utilizzo prolungato degli imputati e di altri progetti e azioni difettosi e/o intrinsecamente dannosi, London ha sviluppato dipendenze dannose da queste piattaforme, che hanno causato privazione del sonno, depressione, ansia, ideazione suicidaria, altri gravi danni alla salute mentale non sperimentati prima dell’inizio di tale utilizzo e, infine, la morte». London si è recata in ospedale per la prima volta nel 2023 con pensieri autolesionistici. Secondo la denuncia, le sue condizioni sono peggiorate all’inizio del 2024. All’inizio del 2024, London ha completato le pratiche burocratiche con uno studio legale che si occupa di casi di dipendenza dai social media. Quando le è stato chiesto di spiegare se fosse dipendente dai social media, London ha scritto che i social media sono «tutto ciò a cui penso. Mia madre mi chiede di smettere e, in meno di 1-2 minuti, ci torno di nascosto». Dopo che il primo studio legale non è intervenuto, Charay ha contattato lo studio legale che in seguito ha presentato la denuncia del 28 maggio per suo conto. Dopo la morte di London, la sua famiglia ha istituito una borsa di studio a suo nome per aiutare i suoi compagni di classe a realizzare i loro sogni. Secondo la pagina GoFundMe della borsa di studio: «London era un faro di luce nelle nostre vite, nota per il suo amore per la famiglia, la sua risata contagiosa e il suo splendido sorriso che illuminava ogni stanza. La sua passione per il calcio, l’arte e la lettura ispirava chi la circondava, e coltivava il sogno di arruolarsi nell’Aeronautica Militare per diventare pilota commerciale». «Crediamo che l’istituzione di una borsa di studio in suo onore porterà avanti la sua eredità e darà alle generazioni future gli strumenti per perseguire i propri sogni».Iscriviti al canale Telegram ![]()
«I farmaci, se usati, dovrebbero essere l’ultima risorsa»
Il rischio di suicidio nei giovani adolescenti che assumono SSRI è complessivamente basso, «ma reale e clinicamente importante», ha affermato Witt-Doerring. I ricercatori non sono certi se le ragazze siano più esposte a rischi specifici legati ai farmaci rispetto ai ragazzi. I tassi di suicidio più elevati tra le ragazze che assumono SSRI potrebbero essere dovuti al fatto che riportano tassi più elevati di depressione e ricevono più prescrizioni di SSRI rispetto ai ragazzi. Witt-Doerring, che di recente ha parlato in un panel della FDA sulla necessità di aumentare gli avvertimenti sui rischi degli SSRI durante la gravidanza, ha affermato che le famiglie meritano «una comunicazione chiara e semplice sul fatto che, in media, gli SSRI aumentano il rischio di comportamenti suicidi nei giovani». «Francamente, se la maggior parte dei genitori comprendesse queste probabilità, molti non accetterebbero di iniziare a usare una strategia per i propri figli, a meno che tutte le altre non siano fallite», ha affermato. Witt-Doerring ha esortato i genitori a ricorrere, ove possibile, a trattamenti non farmacologici se i loro figli soffrono di depressione o ansia. «Nei casi lievi o moderati, si può iniziare con la psicoterapia, interventi familiari e scolastici, supporto al sonno, nutrizione e igiene digitale», ha affermato. «I farmaci, se utilizzati, dovrebbero essere l’ultima risorsa, e solo come parte di un piano più ampio». Se un bambino o un adolescente assume un SSRI, i genitori devono monitorarlo attentamente per individuare eventuali segnali che indicano un peggioramento dei sintomi. Questi possono includere comportamento impulsivo, pensieri ossessivi, irrequietezza o paranoia. Il dottor David Healy, psichiatra che ha parlato anche al panel della FDA sui rischi degli SSRI in gravidanza, ha affermato che i genitori possono capire entro due o tre giorni se un SSRI sta aiutando il loro bambino. «Se non si nota un effetto benefico già dopo quel momento, è opportuno interromperne l’assunzione», ha consigliato. Witt-Doerring ha anche incoraggiato le famiglie a predisporre un piano di disassuefazione dagli SSRI, poiché questi farmaci possono scatenare sintomi da sospensione. «Più a lungo si continua a prenderli, più difficile può essere sospenderli. Quindi le famiglie dovrebbero avere una strategia di riduzione graduale e supporti non farmacologici fin dal primo giorno», ha affermato.Aiuta Renovatio 21
Studio: tentativi di suicidio per overdose collegati all’uso notturno di schermi, medicina sbloccata
Uno studio presentato la scorsa settimana al convegno annuale dell’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry a Chicago ha ripreso i temi del caso di London. I ricercatori della Virginia Tech Carilion School of Medicine hanno intervistato ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni ricoverati in ospedale dopo tentativi di suicidio intenzionali per overdose. Hanno scoperto che i tentativi di suicidio tendevano a verificarsi a tarda notte, mentre i ragazzi utilizzavano gli schermi o poco dopo. «Dobbiamo essere consapevoli che l’accesso a tecnologie come Internet e i social media durante la notte, o per periodi illimitati con un monitoraggio minimo, aumenta il rischio di autolesionismo», ha affermato in una nota il dottor Timothy Ferrebee, uno degli autori dello studio. Lo studio ha inoltre rilevato che spesso erano coinvolti sia farmaci con obbligo di ricetta che farmaci da banco, evidenziando che i genitori dovrebbero mettere al sicuro tutti i farmaci, non solo quelli con obbligo di ricetta. I sospetti tentativi di suicidio tramite avvelenamento tra gli adolescenti sono aumentati di oltre il 30% tra il 2019 e il 2021, secondo quanto riportato dai Centers for Disease Control and Prevention. Tra i bambini di età compresa tra 10 e 12 anni, l’aumento è stato di oltre il 70%. Suzanne Burdick Ph.D. © 29 ottobre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Questo articolo è stato aggiornato per chiarire che il bupropione (Wellbutrin) è un antidepressivo, ma non un SSRI. È un inibitore della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina, o NDRI. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Gravidanza
Rischi incalcolabili: possibili effetti degli antidepressivi assunti durante la gravidanza sullo sviluppo del feto
Renovatio 21 traduce questo articolo di Joseph Mercola precedentemente apparso su Children’s Health Defense.
Ogni anno, a migliaia di donne incinte vengono prescritti antidepressivi, con la convinzione che i benefici superino i rischi. Eppure, prove sempre più numerose suggeriscono che gli SSRI possano compromettere lo sviluppo cerebrale fetale e aumentare il rischio di parto pretermine e problemi di salute mentale. Le istituzioni mediche e i media minimizzano questi risultati, lasciando le madri senza le informazioni necessarie per fare scelte consapevoli.
La gravidanza è un periodo in cui ogni scelta sembra amplificata, eppure una delle decisioni mediche più comuni, quella di assumere antidepressivi, raramente prevede la piena divulgazione dei rischi.
Questi farmaci vengono regolarmente presentati come sicuri e necessari, mentre le prove scientifiche che lanciano allarmi sui danni al feto vengono silenziosamente ignorate.
Ciò che manca nella conversazione è uno sguardo onesto su come l’alterazione della chimica del cervello durante una fase così importante dello sviluppo influisca sia sulla madre che sul bambino.
La serotonina, il neurotrasmettitore bersaglio di questi farmaci, è anche un elemento fondamentale per la formazione del cervello e del corpo del bambino nel grembo materno. Interrompere questo processo ha conseguenze durature che troppo spesso vengono ignorate.
Il dibattito è diventato ancora più polarizzato poiché le organizzazioni mediche e i media minimizzano le preoccupazioni, presentando gli antidepressivi come una difesa di prima linea contro la depressione prenatale.
Ma la domanda rimane: se la scienza dimostra rischi duraturi per i bambini esposti nel grembo materno, perché questi farmaci vengono ancora promossi come la scelta più sicura? Le risposte più profonde emergono nella ricerca che segue.
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La ricerca dimostra che gli antidepressivi in gravidanza danneggiano lo sviluppo fetale
Un’analisi pubblicata dal Brownstone Institute ha esaminato come le organizzazioni mediche e i media tradizionali abbiano minimizzato le prove secondo cui gli antidepressivi assunti durante la gravidanza danneggiano il feto in via di sviluppo.
L’autore, il dottor Peter Gøtzsche, co-fondatore della Cochrane Collaboration, ha riassunto i risultati presentati a un panel della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, in cui gli esperti hanno lanciato l’allarme sui pericoli degli SSRI.
Invece di riconoscere queste preoccupazioni, i principali gruppi medici hanno respinto le prove come parziali e hanno rassicurato il pubblico sulla sicurezza di questi farmaci.
Lo sviluppo del cervello è a rischio
Studi sugli animali dimostrano che l’esposizione fetale agli SSRI interrompe lo sviluppo cerebrale e produce comportamenti dannosi a lungo termine. Questi includono ritardo delle capacità motorie, risposte anomale alla paura, ridotta capacità di provare piacere e maggiore vulnerabilità a depressione e ansia.
Studi condotti sull’uomo hanno confermato questi risultati, rivelando un aumento dei rischi di aborto spontaneo, malformazioni congenite, basso peso alla nascita e ipertensione polmonare persistente.
Ciò significa che l’uso di antidepressivi durante la gravidanza non è solo un problema a breve termine, ma ha effetti duraturi sullo sviluppo del bambino.
I neonati spesso mostrano sintomi di astinenza
La ricerca ha anche rivelato che i neonati esposti agli SSRI nel grembo materno soffrono spesso di quella che i medici chiamano sindrome da astinenza neonatale.
In uno studio, il 30% dei neonati esposti a questi farmaci ha mostrato sintomi quali nervosismo, pianto debole, scarso tono muscolare, difficoltà di alimentazione, convulsioni e difficoltà respiratorie. Questi problemi costringono molti neonati a essere ricoverati in terapia intensiva, rendendo i primi giorni di vita particolarmente difficili sia per la madre che per il bambino.
I rischi di sviluppo a lungo termine sono significativi
La ricerca ha collegato l’esposizione prenatale agli antidepressivi a tassi più elevati di disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) infantile, disturbo dello spettro autistico e disturbi dell’umore in età adulta.
Uno dei membri della FDA, il dottor Jay Gingrich, ha spiegato che i bambini esposti agli SSRI nel grembo materno sembravano normali all’inizio, ma che quando raggiungevano l’adolescenza, i loro tassi di depressione aumentavano drasticamente.
Ciò è in linea con la ricerca sugli animali che dimostra che alterare la serotonina durante lo sviluppo fetale riprogramma l’amigdala, una regione del cervello responsabile della regolazione della paura e dell’umore.
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I gruppi professionali hanno respinto gli avvertimenti sugli antidepressivi durante la gravidanza
L’American Psychiatric Association, l’American College of Obstetricians and Gynecologists e altre associazioni mediche hanno rilasciato dichiarazioni in cui respingevano gli avvertimenti del comitato della FDA. Sostenevano che la depressione non trattata fosse il vero rischio durante la gravidanza e sostenevano che gli antidepressivi fossero sicuri.
Tuttavia, come ha sottolineato Gøtzsche, le meta-analisi di studi clinici controllati con placebo mostrano che i benefici degli antidepressivi sono così minimi da non avere alcuna rilevanza clinica. Ciò significa che l’argomentazione secondo cui “i rischi del non trattamento superano i rischi del trattamento” non regge se si considerano le prove.
Gli antidepressivi interferiscono con lo sviluppo del cervello e del cuore
La serotonina svolge un ruolo chiave nello sviluppo cerebrale, guidando la crescita, la connessione e il funzionamento dei neuroni. Bloccando la ricaptazione della serotonina, gli SSRI modificano il modo in cui le cellule fetali utilizzano questo neurotrasmettitore durante le fasi chiave dello sviluppo.
Questa interruzione aiuta a spiegare perché gli studi sugli animali riscontrino costantemente cambiamenti duraturi nelle funzioni e nel comportamento del cervello. In parole povere, alterare i livelli di serotonina durante la gravidanza modifica il cervello del bambino in modi che aumentano il rischio di problemi di salute mentale permanenti.
Uno studio pubblicato su Communications Biology ha inoltre scoperto che l’uso di SSRI durante la gravidanza aumenta il rischio di difetti cardiaci congeniti nei neonati.
Gli antidepressivi aumentano le nascite pretermine
Uno studio condotto da Kaiser Permanente su 82.170 donne in gravidanza ha rilevato che la consulenza psicologica ha ridotto il parto pretermine del 18%, mentre l’uso di antidepressivi lo ha aumentato del 31%. Maggiore è la dose di farmaco, maggiore è il rischio. Ciò significa che scegliere trattamenti non farmacologici, come la consulenza psicologica, non solo evita questi rischi, ma può anche migliorare i risultati sia per la madre che per il bambino.
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I conflitti di interesse all’interno della psichiatria e della medicina portano alla negazione sistemica
Gøtzsche ha descritto come i conflitti di interesse abbiano dato vita a un’“industria del dubbio” progettata per confondere il pubblico.
Inondando il campo di studi parziali o mal progettati, i ricercatori con legami finanziari con l’industria farmaceutica creano incertezza e proteggono gli antidepressivi da un esame approfondito. Questo lascia le future mamme disinformate e vulnerabili, spesso convinte che questi farmaci siano sicuri quando prove concrete dimostrano il contrario.
Gli esperti avvertono di un rischio senza precedenti
Durante l’udienza della FDA, il dottor Adam Urato ha riassunto la gravità del problema:
«Mai prima nella storia dell’umanità abbiamo alterato chimicamente lo sviluppo dei bambini in questo modo, in particolare lo sviluppo del cervello fetale, e questo sta accadendo senza alcun reale preavviso pubblico».
La sua affermazione coglie la portata del problema. La responsabilità di mettere in discussione i consigli medici standard non è mai stata così urgente. Conoscere i rischi ti dà la forza di cercare alternative più sicure per la salute mentale durante la gravidanza.
Modi più sicuri per sostenere la salute mentale durante la gravidanza
La depressione durante la gravidanza è reale e spesso può risultare opprimente, quando mente e corpo stanno già lavorando a pieno ritmo per far crescere una nuova vita. La verità è che gli antidepressivi non risolvono la causa principale del problema: interferiscono con la serotonina e interferiscono con lo sviluppo del bambino.
Invece di affidarsi ai farmaci, consiglio di adottare misure che nutrano il corpo, ripristinino l’energia e calmino il sistema nervoso in modo naturale. Non si tratta di soluzioni rapide, ma di soluzioni concrete che offrono a te e a tuo figlio una base più solida per la salute.
1. Nutri le tue cellule con vera energia: il tuo cervello funziona a carburante e se le tue cellule non producono abbastanza energia, tutto ne soffre, incluso l’umore. Suggerisco di aumentare l’assunzione di carboidrati facili da digerire come frutta e riso bianco. La maggior parte degli adulti ha bisogno di 250 grammi di carboidrati al giorno e, se sei attivo, ne hai bisogno ancora di più.
Elimina gli oli vegetali e i cibi lavorati, ricchi di acido linoleico che inibisce la funzione mitocondriale e prosciuga le energie. Cucina invece con grassi saturi come burro, ghee o sego di animali allevati al pascolo. Quando le tue cellule sono ben nutrite, il tuo cervello funziona meglio e la tua resilienza emotiva migliora.
2. Correggere le carenze nutrizionali che influenzano l’umore: se sei depresso, è molto probabile che tu stia esaurendo i nutrienti chiave. Il magnesio è uno dei più importanti: aiuta a regolare lo stress e spesso si riscontra una carenza nelle persone depresse. Anche le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo centrale.
Una carenza di vitamina B3 scatena ansia, paranoia o aggressività, mentre una carenza di vitamina B1 porta a irritabilità, disturbi del sonno e confusione. Se la tua dieta non è sufficiente, aggiungi più alimenti ricchi di questi nutrienti o usa integratori di alta qualità.
3. Muoviti con delicatezza: l’esercizio fisico è un antidepressivo naturale. Se sei incinta, scegli attività a bassa intensità come yoga, nuoto o camminate all’aria aperta. Questi movimenti migliorano la circolazione, equilibrano gli ormoni e rilasciano sostanze chimiche nel cervello che migliorano l’umore.
Considera ogni passo come un piccolo aiuto per la tua salute mentale. Monitorare i tuoi progressi, anche annotando i minuti di cammino percorsi ogni giorno, ti aiuta a vedere quanta strada hai fatto e ad aumentare la fiducia in te stesso e a continuare ad andare avanti.
4. Trascorri del tempo all’aperto alla luce naturale: la luce del sole è una medicina gratuita per la tua mente. Quando esponi la pelle al sole, produci vitamina D, che è strettamente correlata a tassi più bassi di depressione. Punta a un intervallo compreso tra 60 e 80 nanogrammi per millilitro (150-200 nanomoli per litro in Europa) e controlla regolarmente i tuoi livelli per sapere se sei nella zona giusta.
La luce solare ha anche un profondo impatto sulla salute mentale, oltre alla vitamina D, influenzando anche le endorfine e l’energia mitocondriale. Se la vostra dieta è ricca di oli vegetali, evitate per ora il sole di mezzogiorno e iniziate con la luce del mattino presto o del tardo pomeriggio per evitare danni alla pelle.
Nel tempo, eliminando gli oli vegetali nocivi dalla dieta per almeno sei mesi, la pelle diventa più resistente. La luce del mattino resetta anche il tuo orologio biologico, facilitando il sonno notturno.
5. Dai priorità a un sonno ristoratore e a un rilascio di stress: il sonno è il momento in cui il cervello si resetta e, se non lo fai a sufficienza, il tuo umore precipita. Esci entro 30 minuti dal risveglio per stabilizzare il tuo ritmo circadiano, quindi crea una routine rilassante per andare a dormire che ti permetta di addormentarti e rimanere addormentato nel buio più totale. Riduci la luce blu la sera e abbassa le luci al tramonto.
Per gestire lo stress durante il giorno, pratica la respirazione profonda, la meditazione o le Tecniche di Liberazione Emotiva. Questi metodi calmano il sistema nervoso e impediscono agli ormoni dello stress di sopraffare il cervello.
Quando passi dall’intorpidire i sintomi con i farmaci al rifornire il tuo corpo di nutrienti, bilanciando le sostanze nutritive, muovendoti e riposando, dai a te stessa e al tuo bambino le maggiori possibilità di un esito positivo.
(…)
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Domande frequenti sugli antidepressivi durante la gravidanza
D: Gli antidepressivi sono sicuri da usare durante la gravidanza?
R: No. Le prove dimostrano che gli antidepressivi, in particolare gli SSRI, interrompono lo sviluppo cerebrale fetale e aumentano il rischio di aborto spontaneo, basso peso alla nascita, parto pretermine e problemi a lungo termine come ADHD, autismo e depressione.
D: Quali tipi di problemi devono affrontare i bambini esposti agli antidepressivi nel grembo materno al momento della nascita?
R: I neonati sviluppano frequentemente sintomi di astinenza neonatale, tra cui nervosismo, debolezza del tono muscolare, difficoltà di alimentazione, convulsioni e difficoltà respiratorie. Uno studio ha rilevato che il 30% dei neonati esposti agli SSRI ha sofferto di questi sintomi.
D: In che modo l’alterazione della serotonina danneggia lo sviluppo fetale?
R: La serotonina è essenziale per guidare la crescita e la connessione delle cellule cerebrali di un bambino. Gli antidepressivi bloccano la ricaptazione della serotonina, interferendo con questo processo. Questo modifica il cervello in modi che aumentano il rischio di problemi di salute mentale in età adulta.
D: Perché le organizzazioni mediche insistono sul fatto che gli antidepressivi sono sicuri durante la gravidanza?
R: Gruppi come l’American Psychiatric Association e l’American College of Obstetricians and Gynecologists sostengono che la depressione non trattata sia più pericolosa. Tuttavia, meta-analisi di studi clinici controllati con placebo mostrano che gli antidepressivi forniscono benefici minimi, troppo esigui per compensare i rischi.
D: Quali sono le alternative più sicure per gestire la depressione durante la gravidanza?
R: I passaggi che affrontano le cause profonde includono: mangiare una quantità sufficiente di carboidrati facili da digerire, correggere le carenze nutrizionali, mantenersi fisicamente attivi con esercizi leggeri, trascorrere del tempo alla luce del sole, migliorare il sonno e praticare tecniche di riduzione dello stress come le tecniche di liberazione emotiva.
Dottor Joseph Mercola
Pubblicato originariamente da Mercola. I punti di vista e le opinioni espressi in questo articolo sono quelli degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni di Children’s Health Defense.
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