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Cina

Proteste contro le dighe cinesi in Tibet: Pechino procede con i progetti

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

I monaci tibetani scesi in piazza contro le autorità cinesi sono stati arrestati e maltrattati durante la detenzione. Secondo il piano di costruzione della centrale idroelettrica verranno sommersi due villaggi e sei monasteri, ragione per cui Pechino ha inviato un ordine di trasferimento alla popolazione locale a cui i residenti si oppongono.

 

La polizia cinese ha iniziato gli interrogatori dei tibetani arrestati nel corso del weekend per aver protestato contro la costruzione di una diga nella contea di Dege, nella provincia cinese del Sichuan al confine con il Tibet.

 

I detenuti – sia monaci che residenti locali – sono stati «schiaffeggiati e picchiati duramente ogni volta che si rifiutavano di rispondere a domande importanti», ha detto a Radio Free Asia (RFA) una fonte anonima. «Molti hanno dovuto essere portati in ospedale» e altri «sono svenuti a causa della mancanza di cibo e alle temperature gelide».

 

I prigionieri (che secondo l’agenzia stampa sarebbero più di 1.000) sono trattenuti in diversi centri di detenzione, hanno continuato le fonti anonime. Nel frattempo, con la reintroduzione delle misure già utilizzate durante la pandemia da covid-19, è stato vietato alla popolazione di abbandonare le proprie abitazioni.

 


I monaci e i residenti locali hanno iniziato a protestare pacificamente il 14 febbraio, dopo aver ricevuto da Pechino un ordine di trasferimento forzato dovuto alla costruzione della centrale idroelettrica di Gangtuo (in cinese) o Kamtok (in tibetano), che entrerà in funzione nel 2026. Affinché il progetto sia ultimato, i villaggi di Upper Wonto e Shipa, che ospitano circa 2 mila tibetani, e sei monasteri (di cui tre sorgono nella contea di Dege e altri tre nella municipalità di Chamdo) devono essere demoliti, altrimenti verranno sommersi dalle acque.

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Diversi video circolati online mostrano i monaci prostrarsi davanti alle autorità cinesi (un gesto che i tibetani considerano «terribile»), chiedendo di rivedere la decisione e fermare la demolizione dei luoghi di culto. In particolare, i monasteri di Wonto (al cui interno si trovano preziose pareti dipinte risalenti al XIII secolo) e di Yena, i più vicini al sito di costruzione, ospitano circa 300 monaci e hanno un importante valore religioso e culturale per i tibetani del luogo.

 

Pechino non sembra però intenzionata a fermare il progetto. La centrale idroelettrica di Gangtuo/Kamtok, da 2.240 megawatt, sorge lungo un tratto superiore del fiume Yangtze (chiamato Drichu in tibetano e Jinsha in cinese), e fa a sua volta parte di un piano più ampio approvato dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, che ha previsto la costruzione di decine di stazioni idroelettriche tra le più grandi al mondo nell’area protetta dei Tre Fiumi Paralleli, lo Yangtze, il Mekong e il Salween, che scorrono tra il Sichuan, lo Yunnan e il Tibet, dove hanno anche la loro origine.

 

L’area, da tempo presa di mira dalla Cina per la produzione di energia pulita, è però anche una riserva naturale tutelata dall’UNESCO. Secondo i gruppi per la difesa del Tibet, Pechino ha approvato la costruzione delle dighe inviando all’agenzia dell’ONU informazioni parziali riguardo i possibili danni ambientali.

 

Tuttavia, i reclami della popolazione locale o degli attivisti ambientali sembrano cadere nel vuoto: a inizio dicembre la Cina aveva annunciato di aver completato per il 50% la costruzione della diga di Yebatan, poco più a sud rispetto a quella di Gangtuo.

 

In base alle dichiarazioni del governo cinese, la centrale, in cui Pechino ha investito oltre 33 miliardi di yuan (4,6 miliardi di dollari), sarà operativa entro la fine del 2025 e servirà allo sviluppo sociale ed economico della regione.

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Cina

Trump: non permetterò a Nvidia di vendere chip avanzati alla Cina

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Il presidente Trump ha dichiarato che impedirà alla Cina di acquistare i chip Blackwell avanzati di Nvidia, sostenendo che potrebbero conferire al principale rivale americano un «uguale vantaggio» nella corsa al dominio dell’intelligenza artificiale.   «No, non lo faremo», ha detto Trump durante un’intervista al programma di giornalismo di inchiesta 60 Minutes della CBS trasmessa domenica. «Non permetteremo a nessuno di averli, tranne agli Stati Uniti.»   Il Presidente ha poi affermato che gli Stati Uniti stanno attualmente vincendo la corsa all’intelligenza artificiale e che fornire alla Cina i chip Blackwell – i più avanzati di Nvidia fino ad oggi – garantirebbe loro un «uguale vantaggio».   «In questo momento stiamo vincendo perché stiamo producendo elettricità come mai prima d’ora», ha dichiarato il presidente.   Parlando domenica ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente Trump ha ribadito la sua posizione, descrivendo i chip Blackwell come «10 anni avanti rispetto a tutti gli altri chip».   «No, non diamo quel chip ad altre persone», ha aggiunto.

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I commenti di Trump sono giunti due giorni dopo che il CEO di Nvidia, Jensen Huang, aveva espresso la speranza che la sua azienda potesse vendere i chip alla Cina in futuro, pur non avendo al momento tale intenzione.   «Lo spero, ma questa è una decisione che spetta al presidente Trump», ha detto lo Huang ai giornalisti al vertice dei CEO dell’APEC a Gyeongju, in Corea del Sud.   Gli Stati Uniti hanno imposto controlli sull’esportazione dei chip più avanzati di Nvidia verso la Cina, nel tentativo di frenare i progressi tecnologici di Pechino, in particolare per quanto riguarda le attrezzature militari.   La scorsa settimana i legislatori hanno espresso sostegno alla posizione del Presidente, sostenendo che la vendita di tecnologia avanzata di intelligenza artificiale alla Cina rappresenta una minaccia diretta agli interessi nazionali.   «In un momento in cui i chip più avanzati sono disponibili in quantità limitata, la crescita della nostra economia e il sostegno all’ingegnosità americana dovrebbero avere la precedenza sulla facilitazione della modernizzazione militare del PCC e sulle violazioni dei diritti umani», ha affermato in una nota il deputato Raja Krishnamoorthi, presidente della Commissione speciale della Camera sul PCC.   Nella sua intervista con la CBS, Trump ha anche dichiarato che gli Stati Uniti stanno accelerando le misure per ridurre e, in ultima analisi, eliminare la dipendenza dai minerali di terre rare e dai magneti cinesi, utilizzati da Pechino come strumento di pressione nella guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti.   «Entro un anno, un anno e mezzo, avremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno», ha affermato Trump.   Gli Stati Uniti stanno diversificando la propria catena di approvvigionamento attraverso nuove attività di estrazione e raffinazione nel Sud-est asiatico e in Australia.   La Cina ha iniziato a usare il suo controllo sull’estrazione e la produzione di terre rare come arma durante una disputa commerciale con il Giappone nel 2010. La mossa provocò un diffuso allarme nel settore manifatturiero.   Nel suo secondo mandato, il presidente Trump ha fatto del recupero del controllo sulle risorse strategiche una priorità assoluta. Ha introdotto misure per accelerare i permessi per la produzione nazionale e ha promesso centinaia di milioni di dollari per sostenere i produttori statunitensi.

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Come riportato da Renovatio 21, Nvidiala scorsa settimana ha toccato la capitalizzazione record di 5 trilioni di dollari.   Come riportato da Renovatio 21, Nvidia nel giugno 2024 era diventata la seconda azienda più capitalizzata al mondo, con il titolo di NVIDIA in Borsa a dare performance davvero invidiabili: il prezzo delle azioni era salito del 47% nei primi mesi del 2024.   Nell’ambito delle tensioni con la Repubblica Popolare Cinese su Taiwan, il governo degli Stati Uniti aveva detto a NVIDIA di interrompere immediatamente la spedizione di alcuni dei suoi chip di Intelligenza Artificiale di fascia alta in Cina.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato NVIDIA ha annunziato un piano per la produzione di «robot umanoidi» basati sull’Intelligenza Artificiale.

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Cina

Trump dice che l’incontro con Xi prepara una «pace duratura»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il suo incontro con il suo omologo cinese, Xi Jinping, all’inizio di questa settimana aprirà la strada a una pace duratura tra le due nazioni.

 

I due leader si sono incontrati per la prima volta in sei anni giovedì a margine del vertice dell’APEC a Busan, in Corea del Sud. Pechino ha affermato di aver raggiunto un consenso per risolvere «importanti questioni commerciali».

 

La Cina ha accettato di sospendere i suoi ultimi controlli sulle esportazioni di terre rare in cambio di reciproci tagli tariffari da parte degli Stati Uniti. L’accordo include anche l’impegno degli Stati Uniti a ridurre i dazi sulle importazioni cinesi e a sospendere le indagini sui settori marittimo e logistico di Pechino.

 

«Il mio incontro del G2 con il presidente cinese Xi è stato un evento straordinario per entrambi i nostri Paesi», ha scritto Trump su Truth Social sabato. «Questo incontro porterà a una pace e a un successo duraturi. Dio benedica sia la Cina che gli Stati Uniti!»

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Le relazioni bilaterali sono state tese da anni di tensioni commerciali iniziate quando Trump ha imposto dazi ingenti sui prodotti cinesi durante il suo primo mandato. In base al nuovo accordo, gli Stati Uniti ridurranno i dazi sui prodotti cinesi dal 57% al 47% e sospenderanno le restrizioni all’esportazione rivolte ad alcune aziende cinesi. Gli Stati Uniti ridurranno anche i dazi relativi al fentanyl, mentre la Cina adeguerà le sue misure di ritorsione.

 

Pechino ha dichiarato che eliminerà le restrizioni all’esportazione di terre rare per un anno, mentre studia piani a lungo termine. I materiali utilizzati nell’elettronica e nella tecnologia militare sono stati presi di mira dopo che gli Stati Uniti hanno inasprito i propri controlli sulle esportazioni di semiconduttori avanzati e apparecchiature per la produzione di chip.

 

La Cina ha inoltre accettato di riprendere gli acquisti di soia e altri prodotti agricoli dagli Stati Uniti, sospesi durante la recente situazione di stallo commerciale, mentre la maggior parte delle altre restrizioni commerciali restano in vigore.

 

Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa Trump aveva dichiarato che «gli Stati Uniti sono in guerra commerciale con la Cina» spignendo la UE a imporre dazi del 500% su Pechino.

 

Trump stesso lo scorso mese aveva parlato di dazi al 100%. Sei mesi fa gli USA avevano imposto dazi fino al 3521% sulle importazioni di energia solare legate alla Repubblica Popolare.

 

A inizio anno, dinanzi all’animosità di Washington, Pechino aveva risposto di essere pronta alla «guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di guerra».

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Bizzarria

Ballerini su ghiaccio cinesi indagati per un missile pelouche

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L’International Skating Union (ISU) ha avviato un’indagine dopo che una coppia di danzatori sul ghiaccio cinesi è stata filmata con un pelouche dalle fattezze di un razzo balistico durante un evento del Gran Premio. Lo riporta l’agenzia Associated Press.   L’incidente è avvenuto durante la Coppa di Cina il 25 ottobre, dove le riprese televisive hanno mostrato Ren Junfei e Xing Jianing seduti con un grosso peluche a forma di missile cinese, etichettato «DF-61», mentre aspettavano i loro punteggi nell’area «bacio e pianto». Secondo quanto riferito, la coppia ha sollevato brevemente il pelouche insieme al loro allenatore prima di posarlo sulle ginocchia di Xing.  

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Il DF-61 è un missile balistico intercontinentale cinese di recente presentazione, in grado di trasportare testate nucleari, con una gittata operativa stimata tra i 12.000 e i 15.000 km.   L’arma è stata presentata per la prima volta durante la parata militare cinese del mese scorso, in occasione dell’80° anniversario della vittoria sul Giappone e della fine della Seconda Guerra Mondiale, dove Pechino ha presentato innovazioni all’avanguardia del suo complesso militare-industriale.   L’associazione di pattinaggio ha dichiarato ad AP di essere a conoscenza del fatto che «un peluche inappropriato sembra essere stato lanciato sul ghiaccio dagli spettatori» e che «è stato successivamente trattenuto dai pattinatori che si erano appena esibiti». L’ISU ha affermato che «indagherà ulteriormente» sull’incidente.   Ren e Xing si sono classificati ottavi, mentre il titolo di danza sul ghiaccio è andato agli americani Madison Chock ed Evan Bates.   Dopo la parata, i peluche a forma di missile, compresi quelli modellati sul DF-61, sono diventati popolari online, con cuscini e morbide repliche del missile venduti su mercati come eBay a circa 30 dollari.  

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Immagine di Flowering Dagwood via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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