Spirito
Profanato l’altare maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano
Un uomo è stato arrestato ieri dalla polizia vaticana dopo essere saltato sull’altare maggiore della Basilica di San Pietro e aver calciato via lo storico candelabro insieme alle tovaglie dell’altare.
Venerdì sera tardi, ora locale, sui social media è emerso un filmato di un uomo in piedi in cima all’Altare Maggiore in Vaticano che calciava i sei candelabri sul pavimento. L’uomo ha poi gettato le tovaglie dell’altare sul pavimento.
BREAKING: A man, reportedly Romanian, broke through barriers at the Vatican today and kicked the candles and altar cloths off the high altar.
Footage was posted earlier today on social media. pic.twitter.com/e3qk4PV12r— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) February 7, 2025
A questo punto, le guardie di sicurezza vaticane hanno afferrato l’uomo e lo hanno preso in custodia.
In una nota diffusa all’agenzia stampa ANSA, Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha affermato che «si tratta di un episodio che riguarda una persona con grave disabilità mentale, presa in custodia dalla Gendarmeria vaticana e consegnata alle autorità italiane».
Secondo quanto riferito, il vandalo sarebbe di origine rumena e avrebbe un’età intorno ai 40 anni.
Le guardie di sicurezza all’interno della Basilica sono sembrate lente a reagire, scrive LifeSite. Le riprese mostrano che l’uomo aveva già scavalcato le barriere e salito i gradini dell’altare, aveva dato un calcio alle sei candele ed era nell’atto di strappare la tovaglia dell’altare prima di essere arrestato. L’emittente spagnola ABC ha riferito che le guardie sono state allertate dall’attivazione di un allarme da parte dell’uomo mentre saliva sull’altare.
L’altare è situato direttamente sopra la tomba di San Pietro, che si trova nella cripta vaticana. Le candele che ha calciato a terra si ritiene risalgano alla metà del 1800.
I dettagli sull’incidente sono stati scarsi e, al momento della pubblicazione, non sono state rese note ulteriori informazioni sul vandalo o sul suo movente.
L’iniziativa si colloca nel bel mezzo dell’Anno del Giubileo, in cui sono stati intensificati i controlli di sicurezza in tutta la città e riorganizzata Piazza San Pietro, con l’aumento dei varchi di sicurezza per incanalare tutti i pellegrini attraverso la Porta Santa in Vaticano.
Dopo l’incidente del 2023, l’arciprete della Basilica di San Pietro, cardinale Mauro Gamberti, ha celebrato un rito penitenziale presso l’altare, secondo le prescrizioni del Diritto Canonico.
Un evento simile si è verificato nel giugno 2023, quando un uomo è saltato in cima allo stesso Altare Maggiore e si è spogliato. In seguito ha detto alla sicurezza che era in lutto «per i bambini ucraini che hanno perso la vita sotto i bombardamenti russi».
Secondo alcuni osservatori, il nudismo avanzerebbe in Vaticano anche nei piani alti: è il caso di chi dice che appeso al muro dello studio di Bergoglio vi sarebbe un dipinto di Gesù nudo che assiste Giuda Iscariota.
La manifestazione dell’uomo ignudo a San Pietro nel 2023 potrebbe rientrare in una tendenza metapolitica largamente commentata da Renovatio 21, che è quella degli uomini ignudi che si mostrano in istrada con sempre maggior frequenza.
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Immagine screenshot da Twitter
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Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato
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Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»
Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.
Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.
L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».
«Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..
Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.
Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.
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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».
«Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.
Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.
I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.
Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).
La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Miseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
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