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Terrorismo

Peskov: l’Ucraina è ora de facto uno «Stato sponsor del terrorismo»

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L’Ucraina si è di fatto trasformata in uno «Stato sponsor del terrorismo», ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov in un’intervista al giornalista Pavel Zarubin andata in onda domenica. Lo riporta il sito russo RT.

 

Al portavoce sono stati chiesti commenti su un recente impegno del capo dell’Intelligence militare ucraina Kirill Budanov, che ha promesso di «continuare a uccidere russi ovunque» in tutto il mondo. Nonostante il carattere scandaloso, le osservazioni non hanno subito alcuna critica da parte degli sponsor occidentali di Kiev, ha osservato Peskov.

 

«La dichiarazione è senza precedenti nella sua essenza. E, naturalmente, sarà strano non sentire parole di condanna dalle capitali europee e da Washington. La logica dice che è impossibile fare a meno della condanna», ha detto.

 

L’ammissione di Budanov è stata un’ulteriore prova che Kiev ha orchestrato direttamente attacchi terroristici contro i russi, ha aggiunto Peskov. Il portavoce ha affermato che i «servizi speciali russi sanno cosa fare dopo tali dichiarazioni», ma non ha approfondito le potenziali contromisure contro tali attività.

 

«È evidente che il regime di Kiev è dietro gli omicidi, non solo li sponsorizza, ma li organizza, li incita e li compie. Di fatto, stiamo parlando di uno stato sponsor del terrorismo».

 

Le osservazioni controverse sono state fatte la scorsa settimana dal capo della Direzione principale dell’intelligence (GUR) del ministero della Difesa ucraino in un’intervista a Yahoo News. Il Budanov si era vantato di aver «ucciso russi» dicendo che «continueremo a uccidere russi ovunque sulla faccia di questo mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina».

 

La sconcertante dichiarazione del capo delle spie ucraine era arrivata in risposta alla domanda se il GUR avesse qualcosa a che fare con l’omicidio dello scorso anno di Darja Dugina, giornalista e figlia del famoso filosofo russo Aleksandr Dugin. Il Budanov aveva respinto le accuse di coinvolgimento nel terrorismo, affermando che ciò che la Russia chiama «terrorismo, noi lo chiamiamo liberazione».

 

Le attività terroristiche che Mosca ha attribuito a Kiev sono aumentate negli ultimi mesi. Ad aprile, il blogger militare russo Vladlen Tatarsky è stato ucciso a San Pietroburgo con un ordigno esplosivo improvvisato che era stato nascosto in una statuetta consegnatagli durante un evento. L’esplosione ha ucciso Tatarsky sul colpo e ferito più di una dozzina di altri.

 

Il servizio di sicurezza russo (FSB) ha attribuito l’attentato ai «servizi speciali ucraini e ai loro agenti, compresi i membri fuggitivi dell’opposizione russa».

 

La scorsa settimana, l’autore e attivista politico russo Zakhar Prilepin è stato colpito con un’autobomba vicino alla città di Nizhny Novgorod. L’esplosione ha lasciato Prilepin gravemente ferito e ha ucciso il suo stretto collaboratore, che si trovava all’interno del veicolo al momento dell’attacco.

 

Poche settimane fa era stato sventato l’assassinio dell’editore Konstantin Malofeev, che avrebbe dovuto essere fatto saltare con un’altra autobomba.

 

Come riportato da Renovatio 21, Kiev potrebbe aver messo in movimento un piano di assassinio di Putin tramite droni.  Zelens’kyj ha negato ogni coinvolgimento nell’attentato con droni esplosivi contro il Cremlino, tuttavia le poste ucraine starebbero preparando un francobollo celebrativo dell’attacco.

 

È difficile anche non definire l’attacco al ponte di Crimea – percorso anche e soprattutto da civili – come un atto di terrorismo internazionale. (Ricordando sempre che un uomo, convinto con la menzogna a portare il carico sul ponte, è stato crudelmente sacrificato dai perpetratori).

 

Si tratta, tuttavia, del nuovo linguaggio della geopolitica mondiale: è senza ombra di dubbio un atto di megaterrorismo internazionale la distruzione del gasdotto Nord Stream 2 (se non un vero e proprio atto di guerra), che secondo il giornalista Seymour Hersh è stata ordinata dalla Casa Bianca con metodi tali da sottrarre la sua supervisione dal Congresso USA, che non ne è stato messo al corrente.

 

Il terrorismo di Stato, insomma, non è più un tabù. Lo praticano la superpotenza atlantica e i vuoi vassalli, valvassori e valvassini.

 

Sapendo pure che gli si ritorcerà contro: alcuni enti USA temono che dall’Ucraina torneranno in America cittadini statunitensi completamente radicalizzati dalle truppe ucronaziste e pronti ad organizzare attentati terroristici su suolo statunitense.

 

Va così: l’odio contro la Russia val bene ogni violenza possibile, anche quella più abietta, anche quella che finisce per danneggiare se stessi.

 

 

 

 

 

 

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Terrorismo

Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane

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Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.

 

Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.

 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.

 

Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.

 

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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.

 

Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».

 

Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.

 

Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.

 

Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.

 

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Terrorismo

Episodio di terrorismo a Belgrado

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.   L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.   La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.  

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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.   «Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.   Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.   Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».     SOSTIENI RENOVATIO 21
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Terrorismo

Preparavano un altro attentato a Trump?

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Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.

 

Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».

 

 

Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.

 

«Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto.

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