Bioetica
Papa Leone XIV rimuove il controverso arcivescovo Paglia dalla carica di capo dell’Istituto Giovanni Paolo II
In una delle prime nomine importanti del suo pontificato, Papa Leone XIV ha sostituito il controverso presidente dell’Istituto Giovanni Paolo II nominato da papa Francesco nel 2019. Lo riporta LifeSite.
Come reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, Leone XIV ha nominato il cardinale Baldassarre Reina Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico «Giovanni Paolo II» per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.
Dall’ottobre dello scorso anno, Reina, creato cardinale nel dicembre 2024, è vicario generale della diocesi di Roma, dopo essere stato ausiliare della diocesi per due anni.
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La nomina del cardinale 54enne è la prima importante nomina fatta dal nuovo Papa nei vari uffici della Curia Romana, ed è stata accolta con favore dai sostenitori pro-life. Sebbene il suo ruolo pubblico si sia incentrato principalmente su questioni curiali nella Diocesi di Roma negli ultimi anni, si ritiene che il suo operato in materia pro-life sia più ortodosso di quello dell’uomo che sta sostituendo.
L’Istituto, più comunemente noto come «Istituto Giovanni Paolo II», è guidato dal 2016 dall’Arcivescovo Vincenzo Paglia, in qualità di Gran Cancelliere. Fu nell’agosto di quell’anno che papa Francesco nominò Paglia alla guida dell’Istituto Giovanni Paolo II e anche presidente della Pontificia (PAC) Accademia per la Vita. Entrambe queste istituzioni pontificie furono sottoposte a drastiche riforme per mano di papa Francesco e Paglia.
Paglia, che ha compiuto 80 anni poche settimane fa, ha goduto di notevole importanza durante il pontificato di Francesco ed è stato una figura chiave nell’attuazione dei cambiamenti in entrambi gli istituti pontifici ordinati da Francesco, scrive LSN.
Lo sventramento dell’istituto Giovanni Paolo II è iniziato sul serio nel 2019, con le dimissioni del presidente monsignor Livio Melina e l’immediata sospensione di tutti i professori. Successivamente vennero selezionati membri dello staff che sostenevano posizioni morali contrarie a quelle precedentemente difese dall’istituto, come la difesa dell’omosessualità e della contraccezione.
Monsignor Melina commentò poco dopo che «se le decisioni prese dall’arcivescovo Paglia non vengono revocate, allora ciò che stanno dicendo è: “l’interpretazione del magistero di Papa Francesco in continuità con il Magistero precedente è intollerabile nella Chiesa”».
Il veterano giornalista cattolico Phil Lawler ha riecheggiato tali pensieri, scrivendo che «la purga al John Paul II Institute ha eliminato i membri della facoltà più strettamente associati al pensiero del Papa – e santo canonizzato – da cui l’istituto prende il nome».
I presidenti successivi a Melina iniziarono a sostenere l’accettazione delle benedizioni per le coppie omosessuali e la loro ricezione dei sacramenti. Lo sventramento dell’Istituto Giovanni Paolo II da parte di Francesco incontrò notevoli resistenze da parte di teologi ed esperti di etica di tutto il mondo, preoccupati per la direzione intrapresa dall’ufficio vaticano. In effetti, lo sventramento dell’Istituto è ancora oggi considerato una delle principali controversie del papato di Francesco.
Scene simili si sono verificate alla Pontificia Accademia per la Vita (PAV). L’Accademia è stata descritta come permeata da «gnosticismo eretico» dopo la sua riforma da parte di Francesco a partire dal 2016. Il papa ha pubblicato nuovi statuti per la PAV nel novembre 2016, in cui i membri non erano più tenuti a firmare una dichiarazione di adesione agli insegnamenti pro-vita della Chiesa, ampliando al contempo il mandato della PAV per includere un’attenzione particolare all’ambiente.
Nel corso degli anni, lo stesso Paglia è diventato sempre più controverso a causa dei suoi commenti su una serie di questioni legate alla vita e alla famiglia. Al momento della sua nomina a capo di entrambe le istituzioni nel 2016, Paglia era già noto come sostenitore del diritto dei divorziati e dei «risposati» a ricevere la Santa Comunione.
Da allora ha suscitato ancora più polemiche a causa delle sue dichiarazioni in cui difendeva il suicidio assistito e pubblicando con la PAV un libro a favore della contraccezione. Anche altri membri della PAV hanno reiterato l’idea di un «ripensamento» dell’insegnamento cattolico su omosessualità e contraccezione.
Come riportato da Renovatio 21, Paglia è altresì noto per aver dichiarato alla televisione italiana che la infame legge 194 sull’aborto rappresenta «un pilastro della nostra vita sociale».
Paglia è altresì noto per essere stato un estremo sostenitore dei vaccini, dapprima invitando nel 2017 i genitori cattolici ad accettare l’obbligo vaccinale – e i sieri con cellule di aborto – varato dal governo, poi divenendo a tal punto ultras dei vaccini genici sperimentali COVID da chiedere a gran voce la quinta dose a pandemia praticamente terminata. Oltre alle cariche vaticane, il vescovo, in una sognante e piuttosto inedita continuità tra Stato italiano e Santa sede, aveva ottenuto dal ministero della Salute il ruolo di presidente della Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana, una commissione istituita da Speranza per decreto dove è stato messo al vertice il prelato dal primo momento.
In seguito il Paglia è salito agli onori delle cronache teologiche e biotecnologiche perché un documento della Pontificia Accademia per la Vita,, ha cominciato a vagliare i temi della contraccezione e della riproduzione artificiale. Il Paglia avrebbe inoltre detto in TV di ritenere la legge abortista genocida 194/78 un «pilastro della vita sociale». La scorsa estate era emerso il caso di un libro pubblicato dalla PAV, Piccolo lessico del fine vita, ottantotto pagine dove si dichiara la liceità dell’interruzione di pratiche come la ventilazione meccanica, la tracheostomia e la rianimazione. Dulcis in fundo (dulcis mors in fundo), il volumetto contiene anche un modello di DAT, le famose Disposizioni anticipate di trattamento comunemente definite «testamento biologico» o «biotestamento», disciplinate dall’art. 4 della Legge 219 del 22 dicembre 2017 entrata in vigore il 31 gennaio 2018.
Renovatio 21 ha riportato in questi anni queste pagine come in realtà la PAV stia sdoganando la riproduzione artificiale; la foto di Bergoglio circondato dai figli di Elon Musk – tutti usciti dalla provetta – è la dimostrazione che la decisione riguarda il papato profondo.
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Ricordiamo che monsignor Paglia, pezzo grosso della comunità di Sant’Egidio (che esprime l’attuale segretario CEI, il cardinale arcivescovo di Bologna Zuppi), ricopre in Vaticano i ruoli di Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) nonché di Gran Cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II. Era stato presidente del Pontificio consiglio per la famiglia fino alla sua soppressione per Motu Proprio da parte di Bergoglio, che contestualmente lo mise al capo della PAV.
Il caso più tristemente noto è quello in cui Paglia commissionò un affresco dipinto nella sua cattedrale, nel quale compariva anche lui stesso tra figure ignude. L’artista era un argentino omosessuale, noto per la sua specialità nel raffigurare corpi maschili; la sua immagine suscitò un vasto scandalo in molti angoli del mondo. I media italiani riportarono il caso dell’affresco del Duomo di Terni commissionata dal Paglia, che fu definita «affresco omoerotico».
Sebbene Paglia sia stato rimosso dal suo incarico, il presidente dell’Istituto Giovanni Paolo II – che dipende dal Gran Cancelliere – rimane in carica. Dal 2021, tale carica è ricoperta da monsignor Philippe Bordeyne, le cui opinioni sulla morale cattolica tradizionale e sulla difesa dell’omosessualità hanno suscitato non pochi timori.
Paglia rimane presidente della PAV.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
Amelia Bonow, fondatrice del movimento social Shout Your Abortion («grida il tuo aborto») e tra le attiviste pro-aborto più note negli Stati Uniti, ha pubblicato un libro per bambini intitolato Abortion is Everything («L’aborto è tutto»), destinato a lettori dai 5 agli 8 anni. Lo riporta LifeSite.
Annunciato sui canali ufficiali di Shout Your Abortion, il volume – scritto insieme a Rachel Kessler e illustrato da Emily Nokes – presenta l’aborto in termini esclusivamente positivi e accessibili, definendolo un «superpotere unicamente umano»: la capacità di «immaginare il futuro e fare scelte che ci portino alla vita che desideriamo».
Nei post promozionali su Instagram e altri social si legge: «Genitori, educatori e operatori sanitari cercavano da tempo uno strumento per parlare ai bambini dell’aborto, soprattutto con tutto il rumore politico che lo circonda». Il libro, spiegano, «parla direttamente ai bambini di cos’è l’aborto, di come ci si sente e del perché lo si sceglie», omettendo completamente che l’aborto termina la vita di un essere umano.
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Un post descrive l’aborto come «uno strumento che permette agli esseri umani di plasmare il proprio destino e che ha plasmato il mondo intero che ci circonda». Il messaggio si chiude affermando che il libro serve a «riscrivere fin dalle basi i nostri copioni culturali sull’aborto».
I commenti sotto i post sono entusiastici: «Lo adoro. Parlo di aborto ai miei figli da quando erano piccoli ed è bellissimo sentire una bimba dire: “Non devi restare incinta se non vuoi”». Un’altra utente: «Lo compro oggi per la mia futura prole!!».
Molti degli stessi che celebrano questo libro per l’infanzia accusano invece Meet Baby Olivia – un video educativo che mostra semplicemente lo sviluppo prenatale umano, senza menzionare l’aborto – di essere «propaganda» e «lavaggio del cervello» ai bambini piccoli, solo perché si basa su fatti scientifici.
La Bonow non è nuova a iniziative di questo tipo. Nel 2019 era apparsa nella serie YouTube «Kids Meet» con l’episodio «I bambini incontrano una persona che ha abortito», dove aveva già annunciato l’imminente uscita di un libro per bambini sull’argomento. Il video originale è stato rimosso dalla piattaforma ufficiale, ma è ancora disponibile altrove.
Il libro rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga tradizione di materiale pro-aborto rivolto a bambini e adolescenti, spesso finanziato anche con fondi pubblici.
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Nel video della serie «Kids Meet», Amelia Bonow racconta ai bambini (soprattutto preadolescenti e adolescenti) di essere rimasta incinta dopo un rapporto non protetto con il fidanzato, ma ha negato di essere stata irresponsabile e ha precisato che il compagno aveva appoggiato la decisione di abortire.
La maggior parte dei piccoli intervistati rimane impassibile alle sue parole; solo un ragazzo manifesta disagio ed è stato subito rimproverato dalla Bonow, che descrive l’intervento figlicida con termini volutamente disumanizzanti e imprecisi: «l’abortista ha semplicemente succhiato via la gravidanza», evitando di parlare di bambino o anche solo di feto. I bambini presto adottano lo stesso linguaggio riduttivo.
Un ragazzo più grande paragona il feto a un «cetriolo di mare», ridendo: «Non pensa, sta solo vivendo. È come il tuo braccio: non ha pensieri complessi. E nemmeno un bambino nel grembo». Bonow scoppia a ridere e ha replicato: «Mi piace la tua opinione».
Quando una bambina dice che «a volte l’aborto può essere sbagliato», la Bonow la interrompe bruscamente: «non lo so, non sono d’accordo. Vogliamo davvero che la gente faccia tutti quei bambini?». La donna poi scredita l’adozione, insinuando che far crescere il proprio figlio in un’altra famiglia sia peggio che eliminarlo con un aborto.
La Bonowa ha anche attaccato i pro-life: «non li chiamo pro-life, li chiamo anti-scelta. Quelli che si dicono pro-life non si curano delle persone che hanno figli che non possono mantenere e finiscono in povertà assoluta. Vogliono negare l’accesso all’assistenza sanitaria. Io dico: voi non siete pro-life. Io sì che sono pro-life».
Resta da capire contro quale «scelta» siano gli anti-scelta e a favore della vita di chi si dichiari «pro-life» mentre difende l’uccisione intenzionale di un essere umano – che, tra le altre cose, viene privato per sempre anche dell’«accesso all’assistenza sanitaria».
Un’altra attivista pro-aborto, Mary Walling Blackburn, aveva già pubblicato un libro per l’infanzia in cui i bambini abortiti venivano presentati come «fantasmi felici».
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
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