Immigrazione
Nordafricano accoltella donna e bambini. Dublino in rivolta

La polizia irlandese ha arrestato un uomo dopo aver presumibilmente accoltellato quattro persone, tre delle quali bambini sotto i sei anni, in una scuola di Dublino giovedì. L’incidente ha provocato furiose proteste per le strade della città, poiché circolavano voci secondo cui l’autore del reato era un cittadino straniero.
Una donna adulta e tre bambini sono rimasti feriti nello scontro avvenuto in una scuola di lingua irlandese nel centro della città. Uno dei bambini, una bambina di cinque anni, è stato portato in un vicino ospedale con ferite gravi, mentre altri due – un bambino di cinque anni e una bambina di sei anni – sono stati curati per ferite meno gravi. Lo riferisce l’Irish Times.
L’aggressore è stato trattenuto sul posto da alcuni cittadini e arrestato poco dopo, secondo quanto riportato dai media locali. È stato anche portato in ospedale per cure ed è stato descritto dalla polizia come un maschio adulto sulla cinquantina.
Sebbene la polizia non abbia fornito ulteriori informazioni sull’uomo o sul suo potenziale movente, alcune testate, lo ha descritto come cittadino algerino, citando fonti della polizia.
Quando la descrizione del sospetto come algerino si è diffusa sui social media, folle di manifestanti si sono radunate vicino alla scena, dove la manifestazione si è presto trasformata in scontri tra la polizia antisommossa e rivoltosi incappucciati.
Parnell Street right now pic.twitter.com/vfY6lRfscO
— Adrian Weckler (@adrianweckler) November 23, 2023
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I manifestanti avevano iniziato a riunirsi nel centro della città giovedì pomeriggio in seguito all’attacco con coltello.
La polizia antisommossa era stata schierata per tenere sotto controllo i manifestanti, ma presto sono scoppiati scontri, con diversi agenti aggrediti, ha riferito RTE News. Fuochi d’artificio e barriere per il controllo della folla sono stati lanciati contro la polizia, che ha tentato di respingere la folla di gente del posto infuriata con scudi antisommossa.
La folla di rivoltosi ha quindi dato fuoco alle auto della polizia e ai veicoli dei trasporti pubblici nella capitale irlandese.
Double decker bus and car on fire, O’Connell Bridge #Dublin pic.twitter.com/CfBkC3UTdM
— Stephen Murphy (@SMurphyTV) November 23, 2023
Luas in Dublin deserted and destroyed as the Irish rise.
This is the direct result of ignoring the concerns of the people! Get the migrants out! pic.twitter.com/KW6Pd0KyL3
— AlphaFo???? (@Alphafox78) November 23, 2023
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Gruppi di rivoltosi incappucciati hanno anche sfondato la finestra di un edificio utilizzato per ospitare i migranti e hanno caricato le linee di polizia con cassonetti in fiamme.
The window of Dublin City Dorms, which have been accommodating asylum seekers, was also smashed. pic.twitter.com/kpshsenDLJ
— FJ (@Natsecjeff) November 23, 2023
Il commissario di polizia Drew Harris ha condannato quelle «scene vergognose» e ha descritto i rivoltosi come «una fazione di teppisti completamente pazza guidata dall’ideologia di estrema destra». Harris ha affermato che i responsabili dei disordini «saranno trattati adeguatamente».
L’accoltellamento e la conseguente rivolta sono avvenuti una settimana dopo che Josef Puska, un migrante rom dalla Slovacchia, era stato condannato all’ergastolo per il brutale omicidio di una donna nella città di Tullamore lo scorso gennaio.
Lo sforzo dell’Irlanda per ospitare e integrare centinaia di migliaia di migranti e richiedenti asilo ha portato a manifestazioni sempre più frequenti di rabbia pubblica a Dublino, comprese ripetute proteste davanti a un centro di accoglienza per migranti maschi lo scorso novembre, e scontri violenti in uno accampamento di migranti illegali nella città all’inizio di quest’anno, culminata con la demolizione della «baraccopoli» da parte della gente del posto.
Secondo i dati più recenti dell’Ufficio centrale di statistica, tra aprile 2022 e aprile 2023 sono entrati in Irlanda circa 141.000 immigrati. L’anno scorso, un numero record di 13.651 persone hanno chiesto asilo in Irlanda, la maggior parte proveniente da Georgia, Somalia e Siria.
Intanto, procede il teatrino grottesco per cui l’identità di immigrato da parte del sospetto non è ancora stata confermata pubblicamente. Come in Italia, secondo le direttive della Carta di Roma, ora acclusa al testo unico per la deontologia dei giornalisti, non dovrebbe essere possibile per la stampa divulgare le origini etniche o nazionali di una persona finita nei fatti di cronaca.
Ciononostante, sono più di una le testate dublinesi che, citando fonti, indicano che il sospetto perpetratore della violenza gratuita contro donne e bambini sarebbe un algerino 50enne.
La notizia, tuttavia, è nella rivolta della popolazione. Questa sì, una vera novità.
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Immigrazione
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Arte
Da Nasser a Sting e i Police: il mistero di Miles Copeland, musicista e spia della CIA

La I.R.S. Records venne fondata nel 1979 da Miles Copeland III. L’etichetta produsse alcuni tra i più rappresentativi artisti musicali degli anni Ottanta. L’influenza che esercitò nel punk inglese e nella new wave fu fondamentale producendo prodigi come i Police, i R.E.M., i Dead Kennedys. Il logo della casa discografica statunitense ritraeva un uomo in primo piano con un cappello anni ’50 stilizzato in bianco e nero e chiamato spy guy.
Un altro fratello Copeland, Ian (1949-2006), fondò la Frontier Booking International, in acronimo F.B.I., una agenzia di talenti specializzata nella musica e che rappresentò tra gli altri anche i R.E.M., Jane’s Addiction, Snoop Dog, Sting.
Il terzo fratello Copeland, Steward invece era il batterista dei Police e quindi proprio di Sting. Entrato di diritto nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Police, venne aggiunto anche nella Modern Drummer Hall of Fame e nella Classic Drummer Hall of Fame. Ha avuto poi una carriera come compositore di colonne sonore per il cinema, musicando pellicole rimaste nella storia come il capolavoro di Francis Ford Coppola Rusty il selvaggio (1983), Wall Street (1987) e Talk Radio (1988) di Oliver Stone, Riff-Raff (1991) e Piovono pietre (1993) di Ken Loach e pure il videogioco Alone in the Dark.
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Se i tre fratelli denotano una esagerata presenza di talento scorrere nelle loro vene quello che sorprende ancora di più è la fonte da cui questi tre fenomeni derivano. Il loro padre, di nome Miles Copeland, fu uno dei fondatori della CIA nonché musicista e personaggio eccezionale nel panorama politico dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti.
Prima della guerra, ancora in Alabama provò a seguire le orme del padre iscrivendosi alla locale università con l’intenzione di diventare medico. Folgorato dal jazz, invece, comprò una tromba e si diede totalmente allo swing. Nel giro di poco si ritrovò a suonare e comporre con giganti come Glenn Miller, Benny Goodman, Buddy Rich, racconta lo storico John Simkin in un suo articolo.
Arrivò però Pearl Harbour e la direzione della sua vita cambiò completamente. Entrò a far parte dell’ufficio finanziario della guardia nazionale. Racconta proprio il sito della CIA che un giorno gli venne chiesto di ripetere un test d’intelligenza perché, dal risultato ottenuto, erano tutti convinti che avesse utilizzato un trucco. Una volta ripetuto guadagnò un risultato se possibile ancora maggiore.
L’esito del test attirò l’attenzione del generale William «Wild Bill» Donovan, direttore di una nuova agenzia chiamata Office of Strategic Service (OSS), la prima agenzia americana che fungeva da servizio segreto. Donovan, che stava formando la base della nuova agenzia, era sempre alla ricerca dei migliori prospetti e con le migliori connessioni. Miles aveva senza dubbio colpito il generale anche per quello che il figlio Stewart chiamava il gift of gab, il dono della chiacchiera. Era un abile oratore e una persona di grande spirito per cui creare empatia non era mai stato un problema.
Amava giocare, si considerava un giocatore, prendeva parte con entusiasmo alle simulazioni di guerra. Nel dopo guerra creò un gioco da tavola cult basato sul suo fondamentale libro, pieno di rivelazioni, Games of Nation, anche questo diventato introvabile oggetto di culto.
Mentre era Londra Copeland divenne amico di Boris Pash, capo della sicurezza del Manhattan Project e anche di Ernest Hemingway. Venne assegnato a dirigere la scuola di controspionaggio, la Corps of Intelligence Police, che divenne nel 1942 la Counterintelligence Corps, CIC, partecipazione che gli valse la Legione di Merito. Copeland partecipò attraverso la CIC all’operazione Overlord, lo sbarco in Normandia ed era parte della BIGOT list, acronimo per British Invasion of German Occupied Territory, un ristrettissimo gruppo di persone con un passato inattaccabile e degne di ottenere i documenti più protetti e riservati.
La CIC, oltre ad impegnarsi nel più famoso Manhattan Project si occupò anche di altri progetti di spicco per l’epoca. Uno di questi, la missione ALSOS, diretta da Boris Pash, era il tentativo da parte degli alleati di raccogliere quante più informazioni possibili sugli sviluppi scientifici nazisti in ambito nucleare; quindi l’operazione Paperclip che cooptò oltre 1600 scienziati, ingegneri e tecnici vari dalla Germania nazista per reinserirli in ambito per lo più scientifico militare statunitense; l’operazione TICOM che aveva come scopo l’impadronirsi di risorse riguardanti la crittografia e le ultime vette della ricerca scientifica sulle telecomunicazioni, ambito in cui i tedeschi eccellevano. Alla fine della guerra Copeland venne anche incaricato di redigere la cronaca del controspionaggio del periodo appena trascorso, intervistando decine di spie e scienziati nazisti.
In seguito alla trasformazione dell’OSS in CIA, Copeland partecipò alla messa a punto del progetto fino alla sua realizzazione nel 1947, anno di nascita della più grande agenzia spionistica americana. Dopodiché ottenne la gestione dell’ufficio dell’agenzia a Damasco in Siria e divenne l’uomo in Medio Oriente per i servizi statunitensi. Nel marzo del 1949 supportò il colpo di stato in Siria in cui venne deposto il governo legalmente eletto in favore del potere militare. Nel 1953 prese parte all’operazione Ajax incaricata di destituire il primo ministro iraniano, Mohammed Mossadegh, reintegrando Reza Pahlavi, assicurando così l’accesso statunitense al petrolio iraniano e contemporaneamente istituendo un avamposto del primo mondo contro i sovietici.
Fluente in almeno dieci lingue, divenne amico personale del presidente egiziano Nasser. Nonostante il cammino tra USA e Egitto avesse preso due strade differenti e i servizi americani avessero preso in considerazione operazioni estreme verso il presidente africano Copeland rimase genuinamente al suo fianco e un ammiratore dell’opera politica di Nasser.
Mantenne ufficialmente questo ruolo per dieci anni costruendo la posizione dell’Intelligence americana nel territorio attraverso il reclutamento di agenti in loco e la costruzione delle reti informative necessarie.
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In seguito, dopo aver rassegnato le dimissioni perché in totale disaccordo con le politiche di Eisenhower, continuò a lavorare privatamente nel solco dell’Intelligence a stelle e strisce fino agli anni Settanta quando si distaccò completamente dando vita a una nuova carriera di autore. I vari articoli e libri che scrisse ottennero un notevole successo ma ebbero anche la conseguenza di esacerbare definitivamente i rapporti con l’agenzia governativa. Nel 1988, scrisse un articolo «Spooks for Bush» in cui dichiarò il totale supporto del mondo dell’Intelligence verso la candidatura di G. W. Bush all’elezione come presidente del 1994.
E. Micheal Burke, ex ufficiale OSS, CIA, e in seguito con una importante carriera nel mondo dello spettacolo, scrisse nell’agosto 1974 una recensione su uno dei suoi testi più famosi Without cloak or dagger (1974). Copeland nel suo libro descriveva la CIA come il demonio di cui ignoriamo l’esistenza, gestita da una cricca di vecchi commilitoni abbastanza potenti da buttare giù un direttore non particolarmente apprezzato come James Schlesinger.
La CIA è un organo interno più potente dei vari governi succedutosi sullo sfondo che ha come grande dilemma trovare il modo per restare potenti, anonimi, silenziosi ma allo stesso vincere la confidenza del pubblico. Come scrive Copeland nel libro: «conosciamo il nemico, sappiamo come gestirlo, siamo incorruttibili. Anche se non ci conoscete, potete implicitamente fidarvi di noi».
Marco Dolcetta Capuzzo
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Immigrazione
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