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Mons. Williamson va a Canossa. Ma solo letteralmente

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Monsignor Williamson è finalmente andato a Canossa. Renovatio 21 ne ha prova fotografica.

 

Per chi non conoscesse l’espressione, «andare a Canossa» significa, in breve, ritrattare, umiliarsi, piegarsi di fronte ad una forza contro cui si è combattuto.

 

Alla base c’è un fatto storico di quasi un millennio fa: l’imperatore Enrico IV di Franconia (1050-1106), nel freddissimo inverno del 1077, vuole essere ricevuto da papa Gregorio VII (1015-1085) ed averne il perdono. Il pontefice, tuttavia, lo fa aspettare fuori al gelo, senza scarpe e coperto da un semplice saio. L’incontro si avrà grazie all’intercessione della grancontessa Mathilde di Tosca, meglio nota come Matilde di Canossa (1046-1115).

 

L’espressione, apprendiamo, esiste anche in tedesco (nach Canossa gehen – espressione usata dallo stesso Ottone von Bismarck contro la Chiesa cattolica), in lingua anglica (go to Canossa), in francese (aller à Canossa) e perfino in ebraico, perché dell’evento si impressionarono probabilmente anche nella comunità giudea.

 

Quindi, considerando la sua vita e le sua opere, il fatto che finalmente, dopo decenni di lotta contro la Roma occupata dai modernisti e non solo contro quella, monsignor Williamson vada a Canossa è un evento teoricamente eccezionale.

 

Il lettore a questo punto può pensare che il vescovo inglese, dominus dell’Unione Sacerdotale Marcel Lefebvre – la cosiddetta «Resistenza» – abbia ceduto come Enrico di Franconia.

 

Tuttavia non è così: anzi.

 

Monsignor Williamson è andato a Canossa letteralmente, stricto sensu – e giammai metaforicamente.

 

Di fatto, chi conosce monsignor Williamson sa che a Canossa ci può andare solo così, fisicamente – e proprio per questo, con probabilità, è uno dei prelati più controversi del XX e del XXI secolo.

 

Nella foto vedete il successore degli Apostoli ergersi su ciò che rimane della chiesa dei dodici monaci che abitavano dentro a Canossa con la nobildonna Matilde.

 

Monsignore, nella foto mandataci da un collaboratore di Renovatio 21, sta sopra il triangolo che segna il luogo esatto in cui l’imperatore chiese scusa.

 

Mons. Williamson ha spiegato la sua visita a Renovatio 21 con queste parole:

 

«Sono andato a Canossa per onorare una grande vittoria della Chiesa per merito di un grande Pontefice, Gregorio VII, e di una grande donna cattolica, Matilde di Canossa, che ha saputo combattere contro le forze dell’Anticristo. Oggi non vediamo più queste vittorie perché la chiesa moderna lavora per il Principe di questo mondo».

 

«Quando Roma tornerà alla Fede, non ci sarà bisogno di andare a Canossa, e noi torneremo tutti a Roma: alla Roma Eterna, alla Roma Cattolica».

 

Ora, Sua Eccellenza Reverendissima non passa solo per Canossa, ma anche per Reggio Emilia.

 

Domani, sabato 3 giugno, presso l’Agriturismo «Il Bove» (Via Salimbene da Parma 115), alle ore 11:15 monsignor Williamson terrà una conferenza dal titolo «Mondialismo, Nuovo Ordine Mondiale, Apostasia, come salvarci?»

 

Prima della conferenza, alle 10:30, vi sarà una Santa Messa in rito tridentino celebrata da Sua Eccellenza. Alle 10:00 è prevista la recita del Santo Rosario.

 

A seguire, monsignore sarà a pranzo con i fedeli. Per chi fosse interessato, diamo un numero di telefono: 3934825963.

 

Tanti lettori, scommettiamo, vogliono sentirsi in quella categoria, il gruppo di quelli che a Canossa ci possono andare solo per fare un giro, perché, nella realtà degli eventi e dello Spirito, mai si piegheranno.

 

Tutti a Canossa, quindi, ma in senso stretto. Anzi tutti a Reggio Emilia.

 

 

 

 

 

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Spirito

Il cardinale Müller difende il vescovo Strickland: «non dovrebbe dimettersi»

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L’ex prefetto del Dicastero (ex Congregazione) per la Dottrina della Fede, cardinale Gerhard Müller, ha rilasciato una forte dichiarazione di sostegno al vescovo Joseph Strickland di Tyler, Texas, consigliandogli di «non dimettersi».

 

In una dichiarazione pubblicata su kath.net il 21 settembre, Müller ha offerto il suo sostegno a Strickland. «È terribile ciò che viene fatto al vescovo Strickland, un abuso d’ufficio contro il diritto divino dell’episcopato», ha affermato Müller.

 

«Se potessi consigliare mons. Strickland, sicuramente non dovrebbe dimettersi, perché così loro se ne laverebbero le mani», ha aggiunto il cardinale tedesco.

 

Strickland è emerso come uno dei difensori più schietti e accesi dell’insegnamento cattolico negli Stati Uniti, un punto che ha spesso posto il suo insegnamento in apparente contrapposizione alle dichiarazioni di papa Francesco.

 

Il vescovo è stato oggetto di grande attenzione da parte dei media cattolici da quando è stato rivelato che era oggetto di una visita apostolica nel giugno 2023. La sua visita è stata condotta da due vescovi in ​​pensione: il vescovo Dennis Sullivan di Camden, nel New Jersey, e l’ex Vescovo Gerald Kicanas di Tucson, Arizona. La scelta di questi prelati, noti per alcune loro posizioni, ha sollevato critiche all’interno della comunità dei fedeli.

 

Nelle ultime settimane, il sito The Pillar aveva  pubblicato un rapporto in cui si afferma che il Vaticano avrebbe chiesto a Strickland le sue dimissioni. Tuttavia, Strickland ha risposto il 20 settembre dicendo che non gli era stato fornito alcun motivo per la visita, né aveva sentito alcun risultato della visita.

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Strickland ha aggiunto che non aveva intenzione di dimettersi:

 

«Ho detto pubblicamente che non posso dimettermi da vescovo di Tyler perché ciò significherebbe abbandonare il gregge di cui mi è stato affidato il compito da Papa Benedetto XVI. Ho anche detto che rispetterò l’autorità di Papa Francesco se mi rimuoverà dall’incarico di vescovo di Tyler. Amo Gesù Cristo e la Chiesa cattolica da Lui fondata. Il mio unico desiderio è dire la Sua Verità e vivere la Volontà di Dio al meglio delle mie capacità».

 

Intervenendo a kath.net, il cardinale Müller ha difeso il vescovo americano, sottolineando che il papa può giustamente rimuovere un vescovo dalla sua sede «se si è reso colpevole di qualcosa di brutto (eresia, scisma, apostasia, un crimine, o un comportamento totalmente non sacerdotale, ad esempio, la pseudo-benedizione di persone di entrambi i sessi o di un sesso in relazioni extraconiugali che offende Dio e priva le persone della loro salvezza».

 

Al contrario, se un papa dovesse effettuare una «rimozione arbitraria» di un vescovo, tale azione «mina l’autorità del papa», ha dichiarato il cardinale Müller.

 

«La rimozione arbitraria dall’incarico di vescovo di una diocesi in cui un vescovo è nominato da Cristo stesso come proprio pastore mina l’autorità del papa, come è accaduto storicamente con l’indegno abuso d’ufficio sotto il papato avignonese. (Questa perdita di fiducia è stata una delle ragioni principali della secessione del cristianesimo riformato dalla Chiesa cattolica e del suo odio nei confronti del papa, che, con le sue azioni arbitrarie, si è messo al posto di Dio)».

 

«Il Papa non è affatto il Signore della Chiesa, ma solo il Vicario di Cristo per la Chiesa universale, il primo servitore del suo Signore, che dovette dire a Simon Pietro , che era proprio destinato ad essere la Roccia della Chiesa, “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”» (Mt 16,23).

 

Il Müller, che è emerso come un forte critico del Sinodo del Papa sulla sinodalità definendolo una «presa di potere ostile» della Chiesa che minaccia di «porre fine» al cattolicesimo – ha inoltre affermato che Papa Francesco non ha «l’autorità di Cristo per molestare e intimidire buoni vescovi».

 

Il cardinale ha accusato i detrattori dei vescovi fedeli di essere «falsi amici» che «denunciano» tali prelati al Papa, mentre i «vescovi eretici e immorali possono fare quello che vogliono»:

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«Il Papa non ha alcuna autorità da Cristo per molestare e intimidire i buoni vescovi sull’esempio di Cristo, il Buon Pastore, che, secondo l’ideale episcopale del Vaticano II, santifica, insegna e guida il gregge di Dio nel nome di Cristo, proprio perché i falsi amici denunciano a Francesco questi buoni vescovi come nemici del Papa, mentre i vescovi eretici e immorali possono fare quello che vogliono, o che ogni giorno vessano la Chiesa di Cristo con un’altra stoltezza».

 

Müller non è il solo a sostenere Strickland. Il vescovo del Kazakistan Athanasius Schneider ha scritto in privato al vescovo del Texas ringraziando Strickland per la sua «intrepida dedizione nel mantenere, trasmettere e difendere senza compromessi la fede cattolica».

 

Il prelato del Centrasia  accusato il Vaticano di sottoporre Strickland ad uno «scrutinio» e di usare minacce di «intimidazioni e privazione della cura episcopale del vostro gregge a Tyler, fondamentalmente solo per l’unica ragione, che voi, come San Basilio, Sant’Atanasio e molti altri vescovi-confessori della storia, conservano le tradizioni dei Padri».

 

Schneider ha incoraggiato Strickland, sottolineando che sarebbe stato ringraziato dai futuri papi per la sua “intrepida fedeltà alla fede cattolica e alle sue sante tradizioni, con la quale avete contribuito all’onore della Sede Apostolica, in parte oscurata e macchiata dai nostri sfavorevoli tempo.

 

Mentre circolavano voci su una possibile richiesta di dimissioni o addirittura su un allontanamento forzato, Strickland ha pubblicato una serie di lettere pastorali, delineando verità della fede cattolica sui sacramenti, la natura della Chiesa e questioni fondamentali riguardanti la fede. Le sue lettere si sono concentrate in particolare sulle questioni che emergeranno al Sinodo sulla sinodalità.

 

Anche monsignor Carlo Maria Viganò ha incoraggiato monsignor Strickland con un messaggio in cui ricorda il compito di «essere vescovi fino al punto dell’eroismo».

 

Come riportato da Renovatio 21, il vescovo texano è noto per la sua ferma opposizione ai vaccini ottenuti con feti abortiti: «preferisco morire piuttosto che beneficiare di qualsiasi prodotto che utilizzi un bambini abortito» aveva dichiarato Strickland due anni fa.

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Immagine di michael:swan via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0)

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Il cardinale Ladaria si ritira dal Sinodo senza pubbliche spiegazioni

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Il cardinale Luis Ladaria, SJ, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha chiesto al Papa di essere dispensato dalla partecipazione al Sinodo sulla sinodalità, la cui prima fase si terrà a Roma in ottobre. Mons. Luis Marín de San Martín, sottosegretario dell’assemblea generale del sinodo, ha precisato di non conoscere le ragioni del cardinale spagnolo.   Il Vaticano ha annunciato oggi gli ultimi dettagli riguardanti l’organizzazione del Sinodo sulla sinodalità, evento in preparazione da diversi anni e che si svolgerà in due tappe a Roma, una nell’ottobre 2023 e l’altra nel 2024.   Tra i partecipanti brillerà per la sua assenza il cardinale Ladaria, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede. Non sappiamo in questa fase le ragioni che ha fornito al Papa per non partecipare all’evento.

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È stanchezza? Si tratta di una protesta implicita contro i temi da dibattere, alcuni dei quali decisi dal dicastero di cui era responsabile? In ogni caso è comprensibile che il cardinale Ladaria non abbia voglia di partecipare ad un evento denunciato a più voci nella Chiesa.  

Al Sinodo parteciperanno due vescovi cinesi approvati dal governo comunista

Due vescovi cinesi, invece, Antonio Yao Shun e Joseph Yang Yongqiang, nominati da papa Francesco in base agli accordi con il governo di Pechino, figurano tra i 464 partecipanti confermati al sinodo.   Non è stata ancora annunciata la partecipazione dei vescovi delle diocesi di Jining e Zhoucun e non è ancora noto se la loro partecipazione sarà limitata a pochi giorni, come avvenuto durante il precedente sinodo con i rappresentanti cinesi. Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Squadra giovanile di football si inginocchia e canta l’Ave Maria in gregoriano al termine della partita

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È divenuto virale in rete un video che mostra un liceo cattolico della California meridionale termina una partita con il canto gregoriano dell’Ave Maria, eseguito dai giovani atleti rigorosamente in ginocchio.

 

Si tratta della Saint Joseph Academy a San Marcos, California, un’istituzione scolastica improntata sulla spiritualità tradizionale cattolica, un istituto nominato una delle 50 migliori scuole superiori cattoliche negli Stati Uniti per tre anni consecutivi e vanta un tasso di immatricolazione universitaria del 99%.

 

Alla fine di una partita, la squadra di football del liceo ha deciso di onorare la Madonna pregando, con il canto millenario alla Vergine Maria – con tutta la squadra in ginocchio.

 

Come è possibile notare, anche il segno della croce è stato fatto in lingua latina: «In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti».

 

 

L’idea di cantare l’Ave Maria è venuta a uno dei giocatori, Paolo, che ha proposto la nuova tradizione come un modo per «consacrare tutte le nostre azioni a Dio», secondo il capitano della squadra Isaac in un altro video.

 

«È stato davvero di ispirazione», ha detto un altro capitano della squadra, Andrew. «Speriamo che diventi una tradizione dopo ogni partita. Ovviamente, essendo cattolici orgogliosi e frequentando questa straordinaria scuola, vogliamo fare cose che siano speciali per la nostra fede e per nostra Madre Maria, perché questo è un aspetto importante della nostra vita».

 

La squadra di football del liceo si chiama «Crusaders», cioè «i Crociati». È possibile sentirlo al termine del canto e delle invocazioni, nella classica formula motivante degli sport americani: «Crociati al tre… uno… due… tre… Crociati!»

 

I capitani delle squadre hanno detto che intendono fare del canto sacro una tradizione dopo ogni partita per «glorificare Dio» in tutto ciò che fanno. Isaac ha notato che i Crusaders hanno acquistato nuove maglie da calcio l’anno scorso con l’acronimo AMDG sul retro per indicare la frase latina «Ad Majorem Dei Gloriam», «per la maggior gloria di Dio».

 

Da questo semplice filmato è possibile comprendere perché lo Stato americano sia finito a considerare i cattolici di rito antico come un nemico da infiltrare e controllare.

 

Nel sito della scuola è specificato che, a causa di Traditionis Custodes promulgato da Bergoglio e della decisione del vescovo di San Diego, non è più possibile per l’istituto offrire la Santa Messa in forma tradizionale:

 

«Sua Eccellenza, il Vescovo Robert McElroy di San Diego, ha decretato che, in risposta al nuovo documento di Papa Francesco, il Messale Romano del 1962 non sarà più consentito nella diocesi di San Diego al di fuori di circostanze molto specifiche e limitate. Di conseguenza, senza il permesso specifico di Sua Eccellenza, l’Accademia San Giuseppe non ha più accesso a questa liturgia di straordinaria bellezza. Siamo profondamente rattristati da questa situazione e preghiamo per una completa inversione di questa politica diocesana».

 

Tuttavia, a tenere in vita la Tradizione cattolica ci pensano i giovani studenti – e pure sui campi da Football.

 

Impossibile restare impassibili dinanzi a queste davvero edificanti.

 

Il breve filmato trasmette speranza, specie pensando alla nichilistica devastazione assassina che coinvolge tanta gioventù odierna, in America e non solo.

 

C’è un unico futuro possibile per l’umanità: quello della continuità in ciò che è tramandato, cioè nella Tradizione.

 

Che vi siano ancora adolescenti che lo capiscano è un miracolo di cui dobbiamo dare lode al Signore.

 

 

 

 

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