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Mons. Viganò offre la sua preghiera per il pittore Gasparro

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X un messaggio di solidarietà per l’artista Giovanni Gasparro, che ora rischia sei mesi di carcere per aver dipinto un quadro che ritrae il martirio di San Simonino, il bambino secondo la tradizione cattolica (che, fino al Concilio Vaticano II, lo venerava come beato) trucidato dagli ebrei di Trento in un atto di omicidio rituale.
«La rappresentazione del martirio di San Simone di Trento risponde alla narrazione riportata negli atti processuali ed è confermata dagli studi di Ariele Toaff, in particolare da “Pasque di sangue”, pubblicato nel 2007» scrive monsignor Viganò, ricordando il famoso caso editoriale che oramai quasi due decenni fa sconvolse l’Italia e il mondo.
«Quanti accusano di antisemitismo i Cattolici che venerano come Martire il piccolo Simonino sono più preoccupati dei carnefici che della vittima, verso cui continuano a vomitare il loro odio».
La rappresentazione del martirio di San Simone di Trento risponde alla narrazione riportata negli atti processuali ed è confermata dagli studi di Ariele Toaff, in particolare da “Pasque di sangue”, pubblicato nel 2007.
Quanti accusano di antisemitismo i Cattolici che venerano… https://t.co/RQOVzgxvsI
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) September 25, 2025
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«Questa narrazione non incanta più nessuno» dichiara l’arcivescovo, che offre «Tutta la mia preghiera e solidarietà per Giovanni Gasparro».
Simonino di Trento, noto da tutti come San Simonino (1472-1475), bambino di due anni e mezzo, fu trovato morto durante la Pasqua del 1475, venerato come beato dalla Chiesa cattolica sino al Concilio Vaticano II. A seguito del ritrovamento in una roggia del corpo (che, secondo voci, da qualche parte ancora dovrebbe esserci…), quindici ebrei di Trento furono interrogati con la tortura, e confessarono. Furono messi a morte. Il culto di Simonino divenne nei secoli, e non solo per il mondo cattolico, la prova dell’esistenza dell’omicidio rituale ebraico.
Lo studio storico Pasque di Sangue, edito per i tipi prodiani de Il Mulino esamina il contesto storico e culturale dell’ebraismo ashkenazita medievale in diaspora, dove nacque l’accusa agli ebrei di compiere omicidi rituali di bambini cristiani durante la Pasqua, utilizzando il loro sangue per presunti riti anticristiani.
Nel saggio, da un lato Toaff rigetta l’idea di omicidi rituali come mito cristiano, in linea con la storiografia tradizionale che considera tali accuse una montatura delle autorità cristiane, dall’altro suggerisce che, pur mancando prove dell’uso magico o superstizioso del sangue, non si può escludere che singoli individui, forse legati a gruppi estremisti ashkenaziti, possano aver compiuto tali pratiche. In particolare, vi sarebbero elementi che farebbero pensare a collegamenti con culti cabalistici dell’ebraismo dell’Europa orientale.
Il libro fu precipitosamente ritirato dalle librerie poche ore dopo l’uscita, mentre sui giornali impazzava la polemica.
Toaff, va ricordato, è figlio del già rabbino capo di Roma Elio Toaff, la cui «amicizia» con Giovanni Paolo II è stata spesso raccontata ai media. Ariel, professore universitario che insegna storia medievale ad Haifa, ha recentemente pubblicato un post in lingua italiana sui social in cui condanna senza appello quanto Israele sta facendo a donne e bambini palestinesi.
Una smentita alle storie sull’omicidio di bambini è giunta la scorsa settimana per bocca dello stesso premier israeliano Beniamino Netanyahu in un suo intervento alla TV americana per negare che Israele abbia ucciso Charlie Kirk.
🚨🇮🇱🇺🇸 BREAKING: NETANYAHU claims “ISRAEL did NOT ASSASSINATE Charlie Kirk”
What an odd thing for a world leader who is busy bombing 7 countries to say… pic.twitter.com/Nc6WMWENif
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 12, 2025
«Nei secoli, specialmente nel Medio Evo, sono state dette le peggiori cose che si potevano dire riguardo agli ebrei: avvelenavamo i pozzi, noi bevevamo il sangue dei bambini cristiani… di tutto e di più… ciò è continuato sino all’Olocausto, i nazisti hanno detto le stesse cose» ha spiegato Netanyahu al canale della destra americana Newsmax, raccontando che ogni volta che queste cose sono state creduto ciò a portato a massacri, «culminando con il più grande massacro di tutti, l’Olocausto».
Nel frattempo, nel mondo impazzano le accuse per l’uccisione di migliaia di bambini, per bombe o per fame, nella campagna militare israeliana a Gaza.
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Immagine da Twitter
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Quadro su San Simonino da Trento, chiesti sei mesi di carcere per il pittore Gasparro

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Morrissey cancella due concerti negli Stati Uniti dopo «credibili minacce di assassinio»

Il cantante britannico Morrissey ha dovuto cancellare due concerti previsti negli Stati Uniti a causa di minacce «credibili» di attentare alla sua vita sul palco.
«I concerti annullati erano in programma per venerdì al Foxwoods Resort Casino di Mashantucket, Connecticut, e sabato all’MGM Music Hall di Boston, al Fenway Park. Entrambe le sedi hanno comunicato che saranno emessi rimborsi» ha scritto il New York Post.
Un post sulle pagine ufficiali dei social media di Morrissey afferma: «Negli ultimi giorni, c’è stata una minaccia credibile alla vita di Morrissey», precisando che «per eccesso di cautela per la sicurezza sia dell’artista che della band, le due date sono state annullate».
Secondo quanto riportato, un individuo con idee sinistra avrebbe minacciato di uccidere Morrissey su Bluesky prima della sua esibizione al CityFolk di Ottawa. Il 12 settembre, la polizia ha arrestato un uomo di 26 anni, accusandolo di minacce di morte o lesioni personali, per poi rilasciarlo su cauzione di 5.000 dollari.
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Questo episodio rappresenta un ulteriore esempio dell’ascesa della «cultura dell’assassinio» tra gli estremisti goscisti.
Morrissey è diventato un emarginato nell’industria musicale a causa delle sue opinioni «politicamente scorrette», che si oppongono al conformismo dominante.
Ritenuto gay e vegano (ma lui smentisce entrambe le etichette) Steven Patrick Morrissey, o «Moz», come lo chiamano i fan più accaniti, è noto per le sue affermazioni spesso politicamente scorrette.
Per un certo periodo, l’ex frontman degli Smiths, che conserva una folta ed inossidabile base di fan, non è riuscito a ottenere un contratto discografico a causa dei temi schiettamente onesti del suo lavoro, tra cui un album («Bonfinre of Teeangers», «il falà delle adolescenti») che condanna l’attentato alla Manchester Arena del maggio 2017 durante il concerto di Ariana Granda, compiuto dal jihadista islamico Salman Abedi, che causò 23 morti e 800 feriti, molti dei quali bambini.
L’attentatore suicida Abedi è stato salvato come «rifugiato» dalla Royal Navy britannica dopo il rovesciamento del colonnello Gheddafi in Libia.
«Si tratta dei ragazzi che sono stati assassinati. Non siamo incoraggiati a guardare sotto la superficie perché è oscura e nascosta. Ma la canzone è anti-terrorismo, e chiunque lo trovi offensivo non può che essere privo di moralità personale… l’attentato alla Manchester Arena è stato l’11 settembre della Gran Bretagna. Dovremmo apprezzare chiunque faccia domande», aveva dichiarato Moz.
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Il cantante per anni ha vissuto a Roma, nel quartiere del Pigneto, dove vi sarebbe stata anche una burrascosa collaborazione con il compianto compositore Ennio Morricone (1928-2020) e una storica litigata con un poliziotto che lo aveva fermato mentre andava in contromano in via del Corso.
Morrissey nel biennio pandemico era stato profondamente critico nei confronti dei lockdown COVID, che stanno stravolgendo la vita quotidiana e trasformando negativamente l’esistenza di milioni di persone.
«Il problema più grande è che nessuno può più essere d’accordo con nessun altro, e questo è il risultato principale di Con-vid» (giuoco di parole traducibile come COVID-truffa), ha detto Morrissey in un’intervista con suo nipote nel 2021.
Come riportato da Renovatio 21, di recente il Morriseo ha scritto una canzone contro Anthony Fauci, Klaus Schwab e Bill Gates.
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Immagine di Ralph:PH via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Vaticano, una nuova nomina controversa

Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon
L’Accademia, fondata nel XVI secolo, si propone, secondo i suoi statuti approvati nel 1995, di «promuovere lo studio, la pratica e lo sviluppo delle lettere e delle belle arti, con particolare riguardo alla letteratura di ispirazione cristiana e all’arte sacra in tutte le sue espressioni, e di promuovere l’elevazione spirituale degli artisti, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura». Riconosciuta da Papa Paolo III il 5 ottobre 1543, è la più antica associazione artistica nazionale italiana ancora esistente. È composta da circa cinquanta accademici ordinari nominati dal Papa (i «virtuosi»), suddivisi in cinque categorie: architetti, pittori e cineasti, scultori, musicisti e amanti dell’arte, scrittori e poeti, oltre a 49 accademici onorari.Il nuovo presidente
Nata a Roma nel 1965, Cristiana Perrella è curatrice di mostre, critica d’arte e docente di management ed economia dell’arte presso l’Università San Raffaele di Milano. Ha diretto il Centro Pecci di Prato fino al 2021, ha organizzato la mostra Panorama a L’Aquila nel 2023 e ha collaborato con il MAXXI, la Biennale di Valencia, l’IKSV di Istanbul e la Fondazione Prada. Dal 2025 dirige il MACRO, dove programma stagioni artistiche che integrano arti visive, musica e progetti comunitari, evidenziando il ruolo sociale dell’arte. Tra i suoi progetti più importanti come curatrice c’è la mostra con l’artista Yan Pei-Ming per il Giubileo del 2025, incentrata sui temi dell’emarginazione e dell’inclusione sociale. Perrella è membro della Pontificia Accademia dal 2022, nominata da papa Francesco, e nel 2024 è stata nominata curatrice delle mostre d’arte contemporanea per lo spazio Conciliazione 5 dal Dicastero per la Cultura e l’Istruzione del Vaticano.Sostieni Renovatio 21
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