Geopolitica
Miss Ucraina elimina tre concorrenti: «amiche dei russi»
Tre delle concorrenti di «Miss Ucraina 2023» sono state squalificate e altre due si sono ritirate mercoledì. Le uscite sono arrivate dopo che il concorso ha istituito un comitato di «revisione etica» per indagare sulle affermazioni di un comico locale secondo cui alcune donne avevano legami con la Russia.
Gli organizzatori non hanno chiarito chi sia stato esattamente epurato e per quale tipo di violazioni. Secondo il canale Telegram russo Mash, altre due concorrenti si sono ritirate volontariamente dal concorso; i loro nomi non sono stati resi noti.
«Sulla base dei risultati di un’indagine condotta da uno speciale comitato etico, vi informiamo che i fatti non etici riguardanti i partecipanti al concorso sono stati purtroppo confermati. Pertanto, il comitato è costretto a escludere tre partecipanti dal concorso», hanno scritto mercoledì sera gli organizzatori del concorso in un post su Instagram.
Miss Ucraina ha parlato di una «grande richiesta del pubblico» di istituire il consiglio martedì, aggiungendo che si riserva il diritto di squalificare i concorrenti in base ai risultati delle sue indagini.
«Siamo sinceramente grati per tutte le informazioni che ci arrivano» hanno detto gli organizzatori in quella che sembra un’esaltazione della delazione. «È anche importante che ognuno di noi separi le parole infondate dai fatti reali, applichi il pensiero critico e verifichi le informazioni provenienti da varie fonti», hanno aggiunto gli organizzatori.
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Il dramma è iniziato lunedì, quando il comico ucraino e personaggio dei social media Andrey Luzan ha scritto sul suo Instagram dei legami che alcune concorrenti di «Miss Ucraina 2023» potrebbero avere con la Russia, riporta il sito russo RT.
Luzan ha affermato che una delle modelle, Ksenia Magera, è «amica dei russi» e ha visitato un ristorante di proprietà dell’uomo d’affari russo Arkadij Novikov, che in precedenza aveva stretti legami con il presidente Vladimir Putin.
La Magera viveva a Mosca, ha partecipato al concorso «Il futuro della Russia» e ha continuato a comunicare con le modelle russe anche dopo essersi trasferita a Dubai l’anno scorso, ha detto il Luzan.
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Il comico ha nominato anche molti altri concorrenti. Irina Pilayeva, ha detto, è stata vista avvicinarsi a un magnate della ristorazione russa che sponsorizzava «Miss Ucraina» prima del 2022. Ha detto che la concorrente Ekaterina Chuvashova sarebbe la figlia di una spia russa.
Altre tre concorrenti sono stati segnalate perché residenti a Donetsk e Lugansk, regioni che l’anno scorso hanno votato per unirsi alla Russia.
Luzan ha anche affermato che molti delle concorrenti «partecipano alle feste degli oligarchi russi come accompagnatrici a Courchevel», l’elegante località sciistica francese, anche se non ha fatto nomi.
Altri utenti dei social media hanno continuato ad accusare le aspiranti regine di bellezza di insufficiente patriottismo nell’usare il russo sui social media o nel guadagnare da fonti legate alla Russia.
In un sondaggio del 2011, il 49% degli ucraini ha affermato di avere parenti che vivono in Russia. Si stima che circa 11 milioni di persone in Russia abbiano parenti ucraini.
Immagine screenshot da YouTube edizione 2016
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Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
Decine di migliaia di rifugiati ucraini in Israele rischiano la deportazione entro la fine del prossimo mese, a causa del protrarsi del ritardo governativo nel rinnovare il loro status legale. Lo riporta il quotidiano dello Stato Giudaico Haaretz.
La tutela collettiva offerta a circa 25.000 ucraini in seguito all’aggravarsi del conflitto in Ucraina nel 2022 necessita di un’estensione annuale, ma gli attuali permessi di soggiorno scadono a dicembre.
Tuttavia, Israele non si è dimostrato particolarmente ospitale verso molti di questi migranti, in particolare quelli non eleggibili alla «Legge del Ritorno», una legge fondamentale dello Stato di Israele implementata dal 1950che garantisce a ogni ebreo del mondo il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza, basandosi sul legame storico e religioso del popolo ebraico con la Terra Promessa. Secondo i resoconti dei media locali, gli ucraini non ebrei ottengono spesso solo una protezione provvisoria, devono fare i conti con norme d’ingresso stringenti e sono esclusi dalla residenza permanente o dagli aiuti sociali, finendo intrappolati in un limbo legale ed economico.
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In carenza di un ministro dell’Interno ad interim, la competenza su tale dossier è passata al premier Benjamino Netanyahu, ma una pronuncia non è ancora arrivata, ha precisato Haaretz.
L’Autorità israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione ha indicato che la pratica è in esame e che una determinazione verrà comunicata a giorni, ha aggiunto il giornale.
Anche nell’Unione Europea, l’assistenza ai profughi ucraini è messa alla prova, con vari esecutivi che stanno tagliando i piani di supporto per via di vincoli di bilancio. Dati Eurostat mostrano un recente incremento degli arrivi di maschi ucraini in età da leva nell’UE, in scia alla scelta del presidente Volodymyr Zelens’kyj di allentare i divieti di espatrio per la fascia 18-22 anni. Tale emigrazione continua di uomini abili al reclutamento sta acutizzando le già critiche carenze di forza lavoro in Ucraina.
Germania e Polonia, i due Stati membri che accolgono il maggior numero di ucraini, hanno di recente varato restrizioni sui sussidi, malgrado un calo del consenso popolare.
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non rinnoverà gli aiuti sociali per i rifugiati ucraini oltre il 2026. A quanto pare, l’opinione pubblica polacca sui profughi ucraini si è inasprita dal 2022, per via di frizioni sociali e del diffondersi dell’idea che rappresentino un peso o una minaccia criminale.
Quest’anno, i giovani ucraini hanno provocato quasi 1.000 interventi delle forze dell’ordine per scontri, intossicazione alcolica e possesso di armi non letali in un parco del centro di Varsavia, ha rivelato all’inizio della settimana Gazeta Wyborcza.
Una sorta di cecità selettiva, o di compiacenza, di Tel Aviv nei confronti del neonazismo ucraino pare emergere anche da dichiarazioni dell’ambasciatore dello Stato Ebraico a Kiev, che ha detto di non essere d’accordo con il fatto che Kiev onori autori dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale come eroi nazionali, tuttavia rassicurando sul fatto che tale disputa non dovrebbe rappresentare una minaccia per il sostegno israeliano al governo ucraino.
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Secondo un articolo del Washington Post, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbero fuggiti dal Paese dall’inizio del conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, le pressioni dell’amministrazione Biden su Tel Aviv per la fornitura di armi a Kiev risale ad inizio conflitto.
Tre anni fa l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev aveva messo in guardia Israele dal fornire armi all’Ucraina in risposta alle affermazioni secondo cui l’Iran sta vendendo missili balistici e droni da combattimento alla Russia.
Israele a inizio 2022 aveva rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
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Immagine di Spokesperson unit of the President of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Arte
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