Pedofilia
Minorenni come «giocattoli sessuali» delle donne ISIS a fini riproduttivi

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nei centri di detenzione dei familiari di jihadisti nel nord-est della Siria emergono vicende di sfruttamento dei giovanissimi, poco più che bambini. La missione è di fornire nuove leve per il «califfato». Per i critici è un pretesto usato dalle autorità curde per separare i figli dalle madri. Ma vi sono testimonianze che confermano un «fenomeno sommerso» ma vitale.
Andate e moltiplicatevi. E per farlo non esitate a ricorrere a giovani, alcuni poco più che bambini, rinchiusi nei campi profughi nel nord-est della Siria dove sono detenuti – sotto il controllo delle milizie curde – centinaia di familiari di combattenti e jihadisti affiliati allo Stato Islamico (SI, ex ISIS).
Il movimento radicale che voleva dar vita al califfato islamico e nel momento di massima espansione è arrivato a controllare metà dei territori di Siria e Iraq, sebbene sconfitto sul piano militare continua a costituire una minaccia sul piano ideologico. E non riuscendo ad arruolare come un tempo mercenari dall’estero o elementi radicali nell’area, i vertici di Daesh hanno affidato alle donne il compito di accrescere i numeri generando quanti più figli possibile.
Per rimanere incinte, non avendo accanto i loro compagni o non trovandone di nuovi, non esitano a «schiavizzare» minori, in alcuni casi di soli otto anni o poco più. «Lo scopo è quello di ampliare la popolazione dello Stato islamico e assicurarsi che lo slogan “Dawla Baqiya” [lo Stato rimarrà] sia mantenuto» osserva Nujin Derik, combattente curda con una lunga esperienza alle spalle e molteplici battaglie contro Daesh.
La donna, fra le responsabili della sorveglianza e del controllo dei centri di detenzione di al-Hol e Roj, riferisce ad al-Monitor di «informazioni» in base alle quali «i neonati nascono nei campi e vengono nascosti dalle loro madri». Questi, avverte, sono «ordini impartiti direttamente da Daesh».
Costretti al sesso
«Voglio diventare un dottore» racconta Salih, 15 anni, il nome di fantasia per proteggerne l’identità, uno fra le centinaia di giovani ospiti del centro di recupero di Orkesh, poco distante dalla città di Qamishli, nell’area curda nel nord-est della Siria. Egli è figlio di uno delle decine di migliaia di combattenti stranieri e delle loro mogli che hanno aderito, da varie parti del mondo, allo Stato Islamico.
Rinnegati dai loro Paesi di origine, circa 23mila figli di miliziani di entrambi i sessi sono condannati – loro malgrado – a un limbo perpetuo, al confino, alla miseria. Quando raggiungono la pubertà, i ragazzi sono allontanati dalle loro madri detenute nei famigerati campi di al-Hol e Roj, perché potrebbero essere suscettibili all’indottrinamento, inclini alla violenza e sfruttati a «scopo riproduttivo»
Salih, originario dei Balcani, è stato costretto a fare sesso con donne più anziane appartenenti all’ISIS e da tre mesi si trova al centro di Orkesh. Un responsabile di nome Bawer riferisce che il ragazzino avrebbe confessato «al suo insegnante che veniva usato dalle donne [del califfato] per metterle incinte». «E posso assicurarvi – prosegue – che non è l’unico».
Diversi educatori rilanciano denunce di sfruttamento sessuale di bambini e ragazzini all’interno dei campi di detenzione e, in alcuni casi, sono le stesse madri-combattenti dell’ISIS a spingere i figli a trasformarsi in «macchine riproduttive».
Mounir, un 18enne originario dell’Arabia Saudita trasferito a Orkesh dal centro di al-Hol assieme al fratello di 12 anni, conferma il quadro, fornendo ulteriori dettagli: «Un ragazzone sudanese – dice – mi ha raccontato tutto» durante il periodo in cui i due hanno condiviso la stanza. Diceva di fare abitualmente sesso con donne ad al-Hol «per rifornire di bambini lo Stato Islamico». La differenza, prosegue Mounir, è che «non ha mai detto di essere stato costretto a farlo. E penso che si divertisse, almeno all’inizio».
Mondo sommerso di sfruttamento
Anne Speckhard è direttrice dell’International Center for the Study of Violent Extremism, professore associato di psichiatria alla Georgetown University e lavora come consulente ai programmi di riabilitazione e de-radicalizzazione dei detenuti Isis. Finora ne ha incontrati 273 e, in un articolo pubblicato a febbraio per The Daily Beast e il primo marzo sul Jerusalem Post, ha denunciato per prima lo «sfruttamento» degli adolescenti: ragazzi usati per «servire l’espansione dello Stato Islamico, diventando mariti temporanei», prendendo «fino a quattro donne alla volta».
In un primo momento si mostrava scettica rispetto alle voci di sfruttamento ma col passare del tempo, ascoltando testimonianze «da persone di fiducia» e accumulando incontri si è ricreduta.
Una guardia del centro di al-Hol riferisce di almeno 10 giovani coinvolti, ma i numeri reali sono difficili da inquadrare. Nessuno conosce il numero esatto di gravidanze registrate nei centri, ma a detta della stessa intelligence curdo-siriana sono «molti» e non dovrebbero accadere «visto che gli uomini sono detenuti in luoghi separati».
Va detto che alcune gravidanze potrebbero essere il risultato di relazioni illecite con le guardie nonostante le misure del caso, ma resta la certezza su un vasto fenomeno di «schiavismo sessuale» che vede protagoniste donne del califfato e minori. A rendere difficile le stime vi è anche il fatto che molte partoriscono senza nemmeno avvisare i vertici del centro, con l’aiuto di altre detenute che svolgono le funzioni di medici, infermiere e ostetriche.
Vicende analoghe riguardano al-Roj, dove un giovanissimo è dovuto ricorrere a cure ospedaliere dopo una massiccia assunzione di una sostanza con effetti simili al Viagra.
Cuccioli del califfato in cattività
In questi anni trascorsi nei centri i giovani, con l’aiuto delle loro madri, hanno dato nuovamente vita ai cosiddetti «cuccioli del califfato», l’esercito di bambini combattenti usati in passato dall’ISIS per decapitazioni pubbliche e video di propaganda che tanto orrore hanno suscitato nel mondo. «Fanno pratica con bersagli, usando spade e oggetti appuntiti, si allenano nel judo e si nascono dentro chador e niqab» racconta Derik.
«Le loro madri – prosegue – li sottopongono al lavaggio del cervello», anche per questo i figli vengono separati dai genitori dall’età di 12 anni se iniziano a mostrare comportamenti violenti o atteggiamenti aggressivi. «Vi sono state – ammette – diverse decapitazioni nel centro. Ecco perché non abbiamo scelta».
Le Nazioni Unite e i gruppi pro diritti umani hanno criticato duramente la politica delle autorità curde siriane di separazione, definendola illegale e immorale.
Secondo alcuni, infatti, è forte la preoccupazione che le affermazioni sullo sfruttamento sessuale e sull’indottrinamento siano – in realtà – solo un pretesto per legittimare divisioni forzate di massa. Accuse alimentate dal fatto che i curdi siriani, almeno sinora, non sono stati in grado di fornire prove fotografiche di nuovi bambini nati nel quadro della campagna «andate e moltiplicatevi».
Un funzionario delle Forze democratiche siriane (SDF) afferma che i bambini sono difficili da ritrarre perché le donne «usano le ostetriche per nasconderli nelle tende» appena nati e gli informatori sono «troppo spaventati» per scattare foto «col rischio di essere scoperti». Ma il fenomeno è reale, come emerge dalle parole di una donna che si fa chiamare Umm Seydullah e che spezza di proposito la cortina di silenzio e mistero: «Con il permesso di Allah, il nostro Dawla (Stato) – afferma – tornerà di nuovo. E sarà più forte che mai. Scrivi anche questo. La storia [del califfato] non finirà qui».
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Pedofilia
Kirk, un boomer ha cercato di «distrarre la polizia» dal vero tiratore

Subito dopo l’assassinio di Charlie Kirk è stato arrestato un uomo che si era avvicinato alla polizia urlando «gli ho sparato, ora sparate a me». George Zinn, 71 anni, è descritto come un «boomer» – cioè della generazione dei nati tra il 1946 e il 1964 – attivista di sinistra.
Questa azione ha distolto le risorse della polizia, probabilmente aiutando il vero tiratore a fuggire, secondo rapporti di polizia ora resi pubblici.
Giunto al dipartimento di polizia, Zinn ha chiesto un avvocato e affermato di non aver sparato a Kirk, ma di averlo fatto solo «per distogliere l’attenzione dal vero tiratore». Mentre veniva poi trasportato in ospedale per un problema di salute, Zinn fece commenti simili, aggiungendo che «voleva essere un martire per la persona che era stata colpita».
Quasi 48 ore dopo la sparatoria, Tyler Robinson, un politico di sinistra verificato con un fidanzato trans, è stato arrestato e accusato dopo che i suoi genitori conservatori lo avevano denunciato. Inizialmente, le bizzarre azioni di Zinn sono state sospettate da alcuni come un complotto organizzato in cui Zinn e Robinson facevano parte di una rete più ampia.
NEW: The 71-year-old audience member who was arrested at Charlie Kirk’s UVU event says he told cops he shot Kirk to distract police so the real shooter could escape.
“I shot him, now shoot me,” George Zinn allegedly said immediately after Kirk was shot.
While speaking to… pic.twitter.com/2JiwWXKgR3
— Collin Rugg (@CollinRugg) September 16, 2025
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Zinn è stato arrestato nella prigione della contea di Utah con l’accusa di ostruzione alla giustizia, un crimine di secondo grado.
Poi il colpo di scena oscuro: gli investigatori hanno rivelato che Zinn aveva immagini di pornografia infantile sul suo telefono. È accusato di quattro capi d’accusa per sfruttamento sessuale di minore dopo che la polizia ha trovato immagini di bambine in «varie fasi di svestizione e pose sessuali» sul telefono di Zinn. La polizia ha affermato che Zinn ha ammesso di aver ottenuto «gratificazione sessuale» dalla visualizzazione e dalla condivisione di quel tipo di immagini.
Lo sviluppo fa pensare a tanti casi simili, in cui attorno a perpetratori di violenze si cela la pedopornografia.
Molti ricordano che l’uomo ucciso in legittima difesa dal giovane Kyle Rittenhouse durante i moti BLM di Kenosha, in Wisconsin, Joseph Rosembaum, era stato condannato per pedofilia.
Come riportato da Renovatio 21, al figlio di Ryan Routh, il secondo attentatore di Donald Trump, fu trovata pedopornografia nei computer.
Il pattern pone delle domande serie: c’è una rete di pedofili goscisti che fiancheggia la violenza? Le immagini compromettenti sono inserite dalle autorità per incastrarli? Oppure c’è una naturale relazione tra pedofilia e violenza politica?
Su questo ultimo punto qualche ragguaglio è stato possibile vederlo durante l’istituzione della zona autonoma di Seattle lo scorso anno e negli scritti di Hakim Bey, teorico anarchico autore di controversi scritti su pedofilia e pederastia.
Un saggio sull’argomento, ci sembra, non è ancora stato scritto.
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Immagine screenshot da Twitter
Pedofilia
Roblox è invaso da «predatori di bambini»: causa in uno Stato americano

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This is what your kids are doing on Roblox. Playing ‘Public Showers’ experiences – Maturity level ‘N/A’https://t.co/6JD4edyV6M pic.twitter.com/kVpyXrHAsQ
— Attorney General Liz Murrill (@AGLizMurrill) August 14, 2025
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«Questa è un’altra ‘esperienza’ a cui i bambini possono essere esposti su Roblox: Public Bathroom Simulator», ha continuato la Murrill su X.Here’s another ‘experience’ that children were exposed to on Roblox: Escape to Epstein Islandhttps://t.co/6JD4edyV6M pic.twitter.com/MsGD78PAWC
— Attorney General Liz Murrill (@AGLizMurrill) August 14, 2025
Secondo la procuratrice, i bambini hanno avuto accesso anche a 600 giochi «Diddy» sulla piattaforma Roblox.This is another ‘experience’ that children can be exposed to on Roblox: Public Bathroom Simulatorhttps://t.co/6JD4edyV6M pic.twitter.com/6prFnWhiZb
— Attorney General Liz Murrill (@AGLizMurrill) August 14, 2025
Here are some of the ‘experiences’ that children have been exposed to on Roblox: 600 “Diddy” Gameshttps://t.co/6JD4edyV6M pic.twitter.com/sLhHAD3Qz6
— Attorney General Liz Murrill (@AGLizMurrill) August 14, 2025
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La scorsa settimana, un giovane che avrebbe fatto della denuncia dei pedofili su Roblox la sua missione è stato bandito dalla piattaforma dopo aver ricevuto da Roblox una richiesta di cessazione e desistenza. «Roblox ha fatto di più per mettere a tacere un informatore che per fermare i predatori sulla propria piattaforma», ha osservato il famoso utente X di I Meme Therefore I AM. «Lasciate che questo vi entri in testa», ha aggiunto.(RT & SHARE)
Congressman @RoKhanna has created a petition asking for transparency from Roblox regarding their child safety issues. Please sign this, thank you https://t.co/CFnrXRTDV7 pic.twitter.com/2YlzUT5jLc — Schlep (@RealSchlep) August 13, 2025
Non si tratta della prima volta che Roblox affronta dure critiche. Ancora tre anni fa, un servizio della BBC sosteneva che il videogioco aveva problemi legati a contenuti sessuali e razzismo decisamente troppo espliciti. Secondo il reportage, i giocatori si incontrano in «condomini» virtuali per parlare di sesso e persino fare sesso, o perlomeno un’approssimazione di rapporto sessuale visti i loro corpi a blocchi Roblox. E questo è un grosso problema, poiché la maggior parte degli utenti del gioco sono bambini anche di età inferiore ai 13 anni che sono tecnicamente autorizzati a giocare.🚨OUTRAGEOUS: Michael, the young man behind @RealSchlep, helped expose child predators on Roblox — and how did the billion-dollar company respond?
Not by fixing the problem. Not by teaming up with him. Not by protecting kids. But by threatening him with a cease-and-desist.… https://t.co/L9MIn4D8Nh pic.twitter.com/wWtmbqMQoQ — I Meme Therefore I Am 🇺🇸 (@ImMeme0) August 11, 2025
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Gender
Pedofilo omosessuale ottiene un bambino tramite maternità surrogata. Bisogna stupirsi?

La rete si scalda per un caso che cala un tris considerevole: matrimonio gay, pedofilia, utero in affitto. Si aggiungerebbe, in questo caso, anche il crowdfunding. Lo riporta LifeSite.
Un coro di indignazione è esploso sui social media statunitensi dopo che è stato rivelato che un omosessuale registrato come molestatore sessuale dopo essere stato condannato per abusi sessuali su un giovane adolescente, è riuscito a ottenere un bambino tramite maternità surrogata.
L’uomo che ha «sposato» un altro uomo è descritto come un molestatore sessuale di primo livello in Pennsylvania, condannato per «abuso sessuale su minori» e «possesso di materiale pedopornografico». All’epoca insegnante di chimica al liceo, l’uomo era stato arrestato nel 2016 per numerose «esplicite richieste e conversazioni sessualmente esplicite» con uno studente sedicenne, dopo che era stato scoperto per aver inviato 20 foto di nudo e un video sessualmente esplicito di se stesso.
Lo scandalo è esploso dopo che la coppia ha condiviso un video in cui festeggiava le feste con il bambino nato da madre surrogata durante il suo primo anno di vita.
Il giornalista cittadino Derek Blighe ha pubblicato il video su X, osservando: «a meno che non accada un miracolo, questo bambino non ha quasi nessuna possibilità di avere una vita normale».
Il post di Blighe è stato visualizzato ben oltre 11 milioni di volte.
Unless a miracle happens, this child has almost no chance at a normal life. pic.twitter.com/dwwXaH4Nbi
— Derek Blighe (@BligheDerek) July 27, 2025
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«Come fanno dei degenerati malati come questi a ottenere l’approvazione per diventare tutori di un bambino?» ha chiesto l’attivista contro la presenza di transessuali nello sport Riley Gaines. «Per quanto mi riguarda, chiunque sia coinvolto nel processo di approvazione dovrebbe essere in prigione».
How do sick degenerates like this get approved to be the guardian of a child?
As far as I’m concerned, anyone involved in their approval process should be in prison. https://t.co/j8blpeoLGY pic.twitter.com/mqKU0kwnYv
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) July 28, 2025
«Concepire un bambino con l’intenzione di affidarlo a una famiglia senza madre per farlo crescere da queste due creature», ha scritto il commentatore cattolico youtuber Matt Walsh su X. «Assolutamente orribile. Una malvagità indescrivibile».
Turns out this might be a surrogacy situation. That’s even worse. Conceiving a child with the intention of placing him in a motherless home to be raised by these two creatures. Absolutely horrifying. Evil beyond description.
— Matt Walsh (@MattWalshBlog) July 28, 2025
Secondo quanto scrive Lifesite, non solo la coppia è riuscita ad ottenere il bambino nonostante i trascorsi sessuali criminali dell’uomo, ma pare che abbiano utilizzato l’app di crowdfunding GoFundMe per aiutarlo.
«È stato rivelato che una coppia gay che ha finanziato tramite crowdfunding il proprio percorso di maternità surrogata ora ha la custodia di un bambino, nonostante uno dei partner (…) sia stato condannato per reati sessuali su minori, sfruttando una scappatoia della Pennsylvania per la maternità surrogata che aggira le restrizioni statali sull’adozione per i predatori registrati», ha riportato Right Angle News Network su X.
«Orribile», ha scritto l’attivista pro-life Lila Rose, fondatrice di LiveAction. «Dopo la diffusione virale di un video di due uomini che baciavano un neonato acquistato tramite crowdsourcing, fecondazione in vitro e madre surrogata, gli investigatori di internet hanno scoperto che uno degli uomini era un molestatore sessuale registrato».
Horrific.
After a viral video of two men kissing a little baby boy who they bought via crowdsourcing, IVF and a surrogate, internet sleuths discovered one of the men was a registered sex offender.
No vetting process is required for surrogacy. Anyone with money can buy a child.… pic.twitter.com/AkBYxJLy5I
— Lila Rose (@LilaGraceRose) July 29, 2025
«Non è richiesto alcun processo di verifica per la maternità surrogata. Chiunque abbia soldi può comprare un bambino», ha detto Rose. «Non solo questo bambino è stato privato di una madre intenzionalmente, ma non sono stati messi in atto meccanismi di sicurezza per proteggerlo. I bambini non sono merci».
«Vietate la maternità surrogata», ha aggiunto la Rose.
La deputata repubblicana degli Stati Uniti Anna Paulina Luna ha chiesto al procuratore generale della Pennsylvania: «perché a questo molestatore di bambini è consentito adottare un bambino?»
«Il fatto che quest’uomo stia sfruttando una scappatoia che consente l’adozione tramite maternità surrogata, pur essendo un molestatore sessuale registrato, è disgustoso. Dovrebbe essere FUORILEGGE», ha dichiarato.
«Non mi interessa chi sei, qual è la tua razza o il tuo genere: se sei un molestatore sessuale registrato, non ti dovrebbe essere permesso di avvicinarti ai bambini, figuriamoci adottarli», ha detto la Luna.
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Renovatio 21 considera che lo stupore si addice solo a chi fino ad ora ha tenuto gli occhi chiusi: tutti i nodi della Necrocultura sono collegati l’uno con l’altro in modo istituzionalizzato grazie allo Stato moderno: con il diritto all’aborto si crea il diritto alla fecondazione in vitro (che uccide molte più bambini dell’aborto, ma che grazie a questo sono finalmente considerati come sacrificabili), con il matrimonio gay si crea giocoforza il «diritto» alla maternità surrogata, con il «diritto al gender» si apre all’istituzionalizzazione di ogni possibile devianza (come visibile ai gay pride), con l’erosione progressiva di vari tabù: si ricordano gli ammiccamenti a certe manifestazioni riguardo ai bambini delle famiglie normali.
Aggiungiamo che, se fosse vero che l’omosessualità proviene dall’assenza della figura paterna (come sosteneva Sigmund Freud), l’ondata presente è stata creata dalle leggi sul libero divorzio – un’altra legge teratogenetica che andrebbe abolita quanto prima, ma siete dei folli se sperate che i pro-vita dell’establishment provino a dirlo e a farci una battaglia.
A Renovatio 21, invece, abbiamo proprio intenzione di farlo: combattere la Necrocultura in maniera integrale, senza nessun compromesso, e con tutta la forza che abbiamo.
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