Politica
Medvedev: Trump potrebbe fare la fine di JFK
Se Donald Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti e tentasse di porre fine al conflitto in Ucraina sul serio, potrebbe finire per condividere la sorte di John F. Kennedy, ha affermato l’ex presidente russo Demetrio Medvedev.
Medvedev ha anche sostenuto che le relazioni tra Washington e Mosca rimarranno probabilmente molto tese, indipendentemente da chi uscirà vincitore dalle elezioni presidenziali.
Nel corso della sua campagna, il candidato del GOP ha ripetutamente giurato di porre fine allo spargimento di sangue in Ucraina in tempi brevi, se eletto. Tuttavia, non ha fornito dettagli. La sua rivale democratica, Kamala Harris, ha suggerito che Trump avrebbe sostanzialmente costretto Kiev ad arrendersi.
Nel frattempo, anche il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha espresso scetticismo sulla capacità del candidato repubblicano di fermare il conflitto dall’oggi al domani, sottolineando che non esiste una «bacchetta magica» con cui potrebbe riuscirci.
In un post sul suo canale Telegram di domenica, Medvedev, che attualmente è vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha scritto che Mosca non ha grandi aspettative riguardo all’esito delle elezioni presidenziali statunitensi di martedì. Ha sostenuto che «per la Russia, le elezioni non cambieranno nulla, poiché le posizioni di entrambi i candidati riflettono completamente il consenso bipartisan secondo cui il nostro paese deve essere sconfitto».
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Secondo Medvedev, durante la campagna elettorale, un «Trump un po’ stanco» ha sfornato «banalità» riguardo alle prospettive di pace per l’Ucraina e ai suoi presunti buoni rapporti con i leader mondiali. Tuttavia, se eletto, il repubblicano «sarebbe costretto a osservare tutte le regole del sistema» e sarebbe «incapace di fermare la guerra. Non in un giorno, non in tre giorni, non in tre mesi».
«E se tentasse davvero, potrebbe diventare un nuovo JFK», ha avvertito l’ex presidente russo.
Quanto alla Harris, il Medvedev l’ha liquidata come «stupida, inesperta e controllabile», affermando che se eletta, sarebbe stata una mera figura di facciata, con altri funzionari e membri della famiglia dell’ex presidente Barack Obama a tirare i fili.
All’inizio di questa settimana Medvedev aveva affermato in un’intervista con una testata russa che «se i Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, avessero avuto abbastanza flessibilità e saggezza per stipulare un accordo di sicurezza con la Russia, non ci sarebbe stata alcuna operazione militare speciale», sottolineando che gli Stati Uniti e i loro alleati non sono riusciti a rendersene conto in tempo perché «hanno l’abitudine di intimidire tutti fino alla sottomissione» e di operare «secondo il principio dell’eccezionalismo americano e del primato degli interessi degli Stati Uniti».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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Politica
Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini
Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.
L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».
I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.
Brutalny atak na Ukraińców w Słupsku?
Świadkowie relacjonują, że 17.11.2025 r. w pobliżu szkoły „Budowlanka” kilku starszych chłopaków miało brutalnie pobić ukraińskich nastolatków, krzycząc w ich kierunku obraźliwe hasła. Atak przerwała dopiero kobieta wzywająca policję #słupsk pic.twitter.com/GigFwc4tYv
— Aktualny Spotted Słupsk (@ASpottedSlupsk) November 30, 2025
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La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.
A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.
L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.
L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.
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Immagine screenshot da Twitter
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Netanyahu ha spinto Trump a chiedere la grazia
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