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Vaccini

McCullough: abbiamo «ingannato» i nostri corpi per produrre una pericolosa proteina estranea

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Nella sua presentazione tenutasi il 27 ottobre a Phoenix, in Arizona, il dottor McCullough – famoso cardiologo divenuto specialista di COVID – ha parlato in dettaglio di come le iniezioni di mRNA a trasferimento genico (la tecnologia utilizzata da Pfizer e Moderna) e le iniezioni di DNA adenovirale (da Johnson & Johnson) fanno sì che le cellule umane producano «proteine ​​​​spike».

 

Riferendosi alla somiglianza tra la proteina spike creata dal corpo e le proteine ​​spike nel COVID-19, l’esperto ha detto che «trasformiamo quasi le nostre cellule in un virus, se volete».

 

Ciò ha portato a una nuova situazione in cui il corpo stesso produce corpi estranei. «Il corpo riconosce queste spike sulle nostre cellule come anormali, quindi il corpo le attacca», ha continuato il dottor McCullough.

 

«Quindi, questa è la prima volta nella medicina umana in cui i nostri corpi vengono effettivamente indotti con l’inganno a produrre una proteina spike estranea… poi il nostro corpo attacca le nostre stesse cellule con la speranza di creare immunità»

«Quindi, questa è la prima volta nella medicina umana in cui i nostri corpi vengono effettivamente indotti con l’inganno a produrre una proteina spike estranea… poi il nostro corpo attacca le nostre stesse cellule con la speranza di creare immunità».

 

Questo processo può diffondersi in tutto il corpo ripetutamente fino a tre mesi.

 

«Normalmente l’mRNA dura pochi secondi e si dissolve», ha spiegato McCullough. «Questo mRNA, crediamo, duri nel corpo umano per almeno un mese».

 

«Abbiamo pubblicato su questo; abbiamo dati molto buoni su questa cosa. Pensiamo che duri almeno un mese, forse tre mesi».

 

«Normalmente l’mRNA dura pochi secondi e si dissolve», ha spiegato McCullough. «Questo mRNA, crediamo, duri nel corpo umano per almeno un mese»

Sebbene la tecnologia alla base di questi processi sia in circolazione da decenni, i vaccini sono in realtà «prodotti tecnologici di trasferimento genico falliti», ha affermato McCullough. 

 

Fino ad ora, la tecnologia è stata progettata «per produrre una proteina normale» per integrare una carenza nei pazienti.

 

«Ma non abbiamo mai iniettato nel corpo umano» un tale meccanismo «per produrre una proteina estranea che ora abbiamo appreso è, francamente, pericolosa», ha spiegato McCullough, editore di due riviste mediche, The American Journal of Cardiology e Recensioni in Medicina Cardiovascolare.

 

La tecnologia mRNA è ora attaccata dal suo stesso scopritore Robert Malone.

 

Non abbiamo mai iniettato nel corpo umano» un tale meccanismo «per produrre una proteina estranea che ora abbiamo appreso è, francamente, pericolosa»

Come abbiamo scritto su questo sito, Nonostante le molte tecnologie vaccinali a disposizione, l’mRNA sembra aver preso il centro della scena. Il vaccino mRNA deriva da una tecnologia militare del Pentagono, sviluppata dal suo ramo di ricerca scientifica, la DARPA.

 

Come riportato da Renovatio 21, si è scoperta di recente la bizzarra coincidenza per la quale i deputati americani votavano la liceità di chiamare l’RNA «prodotto biologico» inseribile nei vaccini a fine 2019, prima che vi fosse contezza pubblica della pandemia.

 

Come abbiamo affermato in diversi articoli, è probabile che in futuro ogni vaccinazione sarà basata su tecnologia mRNA – il vaccino mRNA per l’AIDS viene testato in questi giorni da Moderna.

 

Ogni cura medica, in realtà, potrebbe divenire terapia genica.

 

In una battuta di qualche anno fa, Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo patron di Tesla e di aziende spaziali, disse che il futuro potrebbe essere basato su DNA e RNA, in quanto è con l’RNA, raccontò, che «il bruco si trasforma in una farfalla».

 

«Stiamo giocando agli apprendisti stregoni» disse ancora un anno fa a France Soir il premier Nobel Montagnier interrogato sul valore dei vaccini mRNA.

Epidemie

Iniziata la campagna di paura contro l’aviaria. McCullough: «nessuno dovrebbe prendere in considerazione il vaccino»

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A inizio ottobre si è tenuto l’«International Bird Flu Summit», il vertice mondiale dell’influenza aviaria. Da notare come nello stesso periodo si è avuto un Bird Flu Summit in Arkansas, un evento sulla stessa patologia, ma per i veterinari.

 

Per qualcuno già questo è abbastanza per cominciare a sospettare che qualcosa bolle in pentola.

 

Il dottor Peter McCullough, noto per la sua lotta durante il COVID, ha monitorato entrambe le grandi conferenze, e ne ha parlato in una intervista di mezzora per il sito USAWatchdog.

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«Ecco cosa abbiamo scoperto. L’influenza aviaria si sta diffondendo perché in realtà è uscita da un laboratorio. È uscita dal laboratorio di ricerca USAD di Athens, Georgia» dice il cardiologo texano. «L’influenza aviaria esiste da cento anni e la versione attuale è molto lieve. Ci sono state poco più di 10.000 morti di animali, eppure hanno intenzionalmente abbattuto o ucciso decine di milioni di polli sani».

 

«Non abbiamo mai avuto un decesso umano dovuto all’influenza aviaria negli Stati Uniti» ha dichiarato il McCullough. «L’influenza aviaria sembra uscire dai laboratori di ricerca. È una ricerca sul “guadagno di funzione”. L’amministrazione Biden ha emanato una legge nel maggio 2024 che lo consente».

 

«Si chiama “Ricerca a duplice scopo”. Creano un virus per far ammalare le persone e poi possono provare a creare un vaccino. Si tratta di fomentare la paura per una vaccinazione di massa più pubblica» continua il medico. «Ho paura di una campagna, che si tratti del vaiolo delle scimmie, dell’influenza aviaria, della malattia di Marburg o della malattia X, che induca effettivamente le persone a sottoporsi a un’altra ondata di vaccini genetici a RNA messaggero».

 

«Abbiamo visto più danni causati dai vaccini anti-COVID che dalla malattia stessa… L’amministrazione Biden ha appena dato soldi a Moderna per realizzare un vaccino a RNA messaggero contro l’influenza aviaria. Posso dirvi che non sembra sicuro, e nessuno di questi vaccini genetici sembra sicuro».

 

Il dottor McCullough dice che «nessuno dovrebbe prendere in considerazione la vaccinazione contro l’influenza aviaria. Sono morte più persone nel gruppo vaccinato che nel gruppo placebo».

 

«Nessuno dovrebbe pensarci. Abbiamo farmaci semplici che possono gestire questo… come gli antivirali, l’idrossiclorochina coprirà l’influenza aviaria e utilizziamo spray nasali e gocce di iodio. La conclusione è che nessuno dovrebbe rischiare un vaccino».

 

«Questo è un nuovo approccio autoritario e il nuovo messaggio attuale, che è stato diffuso su tutti i media negli ultimi giorni, è “disinformazione”» afferma il cardiologo. «Non fidatevi di nessuno tranne che del governo. Tutti gli altri stanno diffondendo “disinformazione”».

 

«La disinformazione è un classico strumento di propaganda del Terzo Reich. Nessun funzionario governativo dovrebbe usare il termine “disinformazione”» dice McCullough.

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Come riportato da Renovatio 21, vaccini contro l’influenza aviaria sarebbero stati somministrati ad essere umani di già in Finlandia. A giugno la HERA (Health Emergency Preparedness and Response), il braccio operativo per le epidemie della Commissione Europea, aveva siglato un accordo con l’azienda farmaceutica britannica Seqirus per la fornitura di 665.000 dosi di vaccino per uso umano contro l’influenza aviaria.

 

Vaccini mRNA per l’aviaria sarebbero in fase di sviluppo, con esperimenti fatti con l’enzima Luciferasi.

 

Alcuni sostengono che, come nel caso del virus di Wuhano, anche l’aviaria potrebbe aver avuto origine in laboratorio. Cinque mesi fa era emerso che gli USA stanno finanziando la creazioni di ceppi del patogeno ancora più letali e contagiosi.

 

Si tratta quindi di un altro virus fuggito dal vetrino del Gain of Function?

 

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Vaccini

Vaccini COVID e diabete, casi clinici

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Un recente rapporto riguardante un caso clinico ha documentato un caso di diabete mellito di nuova insorgenza a seguito della somministrazione del vaccino mRNA COVID. Non sarebbe l’unica volta che il fenomeno si è verifica.   «Sono stati segnalati molteplici casi di eventi avversi correlati al sistema immunitario post-vaccinazione. Presentiamo, con la presente, un paziente che si è presentato con diabete mellito di tipo 1 (DM) di nuova insorgenza dopo la vaccinazione con RNA messaggero (mRNA) contro il COVID-19», scrive il paper comparso online su AACE Clinical Case Reports.   Il rapporto del caso riguarda un uomo sano di 38 anni che ha ricevuto la sua seconda dose di COVID. Il paziente ha manifestato un’improvvisa insorgenza di poliuria (produzione di grandi quantità di urina diluita), polidipsia (grande sete, spesso associata al diabete) e visione offuscata. In seguito gli è stato diagnosticato il diabete mellito. Il diabete è l’incapacità dell’organismo di produrre o rispondere all’ormone insulina.

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Non si tratta dell’unico uomo ad aver sviluppato il diabete dopo la vaccinazione anti-COVID. Nel rapporto del caso sono elencati altri 18 casi documentati di diabete rilevato dopo la vaccinazione.   Sono state avanzate diverse teorie patologiche su come la tecnologia della terapia genica a mRNA contenuta nel vaccino COVID possa aver causato tale disturbo.   «I meccanismi ipotizzati per lo sviluppo del diabete mellito di tipo 1 dopo la vaccinazione con mRNA contro il COVID-19 includono il mimetismo molecolare, la sindrome autoimmune/infiammatoria indotta dagli adiuvanti e la possibile interazione tra il recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina-I-2 sulle cellule beta e l’mRNA virale», si legge nella sezione di «Discussione» del rapporto.   Non si tratta del primo documento di ricerca sull’argomento.   Un paper comparso nel giugno 2023 su World J Diabetes intitolato «Correlazione tra vaccinazione COVID-19 e diabete mellito: una revisione sistematica» concludeva che «esiste una relazione complessa tra vaccinazione e diabete con un effetto bidirezionale. La vaccinazione può contribuire al rischio di peggioramento della glicemia nei pazienti diabetici e i pazienti diabetici possono avere una risposta anticorpale inferiore dopo la vaccinazione rispetto alla popolazione generale».   In particolare, prima della distribuzione del vaccino anti-COVID, altri vaccini erano stati associati all’insorgenza del diabete. Sei anni fa era emerso che il lievito Sacccharomyces cerevisiae utilizzato in molti vaccini, tra cui l’epatite B, che viene somministrato a quasi tutti i neonati negli Stati Uniti prima che compiano un giorno di vita, potrebbe essere legato all’insorgenza di malattie autoimmuni.   «La ricerca sull’immunizzazione si è basata sulla teoria secondo cui i benefici dell’immunizzazione superano di gran lunga i rischi derivanti da eventi avversi ritardati e quindi non è necessario eseguire studi sulla sicurezza a lungo termine» scriveva ancora nel 1999 il ricercatore finlandese J.B. Classen in un paper intitolato «Vaccinazioni e diabete mellito di tipo 1: esiste un collegamento?»   «Quando si esamina il diabete, solo un potenziale evento avverso cronico, abbiamo scoperto che l’aumento della prevalenza del diabete potrebbe più che compensare il previsto declino delle complicazioni a lungo termine della meningite da H influenzae. Pertanto il diabete indotto dal vaccino non dovrebbe essere considerato un raro potenziale evento avverso».

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In un articolo del 2001 su Medical Hypotheses, sempre il Classen aveva delineato i meccanismi «attraverso i quali i vaccini possono influenzare l’insorgenza del [diabete di tipo 1] o di altri disturbi indotti dal sistema immunitario». Tra i meccanismi considerati erano citati il mimetismo molecolare (un fenomeno innescato dagli antigeni estranei nei vaccini, che inducono anticorpi che reagiscono in modo incrociato agli autoantigeni), la sovrastimolazione del sistema immunitario (che stimola il rilascio di proteine ​​note per causare il diabete di tipo 1), l’alterazione dell’equilibrio tra immunità Th1 mediata dalle cellule (la prima linea di difesa del corpo) e immunità Th2 mediata dagli umori (responsabile della stimolazione degli anticorpi), la stimolazione dei macrofagi (cellule immunitarie innate che sono attori chiave sia nel diabete di tipo 1 che in quello di tipo 2); l’attivazione dell’autoimmunità «soffocante» (subclinica) attraverso l’azione di potenti alluminio e altri adiuvanti; e la replicazione e il rilascio di virus (come quello della rosolia) noti per causare il diabete di tipo 1.   Nell’articolo del 2001 intitolato «Vaccini e rischio di diabete insulino-dipendente (IDDM): possibile meccanismo d’azione» il Classen scriveva:   «Gli studi sui vaccini hanno etichettato un vaccino come sicuro se provoca pochi eventi avversi in un gruppo di studio solitamente piccolo seguito per non più di 30 giorni dopo l’immunizzazione. I dati che collegano i vaccini a un aumento di un’ampia varietà di malattie immunologiche come il diabete mellito insulino-dipendente di tipo I (…) hanno delineato l’urgente necessità di rigorosi studi sulla sicurezza dei vaccini a lungo termine. Sta diventando sempre più chiaro che l’effetto dei vaccini sul sistema immunitario è molto più complicato di quanto si pensasse in origine, sottolineando l’inadeguatezza degli attuali studi sulla sicurezza, perché i vaccini differiscono dalle infezioni che prevengono e hanno effetti diversi sul sistema immunitario».

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Vaccini

I vaccini COVID scatenano tempeste citochiniche mortali e anafilassi: studio giapponese

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Uno studio di ricercatori giapponesi pubblicato il 1° ottobre ha documentato la patologia delle tempeste citochiniche e dell’anafilassi – una reazione allergica a un antigene – una reazione eccessiva del sistema immunitario – innescate dal vaccino mRNA COVID.

 

Il paper è apparso sul numero 12/2024 della rivista scientifica Diseases.

 

«Le reazioni avverse acute ai vaccini mRNA COVID-19 sono una preoccupazione importante, poiché i referti autoptici indicano che i decessi si verificano più comunemente lo stesso giorno o un giorno dopo la vaccinazione. Queste reazioni acute possono essere dovute a tempeste di citochine innescate da nanoparticelle lipidiche (LNP) e anafilassi indotta da polietilenglicole (PEG), entrambi componenti vitali dei vaccini mRNA-LNP», scrive lo studio nell’abstract.

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I ricercatori hanno approfondito ulteriormente la patologia delle iniezioni letali di Covid e i meccanismi del danno che queste provocano.

 

«La sindrome di Kounis, in cui l’anafilassi innesca la sindrome coronarica acuta (SCA), potrebbe anche essere responsabile di questi eventi cardiovascolari. Inoltre, i vaccini mRNA-LNP COVID-19 comprendono adiuvanti, come gli LNP, che innescano citochine infiammatorie, tra cui l’interleuchina (IL)-1β e l’IL-6. Questi vaccini producono anche proteine ​​spike che facilitano il rilascio di citochine infiammatorie».

 

«Oltre a questo, l’istamina rilasciata dai mastociti durante le reazioni allergiche svolge un ruolo fondamentale nella secrezione di IL-6, che intensifica le risposte infiammatorie. Alla luce di questi eventi, la riduzione precoce di IL-1β e IL-6 è fondamentale per gestire le tempeste di citochine post-vaccino, la SCA e la miocardite», continua l’abstract dell’articolo.

 

È interessante notare che i ricercatori nipponici si sono addirittura spinti ad affermare che le imminenti iniezioni di tecnologia di saRNA potrebbero anch’esse causare questa malattia.

 

«I prossimi vaccini auto-amplificanti COVID-19 mRNA-LNP contengono anche LNP. Dato che questi vaccini possono causare una tempesta di citochine e reazioni allergiche dopo la vaccinazione, è fondamentale considerare i corticosteroidi e misurare i livelli di IL-6 per una gestione efficace», scrivono gli autori del paper.

 

Come riportato da Renovatio 21, proprio il Giappone si sta appresetando a lanciare i vaccini genici a mRNA «autoamplificante», detti anche saRNA.

 

Nello studio su Disease sono stati ulteriormente approfonditi i meccanismi delle nuove iniezioni di terapia genica saRNA rispetto alle terapie geniche con tecnologia esotica a mRNA.

 

«È interessante notare che un vaccino a mRNA auto-amplificante (sa-mRNA) è stato recentemente approvato in Giappone nel 2024. Un vaccino a sa-mRNA funziona codificando sia l’antigene bersaglio, in genere la proteina spike del SARS-CoV-2, sia un enzima chiamato replicasi».

 

«L’mRNA nel vaccino istruisce le cellule a produrre la proteina spike iniziale. Quindi, la replicasi, o RNA polimerasi dipendente dall’RNA, facilita un ruolo cruciale consentendo all’mRNA di replicarsi più volte all’interno delle cellule transfettate. Questa amplificazione aumenta la produzione di proteine ​​spike, consentendo a una dose iniziale più piccola di mRNA di innescare una risposta immunitaria robusta, rafforzando l’efficienza del vaccino» spiegano gli scienziati nella sezione di discussione del testo.

 

«Poiché il vaccino a sa-mRNA utilizza LNP, sono necessarie precauzioni simili a causa del rischio di rilascio di citochine innescato da LNP, proteina spike e mRNA».

 

I ricercatori hanno anche fornito informazioni sui possibili trattamenti per i pazienti affetti da questi effetti collaterali.

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«I corticosteroidi possono limitare le citochine infiammatorie e mitigare le risposte allergiche, mentre la colchicina, nota per le sue capacità di riduzione dell’IL-1β, potrebbe anche rivelarsi efficace. Anche l’anticorpo anti-IL-6 tocilizumab mostra un promettente trattamento della sindrome da rilascio di citochine. Oltre alla sua importanza per il trattamento dell’anafilassi, l’epinefrina può indurre spasmi delle arterie coronarie e ischemia miocardica nella sindrome di Kounis, rendendo essenziale una diagnosi accurata».

 

Come riportato da Renovatio 21, il Giappone si sta rivelando un vero bastione della ricerca della verità sul vaccino COVID, con veementi prese di posizione di luminari della scienza medica ed un fiorire di articoli accademici sui rischi di miocardite, cancro e di mortalità indotti dal siero. Ricercatori giapponesi hanno inoltre lanciato l’allarme sulla questione delle trasfusioni di sangue da vaccinati mRNA.

 

Non va dimenticato il caso dell’ex ministro degli Interni Kazuhiro Haraguchi, afflitto da un turbo-cancro dopo l’iniezione, ora divenuto strenuo guerriero contro la dittatura biomedica piombata su Tokyo e sul mondo.

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