Storia
«L’Europa ha perso l’anima»: parla l’ex ministro degli Esteri austriaco
L’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl, oggi direttrice del Centro dell’Osservatorio geopolitico per le questioni chiave della Russia dell’Università statale di San Pietroburgo (G.O.R.K.I.), si è rivolta la settimana scorsa alla Società Storica Russa invocando il libro del filosofo Oswald Spengler Il tramonto dell’Occidente per sostenere che l’Europa sta degenerando da 20 anni.
«Purtroppo l’Europa di oggi è un’Europa di guerra. Questa è l’attuale agenda europea» ha detto alla testata governativa russa Sputnik. «Non posso nascondere la mia tristezza (…) Ho sempre sognato un’Europa del pluralismo, un’Europa della libertà, della Costituzione, dell’arte».
«Ha perso la sua anima, è morta» ha dichiarato la Kneissl.
A ridosso dello scoppio della guerra, l’ex ministro aveva fatto dichiarazioni riguardo la questione dell’escalation in Ucraina e della situazione di grave crisi in cui versa l’Occidente.
«Abbiamo assistito a una crisi energetica e a un’inflazione galoppante al più tardi dal 2021. Ora, si attribuisce molto di ciò alla guerra, alla Russia… Non è vero… ma sfortunatamente è quello che si sente dalle banche centrali europee. L’intera composizione della crisi era qui molto tempo prima», ha dichiarato l’ex capo della diplomazia di Vienna alla testata governativa russa RT, ora bandita in Italia e non solo.
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Come riportato da Renovatio 21, la Kneissl prima del conflitto aveva denunciato il ruolo dei britannici nell’escalation ucraina.
La Kneissl è accusata da sempre di avere posizioni filorusse per via della sua amicizia personale con Vladimir Putin.
Nell’agosto 2018 ha sposato l’imprenditore Wolfgang Meilinger, 54 anni. Al suo matrimonio presso la cittadina di Gamlitz, vicino al confine con la Slovenia, partecipò il presidente russo Vladimir Putin. Il quale, perfettamente germanofono, alla festa era talmente a suo agio che si lanciò, sorridente, in un ballo con la sposa.
Stampa e politica occidentale non hanno mai perdonato alla Kneissl la danza con lo zar.
Come noto, nel 2019 la Kneissl cadde assieme a tutto il governo di Sebastian Kurz, finito a causa di un piccolo scandalo che ha permesso l’installazione a Vienna di uno dei governi più feroci in tema di lockdown, apartheid e vaccinazione in tutto il mondo, con leggi grottesche su lotterie vaccinali, kapò biotici municipali e carcere speciale per i renitenti all’iniezione mRNA.
L’ex diplomatica si era trasferita in Libano nel giugno 2022 dopo aver lasciato l’Austria nel settembre 2020 e risieduto in Francia a causa delle persistenti minacce di morte e del divieto di fatto di lavorare nel suo paese d’origine.
Nell’agosto 2023 si è saputo che Kneissl si era trasferita in Russia.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); modificata
Intelligence
Le origini della CIA e la nascita delle operazioni coperte
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Storia
Milei pubblica i documenti segreti di Adolfo Eichmann
All’inizio del 2025 il presidente argentino Javier Milei ha declassificato e reso pubblici oltre 1.850 fascicoli (migliaia di pagine) che documentano gli sforzi dell’Argentina per individuare e monitorare migliaia di criminali nazisti rifugiatisi in Sud America dopo la Seconda guerra mondiale. L’iniziativa è partita su pressione del senatore repubblicano statunitense Chuck Grassley e del Simon Wiesenthal Center.
Come riportato da Renovatio 21, la pubblicazione dei file nazisti era stata annunziata dalle autorità argentine ad inizio anno.
I documenti, digitalizzati e caricati sul sito dell’Archivio generale della nazione, coprono soprattutto gli anni tra la fine dei Cinquanta e gli Ottanta e includono decreti presidenziali segreti dal 1957 al 2005. Sono organizzati in sette grandi sezioni dedicate ai principali ricercati: Adolf Eichmann (catturato a Buenos Aires nel 1960 dal Mossad sotto il falso nome di Ricardo Klement), con prove che il governo peronista sapeva della sua presenza e in alcuni casi lo protesse; Josef Mengele, il medico di Auschwitz che visse per anni in Argentina prima di riparare in Paraguay e Brasile; Martin Bormann, Ante Pavelić, Rudolf Höss e Klaus Barbie.
Harley Lippman, membro della Commissione statunitense per il patrimonio americano all’estero e del board dell’Associazione Ebraica Europea, ha sottolineato l’importanza storica della pubblicazione: «Da un lato è vergognoso che l’Argentina abbia tenuto nascosti questi documenti per decenni; dall’altro va riconosciuto il coraggio dell’attuale governo nel renderli accessibili. Più che per gli ebrei, è fondamentale che gli argentini stessi facciano i conti con il proprio passato».
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A maggio 2025, durante il trasferimento degli archivi della Corte Suprema, sono state scoperte nel seminterrato 83 casse sigillate dal 1941: contenevano materiale di propaganda nazista intercettato alla dogana argentina su una nave giapponese diretta all’ambasciata tedesca di Buenos Aires. Il governo Milei ha annunciato che anche questi documenti saranno digitalizzati e declassificati.
Il capo di gabinetto Guillermo Francos ha spiegato la decisione di Milei: «Non esiste più alcun motivo per continuare a nascondere queste informazioni; non è nell’interesse della Repubblica Argentina mantenere tali segreti».
Lippman ha collegato la declassificazione al ritorno dell’antisemitismo globale: «Dopo l’“età dell’oro” di circa 80 anni in cui l’odio antiebraico sembrava sopito, il 7 ottobre 2023 e la successiva narrazione che dipinge israeliani ed ebrei come “genocidi” hanno riaperto vecchie ferite. Molti giovani sotto i 30 anni ignorano l’Olocausto o ne sottovalutano la portata: questi documenti possono ricordare che lo sterminio sistematico di sei milioni di ebrei è avvenuto appena 80 anni fa».
I fascicoli, ha aggiunto Lippman, potrebbero anche fare luce sul ruolo delle banche svizzere e argentine nel riciclaggio dell’oro e dei beni sottratti agli ebrei, nonché sul destino degli U-Boot carichi di valori nazisti arrivati in Argentina e sulle cosiddette «ratlines» che, con la complicità di alcuni governi locali, permisero a migliaia di criminali di guerra di rifarsi una vita in Sud America.
Come riportato da Renovatio 21, della conversione al giudaismo di Javier Milei si parla da tanto tempo, e abbondano immagini e video in cui il personaggio sventola in pubblico grandi bandiere israeliane, invita l’ambasciatore dello Stato Ebraico alle riunioni emergenziali di gabinetto, piange copiosamente sul muro del Pianto, rituale inflitto a tutti i politici nordamericani ed ora pure sudamericani. Vari giornali argentini hanno ricostruito i rapporti di Milei con rabbini influenti e con oligarchi ebrei legati a Giorgio Soros.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa primavera documenti CIA hanno rivelato la ricerca segreta di Hitler negli anni Cinquanta.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Intelligence
Breve storia dei fratelli Dulles, tra nazismo e CIA
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