Geopolitica
L’Etiopia contro Tedros: «diffonde bugie pro ribelli»
Il governo etiope ha chiesto all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di indagare sul proprio capo, il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus. Lo riporta la testata pubblica tedesca Deutsche Welle.
Venerdì il ministero degli Esteri etiope ha scritto al comitato esecutivo dell’OMS affermando che Tedros ha diffuso disinformazione dannosa e di «compromettere la reputazione, l’indipendenza e la credibilità dell’OMS».
La dichiarazione del ministero chiedeva che Tedros, lui stesso etiope, fosse indagato per «cattiva condotta e violazione della sua responsabilità professionale e legale».
«Il ministero degli Esteri etiope ha scritto al comitato esecutivo dell’OMS affermando che Tedros ha diffuso disinformazione dannosa e di «compromettere la reputazione, l’indipendenza e la credibilità dell’OMS»
L’Etiopia ha accusato il capo dell’OMS di sostenere il Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (TPLF), suo avversario in un conflitto nel nord del Paese.
La lettera dall’Etiopia segue una conferenza stampa di mercoledì, durante la quale Tedros ha accusato il governo di trattenere deliberatamente cibo e medicine a milioni di persone nella regione del Tigrè.
«In nessuna parte del mondo stiamo assistendo a un inferno come nel Tigrè», aveva dichiarato Tedros.
Giovedì ha raddoppiato la sua osservazione in un tweet: «Le persone nel Tigray, in Etiopia, che vivono sotto il blocco de facto per oltre un anno, stanno morendo per mancanza di medicine e cibo e ripetuti attacchi di droni. L’OMS e i partner chiedono sicurezza, accesso senza ostacoli per fornire aiuti umanitari a milioni di persone in grande bisogno. Abbiamo bisogno dell’accesso ora!»
People in #Tigray #Ethiopia, living under de facto blockade for over a year, are dying from lack of medicine & food, & repeated drone attacks.@WHO & partners call for safe, unimpeded access to deliver humanitarian aid to the millions of people in great need.
We need access now! pic.twitter.com/nZHa7DfRQI— Tedros Adhanom Ghebreyesus (@DrTedros) January 13, 2022
Le forze armate etiopi avevano precedentemente accusato Tedros di sostenere le forze del Tigrè, addirittura aiutando i tigrini a procurarsi armi, un’accusa che ha negato e per la quale il principale accusatore, il generale Berhanu Jul, non ha portato prove.
Tedros era ministro degli esteri e della salute quando il TPLF dominava la coalizione di governo del Paese
Il governo etiope ora vuole che si ricusi «da tutte le questioni riguardanti l’Etiopia». Tedros era ministro degli esteri e della salute quando il TPLF dominava la coalizione di governo del Paese.
Tedros è stato eletto primo direttore generale africano dell’OMS nel maggio 2017 con un forte sostegno etiope. Nonostante le numerose controversie – dalla gestione della pandemia alla subalternità alla Cina, dalla questione degli stupri del personale OMS in Congo ai rapporti con le fondazioni di Gates – sua rielezione, si dice, è praticamente certa: gli USA di Biden e la Germania sarebbero già tra i suoi sostenitori, e avrebbero fatto confluire almeno altri 17 Paesi verso un voto di riconferma di Tedros al vertice dell’OMS sino al 2026.
Recentemente il capo OMS ha promesso di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro quest’estate.
Renovatio 21 ha pubblicato due anni fa un ritratto esaustivo della figura di Tedros scritto da William F. Engdahl: «oggi, i principali finanziatori dell’OMS sono la Fondazione Gates e la Gavi Alliance per i vaccini. Con le spalle coperte da personaggi del calibro di Gates e Clinton, non sorprende che Tedros sia riuscito, dopo una parentesi come Ministro degli Esteri etiope, ad ottenere la posizione di Direttore Generale dell’OMS, nonostante fosse il primo non medico a ricoprire tale ruolo» scrive Engdahl.
Non sorprende quindi che, con il prolungamento pandemico di tali «amicizie», Tedros conserverà a lungo la sua carica, facendosi un baffo delle tremende accuse che gli vengono dal Paese natìo.
Immagine di Women Deliver via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Un’effigie raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata avvistata appesa a una gru edile nel Nord-Est della Turchia, suscitando forte indignazione in Israele.
Secondola stampa turca, l’episodio si è verificato sabato in un cantiere nella città di Trebisonda, sul Mar Nero. L’iniziativa sarebbe stata organizzata da Kemal Saglam, docente di comunicazione visiva presso un’università locale. Saglam ha dichiarato ai media turchi che il gesto aveva un intento simbolico, volto a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza.
Le immagini, diffuse viralmente e riportate anche dal quotidiano turco Yeni Safak, mostrano la figura sospesa alla gru, accompagnata da uno striscione con la scritta: «Pena di morte per Netanyahu».
Il ministero degli Esteri israeliano, tramite un post su X, ha condiviso un video dell’incidente, accusando un accademico turco di aver creato l’effigie «con il fiero sostegno di un’azienda statale». Il ministero ha condannato l’atto, sottolineando che «le autorità turche non hanno denunciato questo comportamento scandaloso».
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Le autorità turche non hanno ancora fornito una risposta ufficiale.
I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia sono tesi da anni e si sono ulteriormente deteriorati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato Netanyahu di aver commesso un «genocidio» a Gaza.
La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
La Turchia ha avuto un ruolo attivo nei recenti negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, con diversi rapporti che indicano come l’influenza di Ankara su Hamas abbia facilitato il rilascio degli ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti del presidente statunitense Donald Trump.
Venerdì, Erdogan ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero intensificare le pressioni su Israele, anche attraverso sanzioni e divieti sulla vendita di armi, per garantire il rispetto degli impegni presi nel piano di Trump.
Domenica, Netanyahu ha annunciato che Israele deciderà quali forze straniere potranno partecipare alla missione internazionale proposta per Gaza, prevista dal piano di Trump per garantire il cessate il fuoco. La settimana precedente, aveva lasciato intendere che si sarebbe opposto a qualsiasi coinvolgimento delle forze di sicurezza turche a Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter; modificata
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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