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Terrorismo

Le forze somale respingono un attacco al carcere di massima sicurezza

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Le forze governative somale hanno respinto con successo un assedio di sei ore condotto dai militanti di Al-Shabaab contro il carcere di massima sicurezza di Godka Jilacow, situato a breve distanza dal palazzo presidenziale di Mogadiscio.

 

Domenica sera, il governo ha confermato che tutti e sette gli assalitori sono stati neutralizzati durante l’attacco.

 

L’assalto è iniziato sabato sera, quando si sono udite esplosioni e intensi colpi d’arma da fuoco nei pressi della struttura, gestita dall’Agenzia Nazionale per l’Intelligence e la Sicurezza (NISA) della Somalia.

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Secondo i media locali, gli aggressori si sono camuffati da personale di sicurezza, utilizzando un pick-up verniciato con i colori ufficiali delle forze di sicurezza e indossando uniformi militari per penetrare nel perimetro. Il loro intento sembrava essere un’irruzione diretta nella prigione, che detiene prigionieri legati al terrorismo e alla criminalità organizzata.

 

L’attacco è avvenuto poche ore dopo che le autorità somale avevano rimosso diversi posti di blocco storici a Mogadiscio. Secondo le agenzie di stampa locali, queste barriere proteggevano da tempo strutture governative chiave, ma erano state criticate da molti residenti per le limitazioni alla mobilità e i danni alle attività commerciali locali.

 

Gruppi di insorti legati ad al-Qaeda, in particolare Al-Shabaab, continuano a condurre attacchi regolari in diversi Paesi africani, inclusi quelli della regione del Sahel. Il gruppo terroristico persiste nel portare avanti raid, attentati e omicidi mirati per destabilizzare il governo somalo e le strutture di sicurezza regionali.

 

Ad agosto, la Missione di sostegno e stabilizzazione dell’Unione Africana in Somalia (AUSSOM) ha annunciato che oltre 50 militanti di Al-Shabaab sono stati eliminati in operazioni congiunte con le forze somale a Bariire, 73 km a Sud-Ovest della capitale.

 

Nel frattempo, le regioni separatiste somale del Somaliland e del Puntland hanno siglato un accordo di cooperazione sulla sicurezza a seguito dei colloqui tenutisi a Nairobi, in Kenya, all’inizio di questo mese, impegnandosi a intensificare la collaborazione nella lotta contro Al-Shabaab.

 

Il Somaliland ha proclamato l’indipendenza nel 1991, operando come Stato di fatto senza riconoscimento internazionale. Il Puntland, invece, rimane parte del sistema federale somalo, sebbene l’anno scorso abbia dichiarato l’intenzione di operare in modo indipendente fino alla formazione di un governo federale.

 

Come riportato da Renovatio 21, a marzo gli Shabaab avevano preso d’assalto un hotel nella città di Beledweyne, nella Somalia centrale, dove leader locali e funzionari governativi si erano incontrati per pianificare un’offensiva contro l’organizzazione jihadista. Un anno fa gli Shabaab catturarono un elicottero ONU, uccidendo una persona e prendendone altri in ostaggio.

 

Nell’agosto 2023, l’Africa Command statunitense aveva effettuato su richiesta del governo somalo un attacco aereo contro i terroristi Shabaab, provocando la morte di 13 militanti del gruppo. A inizio 2023 il Pentagono aveva dichiarato di aver ucciso un alto comandante dell’ISIS in Somalia, eliminando assieme al leader regionale Bilal al-Sudani almeno altri 10 combattenti

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Nel 2022 un gruppo di Shabaab ha preso il controllo dell’Hotel Hayat di Mogadiscio, dopo aver fatto detonare tre bombe nella capitale. Nel 2020 un altro attacco in un hotel provocò una strage con almeno 16 morti.

 

Come noto, gli Shabaab furono recipienti di milioni dati dal governo italiano con il riscatto della cooperante italiana in Kenya nel 2020. Per il rapimento, la procura di Roma ha chiesto a febbraio l’archiviazione dell’indagine, adducendo la mancata collaborazione delle autorità di Nairobi.

 

Come riportato da Renovatio 21, con gli Shabaab operava la «vedova bianca» Samantha Lewthwaite, britannica convertita all’Islam radicale irreperibile dopo la strage di Londra del luglio 2007, nonostante la caccia che, teoricamente, apparati di sicurezza britannici e africani le stanno dando da anni. La vedova bianca, dissero i giornali inglesi, aveva addirittura un programma di infiltrazione terrorista a partire da giovani europee convertite all’Islam per colpire le spiaggia spagnole. Si parlò di 30 reclute a cui è stato insegnato come costruire giubbotti suicidi e come scegliere i propri obiettivi di morte. Il nome della Lewthwaite viene fatto anche per l’attacco del settembre 2013 rivendicato dagli Shabaab nel centro commerciale Westgate a Nairobi, che causò 71 morti e circa 200 feriti.

 

Secondo alcuni, gli Shabaab potrebbero essere stati d’ispirazione per l’assassino del deputato inglese – cattolico, brexiter e pro-life – Sir David Amess, ammazzato a colpi di pugnale durante un incontro con i suoi elettori nella regione dell’Essex nell’ottobre 2021. I legami tra i terroristi somali e il giovane attentatore, figlio di buona famiglia somala espatriata a Londra, non sono mai stati chiariti.

 

Nel giugno 2024 gli Shabaab hanno attaccato soldati ugandesi delle forze di pace dell’Unione Africana (UA) presenti in Somalia, uccidendone 54. Per coincidenza, l’attacco è avvenuto a poche ore dall’approvazione da parte di Kampala di una legge anti-LGBT che ha messo l’Uganda al centro dell’attenzione mondiale. L’Uganda avrebbe subito poco dopo un’altra strage terrorista, stavolta sul suo territorio, ad opera di un’altra sigla islamista.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

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Terrorismo

Israele uccide un comandante di alto rango di Hezbollah a Beirut

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Un attacco aereo israeliano ha ucciso domenica a Beirut un alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai, conosciuto anche come Abu Ali Tabatabai.   Il raid ha colpito il quartiere di Haret Hreik, roccaforte del movimento nella periferia sud della capitale libanese. La morte è stata confermata sia da Hezbollah sia dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Secondo il ministero della Salute libanese, il bilancio è di almeno cinque morti e 28 feriti.   Tabatabai era entrato nelle file di Hezbollah da adolescente durante l’invasione israeliana del Libano del 1982 ed era uno dei pochi veterani di alto rango sopravvissuti alla campagna di eliminazioni mirate condotta da Israele nell’ultimo anno.   Hezbollah è il principale gruppo sostenuto dall’Iran nella regione e da anni si oppone al predominio israeliano. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l’operazione parte dello sforzo sistematico per distruggere l’organizzazione, accusata di terrorismo.  

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«Non è un caso che gli Stati Uniti avessero messo una taglia di cinque milioni di dollari sulla sua testa», ha scritto Netanyahu su X, ricordando la ricompensa americana del 2016, un anno dopo che Tabatabai era sfuggito a un precedente tentativo israeliano di ucciderlo.   Funzionari israeliani lo indicano come il numero due della gerarchia militare di Hezbollah, che lo ha salutato come un «grande comandante».   Netanyahu ha aggiunto che Tabatabai dirigeva il programma di riarmo del gruppo, impegnato a ricostruire le proprie capacità dopo i pesanti colpi subiti da Israele, tra cui l’esplosione di cercapersone truccati infiltrati l’anno scorso dall’intelligence israeliana. Smantellare Hezbollah, ha concluso, «garantirebbe un futuro migliore a ogni cittadino libanese».   Il presidente libanese Joseph Aoun ha condannato l’attacco, chiedendo alla comunità internazionale di «farsi carico delle proprie responsabilità e intervenire con fermezza e serietà per fermare le aggressioni contro il Libano e il suo popolo».

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Immagine screenshot da Twitter
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Terrorismo

L’attentatore di Trump era «non-binario»?

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Secondo rivelazioni emerse da profili social recentemente scoperti, Thomas Matthew Crooks – il ventenne che tentò di uccidere Donald Trump a Butler, in Pennsylvania, l’anno scorso – potrebbe aver adottato un’identità «non binaria», utilizzando i pronomi «they/them».

 

Il 13 luglio 2024 Crooks sparò otto colpi con un fucile stile AR-15 durante un comizio all’aperto, sfiorando l’orecchio del presidente, uccidendo il pompiere e spettatore Corey Comperatore e ferendone altri due. Fu abbattuto quasi subito da un agente dei Servizi Segreti.

 

Da mesi circolano interrogativi su Crooks e sulla sua scarsa impronta digitale, nonché su come sia riuscito a salire sul tetto vicino al palco del comizio, nonostante fosse stato notato da vari testimoni e agenti federali ore prima di sparare.

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I resoconti iniziali lo dipingevano come un «repubblicano registrato», ma nuove informazioni delineano un profilo più complesso di un giovane radicalizzato online. Secondo il Telegraph, i suoi account digitali indicano l’uso di pronomi «they/them» e la presenza di due profili su DeviantArt, «epicmicrowave» e «theepicmicrowave».

 

La piattaforma, usata da artisti amatoriali per condividere opere e critiche, ospita anche una vivace comunità «furry» – appassionati di animali antropomorfi, talvolta con connotazioni sessuali. L’attività di Crooks suggerisce un interesse per personaggi cartoon seminudi con fisici maschili muscolosi e teste femminili, come riportato dal New York Post.

 

I cosiddetti «furry» sono membri di una sottocultura definibile come «fetish» che si vestono con costumi di animali antropomorfi, commerciano arte erotica e si incontrano in convegni. Il fenomeno pare coinvolgere principalmente gli Stati Uniti d’America.

 

Secondo una ricerca statistica svolta negli Stati Uniti, più del 37% trova che la sua «identità furry» sia molto legata alla sfera sessuale. Si apprende che esisterebbe per la tendenza anche un sottogenere pornografico chiamato «yiff». I dati raccolti rivelano che gli appartenenti al Furry Fandom in percentuale hanno un orientamento sessuale eterosessuale (37,2%), bisessuale (37.3%) ed omosessuale (25.5%).

 

Come sa il lettore di Renovatio 21, gruppi di sedicenti furry sono stati accusati negli ultimi anni di essere legati ad attività opache, come attacchi informatici anche a un laboratorio atomico. La quadrobica, cioè il camminare a quattro mani, una ramificazione possibile della sottocultura, è tata proibita in Russia e Kazakistan.

 

Come ha osservato l’analista Benny Johnson su X, «è ora confermato che il tentato assassino di Trump, Thomas Crooks, usava pronomi they/them, aveva un profondo interesse per i furry e stava esplorando l’identità di genere». Sebbene inizialmente sostenitore di Trump, secondo il Telegraph le sue opinioni politiche virarono drasticamente verso un’ideologia di sinistra radicale all’inizio del 2020, come dimostrato da commenti su YouTube e altre interazioni.

 

Questa ossessione per forme eccentriche di pornografia e identità di genere appare come l’ennesimo caso di violenza politica alimentata dalla radicalizzazione nella comunità LGBT. Tyler Robinson, arrestato per l’omicidio di Charlie Kirk, aveva una relazione con una trans (in transizione da uomo a donna) e un’ossessione simile per il porno «furry»; i media mainstream sono stati costretti a illustrare i dettagli macabri delle sue abitudini pornografiche dopo il delitto.

 

Tuttavia, come molti hanno rilevato, negli ultimi anni si sono moltiplicati episodi di terrorismo da parte di autori di stragi legati al transessualismo e alla sua cultura. Ad agosto, Robin Westman, 23enne transgender, ha sparato con fucile da caccia, pistola e AR-15 contro bambini e personale della Annunciation Catholic School a Minneapolis, uccidendo una bambina di 10 anni e un bambino di 8 anni, ferendone 17. A marzo 2023, Audrey Hale, 28enne transgender, ha massacrato tre bambini e tre adulti alla Covenant School di Nashville, Tennessee, prima di essere uccisa dalla polizia. Nel 2019, Alec McKinney, una donna che si identificava come uomo, ha aperto il fuoco alla STEM School Highlands Ranch di Denver, Colorado, uccidendo un adolescente e ferendone otto, motivata dal rifiuto di un compagno di accettare la sua «identità di genere».

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Kash Patel ha scritto su X che queste nuove scoperte non contraddicono le conclusioni delle forze dell’ordine sull’attentato a Trump. «L’indagine, condotta da oltre 480 agenti dell’FBI, ha stabilito che Crooks aveva interazioni online e personali limitate, ha pianificato e attuato l’attacco da solo e non ha mai rivelato o condiviso le sue intenzioni con alcuno», ha precisato.

 

Potrebbe essere così, ma se le ultime rivelazioni sono fondate, Thomas Crooks appare come uno dei tanti «lupi solitari» simili, e un ulteriore esempio di radicalizzazione di sinistra culminata in violenza letale.

 

La nota commentatrice politica Megyn Kelly ritiene che le informazioni sulle inclinazioni di Crooks siano state filtrare dall’FBI in reazione immediata alla pubblicazione di uno special di Tucker Carlson che accusava il Bureau di aver trattenuto informazioni decisive, abbia mentito al pubblico sulla traccia internet del ragazzo e si chiede pure se questi non abbia avuto qualche interazione con agenti FBI al poligono di tiro che frequentava.

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Terrorismo

Dopo la denuncia di Tucker Carlson, il direttore dell’FBI Patel afferma che l’attentatore di Trump ha agito da solo

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Lo stesso giorno in cui Tucker Carlson ha svelato all’America dettagli superiori a quelli forniti dall’FBI sul tentato assassinio di Donald Trump, il direttore dell’FBI Kash Patel ha proclamato che Thomas Crooks ha operato in completa solitudine nella concezione e nell’attuazione dell’assalto.   Patel ha divulgato il messaggio su X lo scorso venerdì.   «Oltre 480 agenti dell’FBI hanno preso parte all’inchiesta su Thomas Crooks. Gli inquirenti hanno effettuato più di 1.000 interrogatori, esaminato oltre 2.000 segnalazioni da parte del pubblico, scrutinato dati recuperati da 13 apparecchi digitali confiscati, passato al setaccio quasi 500.000 documenti digitali, acquisito, trattato e correlato centinaia di ore di registrazioni video, indagato le transazioni su 10 conti bancari distinti e analizzato informazioni legate a 25 profili sui social o forum online».  

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«L’indagine dell’FBI su Thomas Crooks ha portato all’identificazione e all’analisi di oltre 20 profili online, dati estratti da più di una dozzina di dispositivi elettronici, il controllo di vari conti finanziari, nonché oltre 1.000 colloqui e 2.000 avvisi pubblici».   I dubbi sul lavoro dell’FBI e del direttore Patel (quest’ultimo sotto attacco dalla base MAGA per la relazione con la fidanzata cantante, accusata senza prove di essere una spia israeliana) restano.   Pur sembrando che Patel intendesse controbattere all’asserzione di Tucker secondo cui le autorità federali avevano inizialmente sostenuto che Crooks vantasse una presenza online pressoché inesistente, il problema è un altro. Se quanto asserisce Patel corrisponde al vero, perché il pubblico ne è all’oscuro?   Perché è stata necessaria una soffiata anonimo a Tucker Carlson per portare alla luce il mutamento di Crooks da ammiratore di Trump a suo detrattore e infine a aspirante omicida?   A fine settembre, lo staff di Carlson ha ricevuto una denuncia anonima da un individuo che affermava di aver penetrato alcuni account digitali di Crooks, rintracciati mediante «strumenti usuali tra gli investigatori privati» dopo aver reperito il suo numero di cellulare e l’indirizzo Gmail da atti pubblici. Ha quindi ricollegato il tutto a due caselle email crittografate estere su server di mailfence.com e gmx.com, un noto servizio di posta elettronica tedesco. L’uomo gestiva inoltre un profilo Snapchat, un Venmo, un Zelle e un PayPal, tra gli altri.   «A quanto pare Crooks non era certo uno spettro sul web», ha riferito Carlson. «Eppure, gli inquirenti federali hanno mentito, assicurandoci che non vi fosse alcuna traccia di lui online».  

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La fonte ha recuperato l’intero contenuto dall’account YouTube inattivo di Crooks, inclusa la cronologia delle ricerche, dei video visualizzati e 737 commenti pubblici.   Quando il team di Carlson ha interrogato l’FBI sul motivo per cui non avessero reso noti questi elementi al pubblico, l’agenzia ha replicato chiedendo se potessero autenticare la veridicità del resoconto dell’attentatore.   Nell’assalto del 13 luglio 2024 a Butler, Pennsylvania, Crooks esplose otto colpi da un tetto, sfiorando l’orecchio di Trump, uccidendo un partecipante e ferendone altri due, prima di essere abbattuto da agenti del Servizio Segreto. La nota del Patel si allinea con precedenti resoconti dell’FBI, ma aggiunge particolari sulla vastità dell’inchiesta.   Si sa poco di Crooks, residente a Bethel Park, repubblicano iscritto che nel 2021 elargì 15 dollari a un’organizzazione progressista. I vicini hanno espresso sgomento nell’apprendere il suo coinvolgimento, ritraendolo come un individuo riservato e umile.   Funzionari dell’FBI avevano in precedenza rivelato che Crooks aveva indagato su oltre 60 argomenti legati a Trump e al presidente Joe Biden nel mese antecedente l’attacco, focalizzandosi su dettagli di raduni e ordigni esplosivi. La sua impronta digitale comprendeva account esteri criptati, alimentando sospetti di ingerenze straniere, ma il post di Patel sui social ha dissipato tali dubbi.   La vittima fatale, Corey Comperatore, perì nel tentativo di schermare la sua famiglia dai proiettili, mentre il veterano dei Marines David Dutch, 54 anni, sopravvisse a ferite al torace e al fegato. Un altro uomo, James Copenhaver, riportò lesioni irreversibili.   Il messaggio del Patello rappresenta il primo rilevante aggiornamento sul caso dall’assunzione della guida dell’FBI, e taluni parlamentari e detrattori reclamano ulteriori chiarimenti, inclusi i post online di Crooks.   Nelle settimane post-attentato, le audizioni congressuali hanno aspramente criticato i protocolli del Servizio Segreto, culminando nelle dimissioni del suo direttore. Una commissione bipartisan sta indagando sulle falle sistemiche.   Un’organizzazione di vigilanza ha citato in giudizio il Sercret Service (l’agenzia a protezione dei presidenti) e l’Homeland Security (dipartimento della Sicurezza Interna) per documenti sulle vulnerabilità che hanno consentito a Crooks di arrampicarsi sul tetto armato di fucile, dopo essere stato avvistato da dimostranti e poliziotti.   Carlson, in polemica aperta anche con la presente direzione FBI, nella sua investigazione rivela molte altre incongruenze: la cremazione frettolosa del corpo, il sistema anti-droni al comizio disattivato proprio nei minuti in cui Crooks faceva volare il suo mezzo, l’FBI che cancella immediatamente tutte le tracce biologiche sulla scena pulendo il tetto del capannone dove Crooks ha sparato ed è stato quindi ucciso dal cecchino.

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Carlson chiede: è possibile sapere se Crooks fosse sotto qualche farmaco?   Perché ci avevano detto che il giovane non aveva alcuna traccia su internet, quando ciò è palesamente non vero?   E ancora: visti i centinaia di commenti violenti, prima pro poi contro Trump lasciati dal ragazzo con il suo nome su YouTube, è possibile che non fosse sotto la lente delle forze di sicurezza, che sappiamo in quel periodo controllavano i social media?   Carlson indica l’apparizione, nella vita online di Crooks, di una figura chiamata «Will Tepes», che le autorità non sembrano aver identificato.   Altra domanda: è noto che l’attentatore si allenava ad un poligono di tiro dove sparavano anche agenti FBI. Chi erano? Avevano avuto contatti col Crooks?   Domande ancora senza risposta.   Come riportato da Renovatio 21, giorni dopo l’attentato la CIA, in una grottesca excusatio non petita, aveva comunicato di non aver utilizzato la programmazione di controllo mentale MK-Ultra sull’attentatore di Trump.   Il programma MK-Ultra è sospettato di essere dietro a tanti personaggi violenti apparsi negli USA, da Charles Manson all’assassino di John Lennon Mark Chapman, dal mafioso irlandese Whitey Bulger a Teodoro Kaczynski detto Unabomber.   Come riportato da Renovatio 21, la CIA ha eseguito esperimenti, anche con uso di sostanze psicogene come l’LSD, pure su cittadini inconsapevoli.

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