Bioetica
L’aborto sta per essere abolito in America. Più o meno
La testata americana Politico ha pubblico una bozza proveniente dalla Corte Suprema USA (SCOTUS) che attesterebbe che i giudici stanno per ribaltare la sentenza Roe v. Wade, ovvero la legalizzazione a livello federale dell’aborto avutasi nel 1973.
Tale pronuncia della SCOTUS rimanderebbe la scelta sulla legalità dell’aborto ai singoli Stati, e cioè ai rappresentanti eletti di essi. Secondo un calcolo, vi sarebbero almeno 26 Stati sui 50 dell’Unione che sarebbero pronti a vietare l’aborto.
Si tratterebbe, a prima vista, di una rivoluzione di vaste proporzioni.
La bozza sarebbe firmata dal giudice Samuel Alito, conservatore nominato da Bush figlio, il quale porterebbe con sé i voti degli altri giudici conservatori, Clarence Thomas, Amy Coney Barret, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh, John Roberts.
L’accelerazione arriva quando alla Corte Suprema è arrivata, su nomina di Biden, Ketanji Brown, assai criticata per sentenze leggere comminate a pedofili e per non aver saputo rispondere, durante le udienze di conferma, alla domanda su cosa fosse una donna. «Non sono una biologa» ha risposto la trecciolinuta afroamericana, scatenando oceani di meme su internet.
C’è da notare che, differentemente dai recenti governi italioti, è molto, molto inusuale per la Corte Suprema che una bozza venga trapelata anzitempo alla stampa. Qualcuno ha supposto che si tratta dell’opera di un impiegato goscista-abortista nel disperato tentativo di fermare la legge per indignazione popolare.
Pochi minuti dopo la pubblicazione della bozza, vi erano già transenne fuori dalla Corte Suprema di Washington, e alcuni abortisti – 300, dicono – sono accorsi per domandare con cartelli e slogan che il feticidio restasse legge federale. L’istantaneità della protesta ha scatenato qualche domanda.
SCOTUS leak comes in ….One minute later the mob is ready to protest with signs on a Monday night….???????? pic.twitter.com/PAR54uUO4M
— VeBee????????✝️ (@VeBo1991) May 3, 2022
“I stand with Planned Parenthood” signs tonight outside of SCOTUS
Who arranged to get those signs to the court tonight?
The leak was clearly a coordinated strategy and effort… pic.twitter.com/W00kfMytBO
— Amy Kremer ???????? 1776 (@AmyKremer) May 3, 2022
Il ribaltamento della Roe v. Wade era in realtà qualcosa di sussurrato da ambo le parti da oramai un decennio, cioè da quando secondo i sondaggi la quantità di prolife in America ha cominciato ad equilibrare o a superare (nettamente, in vari Stati) quella degli abortisti.
Sia i prolife che i loro oppositori si stavano preparando all’evenienza.
Come noto, Planned Parenthood, la multinazionale dell’aborto fondata da una razzista collaboratrice del Ku Klux Klan con il danaro dei Rockefeller, ha radici profondissime nella politica americana.
Basti pensare che la vicepresidente Kamala Harris è considerata una sua proiezione politica, viste le donazione elettorali che l’ente-mammana (il quale riceve a sua volta fondi pubblici) ha fatto alla Harris e la spinta di quest’ultima ad investigare chi pochi anni fa aveva portato alla luce lo scandalo dei pezzi di aborto venduti a laboratori.
Il dramma è che, anche proibendo l’aborto, il suo salto di specie è già stato compiuto: una grossa parte della popolazione mondiale ha accettato di farsi iniettare farmaci derivanti dall’aborto, o in alcuni casi (come nel vaccino tetravalente, obbligatorio in Italia) contenente cellule di aborto vere e proprie.
L’aborto verrebbe insomma abolito in un mondo che ha accettato – perfino in chiesa! – l’uso di feti aborti a scopi scientifici, e lo ha distribuito su miliardi di esseri umani.
Non si tratta di una vittoria di Pirro. Si tratta di una catastrofe programmata: dare l’impressione agli ebeti prolife di star vincendo una battaglia che in realtà si è già spostata altrove. È la tecnica dello stalking horse, lo specchietto per allodole.
Aggiungiamo che questo divieto di aborto arriva in un momento in cui la maggior parte degli embrioni vengono uccisi con la riproduzione artificiale, di cui il mondo prolife e cattolico fatica assai ad occuparsi, non comprendendo che per ogni bel bambino sintetico messo in braccio alla coppietta borghese (con fecondazione omologa od eterologa: ma cosa cambia?) decine di embrioni sono prodotti, selezionati geneticamente, scartati, distrutti, congelati, eliminati, etc.
L’aborto verrà re-illegalizzato in un mondo dove il sacrificio umano degli innocenti è già migrato sottotraccia altrove – ed è stato di fatto tollerato dallo Stato, dalla popolazione e dalla chiesa cattolica.
Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha lodato il principe Alberto di Monaco che nel principato dove è regnante ha rifiutato di firmare la legge per legalizzare l’aborto.
«Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando» scrive Sua Eccellenza in un post sul social media X. «Nel 1990 fa il Re Baldovino del Belgio abdicò, piuttosto di dare la propria approvazione all’odiosa legge sull’aborto: anch’egli fu un Monarca veramente cattolico».
«Suscita sconcerto il silenzio del Vaticano dinanzi a questa testimonianza di Fede, che dovrebbe essere additata ad esempio: un silenzio che diventa assordante quando tace davanti all’uccisione di milioni di innocenti massacrati nel ventre materno. Un silenzio che è riecheggiato quando Joe Biden finanziava l’industria dell’aborto e lo autorizzava fino al momento del parto» continua monsignore.
«La “chiesa sinodale” presta ascolto al “grido della Terra”, mentre finge di non udire il gemito dei bambini sterminati. Essa è troppo impegnata a propagandare gli “obiettivi sostenibili” dell’Agenda 2030 (tra cui figura anche l’aborto, definito ipocritamente “salute riproduttiva”) per denunciare i sacrifici umani di questa società antiumana e anticristica. Troppo occupata a lucrare sul traffico di clandestini che dovrebbe invece denunciare come strumento di islamizzazione dell’Europa un tempo cristiana» tuona l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il prelato lombardo ha definito l’aborto come «il sacramento di Satana».
«Morte. Solo morte. Morte prima di nascere. Morte durante la vita. Morte prima di morire naturalmente. Significativamente, chi è favorevole alla morte degli innocenti – bambini, malati, anziani – è contrario alla pena di morte. Si può essere trovati indegni di vivere perché poveri, perché vecchi, perché non voluti da chi ci ha concepito; ma se si massacrano persone o si compiono delitti orrendi, la pena capitale è considerata una barbarie» aveva scritto monsignore in un testo di due anni fa.
«Dovremmo iniziare a comprendere che i teorizzatori di questa immane strage che si perpetua da decenni e ci ripiomba nella barbarie del peggior paganesimo non si considerano parte dello sterminio: nessuno di loro è stato abortito; nessuno di loro è stato lasciato morire senza cure; a nessuno di loro è stata imposta la morte per ordine di un tribunale. Siamo noi, siete voi e i vostri figli, i vostri genitori, i vostri nonni che dovete morire, e che vi dovete sentire in colpa perché siete vivi, perché esistete e producete CO2».
«L’aborto è un atto di culto a Satana. È un sacrificio umano offerto ai demoni, e questo lo affermano orgogliosamente gli stessi adepti della «chiesa di Satana», che negli Stati Americani in cui l’aborto è vietato rivendicano di poter usare i feti abortiti nei loro riti infernali. D’altra parte, in nome della laicità si abbattono le Croci e le statue della Madonna e dei Santi, ma al loro posto iniziano a comparire immagini raccapriccianti di Bafometto» ha detto monsignore.
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«L’aborto è un crimine orrendo perché oltre alla vita terrena priva il bambino della visione beatifica, destinandolo al limbo perché sprovvisto della Grazia battesimale. L’aborto è un crimine orrendo perché cerca di strappare a Dio delle anime che Egli ha voluto, ha creato, ha amato e per le quali ha offerto la propria vita sulla Croce. L’aborto è un crimine orrendo perché fa credere alla madre che sia lecito uccidere la creatura che più di tutte, e a costo della sua stessa vita, ella dovrebbe difendere. E con tale crimine quella madre si rende assassina e se non si pente si condanna alla dannazione eterna, vivendo molto spesso anche nella vita quotidiana il rimorso più lancinante. L’aborto è un crimine orrendo perché si accanisce sull’innocente proprio a causa della sua innocenza, rievocando gli omicidi rituali dei bambini commessi nelle sette di ieri e di oggi. Sappiamo bene che la cabala globalista è legata dal pactum sceleris della pedofilia e di altri crimini orrendi, e che a quel patto sono vincolati esponenti del potere, dell’alta finanza, dello spettacolo e dell’informazione».
«Rifiutiamo l’aborto e avremo milioni di anime che potranno amare ed essere amate, compiere grandi cose, diventare sante, combattere al nostro fianco, meritare il Cielo».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
Il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha denunciato la «tragedia dei 73 milioni di aborti» praticati ogni anno in tutto il mondo. Lo riporta LifeSite.
Nel suo discorso alla 128ª Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli a Madrid, Luis Javier Argüello García, arcivescovo di Valladolid, ha parlato di come l’aborto venga messo a tacere dalla società secolarizzata e i sostenitori della vita vengano emarginati.
«Chiunque dichiari pubblicamente che l’aborto è oggettivamente immorale perché pone fine alla vita di un essere umano diverso dai genitori rischia una dura condanna personale, sociale e politica: “Mettere in discussione questa conquista? Dubitare di questo diritto? Questo è il culmine del pensiero fascista e autoritario e merita di essere immediatamente etichettato come estremismo di destra”», ha affermato monsignor Argüello.
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«Fornire informazioni alle donne incinte è considerato un abuso, e pregare fuori da una clinica per l’aborto è considerato una minaccia». «Perché questo rifiuto di pensare razionalmente e di lasciare che la scienza – DNA, genomica, ultrasuoni, ecc. – parli, informi e ci permetta di riconoscere la verità?» ha chiesto.
L’arcivescovo ha affermato che l’essere umano è «un organismo vivente della specie Homo Sapiens».
«Secondo questa definizione, il fatto che un feto o un embrione sia un essere umano è semplicemente un fatto biologico», ha osservato. «Basta dare un’occhiata a qualsiasi libro di testo di embriologia medica per vedere che gli scienziati confermano all’unanimità che, dal momento della fecondazione, nel corpo della madre si crea un organismo umano vivente e indipendente, con un proprio patrimonio genetico».
«Per questo non c’è bisogno di consultare la Bibbia, anche se essa ci insegna che la sua dignità è sacra e che è dotata di un’anima immortale», ha aggiunto il presule.
«La società occidentale ha completamente soppresso la questione dell’aborto», ha affermato Argüello. «La tragedia di 73 milioni di aborti in tutto il mondo ogni anno, di cui 100.000 in Spagna, è diventata la normalità. Siamo arrivati a un punto di estrema irrazionalità nella bioetica, che è al servizio della biopolitica».
«Nello stesso ospedale, un gruppo di medici può essere determinato a salvare un feto di cinque mesi e mezzo, mentre un altro gruppo nella stanza accanto uccide deliberatamente un bambino della stessa età», ha affermato, sottolineando l’ipocrisia e l’incoerenza della posizione pro-aborto.
«Questo è del tutto legale. Allo stesso modo, la legge può punire la distruzione di un nido d’aquila con una multa di 15.000 euro e fino a due anni di carcere, ma garantisce il diritto di uccidere un bambino con sindrome di Down fino al termine della gravidanza».
«Tuttavia, una prospettiva cattolica non può limitarsi ad affermare la protezione della vita nascente e a lottare contro l’aborto», ha sottolineato l’arcivescovo. «Deve tenere conto della madre, del padre e delle circostanze ambientali, sociali ed economiche che accompagnano la gravidanza, il parto e i primi anni di vita».
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Monsignor Argüello ha sottolineato l’importanza di sostenere le madri in situazioni difficili prima e dopo il parto, un compito che molte organizzazioni e individui pro-life intraprendono regolarmente.
«Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutte le donne incinte e incoraggiarle a non esitare a chiedere aiuto quando si trovano ad affrontare lo stress di una gravidanza potenzialmente indesiderata», ha affermato. «La soluzione a una situazione così spesso difficile da sopportare da soli non dovrebbe essere l’interruzione della vita non ancora nata. Ribadisco l’impegno della Chiesa e di tante donne e uomini ragionevoli di buona volontà ad aiutare in questa situazione».
«La presunta soluzione ai problemi che richiedono politiche a favore della famiglia e della vita è un sintomo dell’indebolimento morale della nostra democrazia», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Arguello ha rilanciato lo scorso anno la causa di beatificazione della monarca spagnuola Isabella di Castiglia detta Isabella la Cattolica (1451-1504), tuttavia il Dicastero per le Cause dei Santi ha appena annunciato che, dato il contesto attuale, è «quasi impossibile» portare a termine il processo.
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Immagine di Iglesia en Valladolid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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