Geopolitica
La Russia distrugge impianti di gas a 1 km dal confine romeno. Caccia NATO decollati

La Russia ha effettuato un attacco notturno con droni su un importante impianto di pompaggio e misurazione del gas in Ucraina, innescando un vasto incendio sul sito. Lo hanno riferito ieri funzionari ucraini.
È importante sottolineare che la stazione fa parte di un programma di importazione di GNL dagli Stati Uniti e dall’Azerbaigian. Secondo il Ministero dell’Energia ucraino, un’ondata di droni ha preso di mira una stazione di misurazione situata vicino al confine tra Romania e Ucraina, identificata come parte del sistema di gasdotti Transbalcanici .
La Romania ha fatto decollare i suoi caccia F-16 dopo che la Russia ha effettuato un attacco a soli 800 metri dal territorio della NATO. Il Ministero della Difesa Nazionale (MApN) ha confermato in un post su X che la Russia ha effettuato un attacco con droni vicino al suo confine.
«Nella notte tra il 5 e il 6 agosto, le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco con droni contro le infrastrutture civili nella zona di Ismail, in Ucraina, nei pressi del confine con la Romania», ha scritto il ministero della Difesa rumeno in un post su X.
On the night of August 5-6, the Russian forces launched a massive drone attack on the civilian infrastructure in the Ismail area, Ukraine, in the vicinity of the border with Romania. https://t.co/ae5dxW1ec5
— MApN (@MApNRomania) August 6, 2025
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«I sistemi radar del MApN hanno rilevato bersagli aerei nello spazio ucraino, vicino alla contea di Tulcea. All’1:10 del mattino, la popolazione nel nord della contea è stata allertata tramite RO-Alert», ha aggiunto il ministero, riferendosi al sistema ufficiale di allerta di emergenza della Romania.
Il ministero della Difesa ha dichiarato che due caccia F-16 sono decollati «per monitorare lo spazio aereo nazionale», ma non sono state rilevate «intrusioni non autorizzate». Il ministero ha affermato che avrebbe effettuato controlli nell’area e avrebbe tenuto aggiornati in tempo reale gli alleati della NATO.
Secondo quanto riferito, i droni hanno colpito oleodotti e gasdotti presso l’impianto di Orlivka a Odessa, in Ucraina. Fiamme arancioni e colonne di fumo erano visibili oltre il Danubio.
Il ministero della Difesa russo ha riconosciuto l’attacco intenzionale alle infrastrutture del gas dell’Ucraina, avvenuto in un contesto di rinnovati scambi di attacchi tra Russia e Ucraina contro i siti energetici e di trasporto in generale. Quindi, dopo sei mesi, anche il cosiddetto «cessate il fuoco energetico» è chiaramente terminato.
L’Ucraina è impegnata in grandi sforzi per accumulare scorte di gas in vista di quella che solitamente è una stagione invernale estremamente fredda. Il presidente Volodymyr Zelens’kyj ha definito la decisione deliberata in termini di tempistiche.
«Si è trattato di un tentativo deliberato e del tutto cinico di interrompere i nostri preparativi per la stagione del riscaldamento», ha affermato lo Zelens’kyj in un post sui social media mercoledì.
Durante l’era sovietica e in seguito, il gasdotto Transbalcanico ha trasportato gas russo attraverso l’Ucraina verso diversi paesi dei Balcani e dell’Europa orientale, tra cui Romania, Moldavia, Bulgaria, Grecia e Turchia. Tuttavia la Russia ha smesso di utilizzare questa rotta alla fine del 2019, dopo l’avvio del gasdotto TurkStream sotto il Mar Nero. Ora la direzione del flusso viene invertita per far arrivare il gas dai Paesi esterni all’Ucraina.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, decine di droni russi hanno attaccato la stazione di pompaggio del gas nell’Ucraina meridionale, nell’ambito di un programma di importazione di GNL dagli Stati Uniti e dall’Azerbaigian, ha dichiarato mercoledì il ministero dell’energia ucraino.
Il ministero ha descritto l’attacco alla stazione vicino al confine tra Ucraina e Romania come diretto «esclusivamente contro le infrastrutture civili» e mirato alle relazioni con l’Azerbaigian, gli Stati Uniti e i partner europei.
Sui social media è emerso un video di una grande palla di fuoco sopra l’impianto del gas, accompagnata dal rumore di un forte fuoco antiaereo, proprio vicino al fiume Danubio che segna il confine tra i due Paesi.
Scenes from southern Odesa Oblast, where 26 Geran-2 drones attacked targets in the villages of Orlivka and Novosilske.
One of the targets was a Gas compression station at 45.304197, 28.542373 (media 4), as seen in the second video. The first video was recorded from the Romanian… https://t.co/P4mV2Ebkc9 pic.twitter.com/B31FDJtgzF
— AMK Mapping 🇳🇿 (@AMK_Mapping_) August 5, 2025
A video of Russian “Geran” attacks on the Orlivka gas compressor station in the Odesa region from the Romanians. pic.twitter.com/p0cv9pk86E
— Capt (IN) Vikram Mahajan (Veteran) (@vikrammahajan) August 7, 2025
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Attualmente, la maggior parte delle importazioni vitali di gas dell’Ucraina avviene attraverso gli interconnettori del Paese con Ungheria, Slovacchia e Polonia.
Come riportato da Renovatio 21, il gasdotto TurkStream era finito tra gli obiettivi più o meno dichiarati degli apparati americani (attaccato, secondo i russi, da droni ucraini cinque mesi fa), che già hanno, secondo il premio Pulitzerro Seymour Hersh, già distrutto il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, distruggendo di fatto, oltre che una fonte di entrata per Mosca, l’intera economia tedesca ed europea.
L’attacco ad una struttura di interesse azero arriva in un momento in cui vi è tensione tra Baku e Mosca dopo l’arresto di giornalisti russi in Azerbaigian.
All’Azerbaigian, allineato con l’Occidente, è stato consentita l’operazione di atroce sgombro etnico degli armeni in Nagorno-Karabakh.
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Mosca: l’invito di Putin a Trump è ancora valido

Il presidente russo Vladimir Putin è ancora disponibile a ospitare il presidente statunitense Donald Trump a Mosca, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Trump ha condotto un’intensa attività diplomatica con Mosca sul conflitto ucraino, ma recentemente ha adottato una retorica più dura.
Da gennaio, quando ha assunto la presidenza, la Casa Bianca ha avviato diversi round di negoziati con funzionari russi, culminati in un incontro con Putin in Alaska a metà agosto. Durante il vertice, Putin ha invitato Trump nella capitale russa, e entrambi hanno descritto l’incontro positivamente: Putin lo ha definito «franco» e «sostanziale», mentre Trump lo ha giudicato «produttivo».
«L’invito rimane valido», ha dichiarato Peskov domenica all’agenzia di stampa statale russa TASS, rispondendo a una domanda su eventuali cambiamenti nella posizione di Mosca. «Putin è pronto e sarebbe felice di incontrare il presidente Trump. La decisione spetta a Trump».
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Per mesi, Washington ha sostenuto che Kiev dovesse cedere su alcune rivendicazioni territoriali per favorire un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Tuttavia, questa settimana Trump ha cambiato posizione, affermando che l’Ucraina potrebbe sconfiggere la Russia e definendo Mosca una «tigre di carta».
Peskov aveva già replicato alle parole di Trump, sottolineando che la Russia è tradizionalmente vista come un orso e che «non esiste un orso di carta». Ha inoltre smentito le affermazioni di Trump sull’economia russa, sostenendo che si è adattata al conflitto e alle sanzioni occidentali senza precedenti, pur affrontando alcune «difficoltà».
Tuttavia, Peskov ha ribadito che Putin «apprezza molto» gli sforzi di mediazione di Trump, descrivendo il loro rapporto come «cordiale».
All’inizio di questa settimana, parlando dalla Casa Bianca, Trump ha dichiarato che non userà più l’espressione «tigre di carta» per descrivere la Russia e che non intende utilizzarla contro «nessuno».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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