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La Polonia deve essere pronta a difendere il confine con la Germania

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La Polonia deve mantenersi «pronta a difendere il confine occidentale» con la Germania, ha affermato il presidente Karol Nawrocki. Le sue parole hanno immediatamente provocato la reazione del ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, che ha replicato sottolineando come, finché la Germania resterà nell’UE e nella NATO, non costituirà alcuna minaccia.

 

Nawrocki ha pronunciato l’avvertimento sabato durante una cerimonia per l’anniversario della rivolta del 1918 contro il dominio tedesco, ricordando che i polacchi avevano subito un «severo imperialismo tedesco» nel periodo delle spartizioni, quando furono compiuti tentativi «aggressivi» per «privarci della cultura e del patrimonio nazionale».

 

La Polonia, ha aggiunto, è una «comunità nazionale aperta all’Occidente, ma anche una comunità nazionale pronta a difendere il confine occidentale della repubblica». Nawrocki, eletto quest’anno con l’appoggio del partito di opposizione di destra Diritto e Giustizia (PiS), ha insistito sul fatto che «dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che la Polonia rimanga Polonia».

 

Le dichiarazioni hanno suscitato una pronta replica del ministro degli Esteri Sikorski. «Finché la Germania sarà nella NATO e nell’UE, e sarà governata da cristiani o socialdemocratici, non ci sarà alcuna minaccia al nostro confine occidentale», ha affermato Sikorski.

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Il primo ministro polacco Donald Tusk ha condiviso le critiche, sostenendo che le parole di Nawrocki rappresentano «l’essenza della disputa tra il blocco antieuropeo… e la nostra coalizione. Una disputa mortalmente seria… sui nostri valori, la nostra sicurezza, la nostra sovranità. Est o Ovest». Nawrocki ha risposto osservando che «è difficile credere che ci siamo laureati nella stessa facoltà: storia».

 

Il PiS, con cui Nawrocki è allineato, ha da tempo dipinto la Germania come una minaccia alla sovranità polacca. Nel 2023, il leader del partito Jarosław Kaczyński aveva avvertito che l’UE starebbe cercando di imporre un «piano tedesco» che condurrebbe all’«annientamento dello Stato polacco». Aveva accusato Tusk – paragonandolo ad Adolfo- Hitler – di guidare un’«operazione di pacificazione» volta a distruggere l’indipendenza della Polonia e a «trasformarci in braccianti agricoli per le popolazioni dell’Europa occidentale, in particolare della Germania».

 

La diffidenza affonda le radici nella brutale occupazione nazista della Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale, per la quale Varsavia ha recentemente avanzato una richiesta di risarcimenti fino a 1,3 trilioni di dollari. Berlino ha respinto la pretesa, sostenendo che la questione legale è stata chiusa da tempo.

 

Come riportato da Renovatio 21, un sondaggio di un anno fa metteva in luce il fatto che la maggioranza dei cittadini polacchi non crede che l’esercito possa difenderli.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Germania tre anni fa programmava un aumento delle truppe in Lituania, portando l’esercito germanico nel punto più vicino a Mosca dalla Seconda Guerra Mondiale.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Putin si congratula con le truppe per la liberazione della città strategica di Gulajpole

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Il presidente russo Vladimir Putin ha rivolto le sue congratulazioni alle forze armate per la liberazione di Gulajpole, città di importanza strategica nella regione di Zaporiggia. L’esito dell’operazione apre la via a ulteriori avanzamenti nella zona, ha dichiarato il presidente sabato ai comandanti militari durante una visita a uno dei centri di comando.   In precedenza, il ministero della Difesa aveva annunciato che le truppe russe avevano conquistato con successo un’ampia area fortificata ucraina nei dintorni della città, diffondendo un video che documentava l’avanzata.   Le immagini mostrano le forze russe mentre bombardano le posizioni ucraine all’interno dell’abitato e successivamente irrompono negli edifici. Il filmato si conclude con i militari che espongono bandiere russe in diversi punti di Gulajpole.  

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  Secondo il ministero, le truppe hanno preso il controllo di un territorio superiore ai 76 chilometri quadrati e hanno bonificato oltre 7.000 edifici. Le forze ucraine nella zona hanno subito pesanti perdite, perdendo decine di mezzi corazzati e numerosi veicoli. Kiev ha contestato la caduta della città, ammettendo tuttavia che la situazione sul terreno è critica. Nel corso dell’incontro di sabato, Putin ha definito la conquista di Gulajpole «un risultato importante», sottolineando che la liberazione della città crea «buone prospettive per ulteriori progressi nella regione di Zaporiggia».   I generali hanno inoltre aggiornato il presidente sul completamento delle operazioni di rastrellamento a Dmitrov (conosciuta in Ucraina anche come Mirnograd), nella Repubblica Popolare di Donetsk (DPR). In precedenza, le unità ucraine presenti in città erano state accerchiate durante la liberazione della vicina Krasnoarmejsk (chiamata dagli ucraini Pokrovsk). Il presidente ha qualificato questo sviluppo come «un passo importante verso la completa liberazione della DPR».   Le forze russe sono in offensiva da diversi mesi, conquistando decine di centri abitati nelle nuove regioni russe, oltre che nelle oblast’ ucraine di Kharkov, Sumy e Dnepropetrovsk. In particolare, le truppe di Mosca hanno preso il controllo di nodi logistici chiave come Krasnoarmejsk nella DPR e Kupyansk nella regione di Kharkov.   All’inizio di questo mese, il ministero della Difesa russa ha annunciato anche la caduta dell’ex roccaforte ucraina di Seversk, nella Repubblica Popolare di Donetsk (DPR).  

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Il capogruppo del PPE vuole soldati tedeschi in Ucraina

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Berlino dovrebbe inviare truppe in Ucraina nell’ambito di un eventuale accordo di pace, ha dichiarato Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo (PPE), la formazione politica con il gruppo più numeroso al Parlamento Europeo. Bruxelles non può contare su Washington per garantire la pace tra Mosca e Kiev, ha aggiunto il politico in un’intervista pubblicata questa settimana dal Funke Media Group.

 

I Paesi occidentali che appoggiano Kiev, tra cui Francia e Regno Unito, hanno più volte ventilato l’idea di schierare truppe NATO in Ucraina nel corso del conflitto. La proposta ha ricevuto nuovo slancio all’inizio di questo mese durante i colloqui di Berlino, dove funzionari statunitensi hanno incontrato la delegazione ucraina insieme ai leader di Germania, Francia, Regno Unito e altri otto Stati europei.

 

«Non possiamo seriamente aspettarci che Trump raggiunga un accordo di pace solo con le truppe americane. E quando si parla di truppe europee, la Germania non può essere esclusa», ha affermato Weber. «Dopo un cessate il fuoco o un accordo di pace, la bandiera europea deve sventolare lungo la linea [di contatto]».

 

Il Weber ha inoltre sostenuto di non «vedere» la leadership russa «perseguire la via della pace» e ha esortato i sostenitori europei di Kiev a mostrare determinazione.

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L’amministrazione Trump non ha chiarito il grado di sostegno al piano europeo. Weber ha anche invitato l’UE a operare in autonomia dagli Stati Uniti sul piano della sicurezza, suscitando la replica del segretario generale della NATO Mark Rutte, che ha avvertito che la creazione di alternative al blocco non gioverebbe ai membri europei.

 

Il Weber farebbe parte, dice il premier ungherese Vittorio Orban, di una triade di politici germanici al vertice dell’Europa. Secondo il primo ministro magiaro, «sono tre i tedeschi a comandare», puntando il dito contro il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il capogruppo del Partito Popolare Europeo, la von der Leyen e appunto il Weberro, rei di aver guidato l’UE «in un vicolo cieco» o «dritta contro un muro».

 

Come riportato da Renovatio 21, già in precedenza lo Orban si era scagliato contro il Weberro, accusandolo di voler attaccare il governo ungherese. «C’è una cospirazione aperta contro l’Ungheria guidata da Manfred Weber e dal presidente Von der Leyen», ha detto Orban. «Hanno ammesso che il loro obiettivo è quello di sostituire il governo ungherese con un nuovo “governo Jawohl“, proprio come quello polacco attuale. Non permetteremo che ciò accada!»

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Immagine di European People’s Party via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

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La Corea del Nord mostra il suo primo sottomarino nucleare

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Pyongyang ha diffuso nuove immagini del suo primo sottomarino missilistico strategico a propulsione nucleare, ormai quasi ultimato, mentre il leader nordcoreano Kim Jong Un ne effettuava un’ispezione personale.   Kim ha definito la costruzione della nave un «cambiamento cruciale e epocale», ha riportato giovedì l’agenzia Korean Central News Agency (KCNA).   Durante la visita, Kim ha seguito da vicino i lavori sul sottomarino missilistico strategico da 8.700 tonnellate e ha assicurato che proseguirà l’equipaggiamento della marina della RPDC con armamenti nucleari.   Kim ha motivato la necessità di potenziare la capacità offensiva del Paese con il recente via libera statunitense al progetto sudcoreano di sviluppare un sottomarino nucleare. Il leader nordcoreano ha sostenuto che i piani di Seul rappresentano una violazione della sicurezza e della sovranità marittima di Pyongyang.  

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Il vertice nordcoreano messo in guardia i nemici della Corea del Nord, affermando che saranno «costretti a pagare un caro prezzo quando violano la sicurezza della sovranità strategica della RPDC» e dovranno fronteggiare un «attacco di rappresaglia spietato se cercano di scegliere un’opzione militare». La KCNA ha riferito che Kim è stato aggiornato anche sullo stato di avanzamento della ricerca e dello sviluppo di nuove «armi segrete sottomarine».   Lo sviluppo del nuovo sottomarino si inserisce in un contesto di tensioni crescenti nella penisola coreana, con Pyongyang che accusa Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone di compromettere la propria sicurezza nazionale e di destabilizzare la regione tentando di creare una «versione asiatica della NATO» attraverso esercitazioni militari congiunte.   Seul e Washington hanno ribadito più volte l’obiettivo della denuclearizzazione della penisola. A ottobre, anche il presidente sudcoreano Lee Jae Myung ha invitato Pechino a svolgere un «ruolo costruttivo» per ripristinare la pace e trovare «una soluzione sostanziale alla questione nucleare della penisola coreana».   Pyongyang, dal canto suo, ha dichiarato che le sue forze armate nucleari «esisteranno per sempre» come strumento di difesa della sovranità, dell’integrità territoriale e degli interessi fondamentali del Paese, definendo la denuclearizzazione un «sogno irrealizzabile».  

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