Gender
La polizia fa irruzione nei club di Mosca sospettati di «propaganda LGBT»

Venerdì sera la polizia russa ha fatto irruzione in diversi locali notturni di Mosca, citando restrizioni alla propaganda LGBT. Lo riporta l’agenzia di Stato russa TASS.
Almeno tre grandi locali da ballo sono stati perquisiti, incluso il luogo di una controversa festa per nudisti dello scorso anno che ha attirato l’attenzione del pubblico.
Secondo persone dei club che hanno pubblicato online i video delle incursioni, gli agenti hanno fatto irruzione nei locali a tarda notte e hanno costretto le persone a sdraiarsi a faccia in giù sul pavimento con le mani dietro la testa.
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La polizia antisommossa mascherata ha poi proceduto a controllare i documenti e a interrogare gli ospiti a caso, lasciando infine andare le visitatrici. I visitatori di Arma, il luogo della famigerata festa dell’anno scorso, hanno affermato che il raid è durato almeno tre ore.
I resoconti della stampa affermano anche che gli agenti hanno perquisito i locali con i cani. Alcuni degli ospiti sono stati arrestati perché sospettati di essere sotto l’effetto di droghe, anche se non è chiaro quanti arresti siano stati effettuati.
Этой ночью силовики устроили облавы в московских ночных клубах «Монобар», «Инферно», «Арма», «Simach». Искали наркотики и представителей нетрадиционной ориентации. Сотни человек уложили на пол. Задержали и увезли в участки десятки посетителей и организаторов. pic.twitter.com/PSrzjhJduV
— Независимый взгляд 💥 (@zgldz) November 30, 2024
Il ministero dell’Interno di Mosca ha successivamente confermato l’irruzione in un club chiamato Inferno. Secondo una dichiarazione rilasciata sabato dal ministero, l’ispezione è stata condotta per «identificare attività illegali» dopo che la polizia ha ricevuto informazioni che il luogo era collegato alla propaganda LGBT, vietata in Russia dal 2022.
В московских клубах Arma (бывший «Мутабор»), в бывшем гей-клубе Mono и баре Simach прошли рейды рейды силовиков, приуроченные к годовщине признания ЛГБТ «экстремистским движением» в России, что произошло 30 ноября 2023 года pic.twitter.com/oysQvCnSJo
— REXNEWS (@REXNEWS_) November 30, 2024
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«Secondo le informazioni operative, il club stava promuovendo l’ideologia del movimento LGBT, che è vietato in Russia», si legge nella dichiarazione, sottolineando che il raid ha prodotto armi e una scorta di alcol illegale.
Москва.
Ночью силовики устроили облавы на московские гей клубы «Монобар», «Инферно», «Арма», «Simach».В ходе рейда выявили полный букет: наркота, мигранты-танцоры, ВИЧ-инфицированные и гей-эскортники.
Мордой в пол уложили сотни отдыхающих.
Задержаны десятки организаторов. pic.twitter.com/yiCoNtF0KB— ТОМКА❤️СССР (@TOMKACCCP) November 30, 2024
Il ministero non ha confermato le irruzioni in altri club, né ha divulgato informazioni sulle detenzioni effettuate durante le perquisizioni. I resoconti dei media affermano che tutti e tre i club erano chiusi sabato, con l’ingresso dell’Inferno sigillato e il suo logo rimosso.
La Russia ha inasprito le leggi riguardanti LGBTQ dall’inizio degli anni 2010, vietando prima la propaganda tra i minori nel 2013 e poi estendendo il divieto agli adulti nel 2022. Lo stesso anno, la Corte Suprema russa ha anche messo fuori legge il «movimento pubblico LGBT internazionale», etichettandolo come un’organizzazione estremista.
Il presidente Vladimir Putin ha più volte chiarito che le autorità non intendono interferire nella vita privata delle persone, promettendo che non reprimeranno i rappresentanti della comunità LGBT per le loro scelte personali. Ha osservato, tuttavia, che «ostentarli» in pubblico o coinvolgere bambini sarà considerato motivo di persecuzione.
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Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa la Russia ha finalizzato un divieto di adozione di bambini nei Paesi che consentono le procedure di riassegnazione del genere.
Come noto, la Russia ha anche vietato la distribuzione di contenuti omotransessualisti e il «movimento pubblico LGBT internazionale» è stato considerato ufficialmente come «movimento estremista» e dichiarato illegale nel Paese dal 2022. La Russia ha inasprito le sue leggi sul movimento LGBT dall’inizio degli anni 2010, prima vietandone la propaganda tra i minori e poi estendendo il divieto agli adulti due anni fa. A novembre 2023, la Corte Suprema russa ha designato il «movimento pubblico internazionale LGBT» come un «gruppo estremista», vietandone le attività nel Paese.
Queste leggi hanno attirato molte critiche da parte dei funzionari occidentali e dei gruppi per i diritti umani. La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha affermato che etichettare il movimento come estremista «viola gli standard fondamentali dei diritti umani». La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha precedentemente affermato che la legge che vieta la «propaganda LGBT» è incompatibile con i valori di una società democratica.
Nel 2023 la Russia ha anche introdotto il divieto di interventi chirurgici di cambio di genere e di terapia ormonale effettuati come parte del processo di transizione di genere. Oltre a ciò, la legislazione vietava di alterare i dettagli di genere nei registri pubblici.
Come notato da Renovatio 21, quando l’anno scorso partì la proposta di divieto di adozione in Paesi pro-omotransessualisti non era difficile vedere che la lista, in pratica, coincide con i Paesi NATO.
A giugno il l viceministro della Giustizia russo Oleg Sviridenko aveva dichiarato al Forum economico internazionale di San Pietroburgo che il «movimento LGBT» si basa su una «ideologia distruttiva» che rappresenta una minaccia per la cultura e la popolazione russa e potrebbe alla fine innescare una guerra di genere.
Al Club Valdai due anni fa Putin dichiarò che il gender costituiva «un crimine contro l’umanità», scagliandosi contro la cultura omotransessualista e la decadenza occidentale.
L’anno scorso Putin, rispondendo ad una domanda del regista serbo Emir Kusturica durante un evento culturale a San Pietroburgo, aveva fatto un discorso di apparente apertura nei confronti della «cultura LGBT».
La Russia, come percepibile nei discorsi al Club Valdai del presidente Putin (dove ha paragonato, tra le altre cose, il gender al coronavirus), offre al mondo un’immagine di resistenza al processo di omotransessualizzazione del pianeta, che interessa anche vari Paesi africani – gli stessi divenuti teatro, negli ultimi mesi, di improvvisi, sanguinari attacchi terroristici che non si vedevano da decenni.
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Immagine screenshot da Twitter
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Coppia gay britannica accusata di stupro e omicidio del bambino che volevano adottare

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Proteste anti-LGBT in Moldavia, la polizia butta a terra un sacerdote

Gli agenti di polizia hanno fatto ricorso alla forza contro i partecipanti a una manifestazione anti-LGBT nella capitale moldava Chisinau; alcuni video della scena mostrano un prete ortodosso mentre viene scaraventato a terra, mentre un uomo con un bambino viene malmenato dagli agenti e arrestato.
Le tensioni sono aumentate dopo che un gruppo di attivisti LGBTQ ha organizzato una marcia non autorizzata nel centro della città, ha riferito domenica Sputink Moldova.
Decine di persone con bandiere arcobaleno hanno bloccato il traffico e sfilato per le strade. Sebbene la polizia fosse intervenuta in gran numero sul posto, non è stato fatto alcuno sforzo per fermare la marcia, secondo l’agenzia.
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Alla fine, si sono imbattuti in una contro-protesta di cristiani ortodossi che portavano icone e croci. La violenza è esplosa quando i manifestanti anti-omotransessualiste hanno cercato di violare i cordoni di polizia che li separavano dall’altro gruppo.
Uno dei video registrati sul posto mostra gli agenti mentre gettano brutalmente a terra un prete ortodosso.
Moldovan police shoved an Orthodox priest who was protesting against the Pride march. Insane what’s happening in Europe. https://t.co/lbuJVXJW7e pic.twitter.com/NjanVWb5Yz
— Ian Miles Cheong (@stillgray) June 15, 2025
New footage of Chisinau cops PINNING Orthodox priest moments before they chucked him to ground
Russian Orthodox Church CONDEMNS cop violence against Moldovan priest https://t.co/QkbPIsfHp1 pic.twitter.com/JOVCj6njO3
— RT (@RT_com) June 15, 2025
Un altro filmato mostrava la polizia maltrattare un uomo con un bambino piccolo in braccio. In una di queste, il padre evita a malapena di far cadere la testa del bambino sul marciapiede mentre viene spinto dagli agenti.
The price of “EU Freedom?”
Moldovan Security forces tore a child from his fathers arms at a counter LGBTQ March in Moldovas capital.
An Orthodox priest was also beaten during a disturbing crack down by police. pic.twitter.com/aAAPCNeNh6
— Chay Bowes (@BowesChay) June 15, 2025
‼️🇲🇩 #Moldovan police beat priests and fathers with children, protecting the parade of perverts
▪️Today, in the center of #Chisinau, there was mass action in support of family and traditional values, this is the largest demonstration in their defense in recent years.
▪️However,… pic.twitter.com/h4pmFJdzE6— Leonard Frank (@LeoonfrankFrank) June 15, 2025
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Diverse persone sarebbero state fermate durante la protesta. Alla fine la tensione si è placata e i dimostranti anti-omotransessualisti hanno iniziato a cantare preghiere.
La leader del partito di opposizione Renaștere («Rinascimento»), Natalia Paraska, ha definito «scioccanti» le azioni degli ufficiali a Chisinau. «Chi serve la nostra polizia: la società o un gruppo di persone emarginate sotto bandiere arcobaleno?» ha chiesto.
Paraska ha affermato che alle autorità moldave attuali non importava che tra gli arrestati ci fossero sacerdoti e genitori con figli, perché per loro “la cosa principale è eseguire gli ordini della Sandu», cioè la contestata presidente moldava, la quale, continua la leader dell’opposizione, «su ordine di Bruxelles, esige che la parata gay si svolga a qualsiasi costo. Anche se ciò significa calpestare i valori della famiglia cristiana».
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La Moldavia, ex repubblica sovietica, ha chiesto l’adesione all’UE e alla NATO dal 2020, quando la Sandu – una dichiarata oppositrice della Russia – è salita al potere. Le sue politiche filo-occidentali hanno incontrato crescenti critiche a livello nazionale, in particolare per la traiettoria economica del Paese e la gestione del dissenso.
Negli ultimi anni, il Paese, che conta 2,4 milioni di abitanti, ha vissuto tensioni religiose che hanno coinvolto due importanti fazioni ortodosse: la Chiesa ortodossa moldava, affiliata al Patriarcato di Mosca, e la Metropolia di Bessarabia. Quest’ultima fa capo alla Chiesa ortodossa rumena ed è sostenuta dalle autorità filo-europee di Chișinău.
I critici hanno ripetutamente accusato il governo del presidente Sandu di esercitare pressioni sulla Chiesa, legata a Mosca, affinché si schierasse con la Romania. La Sandu negli scorsi mesi ha minacciato di mettere al bando TikTok e Telegram, dopo aver bloccato ben se canali TV. Due anni fa aveva messo al bando un intero partito di opposizione, e impedito al noto musicista serbo Goran Bregovic – considerato per qualche ragione filorusso – di entrare nel Paese.
Come riportato da Renovatio 21, ad aprile, al vescovo Marchel della Chiesa ortodossa moldava fu impedito di compiere un pellegrinaggio a Gerusalemme ha suscitato critiche e condanne a livello internazionale da parte dell’opposizione politica moldava, nonché della Chiesa ortodossa russa.
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Gender
Calciatore cristiano sospeso per 4 partite per aver coperto il simbolo arcobaleno LGBT sulla maglia

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