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Politica

La Mogherini arrestata durante un raid antifrode UE

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L’ex Alta Rappresentante della Politica Estera UE e vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini sarebbe stata fermata dalle autorità belghe nell’ambito di un’inchiesta sul sospetto malversazione di fondi comunitari, hanno indicato martedì testate belghe e francesi. Lo riporta l’agenzia Reuters.

 

Le forze dell’ordine belghe hanno condotto ispezioni presso la sede centrale del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) a Bruxelles – di cui Mogherini è stata responsabile dal 2014 al 2019 – e al Collegio d’Europa a Bruges, dove ricopre il ruolo di rettore dal 2020. Oggetto di perquisizioni sono state pure numerose abitazioni private, ha precisato Reuters citando la Procura eEuropea.

 

Secondo fonti vicine alle indagini riportate da Euractiv, gli agenti hanno confiscato atti e fermato tre individui con l’imputazione di truffa negli affidamenti pubblici, corruzione e incompatibilità d’ufficio. Il quotidiano belga L’Echo ha indicato che la Mogherini figurava tra i trattenuti.

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Tra gli arrestati vi sarebbe pure Stefano Sannino, alto dirigente UE che ha esercitato il ruolo di segretario generale del Seae durante la gestione Mogherini – allorché fu creata l’Accademia diplomatica – e che oggi dirige il settore della Commissione europea per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo.

 

Una fonte anonima interpellata da Euractiv ha aggiunto che sarebbe strato fermato un ulteriore collaboratore del Collegio d’Europa, afferente al reparto di formazione manageriale.

 

L’inchiesta verte in particolare sull’acquisto, da parte dell’ente, di un immobile in Spanjaardstraat a Bruges per 3,2 milioni di euronel 2022, a ridosso di un contributo di 654.000 euro elargito dal SEAE. Le autorità sospettano che l’istituto abbia beneficiato di notizie confidenziali, ledendo la parità concorrenziale. Al momento, non risultano formulate contestazioni formali.

 

Gli investigatori stanno accertando se il Collegio o i suoi esponenti fossero al corrente di un bando pubblico per l’Accademia diplomatica Ue, un corso di formazione per funzionari europei ospitato a Bruges e sovvenzionato dal Seae.

 

Il Collegio d’Europa, istituito nel 1949, è ritenuto il polo d’eccellenza europeo per la preparazione di diplomatici e apparati pubblici, con ex allievi ascesi a ruoli apicali nella politica e nelle strutture comunitarie. L’ente forma laureati dei Paesi membri a potenziali percorsi nelle istituzioni UE.

 

La Mogherini, figlia della Roma cinematografica (la madre attrice il padre regista) e già assistente di Walter Veltroni quando era sindaco di Roma, ha passato la vita nel partito della sinistra italiana: iscritta a quindici anni alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (organizzazione giovanile del PCI) nel 1988 , arriva nel 2001 al Consiglio Nazionale del partito che allora si chiamava Democratici di Sinistra (DS), di cui seguirà i rapporti con internazionali.

 

Eletta in Parlamento la prima voltanel 2008 per il PD in circoscrizione Veneto, nel 2014 viene eletta presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO. Come vicepresidente della Fondazione Italia USA, per conto di cui presenzierà alle riunioni presso il quartier generale della NATO a Bruxelles.

 

Nel febbraio 2014, Matteo Renzi diviene primo ministro e la nomina ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Pochi mesi dopo, il Renzi la spinge per la carica di Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza (PESC) nella Commissione Europe allora guidata da Herman Van Rompuy.

 

Emersa sulle prime pagine europee per le sue dichiarazioni iniziali di apertura e dialogo con Mosca durante le prime fasi della crisi russo-ucraina di Maidan, in un momento successivo la ministra degli Esteri italiana, in visita a Sarajevo, ha dichiarato pieno sostegno a ogni misura volta a inasprire le sanzioni contro la Russia. Solo in quell’occasione ha auspicato un pacchetto di misure restrittive capaci di colpire direttamente l’economia russa, i suoi cittadini e le sue imprese – una posizione in netto contrasto con le precedenti affermazioni favorevoli al gasdotto South Stream, che le avevano attirato critiche e ostilità da parte dei media dei nuovi Stati membri dell’Unione europea.

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Renovatio 21  ai tempi della nomina a ministro degli Esteri e poco dopo a «Lady PESC» raccolse la testimonianza di un diplomatico che parlava della figura come quella di una persona che «aveva vinto alla lotteria due volte di fila». Un altro diplomatico, non passibile di essere considerato filorusso, disse a Renovatio 21 che la preoccupazione era quella di vedere la Mogherini trattare con figure ben più esperte come quella del ministro russo Sergej Lavrov.

 

Finita l’esperienza nella stanza dei bottoni di Brusselle, nel 2020 venne nominata Rettrice del Collegio d’Europa. La testata francese Libération attaccò la candidatura scrivendo che non aveva le qualifiche accademiche necessarie e perché poteva esserci un conflitto di interessi in quanto l’itstituto è finanziato al 50% dalla UE.

 

Non si tratta dei primi arresti che avvengono nell’area della sinistra italiana in Europa. Ricordiamo il caso, che si tinse di strani colori, delle tangenti del Qatargate degli anni scorsi dove ad una certa spuntò non solo la corruzione di  europolitici afferenti alla sinistra e del loro minions, ma pure la massoneria.

 

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Immagine di EU2017EE Estonian Presidency via Wikimedia pubblicata su licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Politica

Tafferugli di protesta alla fondazione del nuovo movimento giovanile AfD

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Nella cittadina universitaria di Giessen, solitamente pacifica, sono scoppiate imponenti proteste di massa in concomitanza con l’assemblea del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), tenutasi nel fine settimana per inaugurare la nuova ala giovanile Generation Deutschland (GD).   Le mobilitazioni sono state promosse dalla coalizione progressista Resist, determinata a ostacolare l’insediamento ufficiale del sodalizio.   Fin dalle prime luci di sabato, gli esponenti del fronte si sono riversati per le vie, provando a interdire le arterie viarie, forzare le barriere delle forze dell’ordine e assalire i militanti e i simpatizzanti dell’AfD in transito.  

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Le autorità locali hanno denunciato un «ostruzionismo su vasta scala» al flusso veicolare da parte di drappelli di contestatori. Gli agenti hanno ricorso più volte a gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per sfoltire la calca riottosa, che ha replicato scagliando fuochi d’artificio e vari proiettili contro di loro, e lanciandosi in assalti diretti alle linee di contenimento.   Un filmato virale sui social ritrae un manipolo di militanti di sinistra, ammantati di nero, che ingaggiano una colluttazione con il parlamentare AfD Julian Schmidt: il deputato, apparentemente coadiuvato da un complice, si difende fisicamente prima di essere atterrato, come suggerisce il video.  

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Un’altra clip diffuso online immortala un branco di dimostranti aggressivi che assediano un’automobile su una via ostruita: il mezzo, a quanto si dice, veicolava esponenti AfD o reporter al seguito della kermesse per Golden Day. Ulteriori riprese indicano che la ressa turbolenta ha preso di mira anche i mezzi delle forze dell’ordine, con agenti tedeschi in fuga dopo la frantumazione di un finestrino laterale.  

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Le questure di zona hanno contabilizzato fino a 15 poliziotti con lesioni superficiali negli scontri; pure vari manifestanti hanno riportato traumi, e i quotidiani del circondario hanno segnalato più accessi ai pronto soccorso per trattamenti immediati durante l’arco della giornata. Almeno un destriero delle unità equestri ha subito danni nel trambusto, come attestato da un’immagine agghiacciante rimbalzata in rete.

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Lo sforzo di sabotare la convention AfD pare aver sortito un effetto mitigato: la sessione ha preso avvio con un ritardo di oltre due ore, ostacolata dall’impossibilità di far pervenire alla location prefissata svariati protagonisti di rilievo, tra cui i copresidenti del partito Tino Chrupalla e Alice Weidel, oltre a Jean-Pascal Hohm. Quest’ultimo è stato comunque designato alla guida della GD.   Il nuovo ramo under 30 subentra all’ex Alternativa Giovane (JA), disciolta dal partito in marzo scorso, allorché i servizi segreti federali teutonici l’hanno catalogata come entità estremista.  

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Il Cremlino: sacrificato il braccio destro di Zelens’kyj per coprire lo scandalo di corruzione ucraino

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Lo scandalo di corruzione in espansione che sta investendo i vertici ucraini avrà con ogni probabilità effetti «estremamente negativi» sulla tenuta politica della nazione, ha sostenuto venerdì il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

 

Le sue parole sono giunte all’indomani delle ispezioni condotte dall’Ufficio nazionale anticorruzione ucraino (NABU), avallato dall’Occidente, in vari siti di Kiev riconducibili ad Andriy Yermak, l’influente capo di gabinetto di Volodymyr Zelens’kyj, che ha rassegnato le dimissioni lo stesso giorno.

 

I resoconti giornalistici suggeriscono che Yermak potrebbe essere implicato in intrighi illeciti presumibilmente orchestrati dall’imprenditore Timur Mindich, storico partner dello Zelens’kyj, che ha lasciato il paese poco prima della perquisizione della sua abitazione.

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«Lo scandalo politico in Ucraina si sta dilatando. Questa vicenda corruttiva sta smuovendo l’intero apparato statale del Paese», ha detto Peskov al cronista Pavel Zarubin, precisando che «le ricadute saranno gravemente sfavorevoli».

 

Il NABU non ha rilasciato dichiarazioni sulle perquisizioni presso la residenza e l’ufficio di Yermak. I media ucraini hanno indicato che non sono state mosse contestazioni formali a suo carico.

 

In precedenza, Zelens’kyj avrebbe ignorato le sollecitazioni interne per l’allontanamento del collaboratore, nonostante le imputazioni di connessioni con Mindich, sospettato di aver architettato un meccanismo di mazzette nel comparto energetico. Una settimana fa, il capo di Stato ucraino aveva delegato proprio l’ex fedelissimo a dirigere i colloqui di Kiev su un piano di pace caldeggiato dagli Stati Uniti per chiudere il confronto con Mosca.

 

Da intercettazioni realizzate nella dimora di Mindich, emerge che le registrazioni NABU identificavano Yermak con il nomignolo «Alì Babà». Il parlamentare dell’opposizione Yaroslav Zheleznyak ha commentato che i «quaranta ladri» hanno ormai «saccheggiato la caverna del tesoro di Alì Babà».

 

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Il dipartimento di Stato di Trump dichiara che aborti, eutanasia e interventi chirurgici per transgender sono «violazioni dei diritti umani»

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Secondo il Dipartimento di Stato, le autorità federali considereranno la soppressione deliberata di infanti innocenti non ancora venuti al mondo, unitamente alle lesioni chirurgiche e farmacologiche subite da fanciulli, quali infrazioni ai diritti umani.   Il portavoce Tommy Pigott ha rivelato al Daily Signal che le nazioni beneficiarie di assistenza estera dovranno incorporare «le mutilazioni su minori» nei loro resoconti annuali diretti agli Usa.   «Negli ultimi anni, nuove e deleterie ideologie hanno garantito spazio a infrazioni dei diritti umani», ha dichiarato il Pigott. «L’amministrazione Trump non tollererà che tali abusi, come le mutilazioni infantili, normative che ledono la libertà di espressione e consuetudini lavorative improntate a discriminazioni razziali, restino impuniti. Il nostro messaggio è: stop».   Le condotte di «discriminazione razziale» comprendono il privilegiare aspiranti di etnia non caucasica per impieghi o altre prerogative, prassi sovente denominata «azione positiva». I dossier sui diritti umani costituiscono un obbligo consueto per gli Stati che attingono a fondi pubblici americani.   «Il dipartimento di Stato sottopone al Congresso i Rapporti sui diritti umani riguardanti ogni nazione ricevente aiuti e tutti gli aderenti alle Nazioni Unite, in ossequio al Foreign Assistance Act del 1961 e al Trade Act del 1974», scrive il Daily Signal.

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Fra le ulteriori trasgressioni ai diritti umani da vigilare spiccano le penalizzazioni per presunti «discorsi d’odio», l’appoggio all’immigrazione di massa in altre terre, «imposizioni a individui di abbracciare l’eutanasia», «offese alla libertà di culto, ivi inclusa violenza e molestie antiebraiche», nonché il favore a «prove coattive, espianti di organi forzati e manipolazioni genetiche eugenetiche su embrioni umani».   L’attribuzione della mutilazione genitale minorile a una problematica transnazionale dei diritti umani rappresenta l’ultima indicazione incoraggiante di un possibile declino nel respaldo all’ideologia di genere. Crescono le evidenze che attestano la dannosità dei rimedi e degli interventi per transgender. Inoltre, gli specialisti in biologia hanno sancito l’impossibilità di mutare il sesso biologico.   La categorizzazione degli aborti, inclusi quelli indotti da farmaci, come infrazioni ai diritti umani da parte dell’amministrazione Trump costituisce altresì un indizio della possibile contrarietà del presidente e del suo entourage all’eliminazione degli esseri umani nel ventre materno.   Ciononostante, il dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ha incassato rimproveri da esponenti pro-vita, come il senatore Josh Hawley, per aver avallato un nuovo preparato abortivo.  

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