Geopolitica
La Marina degli Stati Uniti invia un cacciatorpediniere attraverso lo stretto di Taiwan
Il cacciatorpediniere missilistico guidato USS Benfold attraverso lo Stretto di Taiwan lo scorso 19 luglio.
La Marina ha citato una legge internazionale che definisce le acque territoriali come che si estendono per 12 miglia nautiche dalla costa di un Paese e invia regolarmente le sue navi da guerra attraverso lo stretto in quelle che chiama operazioni di libertà di navigazione.
La nave da guerra Benfold è transitata «attraverso un corridoio nello stretto che è oltre il mare territoriale di qualsiasi stato costiero», ha detto il portavoce della 7a flotta degli Stati Uniti, il tenente Nicholas Lingo.
I cinesi hanno denunciato l’operazione statunitense come una minaccia alla stabilità della regione, pubblicata su China Military Online.
«Le frequenti provocazioni e dimostrazioni di potere da parte degli Stati Uniti hanno pienamente dimostrato che gli Stati Uniti sono il perturbatore della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan e il creatore di rischi per la sicurezza nella regione», ha dichiarato il colonnello cinese Shi Yi, portavoce dell’Esercito di Liberazione del Popolo.
«Le truppe del Comando del Teatro Orientale dell’ELP sono sempre in allerta per salvaguardare risolutamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina».
La Benfold è la stessa nave che la scorsa settimana ha effettuato due provocazioni contro la Cina nel Mar Cinese Meridionale.
Alcuni analisti ritengono che non sia l’Ucraina, ma Taiwan il vero possibile innesco per una Terza Guerra Mondiale.
Secondo alcune indiscrezioni, la guerra Ucraina avrebbe ritardato l’invasione di Taiwan. Per altri analisti, la Cina tenterà di conquistare Taipei entro il 2027, se non entro il 2025.
Vi sono tuttavia voci nella Difesa USA, come il capo di Stato maggiore della Difesa USA Mark Milley (personaggio controverso, e filocinese…) che non considerano Pechino in grado di invadere l’isola «ribelle», né di averne la vera intenzione.
Il presidente Xi, tuttavia, ha solennemente dichiarato la priorità della riunificazione con Taiwan durante suo discorso per la celebrazione dei 100 anni dalla fondazione del Partito Comunista Cinese (PCC).
Nel frattempo, Tokyo ha dichiarato di voler raddoppiare la spesa militare (era la prospettiva della fazione del politico nipponico inviso a Pechino Shinzo Abe, recentemente assassinato) e dotarsi di missili, che vuole schierare nelle aree marittime contese con la Cina.
Secondo un sondaggio di inizio anno, il 77% dei giapponesi teme l’invasione cinese di Formosa.
Le continue incursioni cinesi nello spazio aereo taiwanese sono talmente note nell’area che un editorialista di Pechino in un articolo ha scritto «abituatevi».
Da un anno oramai, con la formazione del cosiddetto AUKUS composto da USA, Regno Unito e Australia (che cooperano anche per la tecnologia missilistica ipersonica), si fa insistente lo spettro di una guerra nucleare del Pacifico.
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Geopolitica
Orban come John Snow
Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.
In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».
Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.
In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.
Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war.
But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».
Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».
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Immagine screenshot da YouTube
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