Militaria
La guerra marittima NATO nel Baltico e nell’Artico contro la Russia
Nikolaj Patrushev, consigliere di punta di Vladimir Putin e presidente del Consiglio Marittimo della Russia, ha lanciato un avvertimento contro il tentativo dell’Occidente di bloccare la Russia militarizzando le acque del Baltico, dell’Artico e del Pacifico settentrionale. Lo riporta l’agenzia di stampa statale russa TASS.
«Ben consapevoli che la maggior parte del traffico marittimo estero passa attraverso il nord-ovest russo, i nostri oppositori stanno dando la caccia alle navi russe e di paesi terzi con i nostri carichi. Stanno preparando e attuando provocazioni, cercando di rivedere unilateralmente le norme del diritto marittimo internazionale e stanno anche militarizzando attivamente il Mar Baltico», ha dichiarato Patrushev in una riunione del Consiglio per lo Sviluppo Strategico della Marina.
Per bloccare il Baltico al trasporto commerciale russo, Bruxelles ha lanciato la missione Baltic Sentry, che può essere dispiegata in qualsiasi momento come missione di blocco, ha affermato Patrushev.
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«Grazie agli sforzi dei paesi della NATO, la regione del Mar Baltico si sta trasformando da uno spazio un tempo calmo in un’area tesa di instabilità militare e politica», ha aggiunto. «Nella zona artica russa, l’Occidente ha da tempo implementato una serie di misure politiche, legali, militari ed economiche volte a ostacolare i nostri piani di sviluppo dell’Artico, tra cui misure volte a contestare la sovranità della Russia sulla Rotta Marittima Settentrionale», ha affermato Patrushev.
L’Occidente sta compiendo seri sforzi per modificare la configurazione militare e politica nell’Estremo Nord, in particolare con l’aiuto di attori extraregionali, ha affermato il Patrushev. L’intensificazione dell’attività militare degli Stati Uniti e dei paesi della NATO, anche tramite forze navali e aerei da ricognizione, nella regione artica aumenta la probabilità di incidenti, che potrebbero portare a un’escalation incontrollata della tensione, ha avvertito l’ex ministro ora consigliere presidenziale.
Washington e Tokyo potrebbero aumentare la tensione nello Stretto di Bering se la situazione politico-militare dovesse deteriorarsi, violando tutti gli accordi bilaterali, ha proseguito Patrushev. «Sebbene oggi esista un regime giuridico nello Stretto di Bering regolato da accordi bilaterali, in caso di aggravamento della situazione politico-militare, Stati Uniti e Giappone sono perfettamente in grado di intensificare la tensione».
«Non possiamo escludere provocazioni che comportino attacchi diretti a navi e infrastrutture marittime russe, così come attacchi sotto falsa bandiera contro navi straniere, di cui Mosca verrebbe accusata», ha ulteriormente avvertito il funzionario del Cremlino, sottolineando che la NATO sta attivamente sviluppando e testando droni avanzati e veicoli sottomarini autonomi, in grado di operare in segreto e di condurre attacchi improvvisi su quasi tutti gli obiettivi di superficie e sottomarini.
«Inoltre, sono in corso attività di monitoraggio costante, che coinvolgono in particolare le tecnologie dei droni», ha proseguito. «Finlandia, Svezia, Danimarca, Polonia e Germania stanno attivamente potenziando le loro marine, utilizzando tecnologie all’avanguardia, e stanno conducendo operazioni congiunte sotto l’egida della NATO», ha sottolineato il Patrushev.
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Immagine NATO North Atlantic Treaty Organisation via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Militaria
Macron pronto a reintrodurre il servizio militare volontario
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Militaria
Generale francese: il popolo deve essere pronto a «perdere i propri figli»
Il generale francese Fabien Mandon, capo di stato maggiore nominato a settembre, ha scatenato un’ondata di polemiche dichiarando che la Francia deve prepararsi «ad accettare di perdere i propri figli» in caso di conflitto con la Russia e a sopportare sacrifici economici per dare priorità alla difesa.
Parlando all’annuale incontro dei sindaci a Parigi, Mandon ha esortato i funzionari locali a educare i cittadini «ad accettare la sofferenza per proteggere ciò che siamo». «Se non siamo disposti a perdere i nostri figli e a soffrire economicamente», ha aggiunto, «allora siamo a rischio». Il generale – che in passato aveva previsto una possibile guerra Francia-Russia entro il 2028 – ha sostenuto che Parigi dispone della forza economica e demografica per «scoraggiare» Mosca, ma manca di «forza d’animo».
Le sue parole hanno immediatamente suscitato reazioni trasversali. Il segretario del Partito Comunista Fabien Roussel ha denunciato «un’insopportabile retorica guerrafondaia», mentre Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise) ha scritto su X che «non spetta al generale anticipare i sacrifici derivanti dai nostri fallimenti diplomatici».
Marine Le Pen, principale leader dell’opposizione della destra francese, ha dichiarato che qualora le parole del generale riflettessero il pensiero del presidente Macron, ciò sarebbe «grave».
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Intanto la Francia, nonostante un debito pubblico di 3,35 trilioni di euro (113% del PIL, tra i più alti dell’UE), prevede di portare la spesa per la difesa a 64 miliardi nel 2027 – quasi il doppio del 2017. Diverse forze di sinistra accusano il governo di privilegiare gli armamenti a scapito del welfare.
Affermazioni di grande gravità da parte dei vertici della Difesa di Parigi non sono nuove.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Pierre Schill, disse che la Francia è pronta ad affrontare qualunque sviluppo si svolga a livello internazionale ed è preparata per gli «impegni più duri» per proteggersi. In altre occasioni militari francesi avevano parlato dell’assenza di un vero controllo sull’opinione pubblica.
Un anno fa il ministro per la Difesa francese Sèbastien Lecornu aveva definito la Russia come «la minaccia più grande».
Ancora tre mesi fa Macron insisteva sul fatto che l’esercito ucraino non dovrebbe avere limiti di dimensione.
Parigi e Mosca sono da anni in una relazione fatta da tensioni altissime, che riguardano anche la geopolitica africana, dove Mosca ha di fatto scalzato l’ex colonizzatore francese nella regione del Sahel e oltre, con varie nazioni dell’Africa coloniale francese oramai passate in larga parte sotto la diretta influenza di Mosca – a causa anche dell’antipatia ingeneratasi contro Parigi e le sue missioni militari, accusate di addestrare e manovrare i terroristi islamici che sostenevano di voler combattere.
In settimana anche il capo di stato maggiore polacco Wiesław Kukuła ha avvertito che il Paese potrebbe subire un’aggressione da parte di un «avversario».
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Militaria
Generale polacco invita la popolazione a prepararsi ad un attacco
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