Pensiero
La giornata della memoria selettiva

Ormai da molti anni, in occasione della «giornata della memoria» le scuole di ogni ordine e grado fanno a gara ad organizzare lezioni, eventi, celebrazioni.
Il nome della ricorrenza, di per sé, esprime la massima genericità; in realtà, si riferisce a un unico terminale storico, circoscritto in modo accuratamente selettivo. Al punto che, nel rievocare un passato terribile, resta pervicacemente oscurata persino ogni terribile attualità.
E così, anziché la forza di un intrinseco e perenne valore educativo, questo ricordo calendarizzato finisce per assumere la forma di un rito assolutorio unilaterale a tempo indeterminato – in grado cioè di garantire per sempre, a una sola parte, una micidiale impunità.
Sarebbe bello e doveroso, invece, che le scuole sapessero offrire un quadro esaustivo della realtà – trascorsa e recente – in tutta la sua complessità e in tutte le sue drammatiche contraddizioni.
Questo, per insegnare ai nostri figli che certi misfatti e certe tragedie, capaci di scuotere nei fondamenti ogni principio di umana convivenza, fino alla normalizzazione dell’orrore, non dovrebbero ripetersi sotto nessuna bandiera e mai possono trovare giustificazione.
Elisabetta Frezza
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine: Soldati russi chiacchierano con i bambini appena liberati dal campo di concentramento di Auschwitz
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Pensiero
Numeri sconosciuti, nessuno più risponde al telefono: la regressione della società continua

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
🇷🇺 The FSB in Moscow stopped the activities of fraudulent call centers that acted in the interests of the Armed Forces of Ukraine on the territory of the Russian Federation. pic.twitter.com/DaQROgMTjg
— Sinnaig (@Sinnaig) April 26, 2023
The Russian version of the movie “The Beekeeper”. But in real life The FSB has shut down an entire international network of fraudulent call centers in Russia. Their daily income was $1 million. The scammers deceived about 100 thousand people from more than 50 countries. Since… pic.twitter.com/rFPVG1jIdU
— Vladi 🇷🇺🇺🇸 (@joiedevivre789) December 9, 2024
Lì ad un certo punto, per le telefonate moleste, Putin ha fatto qualcosa, e protetto il suo popolo. Qui invece abbiamo Giorgia e La Russa, più Mattarella. E la vostra attenzione – che è sacra, che il cuore della vostra produttività – interrotta continuamente da persone che vogliono, legalmente o illegalmente, solo i vostri soldi, e forse la vostra rovina. Roberto Dal BoscoThe Russian Security Services has announced that they have taken down three scam call centers in Moscow, which had defrauded people in more than 20 countries out of tens of millions of dollars. pic.twitter.com/WC4e8oqGBJ
— Breaking911 (@Breaking911) December 11, 2024
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Pensiero
Macron e il coca-gate, le fake news e le smentite (cioè: notizie date due volte)

Chiariamo subito che crediamo che quella non era cocaina, ma un semplice fazzoletto, probabilmente pieno di muco presidenziale: Macron non nasconde una bustina di polvere bianca, ma il frutto cartaceo di un raffreddore che ha colpito il suo naso, peraltro importante.
Stesso dicasi per il presunto «cucchiaino» di Merz, che ci sembra persona lontana anni luce dal vizio di narice; anzi, visto l’entusiasmo che irradia (primo cancelliere subito trombato al Bundestaggo!) ci sarebbe da sperare che usasse eccitanti di sorta.
È un fake – uno shallow-fake, direbbero (cioè un fake audivisivo senza la tecnologia machine learning dei deep fake), o forse neanche quello. Qualcuno ha dato un’interpretazione, che in rete ha attecchito. Poi è passato Alex Jones. Boom. Ecco il coca-gate.
DEVELOPING SCANDAL: Macron, Starmer, and Merz caught on video on their return from Kiev. A bag of white powder on the table. Macron quickly pockets it, Merz hides the spoon. No explanation given. Zelensky, known cocaine enthusiast, had just hosted them. All three of the “leaders”… pic.twitter.com/M2h5Fhzo5h
— Alex Jones (@RealAlexJones) May 11, 2025
Sostieni Renovatio 21
Non è possibile che il gruppetto sia stato colto di sorpresa in questo modo. Rifletteteci: quell’inquadratura quante volte l’avete vista? È praticamente un set fisso della guerra ucraina: il treno dove i leader europei si trovano, con spirito da Interrail post maturità, per andare a Kiev. (ecco, forse là invece…)
Avete visto, su quel treno, Draghi e Scholz, e tutti quanti, è il vagone-teatrino della farsa euro-NATO-ucraina. Nulla, su quel trenino, è lasciato al caso. Quindi no, non crediamo alle pippate ferroviarie transnazionali del presidente francese.
E non importa se impazzano le video compilation del Macron che porta la mano al naso.
Élysée Palace:
“France’s enemies are spreading dangerous misinformation about President Macron’s alleged cocaine use.”Emmanuel Macron: pic.twitter.com/X7XTKyTehl
— Dr. Simon Goddek (@goddeketal) May 12, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Si tratta di sussurri della rete complottista che in genere spariscono dans l’espace d’un matin. O almeno, pensavamo andasse così, fino a quando, molto drammaticamente, è arrivata la smentita ufficiale dell’Eliseo.
«Quando l’unità europea dà fastidio, la disinformazione arriva fino al punto da far passare un semplice fazzoletto per della droga, false informazioni diffuse dai nemici della Francia, siate vigili contro le manipolazioni» dice la nota diramata dal vertice francese.
Ora, c’è un vecchio detto nel mondo delle pubbliche relazioni: una smentita è una notizia data due volte. E ciò non va bene, soprattutto se la notizia è falsa. E si vuole far sapere che è falsa.
La verità è che non è la prima smentita che parte dal presidente Macron, un personaggio che, di anno in anno, rivela un lato sempre più bizzarro, oscuro.
Su Renovatio 21 siamo tra i pochi a ricordarsi quanto accadde alle elezioni presidenziali 2017.
Nel 2017, a pochi giorni dal ballottaggio presidenziale tra Macron e Marine Le Pen, la campagna di Macron avrebbe subito un attacco da parte di hacker – subito definiti «russi» – che portò alla luce anche dettagli scabrosi.
Tra le 20 mila email dei cosiddetti MacronLeaks, sarebbe contenuto un episodio che «coinvolgerebbe un deputato francese che avrebbe dato indicazioni al suo assistente di comprare della droga in bitcoin» scrisse all’epoca l’agenzia AGI. «La transazione e la consegna sembra siano poi avvenute, ma potrebbe essere una goccia del mare di manipolazioni che quei documenti potrebbero contenere». Secondo quanto trapelato, il deputato si sarebbe fatto arrivare la droga al suo ufficio parlamentare. La veridicità del documento è stata messa in discussione.
All’epoca, tuttavia, assistemmo ad uno spettacolo impressionante: il sistema aveva di fatto recepito quanto accaduto l’anno prima, durante la campagna presidenziale americana 2016 (Trump vs. Hillary), con i leak che devastarono il Partito Democratico USA e la campagna Clinton: ecco che i giornali di tutto il mondo praticamente tacitarono lo scandalo e additarono subito le email come propaganda russa: insomma, ma quale droga, hastatoPutin.
Ancora oggi, il lettore può verificare da sé, è difficile trovare in rete materiale sull’argomento, anche se i giornali all’epoca ne parlarono molto, ma per poco tempo, e soprattutto senza voler approfondire nulla, perché tanto la spiegazione era: «hacker russi».
La storia non riemerse nel mainstream nemmeno quando nel 2023 un senatore di area macroniana del partito Horizons fu arrestato con l’accusa di aver drogato una deputata. Non era nemmeno primo deputato macronista salito agli altari della cronaca per questioni di droga. Nel gennaio 2023, il sito francese Mediapart aveva rivelato che il deputato del partito di Macron Renaissance (ex En Marche) Emmanuel Pellerin avrebbe fatto uso di cocaina prima e dopo la sua elezione all’Assemblea nazionale. Il Pellerin si era giustificato parlando di «difficoltà personali e familiari». Il partito di Macron disse di voler proporre l’immediata esclusione del deputato, che si ritirò dal suo gruppo parlamentare e dal partito, per poi tornare nel luglio 2023, dopo l’archiviazione del suo caso.
All’epoca del mancato scandalo, nel 2017, circolavano comunque sui giornali le storie sulla presunta omosessualità del presidente, con alcuni che mormoravano riguardo ad un gruppetto di amici dediti a certo tipico débauche. Erano sparate, accuse, illazioni. O forse no: era materia di Stato, e forse non solo per Parigi.
Chi scrive ricorda a ridosso di quei fatti un corso di aggiornamento dell’Ordine dei giornalisti (obbligatorio se si vuole mantenere il tesserino professionale) di deontologia, tema: fake news. Qui veniva direttamente trattato, come esempio di bufala malevola, la storia della droga che sarebbe arrivata all’Eliseo. Dobbiamo confessare che il debunking, cioè la dimostrazione della falsità della storia, non deve averci convinto, perché non ricordiamo nessun argomento, forse nemmeno è stato fatto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Veniva detto semplicemente: guardate, questa è una fake news. Non è che il corso (che era online) si limitava a predicarlo in video: grande fu lo stupore quando, dinanzi al test finale a risposta multipla per capire se si era stati attenti, veniva posta la domanda: quale fake news ha riguardato il presidente francese? La risposta esatta era, andiamo a memoria, quella per cui sarebbe stato a capo di una banda di omosessuali.
Cioè: se credevi alla storia di Macron gay con i suoi amichetti, non eri un giornalista. La smentita diviene dogma mediatico, oltre che statale.
Il problema è che dopo pochi mesi scoppiò lo scandalo Benalla. Forse il lettore non ricorderà: nel 2018, i giornali francesi parlarono di un signore di origini maghrebine che si intrufolava tra le file della Gendarmeria nelle manifestazioni pubbliche e aggrediva le persone che protestavano. Si scoprì che Alexandre Benalla, giovane forte e prestante, era «collaboratore» della sicurezza dell’Eliseo, e molto vicino alla coppia presidenziale, al punto che, dissero, aveva accesso ad appartamenti «presidenziali».
Nel frattempo si moltiplicavano storie su vari passaporti diplomatici, rapporti diretti con leader africani, se non con oligarchi russi… tuttavia l’attenzione del grande pubblico era concentrata sullo spuntare qua e là delle immagini del moro virgulto in giro assieme al presidente sorridente. Eccoli insieme in strada, nei palazzi del potere, in bici. Dissero che partecipava, unico membro del gabinetto, a esclusive giornate sugli sci del presidente.
E quindi, cosa fa Macron? Parlando ai deputati della maggioranza riuniti alla Maison de l’Amérique Latine e dice: «Alexandre Benalla non è il mio amante e non ha i codici nucleari».
Eccola lì: un’altra bella smentita. Cioè, una notizia data due volte. Una notizia che, secondo il corso di deontologia giornalistica, era da ritenersi come quintessenza della fake news.
C’è tuttavia una smentita che Macron non ha ancora dato, o almeno, non del tutto: quello sulla storia, allucinante e anche questa non esattamente credibile, secondo cui la première dame Brigitte Macron sarebbe nata uomo. L’8 marzo 2024, festa della donna, Macron parla ad un evento a favore dell’aborto in Place Vendome: «il peggio sono le false informazioni e gli scenari montati ad arte, con gente che finisce per crederci e ti attacca, incluso, nella tua intimità».
«Contro questo machismo bisogna ricorrere al diritto, alla giustizia», ha tuonato nella piazza abortista il presidente francese, chiedendo l’istituzione dell’«ordine pubblico sul web». «Un formidabile luogo di espressione dei più pazzi», ha aggiunto Macron, assicurando che purtroppo la rete è ancora «senza regole».
Iscriviti al canale Telegram
Nell’aria aleggiava la storia scioccante, portata avanti da qualche soggetto (un giornalista, qualche blogger, etc.), secondo cui la moglie del presidente in realtà sarebbe un transessuale. Erano partite delle denunce da parte dell’interessata, stufa di questa accusa pazzesca, tale da aprire abissi sul potere francese tutto. Alcuni, tuttavia, ricordavano che il racconto della loro storia d’amore, lui studente di liceo di 15 anni (ma l’età cambia a seconda di chi ne parla) e lei professoressa più vecchia di un quarto di secolo, era già di per sé inquietante.
Poi arriva Candace Owens, e le cose si complicano. La podcaster afroamericana, recentemente convertitasi al cattolicesimo tradizionalista (come il marito, il lord britannico George Farmer), dedica al caso una puntata del suo show, quando ancora era parte del network del Daily Wire dell’opinionista ebreo sionista Ben Shapiro. A seguito della posizione della Owens su Israele e Gaza, la Owens viene licenziata, e la puntata su Brigitte Macron tolta.
Fattasi la sua trasmissione indipendente su YouTube, la Owens torna sul tema, vuole fare uno speciale ulteriore sul caso Macron, e lo annuncia. A quel punto, prima che l’episodio andasse in onda, riceve una lettera dei legali della coppia presidenziale francese: così racconta Candace, che dice di essere rimasta sorpresa, e di aver trovato la motivazione per fare non un episodio, ma una serie intera. Il suo sito – cioè il luogo di prima distribuzione dei video – nel frattempo è stato oggetto di attacchi DDoS massivi, ha detto.
La serie Becoming Brigitte è andata in onda comunque: personaggi di estrema rilevanza mediata mondiale come il podcaster Joe Rogan e il giornalista Tucker Carlson dicono di averla vista e di essere convinti degli argomenti addotti dalla Owens. Carlson dice che pensava fosse una follia nella quale non poteva seguire Candace, per quanto le volesse bene. E invece…
Lei fa il giro delle trasmissioni su internet, e spiega i retroscena: dice di aver ringraziato per la lettera, così, attraverso i legali, ora ha un canale di comunicazione sicuro con i Macron. Ha quindi preparato alcune domande semplici e fattuali sulla questione, come se è vero o falso che sarebbe nata con quest’altro nome, «Brigitte Macron ha dato alla luce 3 figli?», etc.
BREAKING NEWS: Emmanuel and Brigitte Macron has sent me ANOTHER strongly worded legal letter.
Truly, if I did not recognize the name of the law firm they have employed, I would be convinced I was being trolled.
The letter is much shorter than the first— just a page and a half… pic.twitter.com/lg0tiwv3q5
— Candace Owens (@RealCandaceO) February 4, 2025
Iscriviti al canale Telegram
Lì la smentita alla Owens ci sarebbe stata tutta. Non c’è però stata, o almeno non alle domande diretta della giornalista nera. Sarebbe arrivata, invece, un’altra lettera dei legali. Nessuna risposta, e in più viene ignorata la proposta di Candace di andare in Francia ad intervistare direttamente la première dame.
E quindi: no, non crediamo a nessuna di queste storie pazzesche: coca sul treno per Kiev, omosessuali intorno al presidente droga all’Eliseo, un transessuale sul trono di Francia (neanche fosse il sogno realizzato dei templari adoratori del Bafometto androgino, quelli massacrati dal re tanti anni fa… ma divaghiamo).
Non crediamo a nulla. È nostro diritto. Ci sa però che ci obbligheranno a credere, a breve, alle smentite di Stato.
Nel frattempo, c’è una cosa che possiamo fare per convincerci che in Francia tout va bien. Riguardarci, in loop, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Da lì è chiaro tutto. Costituzionalizzazione dell’aborto, lancio della corsa della Francia verso l’eutanasia, proposta di truppe NATO in Ucraina, e solo negli ultimi mesi. Ciò che Macron fa è perfettamente normale. No?
Roberto Dal Bosco
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Pensiero
«Criminali votati all’Anticristo»: piano mondialista contro la Chiesa. Steve Bannon intervista mons. Viganò

Steve Bannon: Recentemente, un gruppo di Cattolici americani ha chiesto al presidente Trump di indagare se il governo degli Stati Uniti fosse coinvolto nella sequenza di eventi che hanno portato alle dimissioni di papa Benedetto XVI l’11 febbraio 2013 e al Conclave che ha eletto papa Francesco I il 13 marzo 2013. Di recente Ella ha chiesto al Direttore della CIA di Trump di «indagare sul piano del deep state per eliminare Benedetto XVI». Crede che l’amministrazione Obama/Biden abbia interferito nell’abdicazione di papa Benedetto XVI e nell’elezione di Jorge Bergoglio? Se è così, perché?
Carlo Maria Viganò: Se non stessimo parlando della Chiesa – o meglio: del Vaticano – ma di uno Stato qualsiasi, l’evidenza di un colpo di Stato non sarebbe messa in dubbio da nessuno. D’altra parte, sappiamo che il deep state ha interferito più volte nel governo di molte nazioni, e che continua tuttora a farlo tramite i suoi emissari (lo scorso 28 Aprile il card. Burke ha denunciato il tentativo del «presidente» Macron di fare pressioni sul collegio cardinalizio per scongiurare l’elezione di un papa conservatore che metta in discussione le politiche dell’Unione Europea).
Dalle email di John Podesta diffuse da Wikileaks sappiamo che lo schema adottato in ambito civile per fomentare «rivoluzioni colorate» è stato replicato pedissequamente anche in ambito ecclesiastico.
Il modus operandi è lo stesso: il deep state finanzia mediante USAID e altre agenzie governative movimenti ideologici e gruppi di pressione sociale per simulare un dissenso nei confronti del Magistero della Chiesa Cattolica e poter così fare pressione sulla Gerarchia affinché adotti riforme in senso progressista. Contestualmente, la parte della Gerarchia che è complice di questa operazione eversiva si avvale di questo dissenso «virtuale» per legittimare le riforme che nessuno chiede: sacerdozio femminile, legittimazione della sodomia, apparente democratizzazione dell’autorità mediante la «sinodalizzazione» del papato monarchico, etc.
Tutto si basa quindi sulla falsa premessa che vi sia un problema (mentre esso è creato artificialmente e non è assolutamente percepito dal popolo cristiano), al quale porre rimedio con la soluzione offerta (che in condizioni ordinarie non potrebbe nemmeno essere presa in considerazione).
Queste interferenze nel governo della Chiesa Cattolica sono giunte a teorizzare la necessità di sostituire il pontefice regnante, Benedetto XVI, con un emissario del deep state che portasse a compimento il proprio piano eversivo. Ed è esattamente quello che di lì a poco è effettivamente accaduto: Benedetto XVI è stato costretto alle dimissioni; al Conclave è stato fatto eleggere Jorge Mario Bergoglio e questo gesuita argentino ha effettivamente eseguito gli ordini ricevuti.
(…)
È quindi assolutamente indispensabile che la nuova Amministrazione americana – nella quale il vicepresidente JD Vance è un cattolico praticante – indaghi su questi aspetti e porti alla luce le responsabilità delle precedenti Amministrazioni, che sappiamo essere state complici e promotrici non solo del golpe vaticano, ma anche di altre analoghe operazioni estere e interne – penso anzitutto alla frode elettorale del 2020.
Una volta che si avranno le prove e i nomi dei colpevoli, la Gerarchia cattolica non potrà ignorare fatti di rilevanza politica, con la scusa che si tratta di questioni canoniche.
Sostieni Renovatio 21
Chi pensa che abbia avuto un ruolo fondamentale in quel colpo di Stato? In che modo le prove di interferenza straniera in un’elezione papale influenzerebbero la Chiesa cattolica praticamente e canonicamente?
Questo colpo di stato fa parte di un golpe globale organizzato dalla lobby eversiva della sinistra woke (sul fronte ideologico) e del World Economic Forum (sul fronte finanziario). Lo scopo è la distruzione di ogni forma di resistenza all’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, la costituzione di governi totalmente controllati da un’élite di tecnocrati e la costituzione di una nuova Religione dell’Umanità che dia basi dottrinali e morali alla distopia globalista.
Nella mente di questi criminali votati all’Anticristo – perché è del regno dell’Anticristo che stiamo parlando – Bergoglio doveva costituire il primo «papa» della nuova chiesa ecumenica e sinodale preparata sin dal Vaticano II. Ed è proprio per questa totale eterogeneità anche rispetto ai suoi immediati predecessori (anche i più progressisti) che Bergoglio non può essere considerato papa della Chiesa Cattolica.
È evidente che, nel momento in cui venisse dimostrata questa interferenza nell’elezione del papa, ciò comporterebbe la nullità dell’elezione e l’illegittimità del papato di Bergoglio. Questo sarebbe a tutti gli effetti un great reset, perché annullerebbe tutti gli atti di magistero e di governo di Bergoglio, dalle Encicliche eretiche alle nomine dei vescovi e dei cardinali.
Prima che inizi il Conclave è indispensabile verificare che i membri del Collegio Cardinalizio siano effettivamente legittimi, perché chiunque uscisse eletto papa dal Conclave vedrebbe altrimenti pregiudicata la propria legittimità.
Il 1° luglio 2025, l’Arcidiocesi di Detroit chiuderà 28 fiorenti chiese in cui si celebra la Messa in latino per ordine dell’Arcivescovo appena nominato Edward Weisenburger. Cosa consiglierebbe ai Cattolici tradizionali che partecipano a quelle Messe? Con la diffusa soppressione delle fiorenti Messe in latino negli Stati Uniti e in tutto il mondo, come devono rispondere i cattolici? Dovrebbero resistere?
L’odio per la Messa tradizionale è uno dei segni distintivi dei nemici di Cristo. Questo odio è certamente motivato dal fatto che la Messa in latino non lascia alcuno spazio agli errori e alle eresie che si oppongono alle verità del Dogma cattolico.
È significativo che siano proprio vescovi e cardinali ossessivamente fissati con la «sinodalità» a calpestare la volontà di milioni di cattolici che chiedono solo di poter avere la Messa di sempre. Questo smaschera l’inganno di chi si riempie la bocca con slogan altisonanti sulla partecipazione attiva dei fedeli («actuosa participatio») e sul ruolo dei laici nella Chiesa – tanto declamati dal Concilio – al solo scopo di togliere autorità ai buoni Pastori e trasferirla a nuovi tiranni.
I fedeli cattolici – e con essi sacerdoti, vescovi e religiosi – hanno il diritto di non essere defraudati della Messa Apostolica, che Nostro Signore ha affidato alla Chiesa perché fosse custodita e trasmessa senza cambiamenti arbitrari. Questo diritto esisteva prima dell’imposizione del Novus Ordo da parte di Paolo VI, ed è stato ribadito dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, che non a caso Bergoglio ha praticamente soppresso con Traditionis Custodes.
Ricordo ai cattolici che uno degli strumenti più efficaci per costringere i propri Pastori consiste nel destinare le offerte solo a quelle Diocesi e comunità in cui sia loro data realmente la possibilità di rimanere Cattolici. Nel momento in cui le Loro Eccellenze si trovano senza i soldi dei fedeli da una parte e senza i finanziamenti governativi di USAID dall’altra, saranno costretti a scegliere ciò che sarebbe stato comunque loro dovere fare sin dal principio.
Nel 2023, l’amministrazione Biden attraverso l’FBI ha lanciato una campagna contro i Cattolici tradizionali che partecipano alla Messa in latino, etichettandoli come «estremisti violenti motivati razzialmente o etnicamente (RMVE) in cattolici radicali tradizionalisti (RTC), un’ideologia che quasi certamente presenta opportunità per la mitigazione delle minacce attraverso l’esplorazione di nuove strade per ricostruire e sviluppare le fonti». Secondo Lei, perché le forze dell’ordine federali dovrebbero prendere di mira i Cattolici tradizionali pacifici come estremisti violenti? Quale potrebbe essere il motivo per cui le forze dell’ordine per prendere di mira sistematicamente i partecipanti alla messa latina? Questa molestia potrebbe derivare dalle Traditions Custodes di Bergoglio e dalla sua soppressione della Messa in latino? C’è una connessione?
San Pio X diceva che i veri Cattolici sono quelli fedeli alla Tradizione, e aveva perfettamente ragione; tant’è vero che sono anche i soli a non piacere ai nemici della Chiesa, mentre sono apprezzatissimi i sedicenti «cattolici adulti», i progressisti, i «cattolici liberali», i «cattolici woke». Se Bergoglio è riuscito ad ottenere tanta ammirazione da chi detesta la Chiesa Cattolica e il papato è perché l’élite lo considera «uno di loro», altrettanto rivoluzionario, altrettanto imbevuto di filantropismo massonico, altrettanto ecumenico, sincretista, inclusivo, green e woke.
Siamo giunti al paradosso nel quale il potere civile usurpato da traditori del deep state è alleato al potere religioso usurpato da traditori della deep church. Non c’è dunque da stupirsi se il «braccio secolare» viene in aiuto della chiesa bergogliana, prendendo di mira i nemici di Bergoglio – ossia i veri Cattolici – perché li considera anche nemici della società woke e dell’élite globalista.
Ora però, con l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti d’America, la macchina infernale del Nuovo Ordine Mondiale si è in qualche modo inceppata, mettendo in crisi un sistema di corruzione, conflitti di interesse e ricatti che sembrava funzionare perfettamente. Nel momento in cui il deep state perde potere nella società civile, anche la deep church arretra nella Chiesa cattolica, perché sono due facce della stessa medaglia. Sta ai cittadini e ai fedeli sostenere i buoni governanti e i buoni Pastori, perché facciano finalmente giustizia di questo colpo di stato globale che minaccia l’intera umanità.
Qual è stato l’impatto sui paesi cattolici, come l’Irlanda, dell’invasione di massa degli immigrati dai Paesi islamici? Questo afflusso di migrazioni incontrollate fa parte di un piano globalista strategico per sradicare il Cristianesimo? È questo il risultato di una perdita di fede? Il Vaticano II ha avuto un impatto sulla decristianizzazione dell’Europa? Perché Bergoglio dovrebbe sostenere la distruzione della cultura cristiana in Europa e altrove con frontiere aperte?
È in corso una lotta epocale tra Bene e Male, tra Dio e Satana, tra chi riconosce Cristo come Re e chi invece opera per l’instaurazione del regno dell’Anticristo. Questa lotta sta giungendo alla fase finale, ma è stata preparata da tempo, soprattutto da quando i nemici di Cristo si sono organizzati in un’anti-chiesa, ossia nella Massoneria, che è intrinsecamente anticattolica, perché anticristica e votata a Satana.
Lo scopo della Massoneria – e quindi del Nuovo Ordine Mondiale – è la cancellazione di Cristo mediante la cancellazione della società cristiana, della cultura cristiana, della civiltà cristiana e, ovviamente, della Religione cattolica. Satana non accetta la sconfitta inflittagli da Nostro Signore sul Golgota e, non potendo vincere Colui che lo ha già vinto per sempre, si rivale sugli uomini, cercando di trascinarne quanti più possibile all’Inferno.
Per cancellare la presenza di Cristo dalla vita di ciascuno di noi occorre agire su più fronti: quello pubblico e quello privato, quello della famiglia e quello dell’educazione, quello della cultura e dell’intrattenimento, della scienza e della finanza. Tutte le nostre azioni – che in una società cristiana sono orientate al Bene – devono dunque essere corrotte fino a rendere quasi impossibile a chiunque di compiere buone azioni, di seguire il Vangelo, di obbedire ai Comandamenti, di trasmettere i principi della nostra Fede e della nostra Morale.
Non si tratta solo di farci accettare come «legittimo» il fatto che altri possano «legittimamente» compiere il male – ad esempio con l’aborto – ma di far sentire ciascuno di noi in colpa perché si ostina a non voler compiere il male, a non voler considerare «diritto umano» fare a pezzi un innocente nel ventre materno o mutilare un adolescente con la transizione di genere. È la mentalità del Chi sono io per giudicare? che Bergoglio ha tradotto in principio morale fin dall’inizio del suo «pontificato».
Iscriviti al canale Telegram
Per giungere a questa distruzione di ogni principio religioso occorreva però avere dalla propria parte i vertici della Gerarchia cattolica, in modo che la Chiesa di Roma – notoriamente antirivoluzionaria, antiliberale e antimassonica – diventasse alleata e complice di quelli che fino a ieri considerava i suoi più temibili nemici. Senza le condanne dei papi della Massoneria, del liberalismo, del materialismo ateo, del modernismo, la Chiesa poteva e doveva diventare – nel piano della Massoneria – non più la custode della Verità contro l’errore, ma la propagatrice dell’errore contro la Verità, usando la propria autorità spirituale per perdere le anime.
Il Concilio Vaticano II è servito esattamente a questo scopo: scardinare i principi tradizionali e insinuare nella Chiesa cattolica i principi rivoluzionari contro cui la Chiesa si era sempre strenuamente battuta. L’ecumenismo del Vaticano II ha posto le basi dottrinali all’immigrazionismo, perché questa era la necessaria premessa per legittimare l’invasione incontrollata dell’Europa da parte di orde di islamici, senza suscitare alcuna reazione nei popoli invasi.
I nostri governanti – civili e religiosi – ci hanno traditi, ordinandoci di accogliere coloro che a breve rappresenteranno la maggioranza della popolazione in età militare e che leggi sciagurate arruolano addirittura nelle nostre forze armate. Siamo davanti ad una sostituzione etnica imposta dall’élite eversiva dell’ONU e dell’Unione Europea: una islamizzazione forzata nella quale alcuni governi giungono a incarcerare i propri cittadini perché si lamentano del degrado e della criminalità importati dai nuovi barbari, e ad assolvere sistematicamente qualsiasi immigrato, a prescindere dalla gravità dei suoi delitti.
È evidente che in questo piano di distruzione sociale la complicità della chiesa bergogliana è stata determinante, e di questo egli dovrà rispondere dinanzi a Dio e al tribunale della storia.
Non solo. Gli islamici che vengono in Europa credendo di poterla sottomettere alla Sharia ignorano che vi è un terzo protagonista – che ben conosciamo – il quale provoca intenzionalmente uno scontro etnico e religioso tra Cristianità e Islam, perché una guerra civile e religiosa nei Paesi occidentali legittimi ulteriori restrizioni delle libertà fondamentali e permetta di vietare qualsiasi forma di culto esteriore, in nome del «reciproco rispetto».
Nella Sua lunga carriera di diplomatico del Vaticano, ha mai visto un papa denigrare pubblicamente un leader politico, come ha fatto Bergoglio, quando ha definito Trump «non cristiano» nel bel mezzo di una campagna politica? Crede che quella dichiarazione fosse parte di una strategia globalista per minare le elezioni di Trump o semplicemente un’opinione personale di Bergoglio?
Bergoglio ha dimostrato la propria totale alienità al papato Romano non solo negli aspetti dottrinali, morali e liturgici, ma anche in quelli più banali, dal modo in cui si vestiva al linguaggio che adottava. In Vaticano era noto per le sue scenate furiose e per le espressioni scurrili cui ricorreva. Ogni gesto di Bergoglio era pensato per suscitare imbarazzo e scandalo, per infrangere il protocollo, per creare un precedente a nuove e più gravi violazioni del cerimoniale.
Il suo parlare in modo apparentemente spontaneo gli serviva per togliere formalità – e quindi autorevolezza – alle dichiarazioni del papa e attribuirle a se stesso, in modo che non fosse il papa a parlare, ma lui. Allo stesso tempo, le enormità e gli spropositi che gli abbiamo sentito pronunciare – non ultimi gli attacchi nemmeno dissimulati al Presidente Trump – avevano sempre la «scusante» di non essere parte ufficiale dei documenti papali, così da far passare il messaggio senza doversene poi assumere pienamente la responsabilità.
Un parlare doppio che ripugna al cattolico e che dimostra ancora una volta che Bergoglio stesso considerava il proprio «papato» come una proprietà che egli si riteneva autorizzato a usare contro il papato cattolico.
Bergoglio ci è stato imposto come papa dell’élite, come capo dell’anti-chiesa globalista, e come tale egli ha sempre preteso obbedienza e sottomissione. È stato il predicatore dell’indifferentismo religioso, del relativismo morale, delle rivendicazioni pauperiste della «chiesa amazzonica», della lobby LGBTQ.
Quando Bergoglio apriva bocca, parlava il ventriloquo di Davos. Le sue condanne non sono condanne cattoliche, così come i suoi endorsement a dittatori, criminali, abortisti e pervertiti di ogni genere non rappresentano un’approvazione cattolica. Essere oggetto delle invettive di Bergoglio è dunque un motivo di vanto, e i cattolici americani lo hanno capito benissimo, votando per Trump nonostante la propaganda dei gesuiti, della USCCB [Conferenza Episcopale USA, ndr] e delle ONG sedicenti cattoliche.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Qual è il modo migliore per gestire l’attuale crisi nella Chiesa cattolica creata dal tumultuoso regime di dodici anni di Jorge Bergoglio? Dato l’imminente Conclave, quali azioni dovrebbero intraprendere i Cardinali elettori per evitare di ripetere il regime di Bergoglio? Ha motivo di credere che una Mafia di San Gallo 2.0 manipolerà il Conclave per eleggere un candidato che continui la distruzione radicale sinodale della Chiesa cattolica?
Ciò che Bergoglio e i suoi complici sono riusciti a fare in questi dodici anni costituisce un disastro di proporzioni immani, anche se la distruzione dell’edificio cattolico è iniziata ben prima. Bergoglio ha portato alle estreme conseguenze i principi del Vaticano II: la sua «sinodalità» è la versione aggiornata della «collegialità episcopale» di Lumen Gentium. Per questo Bergoglio si è sempre orgogliosamente considerato un fedele esecutore del Concilio, dal momento che anch’esso – come Bergoglio – è riuscito ad imporsi «per via pastorale», ossia proprio nel momento in cui si dichiarava non dogmaticamente vincolante per i fedeli cattolici.
Il maggior danno che egli ha fatto è stato sotto il profilo delle nomine: tutta la Curia Romana e le Conferenze Episcopali sono infestate da suoi cortigiani, protetti dalla cricca di McCarrick e dai Gesuiti. Questa lobby eversiva ha gettato la maschera, e ciò ha aperto gli occhi a molte persone che non sono più disposte a ratificare le decisioni di un’autorità che non risponde né a Dio né al corpo ecclesiale.
Per risolvere la crisi presente occorre anzitutto indagare sulle interferenze nel Conclave del 2013, per appurare se l’elezione di Bergoglio è stata manipolata dal deep state americano e dalla Mafia di San Gallo. Se ciò fosse vero, Bergoglio non sarebbe mai stato papa e quindi gli attuali 136 Elettori scenderebbero a 28 (un numero superiore a quello indicato dal regolamento del Conclave), cioè solo quelli creati da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI.
La ritrovata legittimità canonica del Conclave darebbe maggiore autorevolezza al papa eletto, sul quale non graverebbe più il dubbio circa la sua nomina. Finché le ombre che pesano sulla legittimità di Bergoglio non saranno dissipate, il Conclave vedrà pregiudicata la propria autorità.
Aiuta Renovatio 21
Secondo Lei, qual è la grande minaccia che gli Stati Uniti devono oggi affrontare?
La più grave minaccia che incombe sugli Stati Uniti d’America è di non fare tesoro di quanto accaduto sinora. Che i cittadini non si rendano conto del pericolo che hanno scampato eleggendo Donald Trump e non Kamala Harris. Che il governo si lasci intimidire dalle lobby internazionali e ammorbidisca le riforme che invece sono indifferibili, ad iniziare dallo strapotere delle multinazionali soprattutto nei riguardi dei cittadini.
Non basta combattere le manifestazioni più folli dell’ideologia woke: occorre ricostruire, e ricostruire iniziando dalla famiglia, dalla morale, dalla Religione, dalla cultura. Occorre far ripartire un modello sociale a misura d’uomo, conforme al progetto di Dio e alla legge evangelica. E bisogna insegnare ai nostri figli a combattere e a morire per i diritti di Dio, prima che per i presunti diritti dell’uomo.
Dobbiamo imparare che è folle per l’uomo farsi dio, quando Dio si è fatto uomo e si è offerto per noi. Solo una Nazione che si riconosce under God può sperare di prosperare, perché tutto ciò che le serve viene da Dio e il Signore benedice sempre coloro che Lo temono e Lo servono.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito4 giorni fa
Il cardinale Müller avrebbe suggerito a papa Leone XIV di revocare le restrizioni alla Messa in latino
-
Vaccini2 settimane fa
Tasso di aborto spontaneo più elevato tra le donne che hanno ricevuto il vaccino COVID: studio
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccino, carcere per chi rifiuta: Singapore fa la legge
-
Spirito1 settimana fa
Mons. Viganò: «UE progetto sinarchico e satanico»
-
Geopolitica2 settimane fa
Partito l’attacco dell’India contro il Pakistan
-
Occulto2 settimane fa
Raid del governo USA contro i criminali pedo-satanisti. Che esistono, e minacciano i vostri figli
-
Vaccini2 settimane fa
La sanità USA lancia un progetto da 500 milioni di dollari per sviluppare vaccini universali contro i virus «a rischio pandemia»
-
Spirito1 settimana fa
Prevost dietro la rimozione di monsignor Strickland?