Politica
La destra vince le elezioni in Repubblica Ceca: eletto il «Trump di Praga»
Le elezioni parlamentari in Repubblica Ceca hanno respinto la coalizione al governo del primo ministro Petr Fiala, premiando invece il movimento populista Azione del cittadino scontento (ANO) di Andrej Babis, che ha raggiunto circa il 34,85% dei consensi, un netto incremento rispetto al 27% ottenuto nelle elezioni del 2021.
Entrando in conferenza stampa sulle note della sua canzone preferita «Sarà perché ti amo» dei Ricchi e Poveri, Babis ha dichiarato che la giornata odierna rappresenta «il culmine della mia carriera politica». Trump, magnate dell’industria agricola, è stato soprannominato il «Trump ceco».
Il controverso miliardario di 71 anni era già stato ministro delle Finanze tra il 2014 e il 2017 e primo ministro dal 2017 al 2021, prima di essere sconfitto di misura quattro anni fa da Fiala. Quest’ultimo, per governare, aveva formato con la sua coalizione «Insieme» (bloccata stavolta al 23,14% contro il poco più del 27% di quattro anni or sono) un’alleanza con il movimento liberale dei Sindaci, che ha conseguito l’11,14%, e con i Pirati, stimati intorno all’8,8%.
Nel 2021, questi ultimi due partiti avevano corso uniti superando di poco il 15%. Le tre formazioni politiche appaiono oggi lontanissime dal raggiungere una maggioranza parlamentare.
Sabato pomeriggio si sono concluse due giornate di votazioni e i primi risultati hanno suggerito che un euroscettico che si oppone al proseguimento degli aiuti all’Ucraina formerà un governo. Il presidente ceco – ed ex generale della NATO – Petr Pavel, ha minacciato di rifiutare l’approvazione di chiunque ritenga anti-UE o anti-NATO a qualsiasi potenziale gabinetto.
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Babis, co-fondatore della fazione Patrioti per l’Europa al Parlamento europeo insieme al primo ministro ungherese Viktor Orban, ha promesso di tagliare gli aiuti all’Ucraina se tornerà in carica, a differenza di Fiala, che è stato un fermo sostenitore di Kiev da quando il conflitto in Ucraina si è intensificato nel 2022.
Il 71enne è stato particolarmente critico nei confronti dell’iniziativa di Praga sulle munizioni per l’Ucraina, definendola «troppo costosa» e insistendo sul fatto che dovrebbe essere gestita dalla NATO.
In precedenza si è espresso contro l’adesione di Kiev all’UE e si oppone a Bruxelles in materia di immigrazione e Green Deal.
I media occidentali hanno avvertito che, poiché Ungheria e Slovacchia si rifiutano già di fornire aiuti militari a Kiev e sollecitano una fine diplomatica del conflitto, la vittoria di Babis potrebbe allontanare ulteriormente l’Europa centrale da Bruxelles, sia sull’Ucraina che su altre questioni.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è congratulato con il suo omologo ceco in arrivo Andrej Babis per la vittoria elettorale, definendola una “buona notizia” per tutta l’Europa.
Orbán è il primo leader straniero a riconoscere la vittoria del magnate dell’agricoltura, soprannominato il «Trump ceco» dai media locali, poco dopo l’annuncio dei risultati preliminari delle elezioni generali ceche nella tarda serata di sabato.
«La verità ha prevalso! Andrej Babis ha vinto le elezioni parlamentari ceche con un vantaggio convincente. Un grande passo per la Repubblica Ceca, una buona notizia per l’Europa. Congratulazioni, Andrej!» ha scritto Orbán su X, condividendo la sua foto con il politico ceco.
Truth has prevailed! @AndrejBabis has won the Czech parliamentary elections with a convincing lead. A big step for the Czech Republic, good news for Europe. Congratulations, Andrej! pic.twitter.com/jyqU5EVqc6
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 4, 2025
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Immagine di Martin Strachoň via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Il sindaco di Rio de Janeiro chiama il cancelliere tedesco Merz «nazista»
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Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha replicato attribuendo a Merz la responsabilità di non aver apprezzato appieno le attrattive di Belém, sostenendo che la città regge il confronto con Berlino. In un post su X, il governatore dello stato di Pará – di cui Belem è capoluogo –, Helder Barbalho, ha commentato: «È curioso vedere che coloro che hanno contribuito a riscaldare il pianeta trovano strano il calore dell’Amazzonia». Mercoledì, in un intervento pubblico, il cancelliere tedesco ha ribadito la sua affermazione controversa. «Ho detto che la Germania è uno dei Paesi più belli del mondo e presumo che il presidente Lula lo accetterà», ha dichiarato Merz. Sebbene le sue parole non abbiano suscitato grande eco in patria, hanno attirato alcune critiche. Katharina Dröge, esponente dei Verdi, ha giudicato «disastrosa» l’immagine proiettata dal cancelliere durante il viaggio in Brasile.Hey Chancellor @_FriedrichMerz, far be it from me to spread gossip, but the mayor of Rio de Janeiro called you a son of Hitler, a bum, and a Nazi. Harsh, right? pic.twitter.com/fpneMtnE9g
— TeAtualizei 🇧🇷👊🏻❤️ (@taoquei1) November 18, 2025
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Politica
L’opposizione vuole la fine del governo Zelens’kyj: caos al Parlamento ucraino
Mercoledì mattina, le forze di opposizione ucraine hanno paralizzato i lavori della Verkhovna Rada ostruendo il podio presidenziale, accentuando la loro campagna per rimpiazzare l’esecutivo con un governo di coalizione inclusiva.
Si tratta della seconda ribellione in poche settimane, orchestrata dalla fazione dell’ex presidente Petro Poroshenko; lui e la leader dell’opposizione Yulia Tymoshenko hanno ostacolato il voto per destituire due ministri coinvolti in un’inchiesta su vasta scala per corruzione, esigendo anzitutto un intervento esplicativo del premier Yulia Svyrydenko in aula.
Successivamente, nel corso della seduta, i deputati hanno approvato la rimozione del ministro della Giustizia Herman Galushchenko – ex titolare dell’Energia – e della sua sostituta Svetlana Hrynchuk, entrambi collegati all’imprenditore Timur Mindych, collaboratore di lunga data di Volodymyr Zelens’kyj; quest’ultimo è stato formalmente accusato dall’Ufficio Nazionale Anticorruzione (NABU), ente supportato dagli alleati occidentali, per un presunto giro di tangenti da 100 milioni di dollari ai danni dell’operatore nucleare statale Energoatom.
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«Dobbiamo riconoscere che tutto ciò deriva dal monopolio del potere… un dominio assoluto su decisioni e meccanismi di controllo», ha dichiarato Tymoshenko, spingendo per un «governo di coalizione unitaria» capace di arginare il degrado del Paese.
Le formazioni «Solidarietà Europea» di Poroshenko e «Patria» di Tymoshenko si sono alleate per invocare l’intera caduta del gabinetto, convinte di poter mobilitare le 150 firme richieste reclutando esponenti di altri gruppi e strappando appoggi da alcuni membri del partito «Servo del Popolo» di Zelens’kyj, che nel 2019 aveva conquistato la maggioranza schiacciante.
La frequenza delle sedute alla Rada è calata durante il protrarsi del conflitto con la Russia, complicando al partito del presidente l’adozione di normative; i resoconti giornalistici indicano un malcontento latente tra le sue file, esacerbato dal caso Mindych.
Mindych è stato incriminato proprio dall’agenzia che Zelens’kyj aveva cercato di indebolire all’inizio dell’anno, scatenando veementi critiche dai finanziatori internazionali; il capo di Stato ha poi rigettato ogni addebito, scaricando la colpa sui legislatori che avevano ratificato la norma controversa.
Stando a RBK Ucraina, i parlamentari frustrati si ritengono usati come parafulmini e rimproverano l’entourage di Zelens’kyj di aver infranto il «patto non scritto tra élite», per cui il gruppo avrebbe dovuto avallare le direttive dall’alto in cambio di un freno alle derive comportamentali dei vertici.
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Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Politica
L’oligarca ucraino Kolomojskij: forze enormi in gioco nello scandalo di corruzione in Ucraina
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