Gender
La Corte UE ordina alla Polonia di riconoscere il matrimonio gay
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito martedì che la Polonia è obbligata a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati in altri Paesi membri, pur se tali unioni sono vietate dalla legge nazionale.
In una sentenza emessa martedì, la CGUE ha condannato Varsavia per aver violato il diritto comunitario nel rifiutare di trascrivere nel registro civile polacco il matrimonio contratto nel 2018 in Germania da due cittadini polacchi. Al rientro in Polonia, le autorità avevano respinto la loro istanza, motivandola con il divieto nazionale sulle unioni omosessuali.
La Polonia, a forte maggioranza cattolica, equipara i matrimoni civili e religiosi, ma esclude le coppie dello stesso sesso nonostante le reiterate sollecitazioni di Bruxelles. La Costituzione polacca, non diversamente da quella italiana, definisce il matrimonio come «unione tra uomo e donna».
La Corte ha ritenuto che tale rifiuto infranga le norme UE sulla libera circolazione e sul rispetto della vita privata e familiare. Concedere la trascrizione alle coppie eterosessuali ma negarla a quelle omosessuali configura discriminazione, si legge nel comunicato. I giudici hanno però precisato che gli Stati membri conservano la competenza esclusiva su autorizzazioni o divieti di nozze same-sex nel proprio ordinamento interno.
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La decisione vincolante è arrivata all’indomani delle critiche del presidente polacco Karol Nawrocki all’UE, accusata di «follia ideologica» e di spingere verso una centralizzazione eccessiva. Nawrocki ha ricordato che l’adesione all’Unione prometteva opportunità economiche e mobilità, non ingerenze nella politica interna o nelle norme familiari.
Eletto a giugno su una piattaforma di valori cattolici e sovranità nazionale rafforzata, Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non apporrà la firma a leggi che minino lo status costituzionale del matrimonio.
Il governo di coalizione europeista del premier Donald Tusk ha depositato nell’ottobre 2024 un disegno di legge per introdurre unioni civili anche per coppie omosessuali, ma i lavori procedono a rilento per le resistenze del partner conservatore, il Partito Popolare Polacco (PSL), che ha espresso dubbi e ostacolato un’intesa definitiva.
Come riportato da Renovatio 21, la strada verso il matrimonio omofilo in Polonia è stata battuta persistentemente negli ultimi anni.
La Polonia è tra i cinque Stati UE che non riconoscono legalmente le relazioni omosessuate, unitamente a Bulgaria, Lituania, Romania e Slovacchia. Nel frattempo, un altro Paese che era dietro la Cortina di ferro sovietica, il Kazakistan, due settimane fa ha votato per vietare la «propaganda LGBT».
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la CGUE aveva stabilito che la Romania doveva accettare la nuova identità di genere di una donna che ha fatto la «transizione» e ora si considera un uomo.
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Immagine di Lan Pham via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Agente di polizia tedesco si identifica come donna per ottenere una promozione
Un poliziotto tedesco di circa trent’anni di Düsseldorf è accusato di tentata frode per aver cambiato legalmente il suo genere da maschile a femminile, presumibilmente con l’intento di ottenere una promozione più rapida. Lo riporta LifeSite.
L’agente, che a maggio ha modificato il suo nome da Peter a Maria, ha sfruttato la nuova legge tedesca sull’autodeterminazione di genere – entrata in vigore a novembre 2024 – per completare la procedura con semplici pratiche burocratiche all’ufficio anagrafe locale. In seguito ha comunicato il cambiamento al dipartimento di polizia, che ha aggiornato i suoi dati personali.
La normativa, approvata per facilitare il cambio di identità legale a persone transgender, intersessuali o non binarie, si basa su un’autodichiarazione senza necessità di certificazioni mediche o valutazioni esterne, suscitando forti critiche per la sua eccessiva permissività. Le associazioni LGBT hanno bollato tali obiezioni come «transfobiche».
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Tuttavia, l’agente della Polizei è ora sospettato di aver adottato l’identità femminile unicamente per accelerare la carriera: il passaggio di genere lo ha fatto balzare di 43 posizioni nella graduatoria per le promozioni, con un potenziale aumento stipendiale tra i 247 e i 472 euro mensili. Secondo l’Irish Times, il datore di lavoro ha sporto denuncia per tentata frode appena sei giorni dopo la transizione.
Le commissioni di reclutamento della polizia di Düsseldorf sono obbligate, in caso di candidate con qualifiche equivalenti, a privilegiare le donne. Gli inquirenti riportano che Peter avrebbe ammesso esplicitamente, in più contesti e con colleghi, di aver cambiato genere per «trarne vantaggio professionale».
L’avvocato del poliziotto, Christoph Arnold, ha reagito con indignazione, definendo le dichiarazioni del suo assistito «ironiche», volte a rimproverare i «colleghi insensibili». Nel frattempo, l’agente è stato promosso da assistente a commissario a pieno titolo. «Nessuno prende una decisione così drastica per un motivo del genere», ha affermato Arnold al quotidiano Kölner Stadt-Anzeiger.
Come riportato da Renovatio 21, in base ad una nuova legge proposta nel 2022 i cittadini della Repubblica Federale Tedesca potranno cambiare legalmente sesso una volta l’anno.
L’Irish Times – che si riferisce all’uomo con pronomi femminili per correttezza – ha tuttavia evidenziato che l’agente aveva confidato ai colleghi l’intenzione di tornare maschile prima del matrimonio con una donna. Attualmente, per la legge tedesca, il poliziotto è considerato «lesbico» e può varcare il confine di genere a piacimento.
«La nuova legge è singolare perché non richiede giustificazioni per il cambiamento», ha osservato l’avvocato. «Dunque, è impossibile configurare una frode». Intanto, l’agente ha sporto controdenuncia contro il dipartimento di polizia per «ostilità verso le persone queer» e discriminazione nei confronti dei transgender.
Il caso di Peter non è isolato: da tempo, maschi criminali sfruttano l’autoidentificazione di genere per ottenere condanne più miti e trasferimenti in prigioni femminili, esponendo popolazioni vulnerabili a prevedibili episodi di violenza sessuale. Una vittima di stupro è stata persino accusata di transfobia per aver denunciato l’accaduto.
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Esempi più grotteschi abbondano: nel 2018, un canadese ha cambiato il suo documento d’identità in femminile per risparmiare oltre 1.000 dollari mensili sull’assicurazione auto, dichiarando: «Sono un uomo al 100%. Legalmente, sono una donna. L’ho fatto solo per un’assicurazione più economica». Un uomo del Michigan, invece, si è infuriato scoprendo che la «transizione» femminile gli avrebbe fatto lievitare il premio di quasi 1.000 dollari al mese.
Come riportato da Renovatio 21, la palma per la transfurbizia era detenuta fino a poco fa dal 64enne cittadino della città svizzera di Lucerna che si è dichiarato donna per incassare la pensione un anno prima. Nel suo cantone le donne possono andare in pensione un anno prima degli uomini, cioè a 64 anni invece che a 65, con pensioni piuttosto alte: dipendentemente da fattori come età e genere, possono variare dai 13 mila ai 24 mila euro.
L’uomo ha quindi investito 75 franchi svizzeri (circa 72 euro) in burocrazia anagrafica, sfruttando una nuova legge svizzera che permette ai cittadini elvetici di cambiare sesso senza dover procurare alle autorità alcuna documentazione medica. In pratica, se ti alzi al mattino e decidi che vuoi essere donna, basta andare all’ufficio pubblico preposto, e sei «ufficialmente» una donna. Così ha fatto il signore – o signora – in questione. Il quale, raggiunti i 66 anni, potrà semplicemente andare all’anagrafe e cambiare di nuovo sesso e continuare magari a godere di una pensione più elevata.
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Immagine d’archivio di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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