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La Corea del Nord svela l’arma dello «tsunami radioattivo»

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La Corea del Nord ha testato una nuova «arma nucleare strategica sottomarina», affermando che la piattaforma può produrre uno «tsunami radioattivo». Lo riporta il sito russo RT.

 

Pyongyang ha affermato di essere stata costretta a rafforzare la sua «deterrenza bellica» nella raffica di esercitazioni militari di Washington e Seoul.

 

Una serie di test sono stati effettuati tra martedì e giovedì di questa settimana dall’esercito nordcoreano e sono stati supervisionati dal leader supremo Kim Jong-un, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa di Stato coreana KCNA.

 

Gli esperimenti avevano lo scopo di confermare la «capacità di attacco letale» della nuova «arma segreta», che è stata soprannominata «Tsunami».

 

«La missione dell’arma strategica nucleare sottomarina è quella di immergersi furtivamente nell’area operativa… e annientare i gruppi di navi nemiche e i principali porti operativi generando uno tsunami radioattivo super potente attraverso esplosioni sottomarine», dice l’agenzia. «Questi mezzi nucleari d’attacco subacquei senza equipaggio possono essere messi in funzione rimorchiandoli verso qualsiasi costa, porto o nave di superficie».

 

Lo sviluppo del sistema d’arma è iniziato nel 2021 ed è già stato sottoposto a circa 50 cicli di test dietro le quinte negli ultimi due anni ed è stato creato per «verificare la superiorità militare e tecnologica dell’esercito aggressore imperialista», ha aggiunto KCNA, riferendosi agli Stati Uniti d’America.

 

Pyongyang ha affermato di trovarsi di fronte a una situazione di sicurezza «pericolosa» a causa di un flusso quasi costante di esercitazioni militari guidate dagli Stati Uniti con la Corea del Sud, che la Corea del Nord ha ripetutamente denunciato come prove per un’invasione. Ha aggiunto che la posizione ostile di Washington ha reso «imperativo per noi dare la priorità al rafforzamento quantitativo della forza nucleare», sottolineando la necessità di una «più forte deterrenza bellica».

 

La Corea del Nord ha effettuato decine di test sulle armi negli ultimi mesi, inclusi diversi lanci di missili balistici intercontinentali (ICBM), come dimostrazione per gli Stati Uniti e i suoi alleati regionali. Mentre i funzionari americani hanno denunciato tali test come provocatori e dannosi per la stabilità nell’Asia-Pacifico, la Corea del Nord ha insistito sul suo diritto di far progredire le sue capacità militari e afferma che il suo arsenale nucleare è solo a scopo difensivo.

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol appena eletto ha fatto sapere di voler iscrivere Seoul come candidato per l’ingresso NATO, con cui la Corea del Sud già collabora nel settore delle armi cibernetiche.

 

Frizioni tra le due Coree si erano registrate quando tre mesi fa un drone di Pyongyang era sconfinato a Sud ed era stato abbattuto da caccia sudcoreani.

 

Nonostante i minacciosi avvertimenti di Washington in merito alle armi della Nord Corea , tuttavia, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha detto mercoledì ai giornalisti che non vi è «alcuna indicazione» che un «effettivo attacco della Corea del Nord sia imminente», suggerendo che Pyongyang non rappresenti una minaccia immediata per gli Stati Uniti o dei suoi partner.

 

Come riportato da Renovatio 21, un anno fa i nordcoreani avevano fatto sapere di aver lanciato un missile balistico da un sottomarino. Nelle stesse settimane, hanno sostenuto di aver testato un missile ipersonico.

 

La tecnologia militare in grado di generare uno tsunami radioattivo era stata mostrata in TV, con tanto di grafica digitale, da Dmitrij Kostantinovic Kiseljov, conduttore televisivo del canale russo Rossija 1.

 

Si trattava dell’illustrazione del drone sottomarino Poseidon, una nuova arma russa che, detonando la sua testata da 100 megatoni in mare, causerebbe uno tsunami alto fino a 500 metri (sic) in grado – spiegava Kiseljov, di sommergere del tutto l’arcipelago britannico, contaminando qualsiasi cosa ne restasse con radiazioni fortissime che rendono impossibile la vita.

 

 

 

Le immagini mostrate, con lo Tsunami radiattivo alto come una montagna che fa sparire l’intero arcipelago (compresa l’incolpevole Irlanda, e con danni a chissà quante altre coste) sono decisamente spaventose. Poseidon è davvero un dio crudele del mare, in grado di sommergere intere Nazioni di umani – un po’ come accadde ad Atlantide…

 

Agli albori del conflitto ucraino, Putin aveva parlato del fatto che la Russia dispone di nuove armi, che nessuno ha: si riferiva per caso al Poseidon?

 

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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

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Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.

 

Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.

 

Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».

 

«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.

 

«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.

 

«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.

 

L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.

 

L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.

 

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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0

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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.   Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.   Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.   Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.

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Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.   Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.   La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».  

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Due bombardieri statunitensi sorvolano di nuovo il Venezuela, scatenando speculazioni su un attacco imminente

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Per la seconda volta in meno di una settimana, l’aeronautica militare statunitense sembra aver condotto un volo di bombardieri vicino alla costa del Venezuela, in una chiara dimostrazione di forza.

 

La notizia segue la conferma, giorni fa, da parte del Comando Sud degli Stati Uniti di una «missione dimostrativa di attacco con bombardieri» nei cieli dei Caraibi meridionali. Secondo i dati di tracciamento dei voli open source, un episodio simile si è verificato nuovamente giovedì.

 

Il Wall Street Journal ha confermato giovedì pomeriggio: «Due B-1 Lancer sono decollati dalla base aerea di Dyess in Texas e hanno volato vicino al Venezuela, rimanendo però nello spazio aereo internazionale», come riferito da un funzionario statunitense e dai dati di tracciamento dei voli.

 

Il Pentagono ha ribadito che, secondo i tracciatori di volo, gli aerei sono rimasti sempre nello spazio aereo internazionale prima di invertire la rotta.

 

In un contesto di crescente presenza militare nei Caraibi, questi nuovi voli di bombardieri hanno alimentato speculazioni, riportate dal WSJ, su una possibile azione militare imminente del presidente Trump contro il governo Maduro.

 

Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno raramente impiegato bombardieri vicino al Sud America, limitandosi di solito a una missione di addestramento annuale programmata. Tuttavia, secondo due funzionari della Difesa, ulteriori missioni con bombardieri potrebbero essere condotte a breve.

 

I voli di giovedì rappresentano un segnale di «serietà e determinazione», ha dichiarato David Deptula, generale in pensione dell’Aeronautica Militare e preside del Mitchell Institute for Aerospace Studies, un think tank aerospaziale. «Si sta mostrando un’impressionante combinazione di capacità: resistenza, carico utile, autonomia e precisione», ha aggiunto.

 

Diversi osservatori dei tracciati di volo hanno rilevato che il sorvolo sembrava configurare una «simulazione di attacco», probabilmente supportata da aerei cisterna per il rifornimento in volo.

 

Riguardo alla possibilità di un’azione militare statunitense contro il Venezuela questa notte, o nelle prossime 24-48 ore, appare altamente improbabile, a causa della presenza nella regione della tempesta tropicale Melissa, che sembra evolvere in un uragano e sta colpendo i Caraibi.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia


 

 

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