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Kiev contro Jared Leto che vuole esibirsi in Russia

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L’attore premio Oscar e cantante rock americano Jared Leto ha insultato l’Ucraina affermando che sperava di esibirsi a Mosca e Kiev in tempo di pace, ha affermato il ministero degli Esteri ucraino.

 

Il frontman della rock band Thirty Seconds to Mars ha fatto un appello ai suoi fan russi durante un concerto tenutosi venerdì nella capitale serba Belgrado, esortandoli ad alzare le mani in aria. Leto ha promesso di far visita ai suoi sostenitori russi nella loro patria, affermando che il gruppo sarebbe andato a San Pietroburgo e Mosca, così come a Kiev, una volta che «tutti questi problemi saranno finiti».

 

«So che stasera abbiamo persone da tutto il mondo qui. Ho pensato di aver sentito un po’ di quell’energia russa. Vi siamo mancati?» ha detto l’artista dopo aver chiesto quante persone tra il pubblico provenissero dalla Russia e aver sentito un forte boato.

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Il ministero degli esteri ucraino non è stato contento dei commenti, affermando in un post su X domenica che il «desiderio di Leto di esibirsi in Russia è un insulto a coloro che sacrificano vite per difendere la libertà». Il ministero ha chiesto «nessuna pacificazione per la Russia» finché Mosca cercherà di «risolvere il “problema” dell’esistenza stessa dell’Ucraina».

 

La band è attualmente in tour per promuovere il suo ultimo album It’s the End of the World but It’s a Beautiful Day. Il Leto ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista nel 2014 per il suo ruolo nella pellicola Dallas Buyers Club (storia sulle cure per l’AIDS in cui il cattivo era, di fatto, Anthony Fauci) e si esibiva in Russia prima dell’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022.

 

All’inizio di quest’anno, le autorità ucraine hanno criticato duramente la rete televisiva statunitense HBO, costringendo l’azienda a escludere l’attore serbo Milos Bikovic dalla pluripremiata serie The White Lotus a causa della sua presunta relazione con il presidente russo Vladimir Putin.

 

Ad agosto, Kiev ha chiesto ai sostenitori occidentali dell’Ucraina di vietare al soprano Anna Netrebko di esibirsi in qualsiasi luogo al di fuori della Russia. L’appello è arrivato dopo che l’Opera di Roma ha annunciato che la cantante avrebbe recitato nella loro produzione della Tosca nel 125° anniversario della prima dell’opera di Giacomo Puccini al Teatro Costanzi.

 

L’anno scorso, Kiev si è scagliata anche contro il co-fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, che aveva criticato l’Occidente per aver fornito armi all’Ucraina in un discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l’anno scorso. Waters ha anche fatto arrabbiare Kiev dicendo che il conflitto tra gli stati confinanti «non era immotivato».

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Nella lista nera di Kiev, come noto, sono finiti anche Al Bano e Toto Cotugno. Il cantante Enzo Ghinazzi in arte Pupo, la cui canzone Gelato al cioccolato è popolarissima nel mondo russofono (probabilmente all’oscuro della teoria sull’origine del testo scritto da Cristiano Malgioglio), poi è visto annullare un’imminente esibizione in Lituania per un concerto tenuto al Cremlino a marzo.

 

Foto visibili in rete mostrano come ad un concerto a Mosca nel 2014 Leto avesse sventolato sul palco il tricolore russo.

 

Immagine di Pavel Marianov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

Il Leto vive in una casa piuttosto particolare: la sua villa era infatti un misterioso studio cinematografico dello Stato americano durante la Guerra Fredda, un luogo al centro di vari enigmi che potrebbero gettare una certa luce sal rapporto tra Hollywood e il potere politico e militare. È stato riportato che, ad esempio, Marylin Monroe avesse un tesserino di ingresso nello studio, ma nessuno sa spiegare perché.

 

Situato nel Laurel Canyon, la struttura è al centro di vaste speculazioni che non riguardano solo il cinema: alcuni sostengono che l’intera controcultura degli anni Sessanta, a partire dalla musica dei Doors, fosse stata concepita e coltivata proprio lì, da parte di figure militari (il padre di Jim Morrison, va ricordato, era un ammiraglio coinvolto nel false flag del Golfo del Tonchino, l’«incidente» che diede origine al coinvolgimento americano in Vietnam) e poi rilasciato nel mondo come un’epidemia.

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Immagine di Pavel Marianov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate

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Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».   Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.   Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.   «Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».

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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.   «Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.    Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.   Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.   Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.  

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Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Arruolamento forzato anche per l’autista ucraino di Angelina Jolie

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La visita a sorpresa della star di Hollywood ed ex ambasciatrice umanitaria ONU Angelina Jolie in Ucraina martedì scorso è stata interrotta dagli agenti della leva obbligatoria, che hanno arrestato un membro del suo entourage e lo hanno arruolato. Lo riporta la stampa locale.

 

L’episodio si è verificato a un posto di blocco militare vicino a Yuzhnoukrainsk, nella regione di Nikolaev, mentre il convoglio di Jolie era diretto verso una zona della regione di Kherson controllata da Kiev.

 

Nonostante avesse segnalato alle autorità di trasportare una «persona importante», un componente del gruppo – identificato in alcuni resoconti come autista, in altri come guardia del corpo – è stato fermato dagli ufficiali di reclutamento.

 

Un video circolato su Telegram mostra la Jolie (il cui vero nome è Angelina Jolie Voight, figlia problematica dell’attore supertrumpiano John Voight) recarsi di persona al centro di leva per tentare di ottenerne il rilascio.

 

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Secondo TASS, avrebbe persino cercato di contattare l’ufficio del presidente ucraino Volodymyro Zelens’kyj. Fonti militari ucraine avevano inizialmente riferito all’emittente locale TSN che la presenza della diva al centro non era legata all’arresto, sostenendo che aveva semplicemente «chiesto di usare il bagno». Le autorità hanno poi precisato che l’uomo, cittadino ucraino nato nel 1992 e ufficiale di riserva senza motivi di esenzione, era trattenuto per verifiche sulla mobilitazione.

 

Alla fine, l’attrice americana ha lasciato il membro dello staff e ha proseguito il viaggio. Gli addetti alla leva di Kiev sono stati aspramente criticati per i video virali che mostrano uomini trascinati nei furgoni, pratica nota come «busificazione».

 

L’indignazione pubblica è cresciuta, con numerose denunce di scontri violenti e persino decessi legati alla mobilitazione forzata. Il mese scorso, il giornalista britannico Jerome Starkey ha riferito che il suo interprete ucraino è stato «arruolato con la forza» a un posto di blocco di routine. «Il tuo amico è andato in guerra. Bang, bang!», avrebbe scherzato un soldato.

 

Anche le modalità di coscrizione ucraine hanno attirato l’attenzione internazionale: a settembre, il ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto ha condannato quella che ha definito «una caccia all’uomo aperta», accusando i governi occidentali di chiudere un occhio.

 

La Jolie aveva già visitato l’Ucraina nell’aprile 2022, poco dopo l’escalation del conflitto, in un periodo in cui numerose celebrità, come gli attori Ben Stiller e Sean Penn, si erano recate nel Paese. Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha sostenuto che le star di Hollywood venivano pagate tramite USAID – il canale USA per finanziare progetti politici all’estero, ormai chiuso – per promuovere narrazioni pro-Kiev.

 

In seguito l’autista, di nome Dmitry Pishikov, ha dato una sua versione dell’accaduto.

 

«A quel posto di blocco mi hanno fermato per qualche motivo, senza spiegazioni, e mi hanno chiesto di seguirli in auto per chiarire alcuni dettagli. Evidentemente con l’inganno», ha dichiarato Pishikov a TSN in un’intervista pubblicata venerdì.

 

È stato portato in un centro di leva locale, dove è stato trattenuto con falsi pretesti, ha aggiunto. «”Dieci minuti, c’è un piccolo dettaglio, ti lasceremo andare non appena avremo chiarito la situazione”, hanno detto. Hanno mentito», ha riferito all’emittente, aggiungendo di essere ancora «un po’ indignato» per le azioni dei funzionari della coscrizione.

 

L’uomo dichiarato a TSN che venerdì si trovava in un centro di addestramento militare e che «verrà addestrato e presterà servizio nell’esercito».

 

Igor Kastyukevich, senatore della regione russa di Kherson – la parte controllata dall’Ucraina visitata da Jolie – ha condannato il viaggio definendolo «un’altra trovata pubblicitaria che sfrutta la fame e la paura». Nessuna visita di star di Hollywood «che usa i soldi dei contribuenti americani ed europei» aiuterà la gente comune, ha dichiarato alla TASS.

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Nuova serie gay sui militari americani: il Pentagono contro Netflix

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Il Pentagono ha accusato Netflix di produrre «spazzatura woke» per una sua nuova serie incentrata su un marine gay. La serie ha debuttato durante la campagna del presidente Donald Trump e del Segretario alla Guerra Pete Hegseth per eliminare la «cultura woke» dall’esercito.   Kingsley Wilson, portavoce del dipartimento della Guerra, ha dichiarato a Entertainment Weekly che il Pentagono non appoggia «l’agenda ideologica» di Netflix. L’esercito americano «non scenderà a compromessi sui nostri standard, a differenza di Netflix, la cui leadership produce e fornisce costantemente spazzatura woke al proprio pubblico e ai bambini», ha detto Kingsley, sottolineando che il Pentagono si concentra sul «ripristino dell’etica del guerriero».   «I nostri standard generali sono elitari, uniformi e neutrali rispetto al sesso, perché al peso di uno zaino o di un essere umano non importa se sei un uomo, una donna, gay o eterosessuale», ha aggiunto la portavoce.   Lo Hegseth ha introdotto nuovi requisiti fisici «di livello maschile» per affrontare situazioni di «vita o morte» in battaglia, affermando: «Gli standard devono essere uniformi, neutri rispetto al genere ed elevati. Altrimenti, non sono standard» criticando approcci alternativi che «fanno uccidere i nostri figli e le nostre figlie». A febbraio, il Segretario alla Guerra ha definito il motto «la diversità è la nostra forza» come il «più stupido» nella storia militare.   Il Pentagono lotta da anni con carenze di reclutamento, registrando nel 2023 un deficit di 15.000 unità, il peggiore dalla fine della leva obbligatoria nel 1973. I repubblicani attribuiscono il problema all’eccessiva enfasi sulla diversità a scapito della preparazione militare, come evidenziato da un rapporto del 2021 che criticava la Marina per aver prioritizzato la «consapevolezza» rispetto alla vittoria in guerra.  

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