Economia
Italia Stasi. Peggio di uno Stato di Polizia
Quello che ha affermato ieri il Ministro Speranza nel salotto televisivo di Fabio Fazio è di una gravità inaudita.
«Io ho proposto che vengano vietate tutte le feste, che in questo possono essere evitate» ha dichiarato il piddino. Il governo italiano, quindi, sembrerebbe estendere il suo potere limitando la libera associazione dei cittadini fin dentro le loro case. Il ricco conduttore TV ha obbiettato che sarà un’impresa difficile da controllare. Il ministro della Salute ha avuto pronta la risposta:
Forse senza nemmeno rendersi conto, Speranza l’ha buttata là: ecco un nuovo paradigma per il Paese, lo spionaggio domestico del vicino
«Quando c’è una norma, questa va rispettata e gli italiani hanno dimostrato di non aver bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo i controlli, ci saranno le segnalazioni».
Così, forse senza nemmeno rendersi conto, Speranza l’ha buttata là: ecco un nuovo paradigma per il Paese, lo spionaggio domestico del vicino, la delazione come sana abitudine del cittadino. Italia-panopticon, una struttura carceraria dove si è potenzialmente spiati in continuazione dai propri simili.
Qualcosa di peggiore di uno Stato di Polizia: oltre al carabiniere, oltre ai poliziotti (con i loro quad, elicotteri e droni, visti in azione la scorsa primavera) ora a mantenere l’Ordine saranno le virtù dei cittadini della democrazia pandemica, arruolati de facto come informatori di Stato contro i possibili untori.
Qualcosa di peggiore di uno Stato di Polizia: oltre al carabiniere, oltre ai poliziotti (con i loro quad , elicotteri e droni, visti in azione la scorsa primavera) ora a mantenere l’Ordine saranno le virtù dei cittadini della democrazia pandemica, arruolati de facto come informatori di Stato contro i possibili untori.
Si tratta chiaramente di una prospettiva totalitaria, ma essa non piove dall’alto: nella bolla di filtraggio degli utenti dei social, progressisti e sostenitori del governo lo vanno dicendo da giorni, unendosi a quelli che dicono che la chiusura della Partite IVA, e il conseguente rafforzamento delle grandi aziende straniere (magari, come FIAT e Amazon) farà bene al Paese. Speranza, per larga parte della tribù penta-piddina, non dice niente di sconvolgente: il biototalitarismo fin dentro le mura di casa mica li spaventa, mica gli fa perdere i soldi, mica gli fa perdere voti – i loro elettori con il loro lockdown hanno percepito tutto lo stipendio restando a casa; il loro polmone economico, le cooperative, hanno lavorato in tranquillità ovviamente aumentando i ricavi.
Il fatto è che l’Europa un totalitarismo simile lo ha già visto nel passato recente. A perfezionare lo spionaggio ad opera di cittadini volontari fu, come noto, il Ministerium für Staatssicherheit, un ente che chiamiamo oggi Stasi. La Germania dell’Est perfezionò lo spionaggio sul proprio stesso popolo come nessun altro regime aveva fatto prima. Si trattò di un programma di ingegneria sociale massivo.
In pratica, i cittadini tedesco-orientali erano chiamati a spiare i loro stessi vicini, denunciando ogni possibile segno – anzi, sintomo – del loro essere ascrivibili alla categoria statale del «Feindlich-negative person», persona ostile-negativa al regime. Se i sintomi di ostilità allo Stato erano troppi, il cittadino poteva venire incarcerato e torturato. Ovviamente, nessuno protestava per timore di finire nei fascicolo della Stasi e quindi in luoghi di morte e tortura. Le azioni della Stasi, secondo la narrativa, erano pienamente giustificata da un’emergenza: il salvataggio della Patria dalla possibile e sempre latente infezione del virus del Capitalismo.
Qualcuno sostiene che la Stasi disponesse tra i cittadini di una rete di informatori che poteva arrivare al 25% (un quarto!) della popolazione totale. Il vicino spiava il vicino, il collega spiava il collega, l’amico spiava l’amico, il marito spiava la moglie, la moglie il marito, i figli genitori, i genitori i figli. Un inferno di sospetto e delazione che distruggeva il tessuto sociale
Qualcuno sostiene che la Stasi disponesse tra i cittadini di una rete di informatori che poteva arrivare al 25% (un quarto!) della popolazione totale. Il vicino spiava il vicino, il collega spiava il collega, l’amico spiava l’amico, il marito spiava la moglie, la moglie il marito, i figli genitori, i genitori i figli. Un inferno di sospetto e delazione che distruggeva il tessuto sociale. Tutti sapevano di non potersi fidare di nessuno. Le piccole libertà permesse dal regime totalitario erano comunque definite e pervase dalla paura di esseri spiati dai propri simili e denunciati allo Stato torturatore. Amare il prossimo tuo, come da comando evangelico, diventa un’attività difficile. Di nessuno ti puoi fidare, di tutti potrai denunciare qualcosa, così da equilibrare il fascicolo che forse hanno aperto su dite.
Secondo una leggenda che ciclicamente torna a galla, Angela Merkel fu informatrice della Stasi, con tanto di nom de guerre, «Erika». Si tratta di uno dei vari misteri sulla vita dell’Angelona, il cui padre, pastore cristiano nella DDR, godeva di paradossali privilegi come avere due auto e potersi muovere tranquillamente tra le due Germanie. Nel 1981 il futuro cancelliere viaggiò anche in Polonia, e al ritorno le trovarono volantini di Solidarnosc: cosa molto bizzarra nel regno del terrore della Stasi, non le fecero nulla.
Non stiamo divagando, se sparliamo della Merkel: perché la sinistra italiana – quelli che i partigiani, quelli che Marzabotto, quelli che etc. – non sarebbe in disaccordo ad affidare direttamente il controllo del Paese all’imperio teutonico, di fatto la cosa già è accaduta (e una mano la diedero le destre) con l’installazione di Mario Monti nel 2011.
L’incredibile filogermanismo piddino è scaturigine di un’assenza totale di idee, prospettiva e fiducia nei suoi stessi uomini – e del fatto che questo vuoto non deve costituire un problema per l’esistenza del Partito-sistema. Ricordo un manifesto in un circolo del PD a Bologna, che celebrava Martin Schulz, eurotedesco il cui unico merito era stato farsi apostrofare come «kapò» da Silvio Berlusconi (Silvio Berlusconi, sì, quello con cui il PD oggi vorrebbe tanto governare). Quello che dice il PD, quando cade in estatica in adorazione della Merkel o di Macron o dell’eurocarneade di turno, è: non ci interessa nemmeno comandare, lasciateci le nostre poltrone, il nostro circuito economico, i posti nelle stanze dei bottoni serie, magari la riserva indiana di voti automatici in Emilia e Toscana. Per il resto, al governo mandiamoci pure lo straniero, a noi non interessa, facciamo un altro lavoro.
Speranza ha parlato di «attività inessenziali» che vanno chiuse. Le «attività inessenziali» sono attività vitali per concretamente tutta la classe media italiana e non solo quella
A loro, sul serio, non importa. Speranza ha parlato di «attività inessenziali» che vanno chiuse. Le «attività inessenziali» sono attività vitali per concretamente tutta la classe media italiana e non solo quella. Ci è difficile non rinnovare il pensiero per cui ciò che sta accadendo si configura come una grande operazione di pulizia etnica di classe, pulizia socioeconomica dove il Partito dell’establishment stermina le Partite IVA, cioè per coloro che, tendenzialmente, mai li hanno votati.
È inconcepibile che il ministro non possa immaginare che quello che lui definisce «inessenziale» è il pane e la vita di milioni di persone. Chiudi un’altra volta i ristoranti, i bar, i negozi, i teatri – «inessenziali», quasi vicino al famoso «deplorable» utilizzato dalla Clinton per descrivere l’elettore di Trump – e milioni di persone saranno alla fame e alla disperazione. È inconcepibile, quasi quanto l’auspicare una società di delazioni tra vicini e conoscenti, una devastazione del tessuto umano della Nazione che pare una ricetta rapida per un futuro di conflitto sociale totale.
Quello che vogliono: un’Italia con negozianti, imprenditori, padroncini alla fame; l’elemosina europea (cioè, tedesca: fatta con i nostri stessi danari) ;un apparato di repressione che dispone delle Forze dell’ordine ma anche delle delazioni della popolazione comune
Viene da pensare che è quello che vogliono: un’Italia con negozianti, imprenditori, padroncini alla fame; l’elemosina europea (cioè, tedesca: fatta con i nostri stessi danari) come unica via logica; e un apparato di polizia che dispone delle Forze dell’ordine ma anche delle delazioni della popolazione comune per reprimere gli eventuali ardori della massa di disperati senza più lavoro e senza nemmeno più la libertà di incontrare chi si vuole. Senza nemmeno più la libertà di vivere senza essere spiati notte e giorno su suggerimento pubblico del Ministro.
Italia Stasi. Signore e signori, sì: è molto peggio di uno Stato di Polizia, è il panopticon pandemico. Il Paese divenuto carcere in cui temere l’autorità repressiva quanto l’infamia del prossimo tuo.
Roberto Dal Bosco
Economia
Amazon abbandona il sistema senza casse nei negozi: si è scoperto che la sua IA era alimentata da 1.000 lavoratori umani
Il colosso dell’e-commerce Amazon starebbe rinunziando alla sua speciale tecnologia «Just Walk Out» che permetteva ai clienti di mettere la spesa nella borsa e lasciare il negozio senza dover fare la fila alla cassa. Lo riporta The Information, testata californiana che si occupa del business della grande tecnologia.
La tecnologia, disponibile solo nella metà dei negozi Amazon Fresh, utilizzava una serie di telecamere e sensori per tracciare ciò con cui gli acquirenti lasciavano il negozio. Tuttavia, secondo quanto si apprende, invece di chiudere il ciclo tecnologico con la pura automazione e l’intelligenza artificiale, l’azienda ha dovuto fare affidamento anche su un esercito di oltre 1.000 lavoratori in India, che fungevano da cassieri a distanza.
Di questo progetto denominato «Just Walk Out» – uno stratagemma di marketing per convincere più clienti a fare acquisti nei suoi negozi, minando attivamente il mercato del lavoro locale – forse non ne sentiremo la mancanza.
Nel 2018 Amazon ha iniziato a lanciare il suo sistema «Just Walk Out», che avrebbe dovuto rivoluzionare l’esperienza di vendita al dettaglio con l’intelligenza artificiale in tutto il mondo. Diverse altre società, tra cui Walmart, hanno seguito l’esempio annunciando negozi simili senza cassiere.
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Tuttavia più di cinque anni dopo, il sistema sembra essere diventato sempre più un peso. Stando sempre a quanto riportato da The Information, la tecnologia era troppo lenta e costosa da implementare, con i cassieri in outsourcing che avrebbero impiegato ore per inviare i dati in modo che i clienti potessero ricevere le loro ricevute.
Oltre a fare affidamento su manodopera a basso costo e in outsourcing e invece di pagare salari equi a livello locale, le critiche hanno anche messo in dubbio la pratica di Amazon di raccogliere una quantità gigantesca di dati sensibili, compreso il comportamento dei clienti in negozio, trasformando una rapida visita al negozio in un incubo per la privacy, scrive Futurism.
L’anno scorso, il gruppo di difesa dei consumatori Surveillance Technology Oversight Project, aveva intentato un’azione legale collettiva contro Amazon, accusando la società di non aver informato i clienti che stava vendendo segretamente dati a Starbucks a scopo di lucro.
Nonostante la spinta aggressiva nel mercato al dettaglio, l’impatto dei negozi di alimentari di Amazon negli Stati Uniti, è ancora notevolmente inferiore a quella dei suoi concorrenti quali Walmart, Costco e Kroger, come sottolinea Gizmodo.
Invece di «Just Walk Out», Amazon ora scommette su scanner e schermi incorporati nel carrello della spesa chiamato «Dash Carts». Resta da vedere se i «Dash Carts» si riveleranno meno invasivi dal punto di vista della privacy dei dati.
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Immagine di Sikander Iqbal via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
FMI e Banca Mondiale si incontrano a Washington «all’ombra della guerra»
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Economia
La Bank of America lancia un allarme sul petrolio a 130 dollari
Una guerra totale tra Israele e Iran potrebbe far salire i prezzi del petrolio di 30-40 dollari al barile, hanno detto ai clienti gli esperti della Bank of America in una nota di ricerca vista dall’emittente statunitense CNBC.
Teheran e Gerusalemme Ovest si scambiano minacce da quando l’Iran ha condotto il suo primo attacco militare diretto contro lo Stato Ebraico lo scorso fine settimana, in rappresaglia per un sospetto attacco aereo israeliano sulla missione diplomatica iraniana in Siria all’inizio di questo mese.
Se le ostilità si trasformassero in un conflitto prolungato che colpisse le infrastrutture energetiche e interrompesse le forniture di greggio iraniano, il prezzo del Brent di riferimento globale potrebbe aumentare «sostanzialmente» a 130 dollari nel secondo trimestre di quest’anno, ha affermato martedì una nota di ricerca della Bank of America, secondo cui CNBC, aggiungendo che il petrolio greggio statunitense potrebbe salire a 123 dollari.
Secondo quanto riferito, lo scenario presuppone che la produzione petrolifera iraniana diminuisca fino a 1,5 milioni di barili al giorno (BPD). Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), l’Iran, membro fondatore dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), produce circa 3,2 milioni di barili di petrolio al giorno.
L’anno scorso Teheran si è classificata come la seconda maggiore fonte di crescita dell’offerta al mondo dopo gli Stati Uniti.
Se un conflitto portasse a sconvolgimenti al di fuori dell’Iran, come ad esempio la perdita del mercato di 2 milioni di barili al giorno o più, i prezzi potrebbero aumentare di 50 dollari al barile, secondo la nota. Il Brent alla fine si attesterà intorno ai 100 dollari nel 2025, mentre il benchmark statunitense West Texas Intermediate (WTI) scenderà a 93 dollari, secondo le previsioni.
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Il prezzo del greggio Brent è salito a oltre 91 dollari al barile all’inizio di questo mese dopo che Teheran ha minacciato ritorsioni contro Israele. Tuttavia, come ha sottolineato il team di economia globale della banca, nei giorni successivi allo sciopero di ritorsione i prezzi del petrolio greggio sono crollati a causa «delle limitate vittime e dei danni» che ha causato.
Gli analisti hanno avvertito che la reazione del mercato «potrebbe non riflettere le implicazioni economiche e geopolitiche a medio termine» del primo attacco militare diretto dell’Iran contro Israele.
Se una guerra fosse limitata alle due nazioni, la Bank of America vedrebbe un impatto minimo sulla crescita economica degli Stati Uniti e sulla politica monetaria della Federal Reserve. Una guerra regionale generale, tuttavia, potrebbe avere un impatto sostanziale sugli Stati Uniti, secondo l’istituzione.
I futures del Brent venivano scambiati a 86,6 dollari al barile alle 11:29 GMT sull’Intercontinental Exchange (ICE). I futures WTI venivano scambiati a 82 dollari al barile a New York, scrive RT.
Come riportato da Renovatio 21, i prezzi del petrolio sono stati scossi anche dagli attacchi ucraini alle infrastrutture petrolifere russe, una politica bellica rivendicata dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba nella richiesta di fornire ulteriori armi a Kiev. La spinta al prezzo del petrolio data dagli attacchi dei droni ucraini su raffinerie russe è stata evidente quattro settimane fa, con il costo dell’oro nero salito a 86 dollari dopo un episodio.
Il petrolio è particolarmente sensibile alle questioni geopolitiche: nelle ultime ore, quando si erano sparse le voci di un imminente attacco iraniano ad Israele, il prezzo del greggio era schizzato sopra i 90 dollari al barile. La tensione nel Golfo di Aden, con gli Houthi che attaccano perfino le petroliere russe, contribuisce al caos sui mercati, con Goldman Sachs che ritiene che i prezzi potrebbero perfino raddoppiare. Dopo i forti aumenti registrati nel terzo trimestre 2023, Fitch Rating ha comunicato che il petrolio potrebbe toccare i 120 dollari.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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