Geopolitica
Israele lancia attacchi aerei per «smilitarizzare» la Siria

Aerei da guerra israeliani hanno condotto attacchi aerei contro obiettivi militari nella Siria meridionale, tra cui aree vicine a Damasco e nella provincia di Deraa, in seguito alla richiesta del premier Beniamino Netanyahu di una completa smilitarizzazione della regione.
Martedì sera, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno colpito diversi «centri di comando» siriani e «siti contenenti armi» nella città di Kiswah, a sud di Damasco, e nella provincia meridionale di Deraa, sostenendo che la presenza di «forze militari e risorse nella parte meridionale della Siria rappresenta una minaccia per i cittadini di Israele».
Il portavoce del ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha confermato che l’aeronautica militare israeliana sta «attaccando duramente la Siria meridionale come parte della nuova politica che abbiamo definito per pacificare la Siria meridionale».
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«Qualsiasi tentativo da parte delle forze del regime siriano e delle organizzazioni terroristiche del paese di insediarsi nella zona di sicurezza nel sud della Siria verrà respinto con il fuoco», ha aggiunto il Katz.
Il gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha preso il potere a Damasco a dicembre dopo oltre un decennio di combattimenti contro il presidente Bashar Assad. L’IDF ha sfruttato l’opportunità per avanzare oltre le sue precedenti posizioni sulle alture del Golan e conquistare lo strategico Monte Hermon.
Netanyahu ha dichiarato domenica che Israele non permetterà a HTS o al nuovo esercito siriano in formazione di «entrare nell’area a Sud di Damasco».
«Pretendiamo la completa smilitarizzazione della Siria meridionale nelle province di Quneitra, Deraa e Suweida dalle forze del nuovo regime», ha affermato il primo ministro israeliano in un discorso ai cadetti militari. «Allo stesso modo, non tollereremo alcuna minaccia alla comunità drusa nella Siria meridionale».
Israele ha ottenuto per la prima volta il controllo delle alture del Golan nel 1967, dopo aver sconfitto Siria ed Egitto nella Guerra dei sei giorni. Damasco non è riuscita a riprendere la regione strategica nel 1973. Lo Stato Ebraico ha annesso ufficialmente il territorio nel 1981, sebbene questa mossa non sia stata riconosciuta a livello internazionale. Una zona cuscinetto tra il territorio controllato da Israele e la Siria è stata a lungo presidiata dalla Forza di osservazione delle Nazioni Unite per il disimpegno (UNDOF).
Mentre HTS prendeva il controllo di Damasco, l’IDF si è spostato nella zona cuscinetto e, in alcuni casi, è avanzato più in profondità nel territorio siriano. Il Netanyahu ha visitato le truppe dell’IDF sul monte Hermon a metà dicembre, definendolo «un momento storico emozionante».
Circa 20.000 coloni ebrei vivono attualmente sulle alture del Golan, che ospitano anche un numero simile di drusi siriani. Circa 30 insediamenti ebraici nella zona sono considerati illegali secondo il diritto internazionale. Washington ha riconosciuto ufficialmente le alture del Golan come sotto la sovranità israeliana nel 2019 sotto il presidente Donald Trump.
Il nuovo governo siriano ha ripetutamente chiesto il ritiro delle truppe israeliane e sollecitato lo spiegamento delle forze ONU nella zona cuscinetto, l’ultima volta martedì, poche ore prima che Israele lanciasse i suoi raid aerei.
l ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva annunciato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) dovevano istituire una «zona di difesa sterile» temporanea nella Siria meridionale per prevenire qualsiasi «minaccia terroristica» dopo la caduta del governo Assad. La Francia e l’ONU hanno condannato l’iniziativa in dichiarazioni separate, definendola entrambe «una violazione» dell’accordo di disimpegno, esortando entrambe Israele a rispettare l’integrità territoriale della Siria.
Mesi fa parlando al canale britannico Channel 4, un portavoce di HTS si è rifiutato condannare apertamente gli attacchi israeliani, limitandosi ad affermare che il gruppo vuole che «tutti» rispettino la sovranità della «nuova Siria».
Come riportato da Renovatio 21, il villaggio druso di Hader, in territorio siriano, sta chiedendo di essere annesso allo Stato di Israele temendo la violenza dei nuovi dominatori sunniti takfiri contro le minoranze.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacchi ucraini causano blackout nella Russia occidentale

🇺🇦🇷🇺 Belgorod reports power outages.
Ukraine struck Belgorod’s emergy infrastructure again. Ukraine is able only to hit Belgorod cause it’s on the border. The retaliation hits all of Ukraine. Not sure why Zelensky forces Russia to turn off the lights … to cry for help? pic.twitter.com/sPsfHYHQME — Lord Bebo (@MyLordBebo) October 5, 2025
Most of Belgorod is still pitch black. Mobile power generators are now being installed across the city to restore electricity. pic.twitter.com/j9haBeeAWL
— NOELREPORTS 🇪🇺 🇺🇦 (@NOELreports) October 6, 2025
🇷🇺 city of Belgorod received an undeniable blackout. pic.twitter.com/jBpzpIhFaI
— JR2 (@JanR210) October 5, 2025
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Geopolitica
Trump a Netanyahu: «sei sempre così fottutamente negativo»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato aspramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la sua reazione alla dichiarazione di Hamas sul piano di pace per Gaza- Lo riporta Axios, citando fonti informate.
Venerdì, il gruppo militante palestinese Hamas ha confermato di aver accettato la proposta statunitense di rilasciare i suoi ostaggi. Sebbene non abbia menzionato l’intenzione di disarmarsi, domenica fonti di Al Arabiya interne al movimento hanno indicato che il gruppo si stava preparando a farlo.
Trump avrebbe contattato Netanyahu venerdì per discutere della decisione di Hamas, considerandola una notizia positiva. Tuttavia, il leader israeliano ha espresso un’opinione diversa, affermando al presidente statunitense che «non c’è nulla da festeggiare e che non significa nulla», secondo quanto riferito ad Axios da un funzionario americano.
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«Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala», avrebbe replicato Trump.
Sabato, i collaboratori di Netanyahu hanno sottolineato che il primo ministro e il presidente degli Stati Uniti erano «totalmente allineati». Tuttavia, il funzionario statunitense ha dichiarato ad Axios che la telefonata di venerdì è stata «controversa» e che Trump era «infastidito».
Il presidente degli Stati Uniti ha esortato Israele a cessare gli attacchi a Gaza, proponendo che Hamas rilasci tutti gli ostaggi rimanenti entro 72 ore dalla sospensione delle operazioni militari israeliane e dal ritiro delle truppe «secondo la linea concordata».
Sono partiti intanto i colloqui al Cairo tra le parti in conflitto.
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Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Come riportato da Renovatio 21, un livello grottesco del rapporto tra Netanyahu e Trump è stato raggiunto a febbraio quando il primo ha fatto dono a quest’ultimo di un cercapersone come quelli fatti esplodere in Libano. Più che un dono diplomatico, a qualcuno può essere sembrata una minaccia vera e propria.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump. Prima dell’insediamento l’inviato di Trump Steve Witkoff, in Israele per chiedere la tregua, aveva avuto con Netanyahu un incontro riportato come «molto teso».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
L’ex capo NATO afferma che Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti

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