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Persecuzioni

India, gravi scontri tra gruppi etnici, in fiamme 15 chiese

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

I Meitei – che sono maggioranza – citando l’immigrazione dal Myanmar e dal Bangladesh, chiedono di poter accedere ai benefici riservati ai gruppi svantaggiati. Le tribù delle colline hanno risposto con una manifestazione di protesta sfociata in gravi scontri. Voci non confermate di vittime; il governo locale ha imposto il coprifuoco e bloccato internet. Il vescovo di Miao ad AsiaNews: «I tribali, in gran parte cristiani, temono di vedersi spogliati delle proprie terre».

 

 

Pesanti disordini sono scoppiati nelle ultime ore nello Stato nord-orientale di Manipur: una manifestazione nel distretto di Churachandpur ha fatto da miccia alle tensioni tra la comunità etnica dei Meitei (in maggioranza indù e musulmani) che abitano nelle pianure e i gruppi tribali Naga e Kuki/Zo (in gran parte cristiani) che hanno i loro villaggi sulle colline.

 

Oggetto del contendere la richiesta avanzata dai Meitei – che sono numericamente oltre il 50% della popolazione – di essere incluse nelle categorie delle Scheduled Tribes, i gruppi svantaggiati a cui la legge indiana garantisce alcuni benefici nelle quote degli impieghi pubblici, nella rappresentanza politica e nei diritti sulle terre.

 

L’Alta Corte di Manipur il 19 aprile scorso ha invitato il governo locale ad accogliere l’istanza, suscitando il malcontento degli altri gruppi. Di qui la manifestazione promossa dall’All Tribal Student Union Manipur nell’area di Torbung, nel distretto di Churachandpur, a cui hanno aderito migliaia di rappresentanti dei gruppi non Meitei.

 

Lo scoppio di alcuni scontri ha portato al dilagare delle violenze in tutta la valle di Imphal: si parla di vittime, ma la circostanza non è ancora stata confermata dalle autorità. Tra i luoghi presi di mira anche le chiese: ben 15 sono state attaccate nella zona nelle ultime ore.

 

Il vescovo cattolico di Miao, mons. George Pallipparambil, ha dichiarato ad AsiaNews: «questa è una lotta tra i tribali, che sono al 90% cristiani, e i Meitei, che sono al 90% indù e musulmani. I Meitei vogliono essere inclusi nella categoria delle Scheduled Tribes che consentirebbe loro di ottenere tutti i benefici, compresa la terra. I tribali vivono in zone collinari e ci sono molte chiese di diverse confessioni che punteggiano la regione: per questo le chiese sono coinvolte in questa situazione e vengono incendiate».

 

Nel clima di forte tensione anche cinque gesuiti che viaggiavano su una jeep insieme a uno studente sono stati bloccati da una folla mentre rientravano nella loro casa a Moirang. Un gruppo di persone – visibilmente ubriache – ha dato alle fiamme la vettura, mentre i religiosi fuggivano nei campi. Ma altri, resisi conto di aver attaccato un gruppo di sacerdoti, si sono scusati e li hanno portati in una casa vicina. Nel trambusto uno dei gesuiti, padre Stephen Naulak, ha comunque riportato ferite alla fronte ed è stato portato in ospedale.

 

Per porre un argine alle violenze il governo locale ha imposto il coprifuoco nella maggior parte dei 16 distretti fino a nuovi ordini e ha sospeso i servizi mobili della rete internet per cinque giorni.

 

Lo Scheduled Tribe Demand Committee Manipur (STDCM), che sta guidando il movimento per l’inclusione dei Meitei nella categoria delle Scheduled Tribes, ha dichiarato che la richiesta non è stata avanzata solo per la riserva di posti di lavoro, istituzioni educative e sgravi fiscali, ma «più che altro per proteggere la nostra terra ancestrale, la nostra cultura e la nostra identità», che a loro avviso sarebbe «minacciata dall’immigrazione illegale dal Myanmar, dal Bangladesh e da persone provenienti da fuori dallo Stato».

 

Gli altri gruppi però accusano i Meitei di prendere questa situazione come pretesto per spogliare le tribù delle colline dalle loro terre secolari.

 

 

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Immagine da AsiaNews.

 

 

 

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Persecuzioni

L’arcivescovo Cordileone: 48 donne cristiane sono state «giustiziate» in Siria a Pentecoste

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L’arcivescovo Salvatore Cordileone ha affermato che 48 donne cristiane sono state giustiziate in Siria durante la Pentecoste, secondo una fonte da lui citata.

 

Il 10 giugno, l’arcivescovo di San Francisco ha scritto su X: «Mi è giunta una notizia che non posso confermare personalmente, ma che proviene da una fonte di cui mi fido: alle 4 del mattino di Pentecoste, 48 donne cristiane sono state giustiziate in un sobborgo di Damasco. Che il Signore le riporti a casa. Che il loro sangue sia il seme della Chiesa. Che la comunità internazionale per i diritti umani si sollevi per protestare contro queste uccisioni».

 

Cordileone, recentemente nominato dal presidente Trump consigliere in un board sulla libertà religiosa, ha tuttavia cancellato il post poco dopo, pubblicando una sorta di rettifica.

 

«Non sono stato in grado di confermare le esecuzioni avvenute la domenica di Pentecoste. Potrebbe non essere vero, ma i cristiani in Siria si trovano davvero in una situazione disperata. (Ecco alcune informazioni utili fornite dall’arcivescovo Jacques Mourad in un’intervista del 2 giugno)».

 


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Dopo la caduta del regime di Assad e la presa del potere del paese da parte del leader islamista al-Jolani, la Siria si è trasformata da una dittatura che in genere garantiva la libertà religiosa in uno stato islamico che perseguita alawiti e cristiani.

 

Come riportato da Renovatio 21, omicidi, massacri, profanazioni, persecuzioni sono oramai materia comune nella nuova Siria. Testimonianze indicano che i cristiani siriani, che non sono pochi, dovranno ora seguire la sharia, la legge islamica che sarà inflitta dal regime islamista a tutta la popolazione.

 

Il mese scorso il nuovo pontefice Leone XIV ha esortato i cristiani mediorientali di «restare nelle loro terre natali». Non è chiaro però chi o cosa potrà proteggerli.

 

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò a marzo ha dichiarato che «dagli USA deve partire l’azione per porre fine alle persecuzioni in Siria».

 

«Non possiamo rimanere in silenzio né inerti dinanzi al martirio dei nostri fratelli Cristiani» ha scritto Viganò. «Quelle scene di violenza disumana e crudeltà che vediamo accadere in terre remote potrebbero domani replicarsi nelle nostre Nazioni, che il tradimento di governanti corrotti ha fatto invadere da orde di fanatici maomettani in età militare, per imporre all’Europa la sostituzione etnica e la cancellazione definitiva della Civiltà cristiana».

 

«Esorto i Cattolici, in questi giorni della Santa Quaresima, a pregare, a digiunare e a fare penitenza per impetrare al Cielo protezione sui fedeli perseguitati e martirizzati in Siria, a Gaza e in molte altre parti del mondo» scriveva l’arcivescovo nei giorni prima della Pasqua. «Possa il loro esempio di eroica fermezza nella professione della vera Fede animare, prima che sia troppo tardi, un risveglio delle coscienze dei Cristiani e un ritorno a Dio, dal quale dipende la pace, la concordia e prosperità dei popoli».

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Serie Apple TV raffigura la profanazione della Santa Eucaristia, e si prende gioco della Presenza Reale

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Un recente episodio di una popolare serie di Apple TV+ presentava una scena sacrilega che prendeva in giro la presenza reale nell’Eucarestia, fondamento della religione cattolica.   Scene tratte dall’episodio 6 della prima stagione della serie acclamata dalla critica Your Friends and Neighbors mostrano due personaggi che irrompono in una chiesa cattolica. Il personaggio maschile interpretato da Jon Hamm (attore noto per la fortunata serie Mad Men) irrompe nel santuario e rimuove le sacre Ostie dal tabernacolo, per poi consumarle come spuntino.   «Andrai all’inferno» dice la donna tentando di resistere all’iniziativa. «Sì» risponde lui. «Dimmi qualcosa che non so».   In un’altra scena blasfema, il personaggio maschile distribuisce beffardamente l’Eucaristia alla donna sulla lingua e dice «ti assolvo» mentre fa il segno della croce su di lei come un sacerdote.   In una successiva scena aberrante, il personaggio di Hamm posa il ciborio, che conteneva ancora le ostie per la Comunione, a terra come se fosse spazzatura, mentre i personaggi iniziano ad avere rapporti sessuali tra i banchi prima di essere interrotti da un prete che entra in chiesa imprecando.    

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«Il programma di Apple TV Your Friends & Neighbors era interessante fino a quando non hanno fatto irruzione in una chiesa cattolica, hanno tirato fuori Gesù dal tabernacolo e hanno mangiato l’Eucaristia con la marmellata. Jon Hamm è stato cresciuto cattolico e sapeva bene che questa era una profanazione», ha scritto un’utente di X.   La presa in giro della vera presenza di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento è diventata comune nella cultura pop. Una recente apparente presa in giro del sacramento è stato un video del 2024 che vedeva la governatrice democratica del Michigan Gretchen Whitmer e la regista e influencer pro-aborto Liz Plank in cui la governatrice dava una patatina Doritos a Plank, apparentemente prendendo in giro la distribuzione della Santa Comunione.   Come riportato da Renovatio 21, in Italia abbiamo avuto la medesima scena in uno spot dell’anno passato, poi ritirato, in cui una marca di patatine mostrava l’Eucarestia sostituita con il loro prodotto.   Non si tratta comunque della prima volta che il grande colosso di streaming si scaglia contro Cristo: è ancora vivido il ricordo della serie House of Cards – il telefilm che aiutò il lancio di Netflix, complice l’aver per protagonista il bravissimo ma molto controverso attore Kevin Spacey – dove il personaggio principale sputava sul crocefisso e quando questo cadeva a terra andando in mille pezzi, forse per intervento soprannaturale, questo ne raccoglieva un coccio per fare una battuta ulteriore di spregio della divinità.     Immagine screenshot da YouTube

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«Cattolici tradizionalisti radicali»: la sorveglianza dell’FBI era più diffusa di quanto precedentemente riportato

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La sorveglianza sui cattolici tradizionalisti negli USA da parte dell’FBI era molto più estesa di quanto precedentemente riconosciuto. Lo riporta il Washington Times, che cita nuovi documenti ottenuti dal senatore repubblicano dell’Iowa Chuck Grassley.

 

I documenti contraddicono la testimonianza giurata dell’allora direttore dell’FBI Christopher Wray, che nel 2023 descrisse il famigerato promemoria di Richmond contro i «cattolici tradizionalisti radicali» come un caso isolato. In realtà, fu inviato a oltre 1.000 dipendenti e coordinato con almeno quattro uffici locali.

 

Il promemoria del gennaio 2023, che citava il Southern Poverty Law Center (una sorta di ONG che censisce praticamente ogni possibile voce conservatrice come hate speech) e accusava i cattolici tradizionali di supremazia bianca e «retorica violenta», suscitò una reazione nazionale quando fu divulgato il mese successivo. Wray si dichiarò «sgomento» e disse di averne ordinato l’immediata rimozione.

 

Tuttavia i documenti appena pubblicati mostrano che il promemoria ha ricevuto un «riscontro positivo» all’interno dell’ufficio. Non sono state sollevate obiezioni e gli uffici dell’FBI di Buffalo, Louisville, Portland e Milwaukee hanno collaborato alla sua stesura e al suo follow-up. Un’e-mail interna segnalava la presenza di due gruppi cattolici – etichettati come «gruppi d’odio» dall’SPLC – all’interno della giurisdizione dell’ufficio di Buffalo.

 

Il team del Grassley ha trovato anche altri 13 documenti dell’FBI e cinque allegati in cui veniva utilizzato il termine «cattolico tradizionalista radicale».

 

Ancora più significativo è il fatto che il senatore abbia scoperto una seconda bozza, più ampia e destinata alla piena distribuzione presso l’ufficio, che ometteva le citazioni dell’SPLC ma manteneva affermazioni che collegavano il cattolicesimo tradizionale a «estremismo violento motivato da razzismo ed etnia», ritenuto destinato a crescere. Questo Strategic Perspective Executive Analytic Report (SPEAR) contraddice direttamente l’affermazione di Wray secondo cui esisteva un solo «prodotto».

 

Grassley aveva condannato la bozza perché ribadiva il «legame infondato» tra fede cattolica e violenza. Rivelò inoltre che l’allora vicedirettore Paul Abbate ordinò la cancellazione definitiva del promemoria e dei relativi documenti. Un altro funzionario ordinò la rimozione di un elenco che mostrava chi aveva avuto accesso al documento.

 

Grassley ha chiesto al nuovo direttore dell’FBI Kash Patel di identificare chi ha effettuato le cancellazioni, spiegarne le motivazioni, valutare se la supervisione sia stata ostacolata e recuperare i file mancanti.

 

Le rivelazioni sottolineano le preoccupazioni di lunga data circa i pregiudizi politici all’interno delle forze dell’ordine federali e sollevano urgenti interrogativi su chi il governo consideri una minaccia, scrive LifeSite.

 

Il termine «tradizionalista radicale» può sembrare ad alcuni un’innocua retorica, ma evidentemente alimenta la sorveglianza e il sospetto verso gli innocenti. Il Catechismo cattolico mette in guardia contro coloro che «fomentano astutamente divisioni e fomentano litigi», come un grave peccato contro l’ottavo comandamento.

 

Come riportato da Renovatio 21, già due anni fa era emerso che il piano FBI di spiare i cattolici tradizionalisti era concreto: lo fece emergere il senatore dell’Ohiao Jim Jordan, residente della commissione giudiziaria della Camera USA.

 

Come ha scritto Renovatio 21la persecuzione contro i frequentatori della Messa antica non è priva di senso, anzi. Non si tratta di una prepotenza orwelliana che nasce dal nulla. No: va a toccare proprio coloro che non si piegano alla follia patente e assassina del mondo moderno e del signore del mondo, e nemmeno alla gerarchia cattolica che oramai che ora sembra portarne avanti l’agenda di morte e distruzione.

 

Attaccano ciò che è rimasto irriducibile nonostante lo schianto della menzogna (pandemica, politica, geopolitica, sessualereligiosasportiva) e delle sue censure oramai imperanti ovunque, proposte perfino sui sistemi di messaggistica privati.

 

I fedeli della Santa Messa sono sopravvissuti a qualsiasi cosa, a guerre e persecuzioni, perfino alla catastrofe della chiesa romana, infiltrata dal male nel mondo più scioccante. Hanno resistito perfino ad un papato malvagio, che propala Sodoma, il mondialismo, il paganesimo più infame e negromantico, le élite ultramiliardarie, la volgarità, la crudeltà, la menzogna, e il battesimo di Satana.

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