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Reazioni avverse

Il vaccino COVID ha causato condizioni cardiache fatali in alcune persone: studio sulle autopsie

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Un nuovo studio ha identificato la miocardite post-vaccinazione in un sottogruppo di persone che sono morte «inaspettatamente» a casa entro 20 giorni dalla ricezione di un vaccino COVID-19. Lo riporta la testata americana Epoch Times.

 

Lo studio è stato pubblicato da Clinical Research in Cardiology il 27 novembre. I ricercatori lavorano tutti per l’ospedale universitario di Heidelberg, in Germania, e. sono stati finanziati dalle autorità tedesche.

 

I ricercatori hanno analizzato le autopsie che erano state eseguite sulle persone e hanno condotto ulteriori ricerche, incluso lo studio di campioni di tessuto. Hanno iniziato con un gruppo di 35 persone, ma ne hanno escluse 10 da ulteriori analisi perché sono state identificate altre cause di morte.

 

Dei restanti 25 casi studiati, i ricercatori hanno identificato prove di miocardite in cinque.

 

Tutte e cinque le persone hanno ricevuto un vaccino mRNA entro sette giorni dalla morte, con una media di 2,5 giorni.

 

L’età media era di 58 anni. Nessuna delle persone aveva l’infezione da COVID-19 prima di essere vaccinata e i tamponi nasali sono risultati negativi.

 

I risultati dell’autopsia combinati con la mancanza di prove di altre cause di morte e il modo in cui la vaccinazione è avvenuta poco prima della morte hanno permesso ai ricercatori di affermare che per tre dei casi la vaccinazione era la «probabile causa» della miocardite e che la condizione cardiaca «era la causa della morte improvvisa».

 

In uno degli altri casi, si è ritenuto che la miocardite fosse la causa della morte, ma i ricercatori hanno rilevato un virus dell’herpes, una spiegazione alternativa per l’incidenza dell’infiammazione cardiaca.

 

Il caso rimanente non includeva una spiegazione alternativa per la miocardite, ma i ricercatori hanno affermato che l’impatto dell’infiammazione era «discreto e osservato principalmente nel grasso pericardico».

 

Ad ogni modo, gli scienziati hanno classificato i due casi come possibilmente causati dalla vaccinazione.

 

«In generale, un nesso causale tra miocardite e vaccinazione anti-SARS-CoV-2 è supportato da diverse considerazioni», hanno affermato i ricercatori, inclusa la «stretta relazione temporale con la vaccinazione»; «l’assenza di qualsiasi altra significativa cardiopatia preesistente»; e il test negativo per eventuali «agenti infettivi che causano miocardite».

 

Lo studio ha la limitazione della dimensione assai ridotta della coorte.

 

Prima della ricerca tedesca, altri ricercatori in tutto il mondo avevano riportato risultati di autopsie di persone morte improvvisamente dopo la vaccinazione.

 

Come ricorda Epoch Times, nel 2021, i ricercatori statunitensi hanno riferito che due adulti hanno sviluppato miocardite entro due settimane dalla vaccinazione COVID-19 e non sono stati in grado di trovare cause diverse dalla vaccinazione.

 

Nel 2021, i ricercatori della Corea del Sud hanno riferito che dopo aver esaminato la morte di un uomo di 22 anni morto cinque giorni dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer, hanno determinato che la causa principale era «miocardite, causalmente associata» al vaccino.

 

A gennaio, i ricercatori neozelandesi hanno riferito che il vaccino Pfizer era probabilmente responsabile della miocardite improvvisa che ha portato alla morte di una donna di 57 anni, scrivendo che «altre cause sono state scontate con ragionevole certezza».

 

A febbraio, i ricercatori di diversi stati degli Stati Uniti hanno riferito che due adolescenti morti poco dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer hanno avuto un’infiammazione cardiaca e che l’infiammazione è stata la principale causa di morte. A maggio, i ricercatori del CDC hanno riferito che un ragazzo è morto dopo aver sperimentato un’infiammazione cardiaca post-vaccinazione, con la miocardite fissata come causa della morte.

 

A settembre, un ricercatore tedesco ha riferito che un 55enne morto quattro mesi dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer è morto di miocardite e ha affermato che «questi risultati indicano che la miocardite, così come gli eventi tromboembolici successivi all’iniezione del gene che induce il picco, a base di vaccini, sono causalmente associati a una risposta immunologica dannosa all’agente codificato».

 

E proprio di recente, i ricercatori giapponesi hanno riportato i risultati di un uomo di 27 anni morto 28 giorni dopo il ricovero in seguito alla vaccinazione.

 

Come riportato da Renovatio 21, in un recente pubblicato dalla Vaccine Safety Research Foundation sia il dottore texano Peter McCullough che il cardiologo britannico Dr. Aseem Malhotra dichiarano che «fino a prova contraria» si deve presumere che i vaccino sperimentali COVID siano responsabili del massiccio aumento delle morti improvvise in eccesso nei giovani.

 

 

 

 

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Big Pharma

Il CEO di Moderna «grigliato» dalla commissione del Senato USA

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Il CEO di Moderna Stephane Bancel è stato interrogato dal senatore del Kentucky Rand Paul durante un’audizione del Comitato del Senato sugli aumenti dei prezzi del vaccino COVID- 19.

 

Lo scambio, come sempre nei casi delle audizioni pubbliche, è stato ripreso dalle telecamere. In rete ora circolano molte clip delle domande di Paul al Bancel.

 

«C’è un maggiore interesse o una maggiore incidenza di miocardite tra i maschi adolescenti dai 16 ai 24 anni dopo aver assunto il vaccino?» chiede il senatore Paul al Bancel.

 

«In primo luogo, lasciami dire che ci preoccupiamo profondamente della sicurezza e stiamo lavorando a stretto contatto con il CDC e la FDA» Bancel cerca di rispondere.

 

«Più o meno un sì o un no», interrompe Rand Paul ribadendo la domanda. «C’è una maggiore incidenza di miocardite tra i ragazzi dai 16 ai 24 anni dopo aver fatto il vostro vaccino?»

 

«I dati che ho mostrato… in realtà, che ho visto, mi dispiace, dal CDC, in realtà hanno dimostrato che c’è meno miocardite per le persone che ricevono il vaccino rispetto a chi riceve l’infezione da COVID» risponde Bancel.

 

«Stai dicendo che per i maschi di età compresa tra 16 e 24 anni che assumono il vaccino COVID, il loro rischio di miocardite è inferiore rispetto alle persone che contraggono la malattia?» chiede ancora il senatore.

 

«Questo è quello che ho capito, senatore», ha confermato il capo di Moderna.

 

«Questo non è vero», ribatte Paul. «E vorrei inserire nel verbale sei articoli sottoposti a revisione paritaria dal Journal of Vaccine, dagli Annals of Medicine che dicono l’esatto contrario di quello che dice lei».

 

«Ho parlato con il suo presidente proprio la scorsa settimana e ha prontamente riconosciuto, in privato, che sì, c’è un aumento del rischio di miocardite. Il fatto che non si possa dirlo in pubblico è abbastanza inquietante», ha detto il senatore Paul all’amministratore delegato di Moderna.

 

«Pensa che sia scientificamente corretto imporre tre vaccini per i ragazzi adolescenti?» continua ad incalzare il Paul.

 

«Spetta ai leader della sanità pubblica decidere» rimbalza il Bancel.

«Ma lo ha affermato più volte. È stato intervistato e ha sostenuto l’efficacia e la sicurezza delle dosi aggiuntive/booster. Sa quando la miocardite è più ricorrente tra questi ragazzi adolescenti? Dopo la seconda dose. Quando ho parlato con il Suo presidente, ha riconosciuto che forse dovrebbe esserci una discussione pubblica sull’argomento. Se il 90% delle miocarditi arriva dopo la seconda dose, perché non discutiamo razionalmente di una di esse? Marty McCarry, un medico della Johns Hopkins, ha detto esattamente la stessa cosa».

 

Ad un certo punto Paul ha chiesto se l’amministratore delegato di Moderna avesse vaccinato i suoi figli.

 

«Lei ha bambini. Ha vaccinato i suoi figli?» chiede il senatore del Kentucky, che è medico oftalmologo.

 

«Sì», risponde Bancel.

 

«Quante volte?» chiede il senatore.

 

«3 o 4 volte», risponde il francese.

 

«3 o 4 volte…» ripete il senatore ridacchiando, forse divertito dal fatto che il padre, a capo di una delle più grandi aziende di vaccini al mondo, non ricordi il numero preciso delle vaccinazioni.

 

L’udienza ha riguardato anche il tema di un pagamento di 400 milioni di dollari che Moderna ha fatto al National Institutes of Health (NIH). «Crede che questo possa configurare un conflitto di interessi per i dipendenti del governo che ora stanno facendo soldi con il vaccino dettando anche la politica su quante volte dovremo ricevere il suo vaccino?».

 

Bancel risponde che la somma è stata pagata a fronte di un «un vecchio brevetto che avevano sviluppato, non correlato a COVID, ma utile allo sviluppo di un vaccino COVID per aiutare tutto il loro lavoro» e che «spetta al governo decidere» se si tratti di un conflitto di interessi.

 

Nella feroce audizione condotta da Paul sembra non esserci traccia di una notizia che ad alcuni può sembrare al limite del grottesco: ha annunciato la prima fase della sperimentazione umana per un vaccino mRNA per il trattamento di coloro che hanno sofferto di attacchi di cuore.

 

 

Moderna a fine estate ha fatto causa a Pfizer per violazione di brevetto. La società era già in una lotta con il governo USA per il brevetto del vaccino mRNA. Parallelamente, esisterebbe un contratto stipulato dall’ente per le malattie infettive NIAID (quello diretto sino a poco fa da Anthony Fauci) che avrebbe obbligato il Pentagono ad acquistare 500 mila dosi del vaccino, per un totale di 9 miliardi di dollari.

 

Due mesi fa è emerso che l’azienda, che come noto prima del COVID mai aveva venduto un prodotto, sta costruendo la prima fabbrica di mRNA al mondo a Melbourne, in Australia.

 

Come raccontato da Renovatio 21, il Bancel ha una storia speciale, con una gargantuesca coincidenza cosmica nel suo percorso professionale. Prima di Moderna, Stéphane Bancel fu CEO della società francese BioMérieux, posseduta da Alain Merieux, considerato amico personale di Xi Jinping, che visitò il laboratorio BSLM4 di BioMerieux a Lione nel 2014. Secondo quanto appreso, i cinesi avrebbero contattato i francesi per la costruzione del laboratorio di Wuhan, il primo BSL4 del Paese, nel 2004: si, stiamo parlando proprio di lui, il biolaboratorio del pipistrello cinese.

 

Il finanziere francese Patrick Degorce, fondatore di hedge fund e mentore dell’attuale primo ministro britannico Rishi Sunak, fu nel 2011 uno dei primi investitori in quella piccola azienda farmaceutica chiamata Moderna (cioè «Mode» «RNA»), che all’epoca aveva circa dieci dipendenti e un modo di operare molto discreto.

 

La carriera del Bancel è quindi segnata dal coronavirus: prima nella società che aiuterà i cinesi a costruire il laboratorio di Wuhano, poi nel Massachusetts a inizio anni ’10 nella società che per il virus di Wuhano, in teoria, dovrebbe aver trovato il vaccino. I risultati di questa prestigiosa carriera sono quanto mai proficui. Secondo la rivista Forbes, disponendo dell’8% delle azioni di Moderna (che, ripetiamo, prima del COVID non aveva mai portato sul mercato un prodotto), Bancel è ora tecnicamente un billionaire, un miliardario. Secondo Business Insider, il fortunato francese ha dichiarato che darà via la maggior parte della sua fortuna, stimata in 4,1 miliardi di dollari.

 

Come riportato da Renovatio 21, Moderna e Merck sarebbero vicine alla fase 3 per un vaccino per il cancro alla pelle. Un anno fa è stato invece detto che la società aveva iniziato la sperimentazione umana per un vaccino mRNA per l’AIDS. Due mesi fa è stato annunciato lo sviluppo di un vaccino combinato mRNA COVID-Omicron e influenza; il Bancel ha dichiarato ai media che il vaccino mRNA COVID di fatto diventerà come un’antinfluenzale, con alcuni gruppi di individui vulnerabili che dovranno farlo ciclicamente.

 

Al World Economic Forum di Davos l’anno passato il Bancel lamentò che «nessuno più vuole» i vaccini, per cui era pronto a gettare «30 milioni di dosi nella spazzatura».

 

 

 

 

 

Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)

 

 

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Epidemie

7 bambini paralizzati dal virus della poliomielite derivato dal nuovo vaccino antipolio finanziato da Gates

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

 

Sette bambini sono rimasti paralizzati dalla poliomielite derivata dal vaccino legata al nuovo vaccino antipolio nOPV2 sviluppato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, secondo i funzionari sanitari della Repubblica Democratica del Congo e del Burundi e della Global Polio Eradication Initiative (GPEI), che giovedì ha annunciato la notizia.

 

 

 

Sette bambini sono rimasti paralizzati dalla poliomielite derivata dal vaccino legata al nuovo vaccino antipolio nOPV2 sviluppato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, secondo i funzionari sanitari della Repubblica Democratica del Congo e del Burundi e della Global Polio Eradication Initiative (GPEI), che giovedì ha annunciato la notizia.

 

La Bill & Melinda Gates Foundation, partner della GPEI, ha finanziato lo sviluppo e le sperimentazioni cliniche del vaccino nOPV2.

 

Il Burundi ha dichiarato un’emergenza nazionale dopo aver confermato otto casi di virus e cinque campioni provenienti dalla sorveglianza ambientale delle acque reflue, ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in una nota.

 

Il Paese prevede di attuare una campagna di vaccinazione contro la poliomielite nelle prossime settimane, con l’obiettivo di vaccinare contro il virus tutti i bambini idonei, di età compresa tra 0 e 7 anni.

 

Le autorità sanitarie del Burundi prevedono inoltre di collaborare con l’OMS e la GPEI per effettuare valutazioni del rischio per determinare l’entità dell’epidemia del virus derivato dal vaccino.

 

E stanno aumentando la sorveglianza della poliomielite, con i dipendenti dell’OMS che raccolgono ulteriori campioni d’acqua e forse aprono nuovi siti di sorveglianza ambientale.

 

«Siamo delusi», ha affermato la dottoressa Ananda Bandyopadhyay, vicedirettore per la tecnologia, la ricerca e l’analisi del team polio della Fondazione Gates. «Qualsiasi focolaio del genere è deludente», ha affermato, secondo un rapporto di Stat News.

 

I focolai di poliomielite derivati ​​dal vaccino non sono una sorpresa con il vaccino nOPV2, ha affermato GPEI. «Sebbene il rilevamento di questi focolai sia una tragedia per le famiglie e le comunità colpite, non è inaspettato con un uso più ampio del vaccino», si legge sul suo sito web.

 

I vaccini orali, somministrati in gran parte dell’Africa, del Medio Oriente e di parti dell’Asia, contengono una forma viva ma indebolita del virus della poliomielite modificata per ridurre al minimo la sua capacità di paralizzare.

 

I bambini vaccinati con i vaccini orali vivi rilasciano il virus nelle loro feci, che alla fine finisce nelle acque reflue delle acque reflue. Soprattutto nei luoghi in cui i servizi igienico-sanitari sono scarsi, il virus può passare da bambino a bambino, il che, ha affermato GPEI, è in realtà il punto.

 

I virus possono passare da persona a persona e «in realtà aiutano a proteggere la comunità», si legge sul suo sito web.

 

Tuttavia, poiché continua a circolare nel corso di 12-18 mesi, il virus attenuato nei ceppi vivi del vaccino orale può tornare alla virulenza, circolare, infettare e paralizzare «in luoghi con bassi tassi di immunizzazione».

 

Questi virus sono chiamati poliovirus circolanti di derivazione vaccinale o cVDPV.

 

L’Afghanistan e il Pakistan riportano ora più casi di paralisi da poliomielite derivata da vaccino che da virus selvaggio, e ci sono stati diversi focolai di infezioni derivate da vaccino in tutta l’Africa, con più di 1.000 bambini paralizzati solo nel 2020, secondo uno studio del BMJ.

 

Nel 2022, 800 bambini hanno sviluppato la poliomielite paralitica a causa dei vaccini.

 

 

Perché i vaccini con virus vivi?

I vaccini antipolio orali (OPV) utilizzati in gran parte del mondo in via di sviluppo sono diversi da quelli somministrati negli Stati Uniti e in alcuni paesi occidentali, che utilizzano il vaccino antipolio inattivato (morto) (IPV) sviluppato dal dottor Jonas Salk e utilizzato per la prima volta nel 1955, quando la poliomielite divenne una preoccupazione globale.

 

Secondo l’OMS, è solo in «casi molto rari» che la somministrazione di OPV provoca la poliomielite paralitica derivata dal vaccino.

 

Oltre a causare la poliomielite paralitica associata al vaccino, i ceppi vaccinali hanno la capacità di causare malattie del sistema nervoso e di trasmettersi da persona a persona, con conseguente poliomielite infettiva, ha riferito The Defender.

 

Gli Stati Uniti hanno smesso di usare OPV nel 2000 perché causava la poliomielite paralitica.

 

Albert Sabin ha sviluppato l’OPV nel 1962. La facilità di somministrazione del vaccino orale lo ha reso il «candidato ideale per le campagne di vaccinazione di massa», secondo l’OMS. Blocca anche la trasmissione del virus, cosa che il vaccino IPV non fa.

 

Con il progredire della campagna globale della GPEI per l’eradicazione della poliomielite, iniziata nel 1988, l’uso del vaccino orale ha creato molti episodi di diffusione dei virus derivati ​​dal vaccino.

 

Dei tre ceppi originali di poliomielite selvaggia, i tipi 2 e 3 sono stati dichiarati eradicati e solo il tipo 1 no. La parte dei vaccini Sabin mirati ai virus di tipo 2 innesca la stragrande maggioranza dei casi di poliomielite derivati ​​dal vaccino.

 

Questo problema e il fatto che la poliomielite di tipo 2 non si vedeva dal 1999, ha portato il programma antipolio a interrompere l’uso di vaccini trivalenti (mirati a tre tipi di poliomielite) in tutti i 155 paesi che somministrano vaccini OPV 2016, sostituendoli con OPV bivalenti.

 

Ma quella decisione, chiamata «lo switch», ha reso i bambini più suscettibili ai virus della poliomielite derivati ​​dal vaccino e il numero di bambini infettati da quei virus ha cominciato a crescere.

 

GPEI ha risposto creando un nuovo vaccino OPV monovalente che prende di mira i virus della poliomielite di tipo 2 e li somministra nei luoghi in cui circola il virus.

 

Invece di risolvere il problema, il numero di focolai derivati ​​dal vaccino di tipo 2 in Africa è quasi triplicato dal 2018 al 2019 e la paura di focolai in tutto il mondo è cresciuta perché così tanti bambini non erano immuni alla poliomielite di tipo 2.

 

Allo stesso tempo, GPEI/Gates si sono affrettati a sviluppare nuovi OPV che avrebbero reso il virus meno soggetto alle mutazioni che hanno creato problemi, ha riferito The Defender.

 

Il nuovo vaccino nOPV2 che ha causato le recenti epidemie è stato inserito nell’Elenco per uso di emergenza dall’OMS nel novembre 2020 e lo Strategic Advisory Group of Experts on Immunization (SAGE) ha raccomandato a Gates nOPV2 di diventare il «vaccino di scelta» per rispondere alla poliomielite di tipo 2 focolai causati da OPV.

 

Ma anche il nOPV2 ora è associato a focolai di poliomielite correlati al vaccino.

 

I vaccini nOPV per i poliovirus di tipo 1 e 3, chiamati nOPV1 e nOPV3, sono in sperimentazione clinica, secondo l’EPGI .

 

In una e-mail a The Defender, il dottor Brian Hooker , Ph.D., PE, chief scientific officer della Children’s Health Defense e professore di biologia alla Simpson University ha dichiarato:

 

«È tragico ma non inaspettato che l’uso di vaccini Sabin con virus vivi possa causare la diffusione della poliomielite derivata dal vaccino, data la propensione di questi virus a mutare nuovamente nella loro forma paralitica».

 

«È ancora più allarmante che la forma paralitica stia ora circolando tra la popolazione dei bambini del Congo e del Burundi».

 

GPEI ha affermato che 600 milioni di dosi del nuovo vaccino sono state somministrate in 28 paesi dal marzo 2021 e ha ribadito che il vaccino era «sicuro ed efficace».

 

 

Gates e la poliomielite

La Fondazione Gates è il principale finanziatore di iniziative contro la polio in tutto il mondo. Nell’aprile 2013, Bill Gates ha affermato che l’eradicazione della polio era la sua «massima priorità», anche se a quel punto c’erano stati solo 19 casi in tutto il mondo in tutto l’anno.

 

Da quando Gates ha preso questo impegno, miliardi di dollari in tutto il mondo sono stati versati nella causa.

 

La Fondazione Gates è uno dei numerosi partner del partenariato pubblico-privato GPEI che comprende anche l’OMS, l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, Gavi e il Rotary International.

 

La Fondazione Gates, oltre a finanziare il vaccino nPOV2, la GPEI e l’OMS, finanzia anche il Rotary International , l’UNICEF , il Gavi e la Fondazione CDC.

 

Come riportato da The Defender:

 

«In sostanza, la Fondazione Gates ha finanziato la creazione, lo sviluppo e le sperimentazioni cliniche del nuovo vaccino antipolio nPOV2, finanzia le organizzazioni che hanno somministrato milioni di dosi da somministrare nell’ambito dell’EUL senza alcun dato a lungo termine, finanzia le organizzazioni che implementano il suo lancio e la sorveglianza e finanzia l’ente che monitora gli eventi avversi associati all’uso di nPOV2».

 

«La Fondazione Gates è anche un finanziatore di NPR e del blog di NPR, che hanno pubblicato numerosi articoli su VDPV2 e hanno aperto la strada al vaccino nPOV2 di Gates come soluzione».

 

I critici, tra cui la sociologa Linsey McGoey e molti scienziati che lavorano in contesti a basso reddito, hanno notato che mentre il denaro viene elargito per la poliomielite, milioni di bambini sono vulnerabili a una serie di malattie spesso mortali e prevenibili.

 

Questo perché i finanziamenti di Gates non solo incanalano denaro in questo singolo problema – o qualunque singolo problema a cui la fondazione è interessata in un dato momento – ma i termini delle sue sovvenzioni spesso richiedono impegni di finanziamento, personale e altre risorse dalle nazioni beneficiarie.

 

Di conseguenza, la continua attenzione alla poliomielite è sproporzionata rispetto al bisogno, distogliendo risorse da altri problemi di salute e malattie, secondo Robert Fortner, giornalista scientifico freelance, scrivendo sul BMJ.

 

Ad esempio, il dottor Oliver Razum , un epidemiologo dell’Università di Bielefeld, in Germania, ha indicato l’India, dove «l’enorme numero di dosi [polio finanziate da Gates] che dovevano essere distribuite», due volte l’anno, letteralmente non lasciava spazio frigoriferi per altri vaccini contro malattie come il morbillo.

 

Fortner ha anche riferito che i fondi per la poliomielite della Fondazione Gates hanno portato a «fughe di cervelli» locali, con medici, ricercatori e professionisti che si sono spostati verso l’eradicazione e si sono allontanati dalle priorità sanitarie locali e finanziate localmente.

 

Anche Lancet ha pubblicato una critica simile a Gates nel 2009.

 

Il dottor Richard Horton, redattore capo, ha scritto in un editoriale che «le sovvenzioni concesse dalla Fondazione non riflettono il peso delle malattie sopportate da coloro che si trovano nella più profonda povertà» e c’è una «correlazione allarmantemente scarsa tra il finanziamento della Fondazione e priorità per le malattie infantili».

 

«Importanti programmi sanitari vengono distorti da grandi sovvenzioni della Fondazione Gates», ha detto Horton, aggiungendo: «C’è anche una seria ansia per la trasparenza delle operazioni della Fondazione».

 

Sulla scia del ruolo della Fondazione Gates nell’epidemia di COVID-19, oggi molte più persone esprimono preoccupazioni simili.

 

 

Brenda Baletti

Phd.

 

 

 

© 17 marzo 2023, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

 

Immagine di Julien Harneis via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0); immagine tagliata.

 

 

 

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Reazioni avverse

Attrice australiana colpita da una «violenta reazione avversa» al vaccino

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L’attore australiano Ian Smith ha rivelato che la sua co-protagonista Anne Charleston della soap opera Harold & Madge ha subito una «reazione violentemente negativa» dopo l’iniezione del vaccino anti-COVID.

 

La rivelazione del malessere dell’attrice degli antipodi è stata fatta durante una trasmissione del canale australiano 7News Australia, The Morning Show, dove Smith e la Charleston erano invitati. Si è presentato invece solo Smith, che ha detto che la sua coprotagonista non poteva essere presente perché malata.

 

Quando uno dei conduttori della trasmissione ha detto che la Charleston aveva dovuto cancellare la sua apparizione all’ultimo minuto, Smith ha risposto: «esatto, sì. Stavo venendo qui in taxi e mi ha chiamato. Ha avuto una violenta reazione negativa al suo ultimo vaccino COVID e oh, povero amore. È davvero fuori combattimento».

 

 

Smith si collega da Melbourne, città divenuta simbolo della repressione pandemica, con livelli di violenza della polizia contro i dissidenti tali da far pensare, più che a una solare e prospera città australiana, ad una zona di guerra.

 

Il produttore di vaccini genici Moderna ha scelto proprio Melbourne come città sede della prima «fabbrica mRNA» al mondo.

 

Come riportato da Renovatio 21, le autorità australiane sono oggi accusate di aver nascosto al pubblico i rischi della miocardia indotta da vaccino.

 

Negli anni scorsi l’Australia è stata teatro della riapparizione dei campi di concentramento nella storia moderna.

 

 

 

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