Politica
Il presidente tedesco scioglie il Bundestag: elezioni in febbraio
Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha ordinato lo scioglimento del parlamento federale venerdì, in seguito al crollo della coalizione di governo del paese. I partiti tradizionali in Germania stanno subendo pressioni alle urne da parte dei critici del sostegno di Berlino all’Ucraina.
Sono state programmate elezioni anticipate per il 23 febbraio, quando gli elettori tedeschi sceglieranno i loro nuovi rappresentanti. La data è stata concordata in anticipo dai principali partiti politici, secondo quanto riportato dai media.
Una coalizione a tre guidata dal cancelliere Olaf Scholz è crollata all’inizio di novembre a causa di dispute interne sulle priorità di spesa. Il 16 dicembre, il leader tedesco ha perso un voto di fiducia al Bundestag, annunciando la fine del suo mandato alla guida di un governo di minoranza.
«Sono convinto che per il bene del nostro Paese nuove elezioni siano la strada giusta», ha detto lo Steinmeier al pubblico, dopo aver riferito che le consultazioni su un possibile nuovo accordo di coalizione tra le fazioni attuali erano fallite.
Le elezioni parlamentari in Germania erano originariamente programmate per la fine di settembre 2025. Dalla seconda guerra mondiale, il Bundestaggo è stato sciolto anticipatamente solo in tre occasioni: sotto il cancelliere Willy Brandt nel 1972, Helmut Kohl nel 1982 e Gerhard Schroeder nel 2005.
La potenza dell’UE sta attualmente attraversando turbolenze politiche, poiché la sua economia lotta per superare la stagnazione. I partiti non tradizionali, tra cui Alternativa per la Germania (AfD) di destra e l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) di sinistra, hanno ottenuto diversi successi nelle elezioni regionali di recente, sconvolgendo l’equilibrio di potere nel Paese.
Entrambe le parti si sono distinte nel panorama politico chiedendo una rivalutazione della politica estera di Berlino, incluso il suo sostegno a Kiev contro la Russia. La Germania è il secondo più grande fornitore nazionale di assistenza, comprese le forniture di armi, al governo di Volodymyr Zelens’kyj, dopo gli Stati Uniti.
Come riportato da Renovatio 21, Sahra Wagenknecht attaccava frontalmente i verdi tedeschi anche quando era ancora nel partito di sinistra Die Linke.
La campagna del BSW contro la guerra e contro le consegne di armi all’Ucraina ha avuto risonanza presso molti elettori, mentre i verdi, il principale partito favorevole alla guerra, sono stati eliminati del tutto dal Parlamento – un destino non dissimile a quello toccato al Movimento 5 Stelle in Italia, vincitore di un’enorme porzione di voti alle nazionali per poi, pochi anni dopo, ritrovarsi sotto la soglia necessaria per entrare nei consigli regionali.
AfD, che è oggetto di una persecuzione da parte dei partiti dell’establishment e pure dei servizi segreti interni, chiede l’uscita della Germania dalla UE.
Come riportato da Renovatio 21, i leader del partito in passato hanno fatto capire di ritenere l’Europa un progetto fallito, e spingendosi sino a chiedere un referendum per uscire dalla UE. AfD porta avanti apertamente una politica di remigrazione, cioè il rimpatrio di milioni di immigrati giunti irregolarmente su suolo tedesco. Ciò pone il partito in posizione critica nei confronti del premier italiano Giorgia Meloni.
Il partito sta anche cercando di ripristinare i legami commerciali con la Russia, che sono stati interrotti dalle sanzioni dell’UE imposte dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. Il testo dell’AfD sottolinea l’importanza della Russia come fornitore di gas naturale a basso costo per l’industria tedesca, secondo i media nazionali.
Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa lo Scholz si era dichiarato «allarmato» per il successo elettorale della destra che aveva vinto le elezioni in Turingia. Durante l’estate un sondaggio ha appurato che lo 0% dei tedeschi è «molto soddisfatto» del governo Scholzo.
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Immagine di A. Delesse (Prométhée) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
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Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.
Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.
Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.
Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».
Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».
Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
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— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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