Gender
Il linguaggio trans alla conquista i reparti di maternità
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un rapporto sulla maternità transgender commissionato dalle autorità sanitarie pubbliche nel Regno Unito lo scorso anno ha fatto notizia raccomandando l’uso di un linguaggio più inclusivo come «chestfeeding» («allattamento al petto») e di «marcatori visibili di inclusione come poster, badge, compresi badge nominativi con pronomi e cordini».
Si basava su una ricerca della Fondazione LGBT che ha scoperto che gli utenti trans e non binari dei servizi di maternità del servizio sanitario nazionale venivano maltrattati e ignorati. «Chiediamo ai commissari, agli operatori sanitari e ai politici di utilizzare questo rapporto per garantire che i servizi perinatali siano progettati e forniti in modo inclusivo per soddisfare le esigenze di tutti gli utenti del servizio, comprese le persone trans e non binarie», avevano scritto gli autori del rapporto.
Il servizio sanitario nazionale si è spaventato e ha annunciato l’intenzione di spendere 100.000 sterline per la formazione del personale. Solo dopo che i medici si sono opposti il programma è stato ritirato.
Ora un articolo bruciante del British Journal of Midwifery ha demolito il rapporto. Dice: che «la struttura dello studio manca di chiarezza ed equilibrio, che c’è una mancanza di coinvolgimento con la letteratura pertinente, che la metodologia è sostanzialmente imperfetta, portando a risultati potenzialmente non validi, e che alcune delle raccomandazioni non sono basate sui risultati di lo studio».
Il rapporto della Fondazione LGBT si basa sulle esperienze di 121 utenti trans e non binari dei servizi di maternità in Inghilterra. Si affermava addirittura che il 30% non aveva ricevuto alcuna assistenza durante la gravidanza.
Tuttavia, l’articolo analizza la piccola indagine e mostra che la sua significatività statistica è debole.
Le sue raccomandazioni potrebbero addirittura danneggiare la stragrande maggioranza delle donne che utilizzano i servizi di maternità del Servizio Sanitario Nazionale:
«Uno spostamento a livello di popolazione da referenti basati sul sesso a referenti basati sul genere può avere un effetto dannoso su una comunicazione chiara, diminuire l’accessibilità delle comunicazioni sanitarie e aumentare la disuguaglianze per le donne con inglese come seconda lingua, quelle con difficoltà di apprendimento e quelle con scarsa alfabetizzazione sanitaria».
«Se così fosse, potrebbe violare il “principio della chiara informazione” delle comunicazioni sanitarie, aumentando il rischio di conseguenze avverse indesiderate sulla salute ed escludendo alcuni gruppi di utenti del servizio».
Lo studio ha inoltre rilevato che non vi erano prove a sostegno di molte delle raccomandazioni, come l’uso di cordini di inclusività per far sentire le persone trans e non binarie benvenute.
L’autrice del rapporto Kathryn Webb, dell’Istituto di psicologia clinica dell’Università di Oxford, ha dichiarato al The Telegraph (Londra): «è chiaro che gli autori dello studio avevano buone intenzioni, ma sfortunatamente non avevano intenzioni scientifiche».
«Ciò danneggia tutti creando un pericoloso precedente. Inoltre, non fai un favore a nessun gruppo non riuscendo a ricercare adeguatamente i loro bisogni; tutti i gruppi meritano ugualmente cure basate sull’evidenza. Tuttavia, è anche vero che i problemi con questo particolare studio potrebbero essere stati notati solo perché riguardava persone transgender e non binarie. Non è noto quanto altro venga cambiato nei nostri servizi sanitari senza una buona base».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Gender
Religioso canadese arrestato per essersi rifiutato di scrivere delle scuse al bibliotecario della «Drag Queen Story Hour»
Canadian Pastor, Derek Reimer was arrested yesterday after refusing a court ordered apology for protesting a kid friendly drag queen story hour. He was hauled off in handcuffs while his son screamed. Free speech is not under attack anymore, it is being dragged away. pic.twitter.com/6jMtoqNMPH
— Chad Prather (@WatchChad) December 4, 2025
Canada: Pastor Derek Reimer was arrested in Calgary for refusing to apologize to a Leftist librarian.
The librarian had arranged a drag queen story hour for children. Pastor Reimer protested the evil event. Pray for him and his family. pic.twitter.com/hQgQ151LYX — Christian Emergency Alliance (@ChristianEmerg1) December 4, 2025
An entire video leading to Pastor Derek Reimer’s arrest! December 3, 2025!
Street Church Calgary! We meet on the streets three times a week and inside the building, every Saturday 9:30 AM. On the streets, in front of Calgary City Hall: Wednesday 11:30 AM, Friday 5:00 PM, Sunday… pic.twitter.com/wyfj97fHqz — Artur Pawlowski (@ArturPawlowski1) December 4, 2025
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Calgary Pastor Derek Reimer found not guilty of mischief! Charges stem from an incident occuring during a drag queen story hour.
Reimer was forcibly ejected from the event after calling attendees perverts. Drag queen story time has now been discontinued @calgarylibrary . https://t.co/W5uAJa4j58 pic.twitter.com/cDDw7GCs37 — Without Papers Pizza (@wopizza4) September 25, 2024
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Gender
Le femministe britanniche espungono i membri transgender (nel senso, agli affiliati transessuali)
Due tra le più importanti organizzazioni britanniche riservate a donne e ragazze, il Girlguiding (l’equivalente delle Girl Scout) e il Women’s Institute, hanno deciso di chiudere le porte ai membri transgender, nel senso degli affiliati transessuali.
Martedì il Girlguiding ha reso noto che «le ragazze e le giovani donne trans non potranno più iscriversi» come nuove socie. Il giorno successivo, mercoledì, il Women’s Institute, fondato oltre 110 anni fa, ha annunciato che «l’iscrizione sarà riservata esclusivamente alle persone di sesso femminile alla nascita».
Entrambe le associazioni hanno sottolineato che la scelta non era quella auspicata, ma è diventata inevitabile per evitare possibili contenziosi legali dopo la sentenza emessa ad aprile dalla Corte Suprema del Regno Unito. I giudici hanno stabilito che, ai sensi dell’Equality Act 2010, i termini «donna» e «sesso» si riferiscono esclusivamente al sesso biologico e non all’identità di genere.
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La pronuncia era arrivata al termine di un ricorso presentato da For Women Scotland contro una norma del governo scozzese che includeva i transgenderri (munite di certificato di riconoscimento del genere) nel calcolo delle quote femminili nei consigli di amministrazione pubblici.
Un sondaggio realizzato subito dopo la sentenza ha mostrato che il 59% dei britannici concorda sul fatto che una persona transgender non sia legalmente una donna (dati Electoral Calculus). Tra chi ha accolto favorevolmente la decisione c’è anche J.K. Rowling, da tempo sostenitrice di For Women Scotland.
Sempre quest’anno, la Federazione calcistica inglese (FA) e British Rowing (l’ente per il canottaggio) hanno adottato politiche analoghe: dal 1º giugno 2025 i transgender non potranno più competere nelle categorie femminili del calcio in Inghilterra, mentre nel canottaggio britannico l’accesso alla gara femminile è limitato a chi è «assegnato di sesso femminile alla nascita»; per tutti gli altri resta aperta la categoria Open.
Secondo le ultime indiscrezioni, anche il Comitato Olimpico Internazionale starebbe valutando di escludere i transessuali dalle competizioni femminili olimpiche.
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La battaglia tra femministe e transessuali va avanti oramai da un pezzo, al punto che il mondo transessualista ha trovato un acronimo per definire le femministe che non accettano il dogma transgenderro imposto ora all’intera società occidentale: le chiamano TERF, trans-exclusionary radical feminists ossia femministe radicalo trans-escludenti.
Il caso più celebre di persona definita TERF per aver espresso dubbi sul fatto che maschi biologici possano essere definiti «donne» è stata la scrittrice di Harry Potter JK Rowling, che è peraltro la donna più ricca del Regno Unito.
In Europa si era avuto il caso della norvegese Christina Ellingsen, dell’organizzazione femminista globale Women’s Declaration International (WDI), è sotto indagine della polizia per aver fatto la denuncia in un tweet in cui ha criticato il gruppo di attivismo trans FRI. «Perché insegna ai giovani che i maschi possono essere lesbiche? Non è una terapia di conversione?» avrebbe twittato la Ellingsen.
Il caso si replicò in Norvegia con l’attrice e cineasta Tonje Gjevjon, una lesbica nota nella cultura popolare del Paese, che osò scrivere su Facebook che «è semplicemente impossibile per gli uomini diventare lesbiche quanto lo è per gli uomini rimanere incinti. Gli uomini sono uomini indipendentemente dai loro feticci sessuali». L’attrice fu quindi informata di essere sotto indagine e di rischiare tre anni di carcere per l’espressione delle sue opinioni.
Come riportato da Renovatio 21, a fine 2020 la Norvegia ha adottato una nuova legge penale che punisce le persone per aver detto qualcosa di considerabile come incitamento all’odio nei confronti di persone transgender anche nel contesto della propria casa o conversazioni private.
Più recente il caso dell’attivista brasiliana per i diritti delle donne Isabella Cepa, la quale ha ottenuto lo status di rifugiata in un Paese europeo non specificato, dopo essere stata accusata di reati penali in Brasile per aver definito un politico transgender da uomo a donna come un uomo.
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Immagine: The Girl Guides Association in Britain 1914-1918; un gruppo di Guide posa per una fotografia nel Regno Unito durante la Prima Guerra Mondiale.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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La donna più forte del mondo in realtà era un uomo
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